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Come Trump ha aderito alla “economia degli effetti a cascata”, di Paul Krugman (New York Times, 10 febbraio 2020)

 

Feb 10, 2020

How Trump Got Trickled Down

By Paul Krugman

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One thing many people forget about the 2016 election is that as a candidate, Donald Trump promised to be a different kind of Republican. Unlike the mainstream of his party, he declared, he would raise taxes on the rich and wouldn’t cut programs like Social Security, Medicare and Medicaid that ordinary Americans rely on. At the same time, he would invest large sums in rebuilding America’s infrastructure.

He was lying.

Trump’s only major legislative achievement, the 2017 Tax Cut and Jobs Act, was absolutely standard modern Republicanism: huge tax cuts for corporations, plus tax breaks that overwhelmingly benefited the wealthy. The only unconventional aspect of the legislation was the variety of new tax scams it made possible, like the benefits for investors in “opportunity zones,” which were supposed to help poor communities but have actually enriched billionaire real estate developers.

Trump also came very close to passing a health care “reform” that would have imposed savage cuts on Medicaid, eliminated protections for those with pre-existing conditions and taken away health insurance from more than 30 million Americans.

And there has, of course, been no infrastructure bill; in fact, the Trump administration’s repeated proclamations of “Infrastructure Week” have become a running joke.

Policy wonks are still poring over the latest Trump budget, released on Monday, but there was no hiding the same reverse Robin-Hoodism as in previous budgets: taking from the poor and middle class while giving to the rich.

In other words, Trump in practice, as opposed to Trump in pretense, has turned out to be every bit as committed to trickle-down economics as Republicans in Congress have been for decades.

People often say that Trump has captured the G.O.P., which is true as far as things like rule of law and support for democracy are concerned. But it’s equally true that the G.O.P. has captured Trump when it comes to domestic policy.

The only difference between Trumpism and the proposals of Paul Ryan in his heyday is that the Trump administration — having blown up the budget deficit from less than $600 billion to more than $1 trillion — has pretty much given up even claiming to care about government debt. Back in the day, Ryan called debt an “existential threat”; a few days ago Vice President Mike Pence told CNBC that rising deficits aren’t a concern as long as they help boost the economy.

And as I wrote last week, the economic good news of recent years — not as good as Trump claims, but the economy has indeed been strong — largely reflects the reality that after hobbling the economy with fiscal austerity under Barack Obama, Republicans have embraced runaway deficit spending under Trump.

But while Trump is willing to run trillion-dollar deficits to give giant tax breaks to corporations and the wealthy, he’s as determined as the rest of his party to make life harder for the less fortunate. The grand plan to repeal Obamacare fell just short, but the administration is supporting a court challenge that could declare the Affordable Care Act unconstitutional. It is also supporting things like work requirements for food stamps and block grants that would de facto lead to major cuts in Medicaid compared with current law.

But why has Trump turned out to be such a conventional Republican? My sense is that he doesn’t really care about policy, aside from protectionism, which I’ll get to in a minute. And he certainly doesn’t feel any empathy for less fortunate Americans, or actually anyone. So he was happy to make what amounts to an implicit deal with the Republican establishment: You get to implement your usual policy agenda, and I get a free pass on my corruption and abuse of power.

The one place where Trump has deviated from conservative orthodoxy is his trade war. But why is he a self-proclaimed Tariff Man?

The supposed reason was that he wanted to bring back U.S. manufacturing. If that were really his motivation, he failed: Amid a generally strong economy, we’re experiencing a manufacturing recession, and estimates from the Federal Reserve suggest that Trump’s tariffs, which have raised business costs, have actually reduced manufacturing employment.

My guess, however, is that Trump’s trade policy has been motivated less by any substantive goals than by the desire to look like a tough guy. And while establishment Republicans headed off any important changes in NAFTA, which would have been really bad for business — Trump basically took the existing agreement and stuck his name on it — they have been willing to indulge his posturing on other, less critical fronts.

The question now is whether Trump will pay any price for betraying all his promises. Democrats took the House in 2018 largely because of the popular backlash against his attempt to destroy Obamacare. But there’s a real danger that Democrats will blow the election by making it a referendum on ambitious ideas like so-called Medicare for all that are unlikely to become reality, rather than on Trump’s ongoing efforts to destroy programs Americans love.

 

Come Trump ha aderito alla “economia degli effetti a cascata”,

di Paul Krugman

 

Una cosa che in molti si scordano sulle elezioni del 2016 è che Donald Trump, come candidato, aveva promesso di essere un diverso tipo di repubblicano. Diversamente dalle consuetudini del suo partito, aveva dichiarato che avrebbe aumentato le tasse sui ricchi e non avrebbe tagliato programmi come la Previdenza Sociale, Medicare e Medicaid, sui quali gli americani comuni fanno affidamento. Nello stesso tempo, avrebbe investito grandi capitali nel ricostruire le infrastrutture dell’America.

Stava mentendo.

L’unica importante realizzazione legislativa di Trump, la Legge sugli Sgravi Fiscali e sui Posti di lavoro del 2017, è stata completamente nella tradizione del moderno conservatorismo: grandi tagli fiscali alle società, in aggiunta ad agevolazioni fiscali dalle quali hanno tratto beneficio quasi esclusivamente i ricchi. L’unico aspetto non convenzionale della legislazione è stata la varietà dei nuovi imbrogli fiscali che ha reso possibili, come i benefici per gli investitori nelle “zone speciali” [1], che si supponeva aiutassero le comunità povere ma in realtà hanno arricchito immobiliaristi miliardari.

Trump è anche arrivato molto vicino a far approvare una “riforma” della assistenza sanitaria che avrebbe imposto tagli selvaggi su Medicare, eliminato le protezioni per coloro che hanno patologie preesistenti e tolto l’assicurazione sanitaria a più di 30 milioni di americani. E, naturalmente, non c’è stata nessuna proposta di legge sulle infrastrutture; di fatto, i ripetuti proclami della Amministrazione Trump sulla “Settimana delle Infrastrutture” sono diventati una barzelletta ricorrente.

I politologi stanno ancora compulsando l’ultimo bilancio di Trump, pubblicato lunedì, sennonché, diversamente dai bilanci passati, in esso non compare alcun occultamento del consueto metodo del ‘Robin-Hood alla rovescia’: prendere dai poveri e dalle classi medie per dare ai ricchi.

In altre parole, il Trump della pratica, all’opposto del Trump della messinscena, è risultato altrettanto dedito alla economia dei falsi effetti ‘a cascata’ come erano stati per decenni i repubblicani del Congresso.

Le persone dicono spesso che Trump avrebbe catturato il Partito Repubblicano, il che è vero se ci si riferisce a cose come lo stato di diritto e il rispetto per la democrazia. Ma è egualmente vero che il Partito Repubblicano ha catturato Trump quando ci si riferisce alla politica interna.

La sola differenza tra il trumpismo e le proposte di Paul Ryan, nel fiore dei suoi anni, è che l’Amministrazione Trump – avendo fatto esplodere il deficit del bilancio da meno di 600 miliardi a più di mille miliardi di dollari – ha praticamente smesso di sostenere di preoccuparsi del debito pubblico. Nel passato, Ryan chiamava il debito “una minaccia esistenziale”; pochi giorni orsono Mike Pence ha detto alla CNBC che i debiti crescenti non sono una preoccupazione finché contribuiscono a incoraggiare l’economia.

E come scrissi la scorsa settimana, la buona notizia economica degli anni recenti – non così buona come Trump pretende, ma l’economia in effetti è stata abbastanza forte – in gran parte riflette il dato di fatto che dopo aver azzoppato l’economia con l’austerità della finanza pubblica sotto Obama, i repubblicani hanno abbracciato una spesa in deficit galoppante sotto Trump.

Ma se Trump è disponibile a usare miliardi di dollari per offrire giganteschi sgravi fiscali alle società ed ai ricchi, è determinato come il resto del suo partito a rendere la vita più dura per i meno fortunati. Il grande piano per abrogare la riforma sanitaria di Obama non ha funzionato, ma la Amministrazione sta sostenendo un ricorso in tribunale che potrebbe dichiarare incostituzionale la Legge sulla Assistenza Sostenibile. Essa sta anche sostenendo argomenti come quello dei requisiti lavorativi per gli aiuti alimentari e bloccando i finanziamenti a fondo perduto che di fatto potrebbero portare a importanti tagli a Medicaid, a confronto con la legislazione attuale.

Ma perché Trump si è scoperto essere un repubblicano così convenzionale? La mia sensazione è che egli in realtà non si preoccupi degli aspetti pratici, a parte il protezionismo sul quale verrò tra un attimo.  E di sicuro non prova alcuna empatia con gli americani meno fortunati, per non dire per chiunque altro. Egli dunque è soddisfatto nel realizzare qualcosa che consiste in un accordo implicito con il gruppo dirigente repubblicano: voi ottenete di mettere in atto la vostra consueta agenda politica, e io ottengo un via libera per la mia corruzione e il mio abuso di potere.

L’unico aspetto nel quale Trump ha deviato dalla ortodossia conservatrice è stata la sua guerra commerciale. Ma perché è, come si proclama, l’Uomo delle Tariffe?

La ragione supposta era che volesse rivitalizzare il settore manifatturiero statunitense. Ammesso che quella fosse realmente la sua motivazione, ha fallito: in mezzo ad un’economia in generale solida, stiamo conoscendo una recessione manifatturiera, e le stime della Federal Reserve indicano che le tariffe di Trump, che hanno aumentato i costi delle imprese, hanno in realtà ridotto l’occupazione manifatturiera.

La mia impressione, tuttavia, è che la politica commerciale di Trump sia stata più motivata  dal desiderio di apparire come un personaggio determinato che non da qualsiasi altro obbiettivo sostanziale. E mentre i repubblicani del gruppo dirigente hanno impedito qualsiasi importante modifica nel NAFTA, che sarebbe stata realmente negativa per le imprese – fondamentalmente, Trump ha preso l’accordo esistente e ci ha incollato sopra il suo nome – sono stati disponibili a indulgere sui suoi atteggiamenti su altri fronti, meno fondamentali.

Adesso la domanda è se Trump pagherà un qualche prezzo per aver tradito tutte le sue promesse. I democratici conquistarono la Camera nel 2018 fondamentalmente per il contraccolpo popolare al suo tentativo di distruggere la riforma sanitaria di Obama. Ma c’è il pericolo reale che i democratici sprechino l’occasione elettorale trasformandola in un referendum su idee ambiziose come il cosiddetto Medicare-per-tutti che è improbabile si realizzino, anziché sugli sforzi perduranti di Trump di distruggere i programmi sociali che gli americani hanno a cuore.

 

 

 

 

 

 

[1] Ovvero “zone con speciali opportunità di investimenti”. In sostanza, come spiega l’articolo del New York Times in connessione nel testo inglese, quartieri poveri nelle quali grandi operazioni di edilizia speculativa sono rese possibili attraverso facilitazioni fiscali per gli investitori.

 

 

 

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