June 9, 2020
By Paul Krugman
The marshmallow test is a famous psychological experiment that tests children’s willingness to delay gratification. Children are offered a marshmallow, but told that they can have a second marshmallow if they’re willing to wait 15 minutes before eating the first one. Claims that children with the willpower to hold out do much better in life haven’t held up well, but the experiment is still a useful metaphor for many choices in life, both by individuals and by larger groups.
One way to think about the Covid-19 pandemic is that it poses a kind of marshmallow test for society.
At this point, there have been enough international success stories in dealing with the coronavirus to leave us with a clear sense of what beating the pandemic takes. First, you have to impose strict social distancing long enough to reduce the number of infected people to a small fraction of the population. Then you have to implement a regime of testing, tracing and isolating: quickly identifying any new outbreak, finding everyone exposed and quarantining them until the danger is past.
This strategy is workable. South Korea has done it. New Zealand has done it.
But you have to be strict and you have to be patient, staying the course until the pandemic is over, not giving in to the temptation to return to normal life while the virus is still widespread. So it is, as I said, a kind of marshmallow test.
And America is failing that test.
New U.S. cases and deaths have declined since early April, but that’s almost entirely because the greater New York area, after a horrific outbreak, has achieved huge progress. In many parts of the country — including our most populous states, California, Texas, and Florida — the disease is still spreading. Overall, new cases are plateauing and may be starting to rise. Yet state governments are moving to reopen anyway.
This is a very different story from what’s happening in other advanced countries, even hard-hit nations like Italy and Spain, where new cases have fallen dramatically. It now looks likely that by late summer we’ll be the only major wealthy nation where large numbers of people are still dying from Covid-19.
Why are we failing the test? It’s easy to blame Donald Trump, a man-child who would surely gobble down that first marshmallow, then try to steal marshmallows from other kids. But America’s impatience, its unwillingness to do what it takes to deal with a threat that can’t be beaten with threats of violence, runs much deeper than one man.
It doesn’t help that Republicans are ideologically opposed to government safety-net programs, which are what make the economic consequences of social distancing tolerable; as I explain in my recent column, they seem determined to let crucial emergency relief expire far too soon. Nor does it help that even low-cost measures to limit the spread of Covid-19, above all wearing face masks (which mainly protect other people), have been caught up in our culture wars.
America in 2020, it seems, is too disunited, with too many people in the grip of ideology and partisanship, to deal effectively with a pandemic. We have the knowledge, we have the resources, but we don’t have the will.
L’America fallisce il ‘test dei dolcetti’,
di Paul Krugman
Il ‘test dei dolcetti’ [1] è un famoso esperimento psicologico con il quale si mette alla prova la volontà dei bambini di rinviare una gratificazione. Ai bambini vengono offerti degli zuccherini, ma viene loro detto che possono averne una seconda dose se sono disponibili ad aspettare 15 minuti prima di mangiare la prima. La tesi che i bambini con la forza di volontà per restare in attesa facciano meglio nella vita non ha retto granché, ma l’esperimento è ancora una metafora utile per molte scelte, sia da parte dei singoli che di gruppi più ampi.
Un modo di riflettere sulla pandemia del Covid-19 è che essa costituisca una specie di test dei dolcetti per la società.
A questo punto, ci sono state abbastanza storie di successo internazionali nel misurarsi con il coronavirus da fornirci una chiara sensazione di quello che occorre per sconfiggere la pandemia. In primo luogo, si deve imporre un rigoroso distanziamento sociale per il tempo necessario a ridurre il numero delle persone infette ad una piccola frazione della popolazione. Poi si deve mettere in atto un regime di analisi, di tracciamenti e di isolamenti: identificare rapidamente ogni nuovo caso, trovando tutti coloro che sono stati esposti e mettendoli in quarantena finché il pericolo non sia passato.
Questa strategia funziona. L’ha fatto la Corea del Sud. L’ha fatto la Nuova Zelanda.
Ma si deve essere rigorosi e si deve essere pazienti, stando alle regole finché la pandemia non è passata, non cedendo alla tentazione di tornare alla vita normale mentre il virus è ancora diffuso. Dunque, come ho detto, è una specie di test dei dolcetti.
E l’America non sta superando quel test.
I nuovi casi e le morti negli Stati Uniti sono calati dall’inizio di aprile, ma questo è quasi interamente dipeso dal fatto che l’area metropolitana di New York, dopo una terribile ondata, ha realizzato un grande progresso. In molte parti del paese – inclusi i nostri Stati più popolosi, la California, il Texas e la Florida [2] – la malattia si sta ancora diffondendo. Complessivamente, i nuovi casi si stanno stabilizzando e possono cominciare a risalire. Tuttavia i Governi degli Stati si stanno muovendo per riaprire comunque.
Si tratta di una storia molto diversa da quanto sta accadendo in altri paesi avanzati, persino in nazioni colpite duramente come l’Italia e la Spagna, dove i nuovi casi sono caduti in modo spettacolare. Adesso sembra probabile che per la tarda estate saremo la sola importante nazione ricca nella quale grandi numeri di persone staranno ancora morendo per il Covid-19.
Perchè stiamo fallendo la prova? Dar la colpa a Donald Trump è facile, un bambinone che di sicuro inghiottirebbe la prima dose di dolcetti per poi cecare di rubarli ad altri ragazzi. Ma l’impazienza dell’America, la sua indisponibilità a fare quello che serve per misurarsi con un pericolo che non può essere sconfitto con le minacce di violenza, scorre molto più in profondità di un singolo uomo.
Non aiuta che i repubblicani si siano opposti ideologicamente ai programmi pubblici delle reti di sicurezza, che sono ciò che rende tollerabili le conseguenze del distanziamento sociale; come spiego nel mio recente articolo, essi sembrano determinati a fare in modo che fondamentali aiuti per l’emergenza si interrompano di gran lunga troppo rapidamente. Neanche aiuta che persino le misure a basso costo per limitare la diffusione del Covid-19, soprattutto l’indossare le mascherine (che principalmente proteggono le altre persone), siano state catturate nelle nostre guerre culturali.
L’America del 2020, a quanto sembra, è troppo disunita, con troppe persone nella presa dell’ideologia e della faziosità, per misurarsi efficacemente con una pandemia.
Abbiamo la conoscenza, abbiamo le risorse, ma non abbiamo la volontà.
[1] I marshmallow (termine inglese; in italiano toffolette o cotone dolce) sono dei cilindretti di zucchero, forma evoluta di un dolce ricavato in origine dalla pianta Althaea officinalis e consumati principalmente negli Stati Uniti. Sono di solito di colore bianco e morbidi al tatto. (Wikipedia)
[2] Sul sito Twitter di Krugman è apparso in questi giorni un interessante diagramma (che purtroppo per misteriose ‘ragioni di sicurezza’ non mi è consentito di copiare), aggiornato al 16 giugno, che può aiutare a capire la situazione della pandemia negli Stati Uniti. Nel nordest – che include l’area di New York – c’è stato un contenimento abbastanza efficace; nell’area centrosettentrionale (Midwest) un contenimento meno efficace; nel Sud l’epidemia è in crescita e nell’occidente – inclusa la California – è anche in crescita.
Nell’area nordorientale si è passati da 317 persone positive per milione a circa 50; nell’area centrosettentrionale da 104 persone per milione a circa 65; nell’area meridionale si è adesso ad un picco di 90 persone per milione, con una tendenza di crescita quasi esponenziale; nell’area occidentale si è in netta crescita, con un punta attuale di 76 persone per milione. Si considerino i dati sulle popolazioni complessive: 56 milioni nel nordest, 65 milioni nell’area centrosettentrionale, 128 milioni nel sud e 76 milioni nell’area occidentale.
Per completezza, queste sono le quattro aree in questione sulla carta geografica:
Area nord orientale (Connecticut, Maine, Massachusets, New Hampshire, Rhode Island, Vermont, New Jersey, New York, Pennsylvania):
Area centrosettentrionale (Indiana, Iowa, Michigan, Minnesota, Missouri, Ohio, Wisconsin, Dakota del Nord, Dakota del Sud, Kansas, Nebraska):
Area meridionale (Alabama, Arkansas, Daleware, Distretto di Columbia, Florida, Georgia, Kentucky, Lousiana, Maryland, Mississipi, Corolina del Nord, Oklahoma, Carolina del Sud, Tennessee, Texas, Virginia, Virginia Occidentale).
Area occidentale (Alaska, Arizona, California, Colorado, Hawaii, Idaho, Montana, Nevada, Nuovo Messico, Oregon, Utah, Washington, Wyoming):
By mm
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