oct 29, 2020
By Paul Krugman
Donald Trump lies a lot. In fact, he lies so often that several media organizations try to keep a running tally, and even try to draw political inferences from fluctuations in the number of lies he tells in a given month (although the trend has been relentlessly upward).
But we’ve crossed some kind of threshold in the past few weeks. It’s not so much that Trump is lying more as that the lies have become qualitatively different — even more blatant, and increasingly untethered to any plausible political strategy.
Back in the day, Trump lies tended to be those like his repeated claims that he was about to unroll a health care plan that would be far better and cheaper than Obamacare, while protecting pre-existing conditions.
Those of us following the issue closely knew that there was no such plan, indeed that there couldn’t be given the logic of health insurance; we also knew that he had made the same promise many times, but never delivered.
But ordinary voters aren’t experts in health policy and might not have remembered all those broken promises, so there was at least a chance that some people would be fooled.
In a way, Trump’s claims to be the victim of a vast “deep state” conspiracy were similar. They were obvious nonsense to people familiar with how the government actually works. But many voters aren’t experts in civics, and the conspiracy theorizing — like his claims that all negative reports are “fake news” — helped shield him from awkward facts.
But Trump’s recent lies have been different.
On Tuesday the White House science office went beyond Trump’s now-standard claims that we’re “rounding the corner” on the coronavirus and declared that one of the administration’s major achievements was “ending the Covid-19 pandemic.”
Who was that supposed to convince, when almost everyone is aware not only that the pandemic continues, but that coronavirus cases and hospitalizations are surging? All it did was make Trump look even more out of touch.
Wait, it gets worse. In last week’s debate, Trump declared that New York is a “ghost town.” Eight million people can see with their naked eyes that it isn’t.
On Monday, campaigning in Pennsylvania, Trump repeatedly claimed that thanks to the state’s Democratic governor, “You can’t go to church.” Thousands of churchgoing Pennsylvanians know that this simply isn’t true.
On Wednesday, campaigning in Arizona, Trump went on a rant about California, where “you have a special mask. You cannot under any circumstances take it off. You have to eat through the mask. Right, right, Charlie? It’s a very complex mechanism.” As 39 million California residents can tell you, nothing remotely like that exists.
Again, who is this supposed to convince? It’s hard to see any political upside to such ludicrous confabulations, which demand that people reject their own direct experience. All they do — I hate to say this, but it’s obvious — is raise questions about the president’s stability.
So what’s going on? Trump wouldn’t be the first politician to lash out wildly in the face of electoral defeat. “You won’t have Nixon to kick around anymore.” Remember, also, that Roy Moore, defeated in Alabama’s 2017 special Senate election, never conceded.
In fact, almost everyone expects the mother of all temper tantrums, quite possibly including calls for violence, if Trump does, in fact, lose next week. To some extent he may just be getting an early start.
But there’s also, I’d argue, something deeper going on. What Trump has been revealing, more clearly than ever before, is that he has a totalitarian mind-set.
After those bizarre claims about California masks, I reread George Orwell’s classic essay “Looking Back on the Spanish War.” Observing Spain’s fascists and their fellow travelers — including many in the British press! — Orwell worried that “the very concept of objective truth is fading out of the world.” He feared a future in which, if the Leader “says that two and two are five — well, two and two are five.”
The point is that for Trump and many of his supporters, that future has already arrived. Does he believe that there’s any truth behind his bizarre claims that Californians are being forced to eat through complicated masks? That’s a bad question, because he doesn’t accept that there is such a thing as objective truth. There are things he wants to believe, and so he does; there are other things he doesn’t want to believe, so he doesn’t.
What’s scary about all this isn’t just the possibility that Trump may yet win — or steal — a second term. It’s the fact that almost his entire party, and tens of millions of voters, seem perfectly willing to follow him into the abyss.
Indeed, current Republican strategy is almost entirely based on trying to scare voters about bad things that aren’t happening — like a vast wave of anarchist violence sweeping America’s cities — while not noticing bad things that really are happening, like the pandemic and climate change.
This strategy may or may not work; this year it probably won’t. But either way, it will poison America’s political life for many years to come.
Bugie, dannate bugie e i raduni di Trump,
di Paul Krugman
Donald Trump dice molte bugie. Di fatto, ne dice così spesso che varie agenzie dell’informazione cercano di tenerne un conteggio e cercano persino di dedurre le implicazioni sulla politica dalle fluttuazioni del numero delle bugie che dice in un dato mese (per quanto la sua tendenza sia stata incessantemente verso la crescita).
Ma nelle settimane passate abbiamo oltrepassato una sorta di soglia. Non è tanto quello su cui Trump mente, quanto che le bugie sono diventate qualitativamente diverse – persino più sfacciate, e sempre più scollegate con qualsiasi plausibile strategia politica.
In passato, le bugie di Trump erano del genere delle sue insistite pretese secondo le quali stava per dispiegare un piano di assistenza sanitaria che sarebbe stato di gran lunga migliore e più economico della riforma di Obama, proteggendo le patologie preesistenti.
Chi tra noi seguiva quel tema in modo ravvicinato sapeva che non c’era alcun piano del genere, in effetti che non poteva esserci data la logica della assicurazione sanitaria; sapevamo anche che aveva fatto la stessa promessa molte volte, senza mai onorarla.
Ma gli elettori comuni non sono esperti di politica sanitaria e potevano non ricordarsi di tutte quelle promesse a vuoto, dunque c’era almeno una possibilità di ingannare qualcuno.
In un certo senso, le pretese di Trump di essere vittima di una ampia cospirazione del “ventre molle dello Stato” erano simili. Erano ovviamente prive di senso per le persone che sanno come in realtà funzioni il Governo. Ma molti elettori non sono esperti in educazione civica, e le teorie cospirative – come la sua pretesa che tutti i rapporti negativi siano “false notizie” – contribuivano a proteggerlo dai fatti imbarazzanti.
Ma le recenti bugie di Trump sono diverse.
Giovedì l’Ufficio scientifico della Casa Bianca è andato oltre le pretese, ormai divenute ordinarie, di Trump secondo le quali staremmo “girando l’angolo” sul coronavirus e ha dichiarato che una delle principali realizzazioni della Amministrazione è stata “mettere fine alla pandemia da Covid-19”. Chi si pensava di convincere in quel modo, quando quasi tutti sono consapevoli non soltanto che la pandemia continua, ma che i casi di coronavirus e le ospedalizzazioni sono in crescita? Tutto quello che ciò ha provocato è stato far apparire Trump persino più fuori dal mondo.
Aspettate, c’è di peggio. Nel dibattito della scorsa settimana, Trump ha dichiarato che New York è una “città fantasma”. Otto milioni di persone possono constatare con i loro occhi che non è così.
Lunedì, facendo campagna elettorale in Pennsylvania, Trump ha ripetutamente sostenuto che grazie al Governatore democratico dello Stato, “non potete andare in chiesa”. Migliaia di fedeli della Pennsylvania sanno che questo è semplicemente falso.
Mercoledì, facendo campagna elettorale in Arizona Trump ha proseguito con una filippica sulla California, dove “si deve usare una mascherina speciale. In certe circostanze non potete toglierla. Dovete mangiare attraverso la maschera. Non è così, Charlie? È un meccanismo molto complicato.” Come 39 milioni di residenti della California possono dirvi, non esiste neanche lontanamente qualcosa del genere.
Ancora, chi si pensava di convincere? È difficile scorgere un qualche lato positivo in tali affabulazioni ridicole, che chiedono alle persone di rigettare la loro diretta esperienza personale. Tutto quello che fanno – non mi piace dirlo, ma è evidente – è sollevare domande sulla stabilità del Presidente.
Dunque, cosa sta succedendo? Trump non sarebbe il primo uomo politico a dire spropositi a fronte di una sconfitta elettorale. “Non avrete più da maltrattare Nixon” [1]. Si ricordi anche che Roy Moore, sconfitto nel 2017 in Alabama nelle elezioni speciali per il Senato, non lo riconobbe mai
Di fatto, quasi tutti si aspettano la madre di tutti gli scatti d’ira, inclusi abbastanza probabilmente appelli alla violenza, se Trump sarà effettivamente sconfitto la prossima settimana. In qualche misura può darsi che egli stia partendo in anticipo.
Ma direi che c’è anche qualcosa di più profondo che sta accadendo. Quello che Trump sta rivelando, con maggiore chiarezza che mai nel passato, è che ha una mentalità totalitaria.
Dopo quei curiosi argomenti sulle mascherine della California, sono tornato a leggere il classico saggio di George Orwell “Ripensando alla guerra di Spagna”. Osservando i fascisti spagnoli e i loro compagni di viaggio – inclusi molti nella stampa britannica! – Orwell si preoccupava perché “proprio l’idea della verità oggettiva si sta dissolvendo nel mondo”. Temeva un futuro nel quale, se il Capo “dice che due più due fa cinque – ebbene, due più due fa cinque.”
Il punto è che per Trump e per molti dei suoi sostenitori, questo futuro è già arrivato. Crede davvero che ci sia qualche verità nelle sue bizzarre pretese secondo le quali i californiani vengono costretti a mangiare attraverso mascherine complicate? È una domanda malposta, dato che lui non accetta che esista qualcosa come la verità oggettiva. Ci sono cose che vuole credere, e dunque lo fa; ce ne sono altre che non vuole credere, e dunque non lo fa.
Quello che è spaventoso in tutto questo non è solo la possibilità che Trump possa ancora vincere . o rubare – un secondo mandato. È il fatto che quasi tutto il suo partito, e decine di milioni di elettori, sembrano perfettamente disponibili a seguirlo nell’abisso.
In effetti, l’attuale strategia repubblicana è quasi interamente basata sul tentativo di atterrire gli elettori per cose terribili che non stanno accadendo – come una vasta ondata di violenza anarchica che starebbe dilagando nelle città americane – mentre non si osservano le cose terribili che stanno davvero accadendo, come la pandemia e il cambiamento del clima.
Può darsi che questa strategia funzioni o può darsi che non funzioni; quest’anno probabilmente non funzionerà. Ma, in ogni modo, avvelenerà il clima politico dell’America per molti anni a venire.
[1] È la frase famosa con la quale Nixon aprì la conferenza stampa dopo essere stato sconfitto nelle elezioni per il Governatore della California nel novembre del 1962 dal democratico Pat Brown. La sconfitta ebbe clamore, perché all’epoca la California era tradizionalmente uno Stato repubblicano. Venne considerata rilevante, lui stesso la definì “la mia ultima conferenza stampa”, perché parve un segno di patente inadeguatezza e un abbandono dei suoi propositi presidenziali nazionali, che invece continuò a perseguire sino alla vittoria nelle elezioni del 1968.
By mm
E' possibile commentare l'articolo nell'area "Commenti del Mese"