July 27, 2020
By Paul Krugman
America’s response to the coronavirus has been a lose-lose proposition.
The Trump administration and governors like Florida’s Ron DeSantis insisted that there was no trade-off between economic growth and controlling the disease, and they were right — but not in the way they expected.
Premature reopening led to a surge in infections: Adjusted for population, Americans are currently dying from Covid-19 at around 15 times the rate in the European Union or Canada. Yet the “rocket ship” recovery Donald Trump promised has crashed and burned: Job growth appears to have stalled or reversed, especially in states that were most aggressive about lifting social distancing mandates, and early indications are that the U.S. economy is lagging behind the economies of major European nations.
So we’re failing dismally on both the epidemiological and the economic fronts. But why?
On the face of it, the answer is that Trump and allies were so eager to see big jobs numbers that they ignored both infection risks and the way a resurgent pandemic would undermine the economy. As I and others have said, they failed the marshmallow test, sacrificing the future because they weren’t willing to show a little patience.
And there’s surely a lot to that explanation. But it isn’t the whole story.
For one thing, people truly focused on restarting the economy should have been big supporters of measures to limit infections without hurting business — above all, getting Americans to wear face masks. Instead, Trump ridiculed those in masks as “politically correct,” while Republican governors not only refused to mandate mask-wearing, but they prevented mayors from imposing local mask rules.
Also, politicians eager to see the economy bounce back should have wanted to sustain consumer purchasing power until wages recovered. Instead, Senate Republicans ignored the looming July 31 expiration of special unemployment benefits, which means that tens of millions of workers are about to see a huge hit to their incomes, damaging the economy as a whole.
So what was going on? Were our leaders just stupid? Well, maybe. But there’s a deeper explanation of the profoundly self-destructive behavior of Trump and his allies: They were all members of America’s cult of selfishness.
You see, the modern U.S. right is committed to the proposition that greed is good, that we’re all better off when individuals engage in the untrammeled pursuit of self-interest. In their vision, unrestricted profit maximization by businesses and unregulated consumer choice is the recipe for a good society.
Support for this proposition is, if anything, more emotional than intellectual. I’ve long been struck by the intensity of right-wing anger against relatively trivial regulations, like bans on phosphates in detergent and efficiency standards for light bulbs. It’s the principle of the thing: Many on the right are enraged at any suggestion that their actions should take other people’s welfare into account.
This rage is sometimes portrayed as love of freedom. But people who insist on the right to pollute are notably unbothered by, say, federal agents tear-gassing peaceful protesters. What they call “freedom” is actually absence of responsibility.
Rational policy in a pandemic, however, is all about taking responsibility. The main reason you shouldn’t go to a bar and should wear a mask isn’t self-protection, although that’s part of it; the point is that congregating in noisy, crowded spaces or exhaling droplets into shared air puts others at risk. And that’s the kind of thing America’s right just hates, hates to hear.
Indeed, it sometimes seems as if right-wingers actually make a point of behaving irresponsibly. Remember how Senator Rand Paul, who was worried that he might have Covid-19 (he did), wandered around the Senate and even used the gym while waiting for his test results?
Anger at any suggestion of social responsibility also helps explain the looming fiscal catastrophe. It’s striking how emotional many Republicans get in their opposition to the temporary rise in unemployment benefits; for example, Senator Lindsey Graham declared that these benefits would be extended “over our dead bodies.” Why such hatred?
It’s not because the benefits are making workers unwilling to take jobs. There’s no evidence that this is happening — it’s just something Republicans want to believe. And in any case, economic arguments can’t explain the rage.
Again, it’s the principle. Aiding the unemployed, even if their joblessness isn’t their own fault, is a tacit admission that lucky Americans should help their less-fortunate fellow citizens. And that’s an admission the right doesn’t want to make.
Just to be clear, I’m not saying that Republicans are selfish. We’d be doing much better if that were all there were to it. The point, instead, is that they’ve sacralized selfishness, hurting their own political prospects by insisting on the right to act selfishly even when it hurts others.
What the coronavirus has revealed is the power of America’s cult of selfishness. And this cult is killing us.
Il culto dell’egoismo sta ammazzando l’America,
di Paul Krugman
La risposta dell’America al coronavirus è stata una proposta persa in partenza.
L’Amministrazione Trump e i Governatori come Ron DeSantis della Florida hanno ribadito che non c’era alcuno scambio tra crescita economica e controllo della malattia, e avevano ragione – ma non nel senso che si aspettavano.
La riapertura prematura ha portato ad una crescita delle infezioni: gli americani stanno attualmente morendo ad un tasso, corretto per la popolazione, che è circa 15 volte quello dell’Unione Europea o del Canada. Tuttavia, il “razzo spaziale” della ripresa promesso da Trump è crollato e bruciato: la crescita dei posti di lavoro sembra essersi fermata o invertita, particolarmente negli Stati che sono stati più aggressivi nel cancellare gli obblighi del distanziamento sociale, e i primi dati indicano che l’economia statunitense è in ritardo sulle economie di importanti nazioni europee.
Stiamo dunque desolatamente fallendo sia sul fronte epidemiologico che su quello economico. Ma perché?
In apparenza, la risposta è che Trump e i suoi alleati erano tanto ansiosi di vedere grandi numeri sui posti di lavoro da ignorare sia i rischi della infezione che il modo in cui una risorgente pandemia avrebbe messo a repentaglio l’economia. Come io ed altri avevamo detto, hanno fallito il “test dei dolcetti” [1], sacrificando il futuro perché non erano disponibili a dimostrare un po’ di pazienza.
E questa è certamente gran parte della spiegazione. Ma non è la storia intera.
Da una parte, le persone veramente concentrate sul far ripartire l’economia avrebbero dovuto essere grandi sostenitori delle misure per limitare le infezioni senza danneggiare le imprese – soprattutto, far indossare agli americani le mascherine. Invece, Trump ha ridicolizzato l’indossarle come “politicamente corretto”, mentre i Governatori repubblicani non solo si sono rifiutati di obbligare all’uso delle mascherine, ma hanno impedito ai sindaci di imporre regole locali sulle stesse.
Inoltre, i politici ansiosi di assistere ad un rimbalzo dell’economia avrebbero dovuto cercare di sostenere il potere di acquisto dei consumatori sino a che i salari non riprendevano. Invece, i repubblicani del Senato hanno ignorato l’incombente esaurimento del 31 luglio degli speciali sussidi di disoccupazione, il che comporta che decine di milioni di lavoratori sono prossimi a vedere grandemente decurtati i loro redditi, con un danno all’economia nel suo complesso.
Cosa sta accadendo, dunque? I nostri dirigenti sono stati proprio stupidi? Ebbene, è possibile. Ma c’è una spiegazione più profonda della condotta intrinsecamente autodistruttiva di Trump e dei suoi alleati: essi erano tutti associati al culto americano dell’egoismo.
Vedete, la destra statunitense contemporanea è dedita al concetto che l’avidità è cosa buona, che stiamo tutti meglio quando i singoli si impegnano nel perseguimento illimitato del proprio interesse. Nella loro concezione, una massimizzazione senza limiti dei profitti da parte delle imprese e una scelta non sottoposta a regole dei consumatori sono le ricette per una buona società.
Aderire a questo concetto è, nel migliore dei casi, più di natura emotiva che intellettuale. Sono stato a lungo sbalordito dall’intensità della rabbia della destra contro regole relativamente banali, come la messa a bando dei fosfati nei detergenti e i criteri di efficienza per le lampadine. Tutto ha origine da quel principio: a destra molti si indignano per ogni accenno che le loro azioni dovrebbero mettere nel conto il benessere delle altre persone.
Talvolta questa rabbia viene descritta come amore della libertà. Ma le persone che a destra ribadiscono il diritto ad inquinare non sono minimamente turbate, ad esempio, dal fatto che gli agenti federali usino gas lacrimogeni contro dimostranti pacifici. Quella che chiamano “libertà”, in realtà, è assenza di responsabilità.
Tuttavia, in una pandemia, una politica razionale verte interamente sull’assumere responsabilità. La ragione principale per la quale non dovreste andare al bar e dovreste indossare una mascherina non è il proteggere voi stessi, sebbene questa sia una componente; il punto è che riunirsi in spazi rumorosi e affollati o emettere goccioline nell’aria di tutti mette gli altri a rischio. E quello è il genere di cosa che la destra americana proprio detesta di sentir dire.
In effetti, sembra talvolta che la gente di destra consideri un valore il comportarsi irresponsabilmente. Vi ricordate come il Senatore Rand Paul, che era preoccupato di aver contratto il Covid-19 (come accadde), gironzolava per il Senato e persino utilizzava la palestra nel mentre era in attesa dei risultati dei suoi test?
La rabbia per ogni accenno alla responsabilità sociale contribuisce anche a spiegare l’incombente catastrofe finanziaria. È impressionante l’emotività con la quale molti repubblicani si oppongono ad una crescita temporanea dei sussidi di disoccupazione; ad esempio, il Senatore Lindsey Graham ha dichiarato che per prolungare questi sussidi dovrebbero “passare sui nostri corpi”. Come si spiega quest’odio?
Non si tratta del fatto che i sussidi renderebbero i lavoratori indisponibili ad accettare posti di lavoro. Non c’è alcuna prova che questo stia avvenendo – è semplicemente qualcosa che i repubblicani vogliono credere. E in ogni caso, gli argomenti economici non spiegherebbero la rabbia.
Si tratta ancora del principio. Aiutare i disoccupati, anche se la mancanza di lavoro non è colpa loro, sarebbe una tacita ammissione che gli americani fortunati dovrebbero aiutare i loro concittadini meno fortunati. È quello che la destra non vuole ammettere.
Solo per chiarezza, non sto dicendo che i repubblicani siano egoisti. Ci staremmo comportando molto meglio se si trattasse per tutti solo di questo. Tuttavia, il punto è che essi hanno sacralizzato l’egoismo, danneggiando le loro stesse prospettive politiche con l’insistere sul diritto ad agire egoisticamente anche quando danneggia gli altri.
Quello che il coronavirus ha messo in evidenza è il potere del culto dell’egoismo in America. E questo culto ci sta ammazzando.
[1] Vedi il post di Krugman del 25 giugno 2020, qua tradotto.
By mm
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