Articoli sul NYT

Il Partito che ha rovinato il Pianeta, di Paul Krugman (New York Times, 12 dicembre 2019)

 

Dec. 12, 2019

The Party That Ruined the Planet

By Paul Krugman

zz 516

The most terrifying aspect of the U.S. political drama isn’t the revelation that the president has abused his power for personal gain. If you didn’t see that coming from the day Donald Trump was elected, you weren’t paying attention.

No, the real revelation has been the utter depravity of the Republican Party. Essentially every elected or appointed official in that party has chosen to defend Trump by buying into crazy, debunked conspiracy theories. That is, one of America’s two major parties is beyond redemption; given that, it’s hard to see how democracy can long endure, even if Trump is defeated.

However, the scariest reporting I’ve seen recently has been about science, not politics. A new federal report finds that climate change in the Arctic is accelerating, matching what used to be considered worst-case scenarios. And there are indications that Arctic warming may be turning into a self-reinforcing spiral, as the thawing tundra itself releases vast quantities of greenhouse gases.

Catastrophic sea-level rise, heat waves that make major population centers uninhabitable, and more are now looking more likely than not, and sooner rather than later.

But the terrifying political news and the terrifying climate news are closely related.

Why, after all, has the world failed to take action on climate, and why is it still failing to act even as the danger gets ever more obvious? There are, of course, many culprits; action was never going to be easy.

But one factor stands out above all others: the fanatical opposition of America’s Republicans, who are the world’s only major climate-denialist party. Because of this opposition, the United States hasn’t just failed to provide the kind of leadership that would have been essential to global action, it has become a force against action.

And Republican climate denial is rooted in the same kind of depravity that we’re seeing with regard to Trump.

As I’ve written in the past, climate denial was in many ways the crucible for Trumpism. Long before the cries of “fake news,” Republicans were refusing to accept science that contradicted their prejudices. Long before Republicans began attributing every negative development to the machinations of the “deep state,” they were insisting that global warming was a gigantic hoax perpetrated by a vast global cabal of corrupt scientists.

And long before Trump began weaponizing the power of the presidency for political gain, Republicans were using their political power to harass climate scientists and, where possible, criminalize the practice of science itself.

Perhaps not surprisingly, some of those responsible for these abuses are now ensconced in the Trump administration. Notably, Ken Cuccinelli, who as attorney general of Virginia engaged in a long witch-hunt against the climate scientist Michael Mann, is now at the Department of Homeland Security, where he pushes anti-immigrant policies with, as The Times reports, “little concern for legal restraints.”

But why have Republicans become the party of climate doom? Money is an important part of the answer: In the current cycle Republicans have received 97 percent of political contributions from the coal industry, 88 percent from oil and gas. And this doesn’t even count the wing nut welfare offered by institutions supported by the Koch brothers and other fossil-fuel moguls.

However, I don’t believe that it’s just about the money. My sense is that right-wingers believe, probably correctly, that there’s a sort of halo effect surrounding any form of public action. Once you accept that we need policies to protect the environment, you’re more likely to accept the idea that we should have policies to ensure access to health care, child care, and more. So the government must be prevented from doing anything good, lest it legitimize a broader progressive agenda.

Still, whatever the short-term political incentives, it takes a special kind of depravity to respond to those incentives by denying facts, embracing insane conspiracy theories and putting the very future of civilization at risk.

Unfortunately, that kind of depravity isn’t just present in the modern Republican Party, it has effectively taken over the whole institution. There used to be at least some Republicans with principles; as recently as 2008 Senator John McCain co-sponsored serious climate-change legislation. But those people have either experienced total moral collapse (hello, Senator Graham) or left the party.

The truth is that even now I don’t fully understand how things got this bad. But the reality is clear: Modern Republicans are irredeemable, devoid of principle or shame. And there is, as I said, no reason to believe that this will change even if Trump is defeated next year.

The only way that either American democracy or a livable planet can survive is if the Republican Party as it now exists is effectively dismantled and replaced with something better — maybe with a party that has the same name, but completely different values. This may sound like an impossible dream. But it’s the only hope we have.

 

Il Partito che ha rovinato il Pianeta,

di Paul Krugman

 

L’aspetto più terrificante del dramma politico statunitense non è la rivelazione che il Presidente ha abusato del suo potere per vantaggi personali. Se non vi eravate accorti di cosa stava arrivando dl giorno in cui Trump venne eletto, vuol dire che non prestavate attenzione.

No, la vera rivelazione è stata la completa depravazione del Partito Repubblicano. In sostanza tutti i dirigenti eletti o nominati in quel partito hanno scelto di difendere Trump abboccando a teorie pazzesche e ridicolizzate di cospirazione. Ovvero, uno dei due principali partiti americani è irrecuperabile; su tale base, è difficile vedere come la democrazia possa resistere a lungo, persino se Trump viene sconfitto.

Tuttavia, i resoconti più allarmanti che ho constatato di recente hanno riguardato la scienza, non la politica. Un nuovo rapporto federale scopre che il cambiamento climatico nell’Artico sta accelerando, emulando quelli che si era soliti considerare gli scenari peggiori. E ci sono indicazioni secondo le quali il riscaldamento dell’Artico potrebbe trasformarsi in una spirale che si auto alimenta, dato che lo stesso scongelamento della tundra rilascia enormi quantità di gas serra.

La crescita catastrofica del livello del mare, le ondate di calore che rendono inabitabili centri popolati importanti ed altre cose ancora adesso sembrano più probabili, e in tempi brevi anziché in lunghi.

Ma le terribili notizie politiche e le terribili notizie climatiche sono strettamente legate.

Perché, dopo tutto, il mondo non è riuscito ad assumere un’iniziativa sul clima, e perché non riesce ancora ad agire persino quando il pericolo diventa sempre più evidente? Ci sono, ovviamente, molti responsabili; l’iniziativa non era mai stata destinata a realizzarsi facilmente.

Ma uno dei fattori primeggia su tutti gli altri: la fanatica opposizione dei repubblicani americani, che sono l’unico importante partito negazionista del mondo. A causa di questa opposizione, gli Stati Uniti non soltanto non sono riusciti a fornire quel tipo di guida che sarebbe stata essenziale per una iniziativa globale, ma sono diventati una forza che opera in senso opposto.

E il negazionismo repubblicano sul clima ha le radici in una depravazione dello stesso genere di quella che stiamo constatando nel caso di Trump.

Come ho scritto nel passato, il negazionismo sul clima è stato in molti sensi il crogiolo del trumpismo. Molto prima degli strepiti contro le “fake news”, i repubblicani venivano rifiutando di accettare la scienza che contraddiceva i loro pregiudizi. Molto prima che i repubblicani cominciassero ad attribuire ogni sviluppo negativo alle macchinazioni del “ventre molle dello Stato”, essi dicevano in continuazione che il riscaldamento globale era una gigantesca bufala ordita da una grande congrega globale di scienziati corrotti.

E molto prima che Trump cominciasse a utilizzare come arma impropria il potere della Presidenza per vantaggi personali, i repubblicani stavano usando il loro potere politico per attaccare gli scienziati del clima e, dove possibile, per criminalizzare la stessa pratica scientifica. Forse non sorprendentemente, alcuni di quei responsabili di questi abusi si sono adesso accomodati nella Amministrazione Trump. In particolare, Ken Cuccinelli, che come procuratore generale della Virginia si impegnò in una lunga caccia alle streghe contro lo scienziato del clima Michael Mann, adesso si trova al Dipartimento della Sicurezza della Nazione, dove è protagonista di politiche contro gli immigrati, come riferisce il Times, “con poca preoccupazione dei limiti di legge”.

Ma perché i repubblicani sono diventati il partito della rovina climatica? Una parte importante della risposta sono i soldi: nel ciclo elettorale attuale i repubblicani hanno ricevuto il 97 per cento dei contributi politici dell’industria del carbone e l’88 per cento di quelle del petrolio e del gas. E in questo conteggio neanche figurano le forme di assistenza messe a disposizione della destra da istituzioni sostenute dai fratelli Koch e da altri magnati dei combustibili fossili.

Tuttavia, io non credo si tratti soltanto di soldi. La mia sensazione è che molti esponenti della destra credano, forse correttamente, che ogni forma di iniziativa pubblica sia circondata da una sorta di “effetto alone” [1]. Una volta che si accetta che abbiamo bisogno di politica che proteggano l’ambiente, è più probabile che si accetti l’idea che dovremmo avere politiche che garantiscano l’assistenza sanitaria, i servizi per l’infanzia ed altro ancora. Dunque al Governo di deve impedire di fare alcunché di buono, per non legittimare un più ampio programma progressista.

Eppure, qualsiasi siano gli incentivi politici a breve termine, ci vuole un genere speciale di depravazione per corrispondere a questi incentivi negando i fatti, abbracciando pazzesche teorie cospirative e mettendo a rischio il vero e proprio futuro della civiltà.

Sfortunatamente, quella depravazione non è solo presente nel Partito Repubblicano odierno, essa ha efficacemente preso il controllo dell’intera istituzione. Un tempo c’erano almeno alcuni repubblicani con principi; come quando non più tardi del 2008 il Senatore John McCain patrocinò assieme ad altri una seria legislazione sul cambiamento climatico. Ma quei personaggi hanno o fatto esperienza di un totale collasso morale (salve, Senatore Graham [2]) o hanno lasciato il partito.

La verità è che anche adesso io non comprendo pienamente come le cose siano andate così male. Ma la realtà è chiara: i repubblicani odierni sono irrecuperabili, senza principi e senza vergogna. E, come ho detto, non c’è ragione per credere che questo cambierà anche se Trump fosse sconfitto l’anno prossimo.

Il solo modo nel quale sia la democrazia americana che un pianeta vivibile possono sopravvivere è che il Partito Repubblicano per come si presenta oggi sia completamente smantellato e sostituito da qualcosa di meglio – forse un partito che abbia lo stesso nome, ma valori del tutto diversi. Può sembrare un sogno impossibile, ma è l’unica speranza che abbiamo.

 

 

 

 

 

 

[1] L’effetto alone è una tendenza cognitiva per il quale la percezione di un tratto è influenzata dalla percezione di uno o più altri tratti dell’individuo o dell’oggetto. Un esempio è giudicare intelligente, a prima vista, un individuo di bell’aspetto. (Wikipedia)

[2] Lindsey Olin Graham (Central9 luglio 1955) è un politicomilitare e avvocato statunitense, attuale senatore per lo stato della Carolina del Sud e in precedenza membro della Camera dei Rappresentanti per lo stesso stato dal 1995 al 2003. (Wikipedia) Le sue ultime notizie, in effetti, lo danno molto attivo nel sostegno a Trump sulla vicenda ucraina.

 

 

 

 

By


Commenti dei Lettori (0)


E' possibile commentare l'articolo nell'area "Commenti del Mese"