Nov. 14, 2019
By Paul Krugman
Given what we’ve seen in the impeachment hearings so far, there is literally no crime, no abuse of power, that would induce Republicans to turn on President Trump. So if you’re waiting for some dramatic political turn, don’t hold your breath.
On second thought, however, maybe you should hold your breath. For air quality has deteriorated significantly over the past few years — a deterioration that has already cost thousands of American lives. And if Trump remains in power, the air will get much worse, and the death toll rise dramatically, in the years ahead.
The story so far: When I talk about air pollution, I don’t mean the greenhouse gases that are driving climate change, which pose a long-term existential threat. I’m talking instead about pollutants that have a much more immediate effect, especially “fine particulate matter,” small particles that make the air hazy and can penetrate deep into the respiratory tract. The health hazards of these particles have been documented by many studies.
The good news until a few years ago was that thanks to environmental regulation the concentration of fine particulates was in fairly rapid decline. The bad news is that since 2016 this kind of pollution has been on the rise again, reversing around a fifth of the gains since 2009.
A study documenting this reversal suggests multiple causes, including wildfires (themselves caused in part by climate change), increased driving and reduced enforcement. The study also finds, using well-established results on the health effects of pollution, that even this seemingly small rise in particulates led to almost 10,000 extra deaths last year.
To put this number in context, it may be helpful to remember that Trump began his presidency by talking about “American carnage,” portraying a nation awash in violent crime. In reality, crime was and is near historic lows. To the extent that anything was behind his rant, it lay in a modest (and temporary) uptick in homicides from around 14,000 in 2014 to 17,000 in 2016.
The point is that the Trump-era death toll from worsening air is already several times as large as the “carnage” Trump decried.
It seems crass to point this out, but the economic cost of rising pollution is also large; the study puts it at $89 billion a year. This is a pretty big number, even in an economy as large as America’s, and it means that economic growth under Trump, properly measured, has been significantly slower than standard numbers suggest.
And things are poised to get much worse. The Trump administration is working on new rules that would effectively prevent the Environmental Protection Agency from making use of much of the scientific evidence on adverse health effects of pollution. This would cripple environmental regulation, almost surely leading to sharply worsening air and water quality over time.
We don’t know exactly how this will play out, but it seems safe to say that if Trump stays in office, a lot more Americans will die as a result of his anti-environmental policies than the total number who are murdered, let alone murdered by the immigrants Trump loves to portray as a menacing, dark-skinned horde.
Why is this happening? As many observers have pointed out, failing to act on climate change, although it’s an indefensible crime against humanity, is also in some ways understandable. Greenhouse gas emissions are invisible, and the harm they do is global and very long-term, making denialism relatively easy.
Particulates, however, are visible, and the harm they do is both relatively localized and fairly quick. So you might have thought that the fight against dirty air would have widespread, bipartisan support. Indeed, modern environmental protection began under none other than Richard Nixon, and retired E.P.A. officials I’ve talked to describe the Nixon era as a golden age.
And Republicans continued to show at least some concern for the environment even after the party began to take a hard right turn. President Ronald Reagan signed a treaty to protect the ozone layer. The threat of acid rain was contained via a program enacted by President George H.W. Bush.
But that was a long time ago. Today’s Republican Party isn’t just a party that has embraced crazy conspiracy theories about global warming (and everything else where the facts are inconvenient.) It has also become the party of pollution.
Why? Follow the money. There’s huge variation among industries in how much environmental damage they do per dollar of production. And the super-polluting industries have basically put all their chips on the Republicans. In 2016, for example, coal mining gave 97 percent of its political contributions to Republican candidates and causes. And polluters are getting what they paid for.
This, by the way, is one reason I and others find it so mind-boggling when people like Joe Biden say that everything will be fine once Trump is gone. If Trump doesn’t succeed in destroying our democracy (a big if), his most damaging legacy will be the vast environmental destruction he leaves behind. And Trump’s pro-pollution stance isn’t an aberration. In this, he is very much a man of his party.
Trump e il suo partito dell’inquinamento,
di Paul Krugman
Considerato quello che abbiamo visto sinora nelle audizioni per l’impeachment, non c’è letteralmente crimine o abuso di potere che indurrebbe i repubblicani a mettersi contro il Presidente Trump. Dunque, se siete in attesa di qualche spettacolare svolta politica, potete non trattenere il fiato.
Tuttavia, ripensandoci, forse è proprio il caso che tratteniate il fiato. Giacché la qualità dell’aria è sensibilmente peggiorata negli ultimi anni – un peggioramento che ha già provocato il costo di migliaia di vite di americani. E se Trump resta al potere, l’aria diventerà molto peggiore e il tributo di vite umane crescerà in modo clamoroso, negli anni avvenire.
La storia sino ad oggi: quando parliamo di inquinamento, non intendo i gas serra che stanno provocando il cambiamento climatico, che costituiscono una minaccia esistenziale a lungo termine. Sto invece parlando di inquinanti che hanno un effetto molto più immediato, in particolare delle ‘polveri sottili’, piccole particelle che rendono l’aria caliginosa e possono penetrare in profondo nell’apparato respiratorio. I rischi per la salute di queste particelle sono stati documentati da molti studi.
Sino a pochi anni fa, la buona notizia era che grazie ai regolamenti ambientali la concentrazione delle polveri sottili era in un declino abbastanza rapido. La cattiva notizia è che a prtire dal 2016 questo genere di inquinamento è di nuovo in crescita, invertendo di circa un quinto i progressi dal 2009 (1).
Uno studio che documenta questa inversione indica varie cause, compresi gli incendi boschivi (essi stessi causati dal cambiamento climatico), l’aumento dell’uso degli autoveicoli e la riduzione nella applicazione delle regole. Lo studio scopre anche che, utilizzando i risultati ben consolidati degli effetti dell’inquinamento sulla salute, persino questa apparentemente piccola crescita nelle polveri sottili porta a quasi 10.000 morti in più rispetto all’anno passato.
Per collocare questo dato in un contesto, può essere utile ricordare che Trump avviò la sua Presidenza parlando di “carneficina americana”, dipingendo una nazione inondata dal crimine violento. In realtà, il crimine era vicino ai suoi minimi storici. Nella misura in cui c’era qualcosa dietro la sua filippica, consisteva in una modesta (e temporanea) crescita degli omicidi da circa 14.000 nel 2014 a 17.000 nel 2017.
Il punto è che il bilancio delle vittime nell’epoca di Trump per il peggioramento dell’aria è già ampio varie volte la “carneficina” denunciata da Trump.
Può sembrare volgare mettere in evidenza questo, ma anche il costo del crescente inquinamento è ampio: lo studio lo fissa a 18 miliardi di dollari all’anno. Si tratta di un numero rilevante, persino in un’economia ampia come quella dell’America, e ciò comporta che la crescita economica con Trump, calcolata in modo appropriato, è stata significativamente più lenta di quanto indichino i dati convenzionali.
E le cose sono in procinto di diventare assai peggiori. L’Amministrazione Trump sta lavorando a nuove regole che realmente impedirebbero all’Agenzia della Protezione Ambientale di far uso di una buona parte delle prove scientifiche relative agli effetti dell’inquinamento sulla salute. Questo indebolirebbe la regolamentazione ambientale, quasi sicuramente portando ad un brusco peggioramento della qualità dell’aria e dell’acqua nel corso del tempo.
Non conosciamo esattamente come questo accadrà, ma sembra che si possa affermare con certezza che se Trump resta in carica, come risultato delle sue politiche antiambientali, un numero grandemente superiore di americani morirà rispetto al numero totale delle persone assassinate, per non dire di quelle assassinate dagli immigrati, che Trump ama dipingere come una minacciosa orda di pelle scura.
Perché sta accadendo? Come molti osservatori hanno messo in evidenza, l’incapacità ad agire sul cambiamento climatico, sebbene sia un crimine contro l’umanità che non ha attenuanti, in qualche modo è anche comprensibile. Le emissioni dei gas serra sono invisibili, e il danno che procurano è globale e a lunghissimo termine, rendendo il negazionismo relativamente semplice.
Le polveri sottili, tuttavia, sono visibili, e il danno che provocano è sia relativamente localizzato che abbastanza rapido. Dunque, ci poteva immaginare che la lotta contro l’aria sporca ricevesse un sostegno generalizzato, da entrambi i partiti. In effetti, la moderna protezione dell’ambiente ebbe inizio proprio con Richard Nixon, e nei miei colloqui con i dirigenti in pensione dell’EPA, l’epoca di Nixon veniva descritta come un’eta aurea.
Inoltre, i repubblicani continuarono a mostrare almeno qualche preoccupazione per l’ambiente persino dopo che il partito ebbe una chiara svolta a destra. Il Presidente Ronald Reagan sottoscrisse un trattato per proteggere la fascia dell’ozono. La minaccia delle piogge acide venne contenuta attraverso un programma promulgato dal Presidente George H. W. Bush.
Ma ciò accadeva molto tempo fa. Il Partito Repubblicano odierno non è solo il partito che ha abbracciato pazzesche teorie cospirative sul riscaldamento globale (e su tutto il resto che presenti fatti sconvenienti). È anche diventato il partito dell’inquinamento.
Perché? Seguite la traccia dei soldi. C’è un’ampia escursione tra le industrie quanto al danno economico che provocano per ogni dollaro di produzione. E le industrie superinquinanti fondamentalmente hanno puntato tutte le loro fiches sui repubblicani. Nel 2016, ad esempio, le industrie dell’estrazione del carbone hanno versato il 97 per cento dei loro contributi elettorali ai candidati e alle cause repubblicane. Gli inquinatori stanno ricevendo quello per cui hanno pagato.
Questa, per inciso, è una ragione per la quale io ed altri troviamo così sbalorditivo che persone come Joe Biden dicano che tutto andrà bene quando Trump se ne sarà andato. Se Trump non riuscirà a distruggere la nostra democrazia (un “se” grande come una casa), la sua eredità maggiormente dannosa sarà l’ampia distruzione ambientale che si lascerà alle spalle. E la posizione a favore dell’inquinamento di Trump non è un’aberrazione. In questo, egli è esattamente un uomo del suo partito.
(1)
Può essere interessante pubblicare un diagramma che – nei giorni della pubblicazione di questo articolo – era apparso sul profilo twitter di Krugman, relativo all’andamento dell’inquinamento da polveri sottili negli USA dall’anno 2000 ad oggi. Come si vede, il declino si è fermato nel 2016.
By mm
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