July 3, 2020
By Paul Krugman
In case you haven’t noticed, the coronavirus is still very much with us. Around a thousand Americans are dying from Covid-19 each day, 10 times the rate in the European Union. Thanks to our failure to control the pandemic, we’re still suffering from Great Depression levels of unemployment; a brief recovery driven by premature attempts to resume business as usual appears to have petered out as states pause or reverse their opening.
Yet enhanced unemployment benefits, a crucial lifeline for tens of millions of Americans, have expired. And negotiations over how — or even whether — to restore aid appear to be stalled.
You sometimes see headlines describing this crisis as a result of “congressional dysfunction.” Such headlines reveal a severe case of bothsidesism — the almost pathological aversion of some in the media to placing blame where it belongs.
For House Democrats passed a bill specifically designed to deal with this mess two and a half months ago. The Trump administration and Senate Republicans had plenty of time to propose an alternative. Instead, they didn’t even focus on the issue until days before the benefits ended. And even now they’re refusing to offer anything that might significantly alleviate workers’ plight.
This is an astonishing failure of governance, right up there with the mishandling of the pandemic itself. But what explains it?
Well, I’m of two minds. Was it ignorant malevolence, or malevolent ignorance?
Let’s talk first about the ignorance.
The Covid recession that began in February may have been the simplest, most comprehensible business downturn in history. Much of the U.S. economy was put on hold to contain a pandemic. Job losses were concentrated in services that were either inessential or could be postponed, and were highly likely to spread the coronavirus: restaurants, air travel, dentists’ visits.
The main goal of economic policy was to make this temporary lockdown tolerable, sustaining the incomes of those unable to work.
Republicans, however, have shown no sign of understanding any of this. The policy proposals being floated by White House aides and advisers are almost surreal in their disconnect from reality. Cutting payroll taxes on workers who can’t work? Letting businesspeople deduct the full cost of three-martini lunches they can’t eat?
They don’t even seem to understand the mechanics of how unemployment checks are paid out. They proposed continuing benefits for a brief period while negotiations continue — but this literally can’t be done, because the state offices that disburse unemployment aid couldn’t handle the necessary reprogramming.
Above all, Republicans seem obsessed with the idea that unemployment benefits are making workers lazy and unwilling to accept jobs.
This would be a bizarre claim even if unemployment benefits really were reducing the incentive to seek work. After all, there are more than 30 million workers receiving benefits, but only five million job openings. No matter how harshly you treat the unemployed, they can’t take jobs that don’t exist.
It’s almost a secondary concern to note that there’s almost no evidence that unemployment benefits are, in fact, discouraging workers from taking jobs. Multiple studies find no significant incentive effect.
And unemployment benefits didn’t prevent the U.S. from adding seven million jobs, most of them for low-wage workers — that is, precisely the workers often receiving more in unemployment than from their normal jobs — during the abortive spring recovery.
By the way, a great majority of economists believe that unemployment benefits have helped sustain the economy as a whole, by supporting consumer spending.
So the attack on unemployment aid is rooted in deep ignorance. But there’s also a strong element of malice.
Republicans have a long history of suggesting that the jobless are moral failures — that they’d rather sit home watching TV than work. And the Trump years have been marked by a relentless assault on programs that help the less fortunate, from Obamacare to food stamps.
One indicator of G.O.P. disingenuousness is the sudden re-emergence of “deficit hawks” claiming that helping the unemployed will add too much to the national debt. I use the scare quotes because as far as I can tell not one of the politicians claiming that we can’t afford to help the unemployed raised any objections to Donald Trump’s $2 trillion tax cut for corporations and the wealthy.
Nor was disdain for the unlucky the only reason the G.O.P. didn’t want to help Americans in need. The recent Vanity Fair report about why we don’t have a national testing strategy fits with a lot of evidence that Republicans spent months believing that Covid-19 was a blue-state problem, not relevant to people they cared about. By the time they realized that the pandemic was exploding in the Sun Belt, it was too late to avoid disaster.
At this point, then, it’s hard to see how we avoid another gratuitous catastrophe. The fecklessness of the Trump administration and its allies means that millions of Americans will soon be in dire financial straits.
I disoccupati fissano l’abisso. I repubblicani guardano altrove.
Di Paul Krugman
Nel caso non ve ne siate accorti, il coronavirus è ancora in buona misura in mezzo a noi. Circa un migliaio di americani muoiono ogni giorno per il Covid-19, 10 volte il tasso del’Unione Europea. Grazie al nostro fallimento nel controllo della pandemia, stiamo ancora soffrendo di livelli di disoccupazione da Grande Depressione; una breve ripresa provocata dai tentativi prematuri di far riprendere gli affari come al solito sembra si sia esaurita allorché gli Stati hanno interrotto o invertito la loro riapertura.
In aggiunta i sussidi di disoccupazione potenziati, una fondamentale ancora di salvezza per decine di milioni di americani, sono scaduti. E i negoziati su come ripristinare gli aiuti – o persino se farlo – sembrano bloccati.
Talvolta leggete titoli dei giornali che descrivono questa crisi come una conseguenza di “un cattivo funzionamento del Congresso”. Titoli del genere rivelano un grave caso di qualunquismo – l’avversione quasi patologica di alcuni nei media a dare le colpe a chi appartengono.
Perché i democratici della Camera avevano approvato una proposta di legge specificamente rivolta a misurarsi con questo pasticcio due mesi e mezzo fa. L’Amministrazione Trump aveva tutto il tempo per proporre un’alternativa. Invece, non si sono neanche concentrati sulla questione sino a pochi giorni prima che i sussidi scadessero. Ed anche adesso si rifiutano di offrire qualcosa che possa alleviare in modo significativo le difficoltà dei lavoratori.
Si tratta di un fallimento sbalorditivo nella capacità di governo, che fa il paio con la mala gestione della pandemia stessa. Ma come si spiega?
Ebbene, al riguardo offro due soluzioni. È stata ignorante cattiveria, o cattiva ignoranza?
Partiamo anzitutto dall’ignoranza.
La recessione del Covid che è cominciata a febbraio poteva risolversi nel declino economico più semplice e più comprensibile della storia. Buona parte della economia degli Stati Uniti era stata sospesa per contenere una pandemia. I posti di lavoro erano concentrati in servizi che erano inessenziali o che potevano essere rinviati, e che erano altamente suscettibili di diffondere il coronavirus: ristoranti, viaggi aerei, visite dentistiche.
Il principale obbiettivo della politica economica era rendere questo blocco temporaneo tollerabile, sostenendo i redditi di coloro che non erano nelle condizioni di lavorare.
Ciononostante, i repubblicani non hanno mostrato alcun segno di comprensione di tutto questo. Le proposte politiche che vengono ventilate dagli assistenti e dai consiglieri della Casa Bianca, nella loro disconnessione con la realtà, sono quasi surreali. Tagliare le tasse sugli stipendi sui lavoratori che non possono lavorare? Consentire alla gente delle imprese di dedurre il costo pieno di tre pranzi ben innaffiati che non possono consumare?
Sembra anche che non capiscano i meccanismi di come vengono pagati gli assegni di disoccupazione. Hanno proposti che i sussidi proseguano per un breve periodo mentre sono in corso i negoziati – ma questo è letteralmente impossibile, perché gli uffici degli Stati che pagano l’aiuto della disoccupazione non possono gestire la riprogrammazione indispensabile.
Soprattutto, i repubblicani sembrano ossessionati dall’idea che i sussidi di disoccupazione rendano i lavoratori pigri e indisponibili ad accettare posti di lavoro.
Sarebbe una pretesa bizzarra persino se i sussidi di disoccupazione stessero realmente riducendo gli incetivi a cercare lavoro. Dopo tutto, ci sono più di 30 milioni di lavoratori che ricevono sussidi, ma solo cinque milioni di posti di lavoro disponibili. Non è importante quanto duramente si trattano i disoccupati, essi non possono prendere posti di lavoro che non esistono.
Diventa un aspetto quasi secondario osservare che non c’è quasi alcuna prova che i sussidi di disoccupazione davvero scoraggino i lavoratori dall’accettare posti di lavoro. Vari studi non hanno trovato alcun effetto di incentivazione significativo.
E i sussidi di disoccupazione non hanno impedito che gli Stati Uniti aumentassero, durante le ripresa abortita della primavera, sette milioni di posti di lavoro, la maggioranza dei quali per lavoratori a bassi salari – ovvero, precisamente i lavoratori che ricevono con i sussidi più che dalle loro normali occupazioni.
Per inciso, una grande maggioranza di economisti crede che i sussidi di disoccupazione abbiano contribuito a sostenere l’economia nel suo complesso, contribuendo alla spesa per i consumi.
Dunque, l’offensiva sugli aiuti alla disoccupazione è basata su una profonda ignoranza. Ma c’è anche una buon dose di malizia.
I repubblicani hanno una lunga storia di allusioni a chi non ha lavoro come dei moralmente falliti – preferirebbero starsene a casa seduti a guardare le televisione piuttosto che lavorare. E gli anni di Trump sono stati caratterizzati da un’offensiva incessante ai programmi che soccorrono i più bisognosi, dalla riforma sanitaria di Obama agli aiuti alimentari.
Un indicatore della ipocrisia del Partito Repubblicano è l’improvviso riemergere dei “falchi del deficit” che sostengono che aiutare i disoccupati aumenterebbe troppo il debito nazionale. Lo dico tra virgolette perché per quanto posso dire nessuno dei politici che sostengono che non possiamo permetterci di aiutare i disoccupati sollevarono alcuna obiezione agli sgravi fiscali di 2.000 miliardi di dollari di Donald Trump per le società e per i ricchi.
Il disprezzo per le persone sfortunate non è stata neppure l’unica ragione per la quale il Partito Repubblicano non ha voluto aiutare gli americani bisognosi. Il recente rapporto di Vanity Fair sulle ragioni per le quali non abbiamo una strategia nazionale di test è coerente con molte prove secondo le quali i repubblicani hanno passato mesi a credere che il Covid-19 fosse un problema degli Stati a guida democratica, irrilevante per le persone delle quali si occupavano loro. Allorché hanno compreso che la pandemia stava esplodendo nella regione del Sunbelt, era troppo tardi per evitare il disastro.
Dunque, a questo punto è difficile capire come evitare un’altra catastrofe gratuita. L’inettitudine della Amministrazione Trump e dei suoi alleati comporta che milioni di americani saranno presto in terribili difficoltà finanziarie.
By mm
E' possibile commentare l'articolo nell'area "Commenti del Mese"