March 26,2020
By Paul Krugman
It’s hard to believe, but just a month ago Donald Trump and his henchmen were dismissing the coronavirus as a nonevent. On Feb. 26 Trump declared that “You have 15 people, and the 15 within a couple of days is going to be close to zero.” His remark came a day after Larry Kudlow, his administration’s chief economist, declared that the virus was almost completely contained, and that the economy was “holding up nicely.”
There are now more than 82,000 cases in the U.S. — we don’t know how many more, because we’re still lagging far behind on testing. But that makes us the world’s coronavirus epicenter, and the U.S. trajectory is worse than that of any other country.
As for the economy: Last week more than three million workers filed for unemployment insurance, a number that is completely off the scale even as many others who are suddenly out of work aren’t eligible for unemployment benefits. We’re clearly losing jobs even faster than at the worst moments of the 2008-9 financial crisis, when we were losing “only” 800,000 per month.
Trump’s dismissal and denial played a large role in getting us to this point. And he should be held accountable. But the crucial question now is whether we’re doing enough to cope with the catastrophe.
And the answer is no. We’re doing some of what we should be doing, mainly thanks to the efforts of Democratic governors and Democratic members of Congress — a statement that may sound partisan, but is the simple truth. But we’re still falling down on crucial fronts, mainly because even now Trump and his party aren’t taking the threat seriously.
What should we be doing? Three main things.
First, we need an all-out push to get essential medical equipment to where it’s needed. This means everything from face masks and other personal protective equipment for health care workers to ventilators for critical patients. It also, of course, means a vast expansion of testing.
The multiple weeks we wasted thanks to Trump’s virus denial have put us far behind the curve, and thousands of Americans will die unnecessarily as a result. But a full-court press could still make a huge difference.
Unfortunately, that’s still not happening. Trump has the power to mobilize industry to produce crucial equipment, but he has refused to use that power, airily declaring that “we’re not a shipping clerk.”
Actually, we don’t want him to be a shipping clerk. We want him to be a traffic cop, directing resources to where they’re needed most — a role the federal government has always played in wartime, which the current crisis most resembles.
But he won’t take responsibility, so we’re now seeing a chaotic scramble that will surely kill thousands more.
Second, we need to slow the virus’s spread, by reducing personal contacts that might lead to new infections — “social distancing.” The good news is that a number of states have taken strong action, closing nonessential businesses, banning almost all gatherings and issuing shelter-in-place orders to stop people from going out. And early indications are that these actions are working.
The bad news is that Trump is calling for the United States to “reopen” by Easter, a move nearly all public health experts believe would be catastrophic. Clearly he still doesn’t take the pandemic seriously. And some Republican governors share his fecklessness. For example, Ron DeSantis, Florida’s governor, is still refusing to close the state’s beaches.
So crucial measures to slow the pandemic’s spread are partial, and the president is offering the opposite of leadership. But much of the country is doing the right thing despite Trump.
Which brings me to the third thing we need to do: Provide financial aid to families and businesses in the face of an unavoidable economic contraction. What we’re seeing in those surging unemployment claims isn’t a conventional recession; it’s more like a medically induced coma, done for the patient’s own good — which is why Trump’s desire to get people back to work is lethally misguided. But people need to eat even while they can’t work.
So two cheers for the $2 trillion legislation the Senate just passed. People keep calling it a “stimulus” bill, but that’s not what it really is. Instead, it’s mainly disaster relief: checks to families, enhanced unemployment benefits, aid to hospitals and hard-pressed states, and loans to help small businesses survive.
It’s a highly imperfect bill, with plenty of potential for abuse by special interests. But it’s infinitely better than the ideas Trump and other Republicans were floating just a few days ago, mainly because Democrats insisted that the legislation actually help people in need.
What the bill won’t do, however, is prevent a huge death toll if, as seems all too likely, the rapid spread of the coronavirus overwhelms hospitals that still aren’t getting the equipment they need. And the tragedy is that many of those deaths will be the direct result of bad leadership — Trump’s disdain for expertise and refusal to take the threat seriously, a refusal that continues to cripple our response even now.
Sul coronavirus, siamo il Numero 1 [1],
di Paul Krugman
È difficile da credere, ma solo un mese fa Donald Trump e i suoi seguaci liquidavano il coronavirus come qualcosa di inesistente. Il 26 febbraio Trump dichiarava che “Abbiamo 15 persone, e in un paio di giorni quei quindici sono destinati a ridursi a zero”. La sua osservazione arrivò un giorno dopo che Larry Kudlow, il capo economista della sua Amministrazione, dichiarasse che il virus era quasi completamente contenuto e che l’economia stava “reggendo nel migliore dei modi”.
Ci sono adesso più di 82.000 casi negli Stati Uniti – non sappiamo quanti di più, perché siamo ancora indietro con i test. Ma questo fa di noi l’epicentro del coronavirus nel mondo, e la traiettoria degli Stati Uniti è peggiore di quella di ogni altro paese.
Per quanto riguarda l’economia: la scorsa settimana più di tre milioni di lavoratori hanno presentato domanda per i sussidi di disoccupazione, un numero che è completamente fuori di tutti i parametri anche se molti altri che improvvisamente sono senza lavoro non hanno i requisiti per tali sussidi. Chiaramente stiamo perdendo posti di lavoro più rapidamente del peggior momento della crisi finanziaria del 2008-9, quando ne perdevamo “soltanto” 800.000 al mese.
Il rifiuto e il negazionismo di Trump hanno giocato un ruolo importante nel portarci a questo punto. Ed egli dovrebbe essere considerato responsabile. Ma adesso la questione fondamentale è se stiamo facendo abbastanza per far fronte alla catastrofe.
E la risposta è negativa. Stiamo facendo qualcosa di quello che dovremmo fare, principalmente grazie allo sforzo dei Governatori democratici e dei membri democratici del Congresso – affermazione che può sembrare di parte, ma è la semplice verità. Ma stiamo ancora fallendo su fronti cruciali, principalmente perché ancora adesso Trump e il suo partito non stanno prendendo la minaccia sul serio.
Che cosa dovremmo fare in questo momento? Tre cose principali.
La prima, abbiamo bisogno di spingere al massimo per avere le attrezzature sanitarie dove sono necessarie. Questo significa ogni cosa, dalle mascherine e da altre attrezzature protettive personali per i lavoratori dell’assistenza sanitaria ai ventilatori per i pazienti più gravi. Significa anche un vasto aumento delle analisi.
Le varie settimane che abbiamo sprecato grazie alla negazione del virus da parte di Trump ci hanno collocato indietro nella curva, e il risultato sarà migliaia di morti evitabili per gli americani. Ma un impegno a tutto campo ancora farebbe una grande differenza.
Sfortunatamente, non sta ancora avvenendo. Trump ha il potere di mobilitare l’industria per produrre attrezzature fondamentali, ma ha rifiutato di usarlo, dichiarando con disinvoltura che “noi non siamo spedizionieri”.
Effettivamente, non vogliamo che faccia lo spedizioniere. Vogliamo che operi come un vigile urbano, che indirizzi le risorse dove sono maggiormente necessarie – un ruolo che il Governo federale ha sempre esercitato in tempo di guerra, a cui l’attuale crisi massimamente assomiglia.
Ma non si prenderà questa responsabilità, cosicché stiamo ora assistendo ad una caotica agitazione che certamente farà morire migliaia di persone in più.
In secondo luogo abbiamo bisogno di rallentare la diffusione del virus, riducendo i contatti personali che potrebbero portare a nuove infezioni – il “distanziamento sociale”. La buona notizia è che un certo numero di Stati hanno assunto iniziative energiche, chiudendo imprese non essenziali, mettendo al bando tutti gli assembramenti e ordinando alla gente di restare a casa. E le prime indicazioni sono che queste iniziative stanno funzionando.
La cattiva notizia è che Trump sta chiedendo che gli Stati Uniti “riaprano” per Pasqua, una iniziativa che quasi tutti gli esperti di sanità pubblica credono sarebbe catastrofica. Chiaramente, continua a non prendere sul serio la pandemia. E alcuni Governatori repubblicani condividono la sua inettitudine. Ad esempio, Ron DeSantis, il Governatore della Florida, sta ancora rifiutandosi di chiudere le spiagge di quello Stato.
Dunque, le misure fondamentali per rallentare la diffusione della pandemia sono parziali, e il Presidente sta offrendo l’opposto di una guida. Ma una buona parte del paese sta facendo la cosa giusta nonostante Trump.
Il che mi porta alla terza cosa di cui abbiamo bisogno: fornire aiuto finanziario alle famiglie e alle imprese di fronte ad una inevitabile contrazione dell’economia. Quello cui stiamo assistendo in questa impennata di richieste dei sussidi di disoccupazione non è una recessione convenzionale; assomiglia di più ad un coma farmacologico, fatto per il bene del paziente – che è la ragione per la quale il desiderio di Trump di riportare la gente al lavoro è letalmente sbagliato. Ma la gente deve mangiare anche se non può lavorare.
Dunque due evviva per la legge da due mila miliardi di dollari che il Senato ha appena approvato. Le persone continuano a chiamarla una legge di “stimolo”, ma non è quello che è in realtà. È piuttosto principalmente un soccorso ad una situazione di calamità: assegni alle famiglie, aumentati sussidi di disoccupazione, aiuti agli ospedali ed agli Stati sotto dura pressione e prestiti per aiutare le piccole imprese a sopravvivere.
È una legge largamente imperfetta, con una grande quantità di possibili abusi da parte di interessi particolari. Ma è infinitamente meglio delle idee che Trump e altri repubblicani stavano ventilando solo pochi giorni fa, principalmente perché i democratici hanno insistito che la legge aiutasse effettivamente le persone bisognose.
Quello che la legge non farà, tuttavia, è impedire un ampio bilancio di vite umane se, come sembra anche troppo probabile, la rapida diffusione del coronavirus sommergerà gli ospedali che ancora non stanno ottenendo le attrezzature di cui hanno bisogno. E la tragedia è che molte di quelle vittime saranno il risultato diretto di una direzione cattiva – il disprezzo di Trump per la competenza e il rifiuto di prendere la minaccia sul serio, un rifiuto che continua a paralizzare anche adesso la nostra risposta.
[1] A proposito di #, che noi chiamiamo ‘cancelletto’:
“Il carattere è originato da un’antica abbreviatura latina (N maiuscola sbarrata) per indicare la parola “numerus” o “numero” e come tale si ritrova nelle carte manoscritte dei secoli passati. Negli Stati Uniti, in cui quest’uso è ancora vivo, è anche detto number sign ed è spesso utilizzato al posto del carattere №. Indica una posizione numerica: #1 significa (e si pronuncia) number one.” (Wikipedia)
Quindi: “Siamo il Numero 1”, che è una espressione frequente nel linguaggio trumpiano.
By mm
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