Sep 7, 2020
By Paul Krugman
Are you better off now than you were in July?
On the face of it, that shouldn’t even be a question. After all, stocks are up; the economy added more than a million jobs in “August” (I’ll explain the scare quotes in a minute); preliminary estimates suggest that G.D.P. is growing rapidly in the third quarter, which ends this month.
But the stock market isn’t the economy: more than half of all stocks are owned by only 1 percent of Americans, while the bottom half of the population owns only 0.7 percent of the market.
Jobs and G.D.P., by contrast, sort of are the economy. But they aren’t the economy’s point. What some economists and many politicians often forget is that economics isn’t fundamentally about data, it’s about people. I like data as much as, or probably more than, the next guy. But an economy’s success should be judged not by impersonal statistics, but by whether people’s lives are getting better.
And the simple fact is that over the past few weeks the lives of many Americans have gotten much worse.
Obviously this is true for the roughly 30,000 Americans who died of Covid-19 in August — for comparison, only 4,000 people died in the European Union, which has a larger population — plus the unknown but large number of our citizens who suffered long-term health damage. And don’t look now, but the number of new coronavirus cases, which had been declining, seems to have plateaued; between Labor Day and school re-openings, there’s a pretty good chance that the virus situation is about to take another turn for the worse.
But things have already gotten worse for millions of families that lost most of their normal income as a result of the pandemic and still haven’t gotten it back. For the first few months of the pandemic depression many of these Americans were getting by thanks to emergency federal aid. But much of that aid was cut off at the end of July, and despite job gains we’re in the midst of a huge increase in national misery.
So let’s talk about that employment report.
One important thing to bear in mind about official monthly job statistics is that they’re based on surveys conducted during the second week of the month. That’s why I used scare quotes around “August”: What Friday’s report actually gave us was a snapshot of the state of the labor market around Aug. 12.
This may be important. Private data suggest a slowdown in job growth since late July. So the next employment report, which will be based on data collected this week — and will also be the last report before the election — will probably (not certainly) be weaker than the last.
In any case, that August report wasn’t great considering the context. In normal times a gain of 1.4 million jobs would be impressive, even if some of those jobs were a temporary blip associated with the census. But we’re still more than 11 million jobs down from where we were in February.
And the situation remains dire for the hardest-hit workers. The pandemic slump disproportionately hit workers in the leisure and hospitality sector — think restaurants — and employment in that sector is still down around 25 percent, while the unemployment rate for workers in the industry is still over 20 percent, more than four times what it was a year ago.
In part because of where the slump was concentrated, the unemployed tend to be Americans who were earning low wages even before the slump. And one disturbing fact about the August report was that average wages rose. No, that’s not a misprint: If the low-wage workers hit worst by the slump were being rehired, we’d expect average wages to fall, as they did during the snapback of May and June. Rising average wages at this point are a sign that those who really need jobs aren’t getting them.
So the economy is still bypassing those who need a recovery most.
Yet most of the safety net that temporarily sustained the economic victims of the coronavirus has been torn down.
The CARES Act, enacted in March, gave the unemployed an extra $600 a week in benefits. This supplement played a crucial role in limiting extreme hardship; poverty may even have gone down.
But the supplement ended on July 31, and all indications are that Republicans in the Senate will do nothing to restore aid before the election. President Trump’s attempt to implement a $300 per week supplement by executive action will fail to reach many and prove inadequate even for those who get it. Families may have scraped by for a few weeks on saved money, but things are about to get very hard for millions.
The bottom line here is that before you cite economic statistics, you want to think about what they mean for people and their lives. The data aren’t meaningless: A million jobs gained is better than a million jobs lost, and growing G.D.P. is better than shrinking G.D.P. But there is often a disconnect between the headline numbers and the reality of American life, and that is especially true right now.
The fact is that this economy just isn’t working for many Americans, who are facing hard times that — thanks to political decisions by Trump and his allies — are just getting harder.
La povertà nazionale complessiva è in crescita,
di Paul Krugman
State meglio adesso di come stavate a luglio?
In apparenza, non ci dovrebbe neanche essere ragione per chiederlo. Dopo tutto, le azioni sono in salita; l’economia è aumentata di più di un milione di posti di lavoro ad “agosto” (spiegherò in un attimo il motivo delle virgolette); le stime preliminari dicono che nel terzo trimestre, che termina questo mese, il PIL sta crescendo rapidamente.
Ma il mercato azionario non è l’economia: più della metà di tutte le azioni sono possedute da solo l’1 per cento degli americani, mentre la metà più povera della popolazione possiede soltanto lo 0,7 per cento del mercato.
I posti di lavoro e il PIL, all’opposto, sono più o meno l’economia. Ma non sono lo scopo dell’economia. Quello che alcuni economisti e molti politici spesso dimenticano è che l’economia non riguarda fondamentalmente i dati, ma le persone. Mi piacciono molto i dati, probabilmente più di una persona qualsiasi. Ma un successo in economia non dovrebbe essere giudicato da statistiche impersonali, ma dal fatto che la vita delle persone stia diventando migliore.
E la semplice verità è che nelle poche settimane passate le vite degli americani sono diventate molto peggiori.
Ovviamente questo è vero per i circa 30.000 americani che sono morti per il Covid-19 in agosto – a confronto, sono morte soltanto 4.000 persone nell’Unione Europea, che ha una popolazione maggiore – in aggiunta al gran numero di nostri cittadini che hanno subito danni di lungo termine alla salute. E non guardate adesso, ma il numero dei nuovi casi di coronavirus, che era in calo, sembra si sia stabilizzato [1]; tra il Giorno del Lavoro [2] e la riapertura delle scuole, c’è una buona possibilità che la situazione del virus sia destinata ad un altro peggioramento.
Ma le cose sono già diventate peggiori per milioni di famiglie che, in conseguenza della pandemia, hanno perso la maggior parte del loro reddito normale e non sono ancora tornate indietro. Nei primi mesi della depressione pandemica molti di questi americani se la cavavano grazie agli aiuti federali dell’emergenza. Ma alla fine di luglio buona parte di quell’aiuto è stata tagliata, e nonostante gli aumenti dei posti di lavoro siamo nel mezzo di una grande crescita della povertà nazionale.
Parliamo dunque di quel rapporto sull’occupazione.
Una cosa importante da tenere a mente sulle statistiche ufficiali mensili dei posti di lavoro è che sono basate su sondaggi che vengono condotti nella seconda settimana del mese. Questa è la ragione per la quale ho messo le virgolette su “agosto”: quello che il rapporto di venerdì in realtà ci ha consegnato è un’istantanea delle condizioni del mercato del lavoro attorno al 12 di agosto.
Questo può essere importante. Statistiche private indicano un rallentamento nella crescita dei posti di lavoro a partire dalla fine di luglio. Dunque il prossimo rapporto sull’occupazione, che sarà basato sui dati raccolti questa settimana – e che sarà anche l’ultimo rapporto prima delle elezioni – probabilmente (non certamente) sarà più debole di quello passato.
In ogni caso, il rapporto di agosto non era formidabile considerato il contesto. In tempi normali un guadagno di 1 milione e 400 mila posti di lavoro sarebbe impressionante, anche se alcuni di quei posti di lavoro erano un’anomalia dipendente dal censimento. Ma siamo a 11 milioni di posti di lavoro in meno rispetto a febbraio.
E la situazione rimane terribile per i lavoratori colpiti più duramente. La recessione pandemica colpisce sproporzionatamente i lavoratori del settore del tempo libero e della accoglienza – si pensi ai ristoranti – e l’occupazione in quel settore è ancora sotto di circa il 25 per cento, mentre il tasso di disoccupazione per i lavoratori dell’industria è ancora superiore al 20 per cento, più di quattro volte rispetto ad un anno fa.
In parte a seguito di dove la recessione si è concentrata, i disoccupati tendono ad essere gli americani che percepivano bassi salari anche prima della crisi. E un fatto preoccupante nel rapporto di agosto era che i salari medi crescevano. No, non è un errore di stampa: se i lavoratori con bassi salari colpiti più duramente dalla recessione venissero riassunti, ci si aspetterebbe un calo dei salari medi, come accadde durante il breve recupero di maggio e giugno. A questo punto i salari medi in crescita sono un segno che coloro che hanno davvero bisogno di posti di lavoro non li trovano.
Dunque l’economia sta ancora ignorando coloro che hanno maggiormente bisogno della ripresa.
Tuttavia, la maggior parte della rete di sicurezza che sosteneva le vittime economiche del coronavirus è stata abbattuta.
La Legge CARES, approvata a marzo, dava ai disoccupati una aggiunta settimanale di 600 dollari di sussidio. Questo supplemento ha avuto un ruolo cruciale nel limitare le difficoltà più gravi; la povertà può persino essere calata.
Ma l’aggiunta è scaduta il 31 di luglio, e tutte le indicazioni sono che i repubblicani non faranno niente per ripristinare l’aiuto prima delle elezioni. Il tentativo del Presidente Trump di porre in essere un supplemento di 300 dollari alla settimana attraverso una ordinanza esecutiva non riuscirà a raggiungere molte persone e sarà inadeguato persino per coloro che lo avranno. Le famiglie per poche settimane potranno raschiare il fondo dei soldi risparmiati, ma la situazione sta diventando difficile per milioni di persone.
La morale della favola è che prima di citare le statistiche economiche, bisognerebbe pensare a cosa esse comportano per le persone e le loro esistenze. I dati non sono insignificanti: un milione di posti di lavoro guadagnati sono meglio di un milione di posti di lavoro persi, e il PIL in crescita è meglio del PIL che si restringe. Ma c’è spesso una disconnessione tra i numeri dei titoli dei giornali e la realtà della vita degli americani, che è particolarmente vera di questi tempi.
Il fatto è che questa economia per molti americani non sta proprio funzionando e per coloro che stanno affrontando giorni difficili – grazie alle decisioni politiche di Trump e dei suoi alleati – i tempi stanno soltanto diventando più difficili.
[1] Dalla tabella nella connessione si comprende che i casi medi giornalieri – che raggiungevano il numero di 66.000 a luglio – sono scesi a circa 41.000 il 25 agosto, per restare a quel livello sino al 6 settembre.
[2] La festa federale del Giorno del Lavoro si celebra in America il primo lunedì di settembre.
By mm
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