July 28, 2020
Paul Krugman
The Social Security Act of 1935, which established the retirement system that to this day provides half of American seniors with a majority of their income, was originally called the “Economic Security Bill.” That’s because at the time the retirement program was widely seen as less important than the establishment of a national system (run through the states) of unemployment insurance.
Unemployment insurance was, however, deeply controversial; it faced bitter opposition from conservatives who claimed that it would discourage workers from seeking jobs. This was absurd given the circumstances. We were, after all, in the middle of the Great Depression, and there weren’t any jobs. But I guess we can cut the 1930s opponents of unemployment benefits some slack, since modern macroeconomics didn’t yet exist and there was still widespread confusion about what caused depressions.
There was no comparable excuse when virulent opposition to unemployment benefits reappeared in 2009-2010. There was no mystery about the causes of the Great Recession and the reason so many Americans had lost their jobs: it was all about a financial crisis brought on by financial overreach. It certainly wasn’t about lack of motivation on the part of the unemployed: in early 2010 there were 15 million unemployed workers chasing fewer than 3 million job openings.
Yet much of the Republican Party went on the attack against the expanded unemployment benefits the Obama administration had put in place to cushion the blow of the crisis. For example, Senator Jon Kyl of Arizona declared that unemployment insurance “doesn’t create new jobs. In fact, if anything, continuing to pay people unemployment compensation is a disincentive for them to seek new work.” Actually, unemployment compensation was creating jobs, by putting money in the hands of people likely to spend it, sustaining overall demand. But conservatives couldn’t see it.
For the notion that unemployment happens because we make life too easy for the unemployed is a zombie idea — an idea that persists no matter how many times evidence should have killed it; it just keeps shambling along, eating politicians’ brains.
And now here we are, in another crisis. This time the cause was the coronavirus, which forced much of the economy into lockdown, pushing tens of millions of workers into unemployment. Desperate times — but not as desperate as one might have imagined, largely thanks to a big expansion of unemployment benefits under the CARES Act, passed in late March. A key provision added $600 a week to standard unemployment benefits.
Too many workers had a hard time accessing these benefits, largely because state unemployment offices were overwhelmed. Even so, there was much less misery than a depression-level unemployment rate would have generated without those benefits. Aid to workers also helped contain the slump, by sustaining consumer spending.
But the expanded benefits expire this week, even though the virus-induced depression is still very much with us. Unless Congress acts, almost all unemployed workers have already seen their last check.
And Congress is unlikely to act, because Senate Republicans’ brains have been eaten by the unemployment zombie. Worrying that aid to the unemployed will make them lazy seems absurd when there are more than 30 million unemployed workers receiving benefits and only 5 million job openings. Unemployment benefits also didn’t stop 7 million workers from accepting jobs during the aborted economic takeoff of May and June, an attempted recovery cut short by the resurgence of Covid-19.
But zombie ideas never die. Republicans apparently think that they’re being generous by “only” proposing to cut supplemental benefits by two-thirds, from $600 a week to $200. In fact, that’s so cruel and inadequate that it’s hard to see how Democrats could go along.
So we’re entering a new phase of the Covid-19 crisis, this time brought on by blinkered economic ideology. And it fits the pattern. Every time you look at the havoc wrought by the pandemic and think “Well, things could be worse,” America’s right takes action to ensure that things do, in fact, get worse.
Gli zombi stanno perseguitando i disoccupati d’America,
di Paul Krugman
La Legge sulla Sicurezza Sociale del 1935, che diede vita al sistema di pensionamento che sino ad oggi assegna alla metà degli americani anziani la maggior parte del loro reddito, venne all’origine chiamata “Proposta di legge sulla Sicurezza economica”. Questo perché a quel tempo il programma di pensionamento era generalmente considerato come meno importante della realizzazione di un sistema nazionale (gestito dagli Stati) di assicurazione di disoccupazione.
L’assicurazione di disoccupazione fu, tuttavia, profondamente controversa; essa fronteggiò l’aspra opposizione dei conservatori che sostenevano che avrebbe scoraggiato i lavoratori dal cercare posti di lavoro. Date le circostanze, questo era assurdo. Eravamo, dopo tutto, nel mezzo della Grande Depressione, e posti di lavoro non ce n’era. Ma penso che si possa non essere troppo severi con gli avversari dei sussidi di disoccupazione degli anni ’30, dal momento che la moderna macroeconomia non esisteva ancora e c’era ancora una confusione generale su quello che provocava le depressioni.
Non c’era alcuna paragonabile scusante quando, nel 2009-2010, riapparve una virulenta opposizione ai sussidi di disoccupazione. Non c’era alcun mistero sulle cause della Grande Recessione e sulla ragione per la quale tanti americani avevano perso i loro posti di lavoro: era tutto dipeso da una crisi finanziaria provocata da eccessi nel sistema finanziario. Certamente non dipese da mancanza di motivazione da parte dei disoccupati: agli inizi del 2010 c’erano 15 milioni di lavoratori disoccupati a caccia di meno di 3 milioni di posti di lavoro disponibili.
Tuttavia buona parte del Partito Repubblicano andò all’attacco contro i sussidi di disoccupazione prorogati che l’Amministrazione Obama aveva messo in atto per attenuare i colpi della crisi. Ad esempio, il Senatore Jon Kyl dell’Arizona dichiarò che l’assicurazione di disoccupazione “non crea nuovi posti di lavoro. Di fatto, continuare a pagare alle persone compensi di disoccupazione è semmai un disincentivo al cercare nuovo lavoro”. In realtà, i sussidi di disoccupazione stavano creando posti di lavoro, dando soldi a persone che era probabile li spendessero e sostenendo la domanda complessiva. Ma i conservatori non potevano vederlo.
Perché l’idea che la disoccupazione esista in conseguenza del fatto che rendiamo la vita troppo facile è un’idea zombi – che persiste a prescindere la quante volte le prove avrebbero dovuto ammazzarla; essa continua a circolare precisamente con una cadenza dinoccolata, mangiandosi i cervelli degli uomini politici.
E ora siamo a questo punto, in un’altra crisi. Questa volta la causa è stato il coronavirus, che ha costretto gran parte dell’economia al blocco, spingendo decine di milioni di lavoratori nella disoccupazione. Tempi disperati – ma non così disperati come ci si poteva immaginare, in gran parte grazie ad una grande espansione dei sussidi di disoccupazione a seguito della Legge CARES, approvata alla fine di marzo. Una disposizione fondamentale ha aggiunto ai tradizionali sussidi di disoccupazione 600 dollari a settimana.
Troppi lavoratori hanno avuto difficoltà nell’accedere a questi sussidi, in gran parte perché gli uffici della disoccupazione degli Stati erano sovraccarichi. Anche così, c’è stata molta meno miseria di quella che un tasso di disoccupazione al livello di una depressione avrebbe generato senza quei sussidi. Aiutare i lavoratori ha anche contribuito a contenere la recessione, sostenendo la spesa per i consumi.
Ma i sussidi potenziati scadono questa settimana, anche se la depressione provocata dal virus è ancora in gran parte in mezzo a noi. Se il Congresso non legifera, quasi tutti i lavoratori disoccupati avranno già visto il loro ultimo assegno.
Ed è improbabile che il Congresso legiferi, perché i cervelli dei repubblicani del Senato sono stati mangiati dallo zombi della disoccupazione. Preoccuparsi che l’aiuto ai disoccupati li renda pigri sembra assurdo quando ci sono più di 30 milioni di lavoratori disoccupati che ricevono sussidi a fronte di soli 5 milioni di posti di lavoro disponibili. I sussidi di disoccupazione non hanno neanche impedito a 7 milioni di lavoratori di accettare posti di lavoro durante l’abortito scambio economico di maggio e giugno, un tentativo di ripresa tagliato sul nascere dalla ripresa del Covid-19.
Ma le idee zombi non muoiono mai. Sembra che i repubblicani pensino di essere generosi proponendo “soltanto” di tagliere di due terzi i sussidi aggiuntivi, da 600 a 200 dollari alla settimana. Di fatto, ciò è talmente crudele e inadeguato che non si riesce a vedere come i democratici potrebbero acconsentire.
Dunque, stiamo entrando in una nuova fase della crisi del Covid-19, questa volta provocata da una ottusa ideologia economica. E questo si adatta al modello. Ogni volta che si guarda allo scompiglio provocato dalla pandemia e si pensa “Bene, le cose potrebbero essere peggiori”, la destra americana assume una iniziativa per garantire che le cose, precisamente, diventino peggiori.
By mm
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