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Trump manda avanti i ciarlatani dell’economia, di Paul Krugman (New York Times, 10 agosto 2020)

 

Aug 10, 2020

Trump Sends In the Economic Quacks

By Paul Krugman

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As the U.S. economy careens toward disaster, congressional talks about what to do appear to have ground to a halt. So on Saturday President Trump — speaking at one of his golf courses, of course — announced four executive measures that, he claimed, would rescue the recovery.

Unfortunately, one of the measures was vacuous, one trivial and one unworkable. And the fourth may do substantial harm.

The vacuous measure simply calls on government agencies to “consider” helping renters facing eviction. The trivial measure waives interest and defers principal repayment on student loans.

The unworkable measure supposedly provides new aid to the unemployed, who have lost pandemic benefits because Senate Republicans don’t want to provide them; but the announced program would be an administrative nightmare that might take a long time to put into effect and would require partial matching funds that strapped states don’t have. Remember, states had a very hard time implementing the first round of aid to the unemployed, leaving millions in the cold for many weeks. This would be worse.

But the really substantive measure would direct employers to stop collecting payroll taxes on behalf of their workers.

This is pretty wild stuff from a legal and constitutional point of view. Can presidents just stop collecting duly legislated taxes whenever they feel like it? But put the law to one side and ask, what’s this all about? Who thinks a payroll tax cut, even if enacted through due process, would solve any of the problems we face?

No reputable economist I know considers a payroll tax cut a good idea. Even if the money went to workers, which it almost certainly wouldn’t, it would go to precisely the wrong ones — workers who haven’t lost their jobs in the pandemic, not those who have. It wouldn’t encourage hiring, because what’s holding employers back isn’t cost, it’s the shutdown of activities with a high risk of infection (like indoor dining).

Now, lots of bad economic ideas — like giant tax cuts for the rich — nonetheless have strong political support. But a payroll tax cut isn’t one of them. In fact, Senate Republicans have been dismissive, dropping the idea from their proposals.

Yet there it is, the apparent centerpiece of Trump’s new plan. What’s going on?

The answer is that a payroll tax cut is the hydroxychloroquine of economic policy. It’s a quack remedy that somehow caught Trump’s eye, which he won’t give up because sycophants keep telling him he’s infallible. There may be some ulterior motives — this move might end up undermining the finances of Social Security and Medicare — but that’s all secondary. Basically this is a tantrum from a president temperamentally incapable of owning up to his own mistakes.

I’m not sure who first sold Trump on this bad idea. Its most tireless advocate has been Stephen Moore, who has a history of predicting tax-cut miracles — remember how Kansas was going to be the wonder of the world? — that never pan out. Just a few days ago Moore argued publicly that Trump could slash taxes without congressional authorization; and here we are.

Just to be clear, Trump isn’t actually cutting the payroll tax, which would require legislation. Instead, he’s just deferring its collection; workers will still owe the money a few months later. And knowing this, many if not most employers won’t increase paychecks, they’ll just put the money in escrow on workers’ behalf. As far as most workers are concerned, this whole thing may be a nonevent.

But maybe, just maybe, Trump will both win in November and find a way to retroactively cancel those tax obligations. If so, he’ll tear a big hole in the finances of Social Security and Medicare, programs that, whatever he may say, he has always wanted to kill.

The main point, however, is that we’re facing a moment of crisis. The emergency relief that sustained the U.S. economy through the coronavirus has expired, even though the pandemic is still very much with us. Unless very quick action is taken, consumer spending is about to collapse, bringing the whole economy down with it.

This wasn’t hard to see coming. Indeed, Democrats passed legislation to deal with this situation almost three months ago. But Senate Republicans did nothing, and still haven’t gotten serious about proposing remedies.

This would be a really good time for presidential leadership. But what we have instead is a pitchman hawking miracle cures at his country club. In the process he may well have undermined whatever slim chance there was of reaching an even halfway decent deal to avert disaster.

As I said, I don’t think there’s any deep game here. Yes, Trump’s intentions are bad. But recent interviews and inside reporting make it clear that he really is completely out of his depth, with no understanding of either the epidemiological or the economic reality we face.

At a moment of crisis America is cursed with a president who is incompetent, deeply ignorant, yet so personally insecure that he surrounds himself with people who tell him he’s a universal genius.

 

Trump manda avanti i ciarlatani del’economia,

di Paul Krugman

 

Mentre l’economia statunitense sbanda verso il disastro, i colloqui nel Congresso su cosa fare sembrano essersi arrestati. Dunque sabato il Presiente Trump – ovviamente parlando presso uno dei suoi campi da golf – ha annunciato quattro misure esecutive che, ha sostenuto, mettebbero al sicuro la ripresa.

Sfortunatamente, una delle misure era insulsa, una inconsistente ed una impraticabile. E la quarta farebbe un danno sostanziale.

La misura insulsa chiede semplicemente alle agenzie del Governo di “prendere in considerazione” di aiutare le persone in affitto che sono dinanzi ad uno sfratto. La misura inconsistente consiste nel rinunciare agli interessi e nel differire il rimborso del capitale sui mutui degli studenti.

La misura impraticabile in apparenza fornisce nuovi aiuti ai disoccupati, che hanno perso i sussidi della pandemia perché i repubblicani al Senato non vogliono concederli; ma il programma annunciato sarebbe un incubo amministrativo che potrebbe richiedere molto tempo per essere messo in atto e richiederebbe un parziale abbinamento di finanziamenti che gli Stati a corto di soldi non hanno. Si ricordi, gli Stati ebbero molte difficoltà nella prima serie di aiuti ai disoccupati, lasciando milioni di persone a bocca asciutta. Questa volta sarebbe peggio.

Ma la misura davvero sostanziale sarebbe destinata ai datori di lavoro con l’interruzione della raccolta della tasse sui salari per conto dei loro lavoratori.

Questa è una faccenda abbastanza strampalata da un punto di legale e costituzionale. I Presidenti possono sospendere la raccolta di tasse debitamente previste dalla legge ogni qual volta li aggrada? Ma, mettiamo da parte la legge e chiediamoci: questo cosa riguarda? Chi può pensare che un taglio alle tasse sui salari, persino se realizzato con un procedimento adeguato, risolverebbe uno qualsiasi dei problemi che abbiamo dinanzi?

Nessun economista sensato che conosco considera un taglio alle tasse sui salari una buona idea. Anche se i soldi andassero ai lavoratori, il che quasi certamente non accadrebbe, andrebbero precisamente a quelli sbagliati – ai lavoratori che non hanno perso il loro posto di lavoro, non a quelli che l’hanno perso. Non incoraggerebbe le assunzioni, perché quello che trattiene i datori di lavoro non è il costo, è la chiusura di attività con elevato rischio di infezione (come i ristoranti al chiuso).

Ora, molte pessime idee economiche – come i giganteschi sgravi fiscali per i ricchi – hanno ciononostante forti sostegni politici. Ma il taglio delle tasse sui salari non è una di quelle. Di fatto i repubblicani del Senato ne hanno scarsa considerazione, avendo scaricato l’idea dalle loro proposte. Tuttavia è lì, l’apparente pezzo centrale del nuovo programma di Trump. Cosa sta succedendo?

La risposta è che un taglio alle tasse sui salari è l’idrossiclorochina della politica economica. È un rimedio da impostori che in qualche modo ha attirato l’attenzione di Trump, e non ci rinuncerà perché i lacchè continuano a dirgli che è infallibile. Ci possono essere alcuni motivi ulteriori – questa mossa potrebbe finire col mettere in crisi le finanze della Sicurezza Sociale e di Medicare – ma tutto questo è secondario. Fondamentalmente questo è un capriccio da parte di un Presidente che è incapace per temperamento di ammettere i propri errori.

Non son sicuro di chi abbia rivenduto per primo a Trump questa cattiva idea. Il suo più instancabile difensore è stato Stephen Moore, che ha una storia di previsioni dei miracoli degli sgravi fiscali che non si avverano mai – ricordate come il Kansas era destinato a diventare la meraviglia del mondo? Solo pochi giorni fa Moore sostenne pubblicamente che Trump poteva tagliare le tasse senza autorizzazione del Congresso; e siamo a quel punto.

Solo per chiarezza, Trump non sta effettivamente tagliando le tasse sui salari, il che richiederebbe una legge. Sta invece rinviando la loro riscossione; i lavoratori saranno in debito del denaro entro pochi mesi. E sapendolo, molti se non la maggioranza dei datori di lavoro non aumenteranno le paghe, metteranno soltanto i soldi in un deposito di garanzia per conto dei lavoratori. Per tutto il tempo nel quale i lavoratori saranno preoccupati, tutta questa faccenda può risolversi in nulla.

Ma è possibile, solo possibile, che Trump voglia sia vincere a novembre che cancellare retroattivamente quegli obblighi ficali. Se fosse così, egli farebbe un gran buco nelle finanze della Sicuezza Sociale e di Medicare, programmi che, qualunque cosa possa dire, ha sempre voluto liquidare.

Il punto principale, tuttavia, è che siamo di fronte ad un momento di crisi. L’aiuto di emergenza che ha sostenuto l’economia statunitense nel corso del coronavirus è scaduto, anche se siamo in gran parte ancora in mezzo alla pandemia. Se non viene presa una iniziativa molto rapida, la spesa per i consumi è prossima ad un collasso, spingendo in basso con essa l’intera economia.

Non era difficile accorgersi che sarebbe accaduto. Infatti, i democratici hanno approvato una legislazione per misurarsi con questa situazione quasi tre mesi orsono. Ma i repubblicani del Senato non hanno fatto niente, e ancora non sono arrivati a proporre seri rimedi.

In realtà, questo sarebbe un buon periodo per una dirigenza presidenziale. Ma quello che abbiamo è invece un imbonitore che rivende cure miracolose presso il suo circolo ricreativo. Nel processo in corso è del tutto probabile che egli abba messo a repentaglio la scarsa possibilità che pure esisteva di raggiungere un accordo decente anche di compromesso per evitare il disastro.

Come ho detto, io non penso che in questo caso ci sia alcuna partita significativa. È vero, le intenzioni di Trump sono pessime. Ma le interviste recenti e i resoconti di stampa rendono chiaro che egli è completamente dinanzi ad una situazione più grande di lui, privo com’è di ogni comprensione della realtà sia epidemiologica che economica che abbiamo di fronte.

In un momento di crisi l’America subisce la maledizione di un Presidente che è incompetente, profondamente ignorante, e tuttavia così personalmente insicuro che si circonda di persone che gli dicono che è un genio universale.

 

 

 

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