Oct. 14, 2019
By Paul Krugman
Listening to the speech William Barr, the attorney general, gave last week at the University of Notre Dame Law School, I found myself thinking of the title of an old movie: “God Is My Co-Pilot.” What I realized is that Donald Trump’s minions have now gone that title one better: If Barr’s speech is any indication, their strategy is to make God their boss’s co-conspirator.
Given where we are right now, you might have expected Barr to respond in some way to the events of the past few weeks — the revelation that the president has been calling on foreign regimes to produce dirt on his domestic opponents, the airport arrest of associates of the president’s lawyer as they tried to leave the country on one-way tickets, credible reports that Rudy Giuliani himself is under criminal investigation.
Alternatively, Barr could have delivered himself of some innocuous pablum, which is something government officials often do in difficult times.
But no. Barr gave a fiery speech denouncing the threat to America posed by “militant secularists,” whom he accused of conspiring to destroy the “traditional moral order,” blaming them for rising mental illness, drug dependency and violence.
Consider for a moment how inappropriate it is for Barr, of all people, to have given such a speech. The Constitution guarantees freedom of religion; the nation’s chief law enforcement officer has no business denouncing those who exercise that freedom by choosing not to endorse any religion.
And we’re not talking about a tiny group, either. These days, around a fifth of Americans say that they don’t consider themselves affiliated with any religion, roughly the same number who consider themselves Catholic. How would we react if the attorney general denounced Catholicism as a force undermining American society?
And he didn’t just declare that secularism is bad; he declared that the damage it does is intentional: “This is not decay. It is organized destruction.” If that kind of talk doesn’t scare you, it should; it’s the language of witch hunts and pogroms.
It seems almost beside the point to note that Barr’s claim that secularism is responsible for violence happens to be empirically verifiable nonsense. America has certainly become less religious over the past quarter century, with a large rise in the number of religiously unaffiliated and growing social liberalism on issues like same-sex marriage; it has also seen a dramatic decline in violent crime. European nations are far less religious than we are; they also have much lower homicide rates, and rarely experience the mass shootings that have become almost routine here.
Nonetheless, William Barr — again, the nation’s chief law enforcement officer, responsible for defending the Constitution — is sounding remarkably like America’s most unhinged religious zealots, the kind of people who insist that we keep experiencing mass murder because schools teach the theory of evolution. Guns don’t kill people — Darwin kills people!
So what’s going on here? Pardon my cynicism, but I seriously doubt that Barr, whose boss must be the least godly man ever to occupy the White House, has suddenly realized to his horror that America is becoming more secular. No, this outburst of God-talk is surely a response to the way the walls are closing in on Trump, the high likelihood that he will be impeached for high crimes and misdemeanors.
Trump’s response to his predicament has been to ramp up the ugliness in an effort to rally his base. The racism has gotten even more explicit, the paranoia about the deep state more extreme. But who makes up Trump’s base? The usual answer is working-class whites, but a deeper dive into the data suggests that it’s more specific: It’s really evangelical working-class whites who are staying with Trump despite growing evidence of his malfeasance and unsuitability for high office.
And at a more elite level, while a vast majority of Republican politicians have meekly fallen in line behind Trump, his truly enthusiastic support comes from religious leaders like Jerry Falwell Jr., who have their own ethical issues, but have called on their followers to “render to God and Trump.”
Patriotism, Samuel Johnson famously declared, is the last refuge of scoundrels. But for all his talk of America first, that’s not a refuge that works very well for Trump, with his subservience to foreign autocrats and, most recently, his shameful betrayal of the Kurds.
So Trump is instead taking shelter behind bigotry — racial, of course, but now religious as well.
Will it work? There is a substantial minority of Americans with whom warnings about sinister secularists resonate. But they are a minority. Over all, we’re clearly becoming a more tolerant nation, one in which people have increasingly positive views of others’ religious beliefs, including atheism.
So the efforts of Trump’s henchmen to use the specter of secularism to distract people from their boss’s sins probably won’t work. But I could be wrong. And if I am wrong, if religious bigotry turns out to be a winning strategy, all I can say is, God help us.
Adesso Dio è un congiurato di Trump,
di Paul Krugman
Ascoltando il discorso che William Barr, il procuratore generale, ha tenuto la scorsa settimana presso l’Università della Scuola di Diritto di Notre Dame, mi è tornato in mente il titolo di un vecchio motivo: “Dio è il mio co-pilota”. Quello che ho compreso è che adesso i galoppini di Trump hanno fatto un passo avanti: se il discorso di Barr significa qualcosa, la loro strategia consiste nell’appellarsi a Dio come congiurato del loro capo.
Dato il punto in cui siamo in questo momento, ci si sarebbe aspettati che Barr in qualche modo rispondesse agli eventi delle passate settimane – la rivelazione che il Presidente si è rivolto a regimi stranieri per infangare i suoi avversari interni, l’arresto all’aeroporto di soci dell’avvocato del Presidente mentre cercavano di lasciare il paese con un biglietto di sola andata, i verosimili resoconti secondo i quali lo stesso Rudy Giuliani sarebbe sottoposto ad una indagine penale.
Altrimenti, Barr si sarebbe dovuto dedicare a qualche innocua banalità, che è una cosa che i dirigenti del Governo fanno spesso in momenti difficili.
Invece no. Barr si è prodotto in un discorso impetuoso che denunciava la minaccia costituita dai “militanti secolaristi”, che ha accusato di cospirare per distruggere il “tradizionale ordine morale”, dando a loro la responsabilità per le crescenti malattie mentali, per la dipendenza dalle droghe e per la violenza. Si consideri per un momento quanto sia stato inopportuno che Barr, tra tutte le persone, abbia tenuto un discorso del genere. La Costituzione garantisce la libertà religiosa; il principale dirigente della nazione per l’applicazione della legge non ha alcun titolo per denunciare coloro che esercitano tale libertà scegliendo di non aderire ad alcuna religione.
E non stiamo parlando neppure di un gruppo minuscolo. Di questi tempi, circa un quinto degli americani afferma di non considerarsi affiliato ad alcuna religione, grosso modo lo stesso numero che si considera cattolico. Come reagiremmo se il procuratore generale denunciasse il cattolicesimo come forza che mette a repentaglio la società americana?
Egli non ha solo dichiarato che il secolarismo è negativo; ha dichiarato che il danno che produce è intenzionale: “Non si tratta di decadenza, si tratta di una distruzione organizzata.” Se un discorso del genere non vi spaventa, pensateci meglio; è il linguaggio delle caccie alle streghe e dei pogrom.
Sembra quasi superfluo osservare che la pretesa di Barr che il secolarismo sia responsabile della violenza nei fatti è un nonsenso verificabile. Nell’ultimo quarto di secolo l’America è certamente diventata meno religiosa, con un’ampia crescita nel numero dei non affiliati ad alcuna religione e un crescente progressismo sociale su temi quali il matrimonio tra persone dello stesso sesso; si è anche constatato uno spettacolare declino dei crimini violenti. Le nazioni europee sono molto meno religiose di quanto siamo noi; esse hanno anche tassi di omicidi più bassi, e raramente esperienze di sparatorie di massa, che qua sono diventate quasi una abitudine.
Ciononostante, William Barr – ripetiamolo, il dirigente in capo della attuazione della legge della nazione, responsabile della difesa della Costituzione – assomiglia in modo considerevole ai più squilibrati fanatici religiosi, il genere di individui che sostengono che continuiamo ad avere omicidi di massa perché nelle scuole si insegna la teoria dell’evoluzione. Non sono i fucili che ammazzano la gente – è Darwin che la ammazza!
Dunque, cosa sta succedendo? Si perdoni il mio cinismo, ma io dubito seriamente che Barr, il cui capo deve essere l’uomo meno devoto che abbia mai occupato la Casa Bianca, si sia d’un tratto reso conto con orrore che l’America sta diventando più secolarista. No, questo scoppio di ispirazione divina è certamente una risposta al modo in cui le pareti si stanno chiudendo attorno a Trump, alla elevata probabilità che egli sarà messo in stato d’accusa per gravi crimini e misfatti.
La risposta di Trump alla sua predica è stata un crescendo di squallore in uno sforzo di mobilitazione della sua base. Il razzismo è diventato persino più esplicito, la paranoia sul ‘ventre molle dello Stato’ più estrema. Ma da chi è composta la base di Trump? La risposta consueta sono i lavoratori bianchi, ma una immersione più profonda nei dati indica che c’è qualcosa di più specifico: sono in realtà i lavoratori bianchi evangelici che restano con Trump nonostante le prove crescenti delle sue malefatte e della sua inettitudine all’alta carica.
E a un livello più di elite, mentre una larga maggioranza di politici repubblicani si sono docilmente schierati dietro Trump, il vero sostegno entusiastico viene da leader religiosi come Jerry Falkwell Jr, che hanno le loro tematiche religiose, ma hanno chiamato i loro seguaci a “restituire a Dio e a Trump”.
È noto che Samuel Johnson aveva dichiarato che il patriottismo è l’ultimo nascondiglio delle canaglie. Ma con tutto il suo parlare dell’America first, quello non è un nascondiglio che funziona benissimo con Trump, con il suo ossequio agli autocrati stranieri e, più di recente, con il suo vergognoso tradimento dei Curdi.
Dunque Trump sta piuttosto rifugiandosi dietro la bigotteria – razziale, ovviamente, ma adesso anche religiosa.
Funzionerà? C’è una non indifferente minoranza di americani sui quali gli ammonimenti sui malvagi secolaristi hanno una certa presa. Purtuttavia, sono una minoranza. Soprattutto, stiamo chiaramente diventando una nazione più tollerante, nella quale le persone hanno punti di vista sempre più positivi sui convincimenti altrui in materia di religione, ateismo incluso.
Dunque gli sforzi dei seguaci di Trump di utilizzare lo spettro del secolarismo per distrarre la gente dai peccati del loro capo probabilmente non funzioneranno. Ma potrei sbagliare. E se mi sbaglio, se si scoprisse che la bigotteria religiosa è una strategia vincente, tutto quello che posso dire è: Dio ci aiuti.
By mm
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