Feb 27, 2020
By Paul Krugman
So, here’s the response of the Trump team and its allies to the coronavirus, at least so far: It’s actually good for America. Also, it’s a hoax perpetrated by the news media and the Democrats. Besides, it’s no big deal, and people should buy stocks. Anyway, we’ll get it all under control under the leadership of a man who doesn’t believe in science.
From the day Donald Trump was elected, some of us worried how his administration would deal with a crisis not of its own making. Remarkably, we’ve gone three years without finding out: Until now, every serious problem facing the Trump administration, from trade wars to confrontation with Iran, has been self-created. But the coronavirus is looking as if it might be the test we’ve been fearing.
And the results aren’t looking good.
The story of the Trump pandemic response actually began several years ago. Almost as soon as he took office, Trump began cutting funding for the Centers for Disease Control and Prevention, leading in turn to an 80 percent cut in the resources the agency devotes to global disease outbreaks. Trump also shut down the entire global-health-security unit of the National Security Council.
Experts warned that these moves were exposing America to severe risks. “We’ll leave the field open to microbes,” declared Tom Frieden, a much-admired former head of the C.D.C., more than two years ago. But the Trump administration has a preconceived notion about where national security threats come from — basically, scary brown people — and is hostile to science in general. So we entered the current crisis in an already weakened condition.
And the microbes came.
The first reaction of the Trumpers was to see the coronavirus as a Chinese problem — and to see whatever is bad for China as being good for us. Wilbur Ross, the commerce secretary, cheered it on as a development that would “accelerate the return of jobs to North America.”
The story changed once it became clear that the virus was spreading well beyond China. At that point it became a hoax perpetrated by the news media. Rush Limbaugh weighed in: “It looks like the coronavirus is being weaponized as yet another element to bring down Donald Trump. Now, I want to tell you the truth about the coronavirus. … The coronavirus is the common cold, folks.”
Limbaugh was, you may not be surprised to hear, projecting. Back in 2014 right-wing politicians and media did indeed try to politically weaponize a disease outbreak, the Ebola virus, with Trump himself responsible for more than 100 tweets denouncing the Obama administration’s response (which was actually competent and effective).
And in case you’re wondering, no, the coronavirus isn’t like the common cold. In fact, early indications are that the virus may be as lethal as the 1918 Spanish Flu, which killed as many as 50 million people.
Financial markets evidently don’t agree that the virus is a hoax; by Thursday afternoon the Dow was off more than 3,000 points since last week. Falling markets appear to worry the administration more than the prospect of, you know, people dying. So Larry Kudlow, the administration’s top economist, made a point of declaring that the virus was “contained” — contradicting the C.D.C. — and suggested that Americans buy stocks. The market continued to drop.
At that point the administration appears to have finally realized that it might need to do something beyond insisting that things were great. But according to The Washington Post’s Greg Sargent and Paul Waldman, it initially proposed paying for a virus response by cutting aid to the poor — specifically, low-income heating subsidies. Cruelty in all things.
On Wednesday Trump held a news conference on the virus, much of it devoted to incoherent jabs at Democrats and the media. He did, however, announced the leader of the government response to the threat. Instead of putting a health care professional in charge, however, he handed the job to Vice President Mike Pence, who has an interesting relationship with both health policy and science.
Early in his political career, Pence staked out a distinctive position on public health, declaring that smoking doesn’t kill people. He has also repeatedly insisted that evolution is just a theory. As governor of Indiana, he blocked a needle exchange program that could have prevented a significant H.I.V. outbreak, calling for prayer instead.
And now, according to The Times, government scientists will need to get Pence’s approval before making public statements about the coronavirus.
So the Trumpian response to crisis is completely self-centered, entirely focused on making Trump look good rather than protecting America. If the facts don’t make Trump look good, he and his allies attack the messengers, blaming the news media and the Democrats — while trying to prevent scientists from keeping us informed. And in choosing people to deal with a real crisis, Trump prizes loyalty rather than competence.
Maybe Trump — and America — will be lucky, and this won’t be as bad as it might be. But anyone feeling confident right now isn’t paying attention.
Quando una pandemia incontra un culto della personalità,
di Paul Krugman
Dunque, ecco la risposta al coronavirus, almeno sino a questo punto, da parte della squadra di Trump e dei suoi soci: esso è effettivamente una cosa positiva per l’America. È anche una bufala ordita dai media dell’informazione e dai democratici. Inoltre, non è un gran problema e la gente dovrebbe comprare azioni. In ogni modo, lo metteremo interamente sotto controllo con la guida di un uomo che non crede nella scienza.
Dal giorno in cui Trump venne eletto, alcuni di noi erano preoccupati di come la sua Amministrazione avrebbe gestito una crisi non provocata da loro stessi. Da notare che siamo stati tre anni senza scoprirlo: sino ad ora ogni serio problema che ha affrontato l’Amministrazione Trump, dalle guerre commerciali allo scontro con l’Iran, era stato creato da loro stessi. Ma il coronavirus sembra che potrebbe essere il test che temevamo.
E i risultati non sembrano positivi.
La storia della risposta di Trump alle pandemie è cominciata vari anni fa. Quasi nello stesso momento in cui entrò in carica, Trump cominciò a tagliare i finanziamenti ai Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDC), provocando un po’ alla volta un taglio dell’80 per cento delle risorse che l’agenzia dedica alle esplosioni di malattie globali. Inoltre, Trump ha chiuso per intero l’unità per la sicurezza sanitaria globale presso il Consiglio Nazionale della Sicurezza.
Gli esperti misero in guardia che queste scelte stavano esponendo l’America a gravi rischi. “Lasceremo il campo aperto ai microbi”, dichiarò più di due anni fa Tom Frieden, un passato dirigente molto apprezzato dei CDC. Ma l’Amministrazione Trump ha un’idea preconcetta sulla provenienza delle minacce alla sicurezza nazionale – fondamentalmente, vengono da sinistri individui di colore – ed è in generale ostile alla scienza. Dunque, siamo entrati nella crisi attuale con una posizione già indebolita.
E i microbi sono arrivati.
La prima reazione dei trumpiani è stata considerare il coronavirus come un problema cinese – e pensare che tutto ciò che è negativo per la Cina, è un bene per noi. Wilbur Ross, il Segretario al Commercio, lo considerò come un sviluppo che avrebbe “accelerato il ritorno di posti di lavoro nell’America del Nord”.
Una volta che divenne chiaro che il virus si sarebbe diffuso ben oltre la Cina, il racconto cambiò. A quel punto esso divenne una bufala ordita dai media dell’informazione. Intervenne Rush Limbaugh: “Sembra che il coronavirus venga utilizzato come un’arma impropria, come un ulteriore elemento per abbattere Donald Trump. Ora, voglio dirvi la verità sul coronavirus … Ragazzi, il coronavirus è il comune raffreddore”.
Limbaugh stava, la cosa non vi sorprenderà, facendo una proiezione. Nel 2014 uomini politici della destra e media provarono in effetti a usare politicamente come un’arma impropria lo scoppio di una malattia, il virus dell’Ebola, con Trump in prima persona autore di un centinaio di Tweet che denunciavano la risposta della Amministrazione Obama (che in realtà fu competente ed efficace).
E, nel caso ve lo stiate chiedendo, il coronavirus non è come un comune raffreddore. Di fatto, le prime indicazioni sono che il virus può essere letale come l’influenza spagnola del 1918, che fece 50 milioni di morti.
I mercati finanziari evidentemente non concordano con l’idea che il virus sia una bufala; giovedì pomeriggio il Dow era sceso più di 3.000 punti dalla scorsa settimana. Come vi potete immaginare, la caduta dei mercati sembra preoccupare l’Amministrazione più della prospettiva che muoia la gente. Larry Kudlow, il principale economista della Amministrazione, ne ha fatto oggetto di una dichiarazione secondo la quale il virus era “contenuto” – contraddicendo il CDC – e ha suggerito che gli americani comprino azioni. Il mercato ha continuato a scendere.
A quel punto, la Amministrazione sembra aver finalmente compreso che potrebbe aver bisogno di fare qualcosa, oltre a ribadire che le cose vanno alla grande. Ma secondo Greg Sargent e Paul Waldman del Washington Post, essa aveva inizialmente proposto di finanziare una risposta al virus tagliando sulla assistenza ai poveri – in particolare, sui sussidi per il riscaldamento per i redditi bassi. Cattiveria dilagante.
Mercoledì Trump ha tenuto una nuova conferenza sul virus, in gran parte dedicata agli attacchi illogici dei democratici e dei media. Tuttavia, ha annunciato chi dirigerà la risposta governativa alla minaccia. Invece di dare l’incarico ad un professionista di assistenza sanitaria, però, ha passato il lavoro al Vice Presidente Mike Pence, che vanta interessanti attitudini sia con la politica sanitaria che con la scienza.
Agli inizi della sua carriera, Pence rivendicò una posizione originale sulla salute pubblica, dichiarando che il fumare non uccide le persone. Inoltre ha ribadito più volte che l’evoluzione è solo una teoria. Come Governatore dell’Indiana egli bloccò un programma di sostituzione degli aghi che avrebbe potuto impedire un significativo scoppio di HIV, pronunciandosi piuttosto a favore delle preghiere.
E adesso, secondo il Times, gli scienziati all’interno della Amministrazione dovranno ottenere l’approvazione di Pence prima di fare dichiarazioni pubbliche sul coronavirus.
Dunque, la risposta trumpiana alla crisi è del tutto egocentrica, interamente concentrata nel produrre una buona immagine di Trump piuttosto che nel proteggere l’America. Se i fatti non danno una buona immagine di Trump, lui e i suoi alleati attaccheranno i messaggeri, incolpando i media dell’informazione e i democratici – nel frattempo impediranno agli scienziati di tenerci informati. E nello scegliere le persone che dovranno misurarsi con una crisi reale, Trump tiene in considerazione la fedeltà anziché la competenza.
Forse Trump – e l’America – saranno fortunati, e le cose non andranno così male come potrebbero. Ma chiunque in questo momento si sente sicuro di sé, non sta prestando attenzione.
By mm
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