gennaio 2020 Archive

Una tassa sulla ricchezza non è di buonsenso? Di J. Bradford DeLong (da Project Syndicate, 7 gennaio 2020)

[1] Credo che si debba intendere nel senso che alterare, magari anche legalmente, i dati sulla ricchezza (renderli più elastici) è meno naturale che alterare ...

L’ineguaglianza a Cambridge e a Chicago, di Angus Deaton (da Project Syndicate, 3 gennaio 2020)

[1] Una famiglia di origine americana e britannica, molti dei cui componenti sono famosi per aver fondato ed essere proprietari della società farmaceutica Purdue Pharma, ...

L’Australia ci mostra la strada per l’inferno, di Paul Krugman (New York Times, 9 gennaio 2020)

Sembrerebbe che i disastri degli incendi in Australia dovrebbero convincere tutti che in materia di cambiamento del clima è il momento di agire. Tra l'altro, gli scienziati del clima australiani avevano esattamente previsto che ondate particolari di caldo avrebbero provocato un disastro del genere. Ma le forza di destra, in Australia come negli Stati Uniti, reagiscono con una negazionismo sempre più spinto. Il che comporta che non si può sperare che su un tema pur così enorme si producano consensi generali. La destra sarà irremovibile e non ammetterà che qualcosa di profondo debba essere modificato nel nostro modo di vivere e di produrre. E i progressisti debbono individuare un modo per convincere la maggioranza degli elettori.

Negoziare mentre il mondo brucia, di Adair Turner (26 dicembre 2019)

[1] Meno letterale ma preferibile rispetto ad “un decennio più tardi”, che sarebbe incongruo con tutto il ragionamento.

Trump l’Intimidatore fallisce ancora, di Paul Krugman (6 gennaio 2020)

Spesso i dirigenti dei paesi che ricorrono alla forza militare, almeno agli inizi, godono di consensi crescenti. Oggi un grande consenso si osserva in Iran, non certo in America. Oltre a ciò, l'assassinio di Suleimani ha provocato l'ostilità dell'Iraq e il mancato sostegno degli alleati degli Stati Uniti. Dov'è che Trump sbaglia? Come molti americani, egli si aggrappa alla presunzione di un primato incontrastato degli Stati Uniti che non esiste più, secondo vari parametri. Inoltre, non capisce che l'egemonia americana del passato si reggeva non solo sulla forza, ma su un effettivo consenso e su una solidità delle alleanze. Ma dopo il vero primato delle più di 15 mila bugie di Trump e dei suoi galoppini, che si fida più dell'America?

L’Apocalisse diventa la nuova regola, di Paul Krugman (2 gennaio 2020)

Le immagini degli incendi senza precedenti in Australia fanno impressione. Gli scienziati del clima stanno cercando di facilitare la comprensione di quegli eventi: per ognuno di essi non si può dire che il cambiamento climatico sia stato l'unica causa. Ma si può stimare quanto il cambiamento climatico abbia reso quei disastri più probabili. Il fatto è che mentre per avere le conseguenze intere del cambiamento del clima serviranno più generazioni, la probabilità di eventi estremi - incendi, inondazioni, siccità - sta aumentando vertiginosamente già oggi. Quindi, ogni timidezza nel porre tale questione al centro della campagna elettorale del 2020 non è giustificata, considerate le responsabilità sempre più grandi dei repubblicani americani.

L’eredità dell’austerità distruttiva, di Paul Krugman (New York Times, 30 dicembre 2019)

Un bilancio delle politiche economiche dell'austerità del decennio appena finito. Ormai non sembrano esserci più dubbi sui danni che hanno provocato, le ricerche più recenti lo hanno dimostrato. Ma non si può dire che si sia esattamente consapevoli di quanto esse siano state decisive non solo nel ritardare la ripresa - che del resto non è avvenuta dappertutto - ma nel danneggiare gravemente le democrazie.

Il grande capitale e il decennio perduto dell’America, di Paul Krugman (New York Times, 26 dicembre 2019)

Elizabeth Warren ha di recente un po' di dispiaceri sui media. Il punto è che in gran parte le derivano dall'idea, sulla quale insiste, dell'eccessiva influenza che gli americani ultra-ricchi hanno sulla politica. Ma cosa c'è di così difficile da capire in quell'idea? Basta riflettere superficialmente sulle politiche dell'austerità dal 2010 in poi, per comprendere il danno che hanno provocato e chi le sostenne con maggiore entusiasmo.

Il nazismo e la memoria. 1 gennaio 2020.

zz 764Il Nazismo e la memoria

Esistono vari libri importanti sul nazismo e, in particolare, sul processo che portò allo sterminio degli ebrei europei, alla cosiddetta ‘soluzione finale’. Quei libri non forniscono soltanto informazioni precise ed organiche di quella ondata devastante di crimini, spesso ci mettono dinanzi ad aspetti di quella storia che in qualche modo non avevamo riflettuto e magari neanche conosciuto, capitoli di un racconto che sembra abbiano difficoltà a transitare dai libri di storia alla coscienza collettiva. Nel caso che questo non sia capitato soltanto al sottoscritto, e che dunque non dimostri soltanto la mia ignoranza, alla fine ho scritto alcune note che potrebbero essere utili. 1 - Gli anni che precedettero lo sterminio generalizzato: la gradualità della ‘soluzione finale’. Hitler andò al potere il 30 gennaio del 1933, quasi dieci anni dopo il fallito putsch in Baviera; il primo pogrom tedesco su vasta scala, nella “Notte dei Cristalli”, durante il quale vennero bruciate duecento sinagoghe, uccisi 91 ebrei e assaltati moltissimi negozi di proprietà di ebrei, avvenne il 9 e 10 novembre del 1938; prima e dopo il pogrom si perseguì fondamentalmente (con l’internamento di circa 26.000 ebrei in campi di concentramento in Germania - Dachau, Buchenwald e Sachsenhausen), l’obbiettivo della cacciata degli ebrei, per un certo periodo pensando seriamente alla loro espulsione in Madagascar ...

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