giugno 2020 Archive

La riforma sanitaria di Obama contro gli zombi del Partito Repubblicano, di Paul Krugman (New York Times, 29 giugno 2020)

Torna in America l'incubo della abrogazione della riforma sanitaria di Obama e della conseguente reintroduzione di insostenibili costi assicurativi per coloro che hanno patologie preesistenti. Con l'aggravante che, in un prossimo futuro, tra le patologie preesistenti ci sarebbe anche il Covid-19 (attualmente riesploso in molti Stati, con una coinvolgimento minore delle persone più anziane, ma con conseguenze sanitarie di varia natura, per l'appunto patologiche). Oggi l'abrogazione sarebbe possibile in conseguenza di una causa legale pendente presso la Corte Suprema, ed appoggiata da Trump. E la patologie preesistenti sono un trabocchetto permanente delle assicurazioni statunitensi, che solo la riforma sanitaria di Obama aveva eliminato con una riconfigurazione dell'intero sistema.

Il Covid e la natura del capitalismo, di Philippe Aghion, Helene Maghin e André Sapir (da VOX-EU, 25 giugno 2020)

[1] La linea verde continua indica l’andamento della disoccupazione negli USA, quella a trattini l’andamento della non-assicurazione sanitaria. La linea rossa a trattini, stabilmente su ...

L’America non ha mollato sul Covid-19. L’hanno fatto i repubblicani. (New York Times, 25 giugno 2020)

Soltanto gli Stati del Nordest dell'America sembra che abbiano contenuto il Covid-19; il virus è in crescita quasi dappertutto altrove, e in forte crescita in Stati repubblicani come l'Arizona, il Texas e l Florida. Se New York assomiglia un po' all'Europa, il Sud assomiglia sempre più al Brasile. E' evidente la responsabilità dei repubblicani. E in quella responsabilità c'è un dato culturale profondo: il virus non è il genere di nemico che essi prediligono. Essi prediligono presunte minacce che possono provocare odio, come quella razziale o quella dei dimostranti delle settimane scorse. Mentre non sanno comportarsi dinanzi a minacce 'impersonali', che richiedono risposte politiche efficaci.

Il Manifesto della gente comune , di Nouriel Roubini (da Project Syndicate, 24 giugno 2020)

[1] “Main street” significa “via principale”, la strada centrale di ogni città, ma nel linguaggio politico americano ha acquisito un significato particolare in contrapposizione a ...

I fanciulli che gridavano “non c’è il lupo”, di Paul Krugman (dal blog di Krugman, newsletter del 25 giugno 2020)

Una epidemia di testarda ignoranza, di Paul Krugman (New York Times, 22 giugno 2020)

Quando agli inizi del XX secolo una epidemia di pellagra colpì l'America del Sud e si comprese che l'origine della malattia dipendeva dalla miseria e dalla dieta basata sul granturco, la reazione di molti cittadini e politici fu quella di considerare la diagnosi un insulto al Sud ed alla cultura meridionale. C'è un somiglianza con gli argomenti attuali secondo i quali l'uso delle mascherine e il distanziamento sociale sono una minaccia alla libertà (con il risultato che in Stati come l'Arizona, il Texas e la Florida, il Covid-19 ha un'impennata). C'è un traccia di ostilità alla scienza, alla competenza ed alla responsabilità in una parte della cultura americana.

Combattere il razzismo, risarcire la storia, di Thomas Piketty (dal blog di Piketty, 16 giugno 2020)

[1] Candidata alle elezioni presidenziali del 2002 per il Partito Radicale di Sinistra, è oggi presidente del movimento Walwari. È deputata della prima circoscrizione della Guyana dal 1993 ed è stata ...

Chiudere troppo tardi e porre fine alle chiusure troppo presto, di Simon Wren-Lewis (dal blog Mainly Macro, 9 giugno 2020)

              [1] Boris Johnson, come è noto, e il Primo Ministro del Governo britannico; Dominic Cummings è il principale ...

Tulsa e i molti peccati del razzismo, di Paul Krugman (New York Times, 18 giugno 2020)

La schiavitù è il peccato originale degli Stati Uniti, ma il problema del razzismo non si comprende se non si capisce quanto a lungo esso si è perpetuato dopo la Guerra Civile. In questi giorni, precisamente il 19, la campagna elettorale di Trump prevedeva una manifestazione in Oklahoma, a Tulsa. Il 19 giugno è il giorno che i neri d'America celebrano come data della liberazione (l'anno era il 1865) e Tulsa è una cittadina nella quale ci fu un massacro di centinaia di afroamericani nel 1921. L'emancipazione non portò il diritto alla cittadinanza, anzi fu seguita da una violenta repressione delle persone di colore che cercavano di progredire. Decenni dopo le crisi sociali colpirono in modo impressionante i neri nelle città, ed anche dopo le leggi sui diritti civili una assistenza sanitaria per tutti venne impedita semplicemente per la ragione della razza. Ora Trump è stato costretta a spostare la data della sua manifestazione.

L’America fallisce il ‘test dei dolcetti’, di Paul Krugman (dal blog di Krugman, 9 giugno 2020)

[1] I marshmallow (termine inglese; in italiano toffolette o cotone dolce) sono dei cilindretti di zucchero, forma evoluta di un dolce ricavato in origine dalla pianta Althaea officinalis e consumati principalmente negli Stati Uniti. Sono ...

L’ultima guerra coloniale? Di Branko Milanovic (dal blog di Milanovic, 9 giugno 2020)

[1] I due volumi di Ian Kershaw sono tradotti in italiano, in un volume unico dal titolo “Hitler” (Bompiani, 2016). Aggiungo con piacere che le ...

La follia del mercato nella pandemia, di Paul Krugman (15 giugno 2020)

Le vicende dei mercati azionari statunitensi possono essere sintetizzate in una commedia in tre atti: prima c'è stato un pericolo di crisi finanziaria che la Fed ha sventato, ma che ha provocato un crollo delle azioni fondato su una comprensibile paura; poi una ripresa di ottimismo, passato il pericolo; infine un fenomeno di esuberanza degli azionisti più recente, che spesso confina con la follia e che è in tutto una bolla speculativa. Un attore di questa altalena è il trumpismo, che considera il mercato azionario come la migliore misura dei suoi successi politici. Qualcosa che prende il posto della realtà.

Gli Stati Uniti della disperazione, di Anne Case e Angus Deaton (da Project Syndicate, 15 giugno 2020)

I reazionari stanno passando un brutto periodo, di Paul Krugman (New York Times, 11 giugno 2020)

Chi sono i reazionari? Secondo un politologo americano sono coloro che hanno l'ossessione che gli emarginati e coloro che non hanno potere comincino a contare qualcosa. E questa è la chiave per comprendere, anche in questi giorni, il trumpismo. Dinanzi alle massicce protesta contro la brutalità della polizia, non si può certo credere che qualche occasionale saccheggio sia la ragione per la quale Trump ed altri hanno insistito per l'intervento dell'esercito. L'incubo dei reazionari americani sta nel fatto che la maggioranza dell'opinione pubblica sta dalla parte delle proteste. E il desiderio dei reazionari è avere un pretesto per una reazione violenta. Al momento è una prospettiva scongiurata: Governatori degli Stati, Sindaci e lo stesso esercito si oppongono. Ma il rischio non è certo terminato.

L’illusione di una rapida ripresa statunitense, di James K. Galbraith (da Project Syndicate, 9 giugno 2020)

     

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