Sept. 19, 2019
By Paul Krugman
I’m on a number of right-wing mailing lists, and I try to at least skim what they’re going on about in any given week; this often gives me advance warning about the next wave of manufactured outrage. Lately I’ve been seeing dire warnings that if Democrats win next year they’ll try to turn America into (cue scary background music) California, which the writers portray as a socialist hellhole.
Sure enough, this week Donald Trump effectively declared war on California on two fronts. He’s trying to take away the Golden State’s ability to regulate pollution generated by its 15 million cars, and, more bizarrely, he’s seeking to have the Environmental Protection Agency declare that California’s homeless population constitutes an environmental threat.
More about these policy moves in a moment. First, let’s talk about two Californias: the real state on America’s left coast, and the fantasy state of the right’s imagination.
The real California certainly has some big problems. In particular, it has sky-high housing costs, which in turn are probably the main reason it has a large population of homeless residents.
But in many other dimensions California does very well. It has a booming economy, which has been creating jobs at a much faster pace than the nation as a whole.
It has the nation’s second-highest life expectancy, comparable to that in European nations with much higher life expectancy than America as a whole. This is, by the way, a relatively new development: Back in 1990, life expectancy in California was only average.
At the same time, California, having enthusiastically implemented Obamacare and tried to make it work, has seen a sharp drop in the number of residents without health insurance. And crime, although it has ticked up slightly in the past few years, remains near a historic low.
That is, as I said, California’s reality. But it’s a reality the right refuses to accept, because it wasn’t what was supposed to happen.
You see, modern California — once a hotbed of conservatism — has become a very liberal, very Democratic state, in part thanks to rapidly rising Hispanic and Asian populations. And since the early years of this decade, when Democrats won first the governorship, then a supermajority in the State Legislature, liberals have been in a position to pursue their agenda, raising taxes on high incomes and increasing social spending.
Conservatives confidently predicted disaster, declaring that the state was committing “economic suicide.” You might think that the failure of that disaster to materialize, especially combined with the way California has outperformed states like Kansas and North Carolina that turned hard right while it was turning left, might induce them to reconsider their worldview. That is, you might think that if you haven’t been paying any attention to the right-wing mind-set.
What is happening instead, of course, is that the usual suspects are trying to portray California as a terrible place — beset by violent crime and rampant disease — in sheer denial of reality. And they have seized on the issue of homelessness, which is, to be fair, a genuine problem. Furthermore, it’s a problem brought on by bad policy — not high taxes or excessively generous social programs, but the runaway NIMBYism that has prevented California from building remotely enough new housing to accommodate its rising population.
The striking thing about the right’s new focus on homelessness, however, is that it’s hard to detect any concern about the plight of the homeless themselves. Instead, it’s all about the discomfort and alleged threat the homeless create for the affluent.
Which brings me to Trump’s war on California.
The attempt to kill the state’s emissions rules makes a kind of twisted sense given Trump’s policy priorities. His administration is clearly dedicated to the cause of making America polluted again, and in particular to ensuring that the planet cooks as quickly as possible. California is such a big player that it can effectively block part of that agenda, as shown by the willingness of automakers to abide by its emissions rules. Hence the attempt to strip away that power, never mind past rhetoric about states’ rights.
Declaring the homeless an environmental threat, however, aside from being almost surreal coming from an administration that in general loves pollution, is pure nonsense. It can be understood only as an attempt both to punish an anti-Trump state and to blacken its reputation.
What should you take away from Trump’s war on California?
First, it’s yet another illustration of the intellectual imperviousness of the modern right, which never, ever lets awkward facts disturb its preconceptions.
More ominously, the apparent weaponization of the Environmental Protection Agency is more evidence that Trump — whose party fundamentally doesn’t believe in democracy — is following the modern authoritarian playbook, in which every institution is corrupted, every function of government is perverted into a tool for rewarding friends and punishing enemies.
It’s an ugly story, and it’s scary, too.
Trump dichiara guerra alla California,
di Paul Krugman
Compaio su un certo numero di indirizzari della destra, e mi sforzo almeno di scorrere su cosa hanno intenzione di discorrere in una data settimana, il che mi offre spesso in anticipo una messa in guardia sulla prossima ondata di insulti prefabbricati. Ultimamente ho constatato terribili ammonimenti secondo i quali se i democratici vincessero il prossimo anno, cercheranno di trasformare l’America in una California (segnale di musica spaventosa in sottofondo), che gli scrittori dipingono come un inferno socialista.
Di certo, questa settimana Donald Trump ha davvero dichiarato guerra alla California su due fronti. Sta cercando di eliminare la possibilità del Golden State di regolamentare l’inquinamento prodotto dai suoi 15 milioni di autoveicoli, e, in modo più bizzarro, sta cercando di far dichiarare alla Agenzia di Protezione dell’Ambiente che la popolazione senza casa della California costituisce una minaccia ambientale.
Verrò tra un attimo su queste due iniziative politiche. Prima di tutto fatemi parlare delle due Californie: lo Stato effettivo sulla costa occientale dell’America e lo Stato fantastico della immaginazione della destra.
La California effettiva ha alcuna grandi problemi. In particolare ha costi degli alloggi elevatissimi, che a loro volta sono la ragione principale della sua ampia popolazione di residenti senza casa.
Ma sotto molti altri aspetti, la California se la cava bene. Ha un’economia in forte espansione, che sta creando posti di lavoro con un ritmo molto più veloce della nazione nel suo complesso.
Ha il secondo più elevato livello di aspettativa di vita, paragonabile a quello delle nazioni europee con una aspettativa di vita molto più alta dell’America nel suo complesso. Questo, per inciso, è uno sviluppo relativamente recente: nel passato 1990, l’aspettativa di vita in California era soltanto nella media.
Nello stesso tempo, la California, avendo entusiasticamente messo in atto la riforma sanitaria di Obama, ha conosciuto un brusco calo nel numero di residenti senza assicurazione sanitaria. E i crimini, per quanto siano leggermente cresciuti nei pochi anni passati, rimangono vicini ai minimi storici.
Quella, come ho detto, è la realtà della California. Ma è una realtà che la destra rifiuta di ammettere, giacché non era quello che si supponeva accadesse.
Vedete, la California odierna – una volta un focolaio di conservatorismo – è diventata uno Stato molto progressista, molto democratico, in parte grazie alle popolazioni ispaniche e asiatiche in rapida crescita. E sin dai primi anni di questo decennio, quando i democratici vinsero per la prima volta il loro Governatorato, e in seguito una amplissima maggioranza nelle istituzioni della legislazione statale, i progressisti sono stati in condizione di perseguire la loro agenda, elevando le tasse sui redditi alti e accrescendo la spesa sociale.
I conservatori avevano fiduciosamente previsto un disastro, dichiarando che lo Stato stava compiendo un “suicidio economico”. Potreste ritenere che il fatto che il disastro non si sia materializzato, in particolare associato con il modo in cui la California, che ha svoltato a sinistra, ha distanziato Stati come il Kansas e la Carolina del Nord, che hanno svoltato verso la destra estrema, potrebbe indurli a riconsiderare la loro visione del mondo. Ovvero, potreste pensarlo se non aveste prestato attenzione alla mentalità dell’estrema destra.
Ovviamente, quello che sta invece accadendo è che i soliti noti stanno cercando di dipingere la California come un posto terribile – afflitto da una violenta criminalità e da malattie dilaganti – negando puramente e semplicemente la realtà. E si sono accaniti sul tema dei senza casa che, a dir la verità, è un problema vero. Inoltre, è un problema provocato da una cattiva politica – non le alte tasse o i programmi sociali eccessivamente generosi, ma la tendenza incontrollata al ‘nimbysmo’, allo scaricare i propri problemi sui territori limitrofi, che non ha consentito alla California di costruire abitazioni neppure lontanamente sufficienti a sistemare la sua popolazione in crescita.
La cosa impressionante della nuova attenzione della destra ai senza casa, tuttavia, è che essa non manifesta affatto alcuna preoccupazione sulle traversie dei senza casa stessi. Piuttosto, riguarda per intero il fastidio e la pretesa minaccia che i senza casa creano per i benestanti.
La qual cosa mi riporta alla guerra di Trump alla California.
Il tentativo di liquidare le regole dello Stato sulle emissioni produce una sorta di sensazione contorta, considerate le priorità politiche di Trump. La sua Amministrazione si è chiaramente dedicata all’obbiettivo di rendere nuovamente inquinata l’America, e in particolare di fra cuocere il Pianeta il più rapidamente possibile. La California è talmente un protagonista principale da poter effettivamente bloccare parte di quei propositi, come dimostrato dalla disponibilità dei produttori di automobili di rispettare le sue regole sulle emissioni. Da lì il tentativo di rimuovere quel potere, a prescindere dalla passata retorica sui diritti degli Stati.
Dichiarare i senza casa come una minaccia ambientale, a parte il fatto che è quasi surreale provenendo da una Amministrazione che in generale ama l’inquinamento, è pura insensatezza. Può essere compreso soltanto come un tentativo assieme di punire uno Stato anti trumpiano e di macchiare la sua reputazione.
Cosa dovreste dedurre dalla guerra di Trump alla California?
In primo luogo, essa è un’altra manifestazione della impermeabilità intellettuale della destra odierna, che mai neppure consente che fatti imbarazzanti disturbino i suoi preconcetti.
Più sinistramente, quella che sembra la riduzione ad un’arma impropria della Agenzia della Protezione Ambientale è una prova ulteriore che Trump – il cui partito fondamentalmente non crede nella democrazia – si attiene al moderno programma autoritario, nel quale ogni istituzione è corrotta, ogni funzione di governo è degradata ad uno strumento per premiare gli amici e punire gli avversari.
È una storia sgradevole ed è anche spaventosa.
By mm
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