March 16, 2020
By Paul Krugman
America’s catastrophically inadequate response to the coronavirus can be attributed largely to bad short-term decisions by one man. And I do mean short-term: At every stage, Donald Trump minimized the threat and blocked helpful action because he wanted to look good for the next news cycle or two, ignoring and intimidating anyone who tried to give him good advice.
But here’s the thing: Even if he weren’t so irresponsibly self-centered, he has denuded the government of people who could be giving good advice in the first place.
Trump disbanded the National Security Council’s pandemic response team in 2018, although he now, with his characteristic refusal to accept responsibility for anything, says that he knew nothing about it. And he has in general staffed his administration with obsequious toadies who never tell him anything he doesn’t want to hear.
What’s now becoming clear is that when it comes to dealing with the economic fallout from Covid-19, the situation may be even worse. There are still some competent professionals holding senior positions at federal health agencies, who could give Trump good advice if he were willing to listen. But serious economic thinking has effectively been banned from this administration, if not the whole Republican Party. As far as I can tell, the Trump team is utterly incapable of formulating a coherent response to the gathering economic crisis.
As a result, there are only two potential loci of intelligent economic policymaking left in Washington. One is the Federal Reserve; the other is the congressional Democratic leadership. At this point, in other words, it’s pretty much up to Jay Powell, the Fed chairman, and Nancy Pelosi, speaker of the House; the question is whether Trump and Senate Republicans will let them save the economy.
Powell, of course, slashed interest rates and announced a large asset-buying program on Sunday. He was right to do so. But it’s painfully obvious that these moves won’t be sufficient, indeed will probably do little to stop the economy’s tailspin. Remember, in 2007-8 the Fed cut rates five times as much as it did Sunday, and it still wasn’t able to prevent the worst slump since the Great Depression.
In fact, Powell himself basically acknowledged as much, declaring that he and his colleagues “don’t have the tools” to reach those most in need of help, and that “fiscal responses are critical.”
Fiscal responses, of course, have to come from Congress. True, in another time, under another president, the White House would have played a crucial role in shaping crisis legislation. But last week, as the House drafted and then passed an economic relief bill — one that was helpful, if still clearly inadequate — it was almost entirely a Democratic effort. Democratic staff members put together the key elements of the bill — paid sick leave for many (though not enough) workers, enhanced unemployment benefits, increased federal contributions for Medicaid and more.
True, Steve Mnuchin, the Treasury secretary, negotiated with Pelosi, basically to make the bill a bit worse. But Democrats set the shape of the bill, even as Trump was proposing the grandiose notion of a payroll tax holiday, which has been panned even by conservative economists.
As Greg Mankiw, chairman of the Council of Economic Advisers under George W. Bush, wrote, “a payroll tax cut makes little sense in this circumstance, because it does nothing for those who can’t work. … President Trump should shut-the-hell-up.”
And while the White House was basically out of the loop, Republican senators have been actively obstructionist, offering no serious proposals of their own but holding up a vote on the House bill, even though that bill passed with overwhelming bipartisan support.
Why are Republicans useless at best in the face of an economic crisis? As I’ve pointed out before, there are many competent center-right economists, but the G.O.P. — not just Trump, but the whole party — doesn’t want their advice. It prefers hacks and propagandists, the people Mankiw famously called “charlatans and cranks,” whose only idea is tax cuts. The party truly has nobody left who is capable of putting together a plausible economic rescue package.
The Senate probably will eventually pass Pelosi’s bill. But with all signs pointing to a steep economic dive, we need a much bigger stimulus package — perhaps along the lines being developed by Chuck Schumer, the Senate minority leader — as soon as possible. This package shouldn’t include tax cuts; it should focus overwhelmingly on cash grants, perhaps a basic grant to every legal resident plus additional grants to those in special need.
And since there’s nobody left in the G.O.P. who can put together a coherent stimulus plan, Democrats will have to do the job, perhaps with help from the Federal Reserve intervention to stabilize highly stressed financial markets.
I admit to being somewhat worried that Democrats won’t go big enough. But my bigger worry is that Republicans will undermine their efforts. It’s now up to Powell and Pelosi to rescue the economy, and Trump and company need to get out of their way.
Lasciare il posto a Powell e alla Pelosi,
di Paul Krugman
La risposta catastroficamente inadeguata dell’America al coronavirus può essere in gran parte attribuita a decisioni negative nel breve termine da parte di un uomo solo. E intendo davvero nel breve termine: ad ogni passaggio, Trump ha minimizzato la minaccia ed ha bloccato iniziative utili perché voleva fare una bella figura in uno o due successivi cicli dei notiziari, ignorando e intimidendo chiunque cercasse di dargli buoni consigli.
Ma il punto è proprio lì: persino se gli non fosse così irresponsabilmente egocentrico, egli ha privato il Governo delle persone che per prime potrebbero dargli buoni consigli.
Trump nel 2018 smobilitò la squadra per le risposte alla pandemia del Consiglio Nazionale di Sicurezza, sebbene adesso, con il suo tipico rifiuto di assumersi responsabilità per ogni cosa, dica che non ne sapeva niente. E in generale ha riempito la sua Amministrazione con ossequienti leccapiedi che non gli dicono mai quello che non vuole sentirsi dire.
Quello che adesso comincia a diventare chiaro è che quando si arriva a misurarsi con le ricadute economiche del Covid-19 la situazione può essere persino peggiore. Ci sono alcuni professionisti competenti collocati ai livelli più elevati delle agenzie federali della sanità, che potrebbero dargli buoni consigli se fosse disponibile ad ascoltarli. Ma il competente ragionamento economico è stato in sostanza messo al bando da questa Amministrazione, se non dal Partito Repubblicano nel suo complesso. Per quanto posso capire, la squadra di Trump è completamente incapace di esprimere una risposta coerente alla crisi economica che sta montando.
Di conseguenza, ci sono rimasti soltanto due luoghi di direzione economica consapevole a Washington. Uno è la Federal Reserve; l’altro è la dirigenza dei congressisti democratici. In altre parole, a questo punto tocca in buona parte a Jay Powell, il Presidente della Fed, e a Nancy Pelosi, la speaker della Camera; l’interrogativo è se Trump ed i repubblicani del Senato gli permetteranno di salvare l’economia.
Powell, ovviamente, domenica ha tagliato i tassi di interesse e annunciato un ampio programma di acquisti di asset. Farlo è stato giusto. Ma è dolorosamente evidente che queste mosse non saranno sufficienti, in effetti saranno di poco aiuto per fermare l’avvitamento dell’economia. Si ricordi, nel 2007-8 la Fed tagliò i tassi cinque volte quanto li ha tagliati domenica, e ciò non fu sufficiente ad impedire il peggior crollo dalla Grande Depressione.
Di fatto, anche Powell stesso l’ha riconosciuto, dichiarando che lui e i suoi colleghi “non hanno gli strumenti” per raggiungere coloro che hanno maggiore bisogno di aiuto, e che “le risposte della finanza pubblica sono fondamentali”.
Le risposte della finanza pubblica, ovviamente, devono arrivare dal Congresso. È vero, in un altro periodo, la Casa Bianca avrebbe giocato un ruolo fondamentale nel dar forma ad una legislazione per la crisi. Ma la scorsa settimana, quando la Camera ha preparato e poi approvato un disegno di legge per l’aiuto all’economia – che è stato utile, anche se ancora chiaramente inadeguato – è stato quasi per intero uno sforzo dei democratici. I componenti dello stato maggiore dei democratici hanno messo assieme gli elementi chiave della proposta – congedo pagato per molti lavoratori ammalati (sebbene non abbastanza), sussidi di disoccupazione rafforzati, contributi federali per Medicaid aumentati ed altro ancora.
Di fatto, Steve Mnuchin, il Segretario al Tesoro, ha negoziato con la Pelosi, fondamentalmente allo scopo di rendere la proposta un po’ peggiore. Ma i democratici hanno fissato la struttura della proposta di legge, anche se Trump stava proponendo la grandiosa idea di una sospensione delle tasse sugli stipendi, che è stata stroncata anche da economisti conservatori.
Come ha scritto Greg Mankiw, Presidente del Comitato dei Consiglieri Economici sotto George W. Bush, “un taglio delle tasse sugli stipendi in questa circostanza ha poco senso, perché non fa niente per coloro che non possono lavorare … Il Presidente Trump dovrebbe starsene zitto”.
E mentre la Casa Bianca è rimasta fondamentalmente fuori dal giro, i senatori repubblicani hanno fatto un attivo ostruzionismo, non offrendo da parte loro alcuna seria proposta ma ritardando una votazione sulla proposta della Camera, anche se quella proposta era stata approvata con uno schiacciante sostegno bipartisan.
Perché i repubblicani sono, nel migliore dei casi, inutili di fronte ad una crisi economica? Come ho messo in evidenza in passato, ci sono molti economisti competenti di centro-destra, ma il Partito Repubblicano – non solo Trump, ma l’intero partito – non vuole i loro consigli. Preferisce i pennivendoli ed i propagandisti, gli individui che notoriamente Mankiw definì “ciarlatani e svitati”, la cui sola idea sono i tagli alle tasse. Al partito non è davvero rimasto nessuno che sia capace di mettere assieme un pacchetto plausibile di salvataggio dell’economia.
Alla fine il Senato probabilmente approverà la proposta di legge della Pelosi. Ma con tutti i segni che indicano un brusco crollo economico, abbiamo bisogno di un complesso di misure di stimolo molto più grande – forse nei termini che vengono sviluppati da Chuck Schumer, il leader della minoranza del Senato – nel più breve tempo possibile. Questo pacchetto non dovrebbe includere i tagli alle tasse; dovrebbe concentrarsi interamente su sussidi in contante, forse un sussidio di base per ogni residente legale con sussidi aggiuntivi per coloro che sono in particolari condizioni di bisogno.
E dal momento che non è rimasto nessuno nel Partito Repubblicano che possa mettere assieme un piano di stimolo coerente, il lavoro lo dovranno fare i democratici, forse con l’aiuto dell’intervento della Federal Reserve per stabilizzare i mercati finanziari molto inquieti.
Ammetto di essere in qualche modo preoccupato che i democratici non puntino abbastanza in alto. Ma la mia preoccupazione più forte è che i repubblicani non mettano a repentaglio i loro sforzi. Ora tocca a Powell ed alla Pelosi di salvare l’economia, e Trump e compagni devono togliersi di mezzo.
By mm
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