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Come il Partito Repubblicano può comunque rovinare l’America, di Paul Krugman (New York Times, 15 ottobre 2020)

Oct 15, 2020

How the G.O.P. Can Still Wreck America

By Paul Krugman

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After 2016, nobody will or should take anything for granted, but at this point Joe Biden is strongly favored to beat Donald Trump, quite possibly by a landslide. However, Trump’s party may still be in a position to inflict enormous damage on America and the world over the next few years.

For one thing, while Democrats are also favored to take control of the Senate, the odds aren’t nearly as high as they are in the presidential race. Why? Because the Senate, which gives the average voter in Wyoming 70 times as much weight as the average voter in California, is a deeply unrepresentative body.

And it looks as if a president who is probably about to become a lame duck — and who lost the popular vote even in 2016 — together with a Senate that represents a minority of the American people are about to install a right-wing supermajority on the Supreme Court.

If you want a preview of how badly this can go, look at what’s happening in Wisconsin.

In 2018, Wisconsin voters elected a Democratic governor. A strong majority — 53 percent — also voted for Democratic legislators. But given the way the state’s districts are drawn, Democrats ended up with only 36 out of 99 seats in the State Assembly. And Wisconsin’s elected judiciary is also dominated by Republicans.

You probably won’t be surprised to hear that the Wisconsin G.O.P. has tried to use its remaining power to undermine Gov. Tony Evers. What you may not know is that this power grab is now turning lethal.

You see, Wisconsin is experiencing a frightening coronavirus surge, which looks on track to match the wave that hit Arizona in the summer. Arizona eventually contained that surge with mask mandates, bar closures and limits on indoor gatherings. But Wisconsin’s Republican legislature has obstructed Evers’s attempts to get control of the pandemic. And on Wednesday a Republican judge blocked an order limiting the number of people who can gather in bars and other public places.

In Wisconsin, then, a party rejected by the voters is nonetheless managing to inflict immense damage, probably including hundreds of unnecessary deaths. And something similar but far worse could all too easily play out on a national level.

First of all, while Trump has very little chance of winning the popular vote, he might still eke out an Electoral College victory. If he does, it could be the end of American democracy.

A more likely outcome is that Trump loses but Republicans hold the Senate. In that case, we know exactly what will happen: fiscal sabotage on a grand scale. That is, the G.O.P., which has been completely indifferent to budget deficits under Trump, will suddenly rediscover the evils of government debt and block every effort by a Biden administration to sustain the economy and living standards in the face of a pandemic.

And even if Democrats take both the Senate and the White House, they’re now almost certain to face a 6-3 Supreme Court — that is, a court dominated by appointees of an increasingly extremist party that has only won the popular vote for president once in the past three decades.

In the hearings for Amy Coney Barrett, Democrats have, rightly and understandably, hammered on the possibility that such a court would use transparently spurious arguments to overturn the Affordable Care Act, causing tens of millions of Americans to lose health insurance coverage. Roe v. Wade is also in obvious danger.

But I’d argue that the biggest threat this court will pose is to environmental policy.

Put it this way: Charles Koch is reportedly investing millions trying to get Barrett confirmed. That’s not because he’s passionately opposed to abortion rights, or, probably, even because he wants the A.C.A. overturned. What he’s looking for, surely, is a court that will block government regulation of business — and above all a court that will hamstring a Biden administration’s efforts to take action against climate change.

Sure enough, during her hearing, Barrett, asked about climate change, uttered the dreaded words, “I’m certainly not a scientist.” At this point everyone knows what that means. It’s not an expression of humility; it’s a signal that the speaker intends to ignore the science and to oppose any attempt to avert the biggest threat facing humanity.

It’s hard to overstate just how dangerous it will be if the power of the Supreme Court ends up being used to undermine environmental protection. Biden has made it clear that climate action will be at the core of his economic agenda. And this action would come not a moment too soon. We’re already starting to see the effects of global warming in the form of fires and floods, and if we waste the next few years it will probably be too late to avoid catastrophe.

In other words, if a G.O.P.-stacked Supreme Court blocks effective climate policy, it won’t just be an outrage, it will be a disaster, for America and the world. So that can’t be allowed to happen. Never mind all the talk about norms (which only seem to apply to Democrats, anyway.) What’s at stake here could be the future of civilization.

 

Come il Partito Repubblicano può comunque rovinare l’America,

di Paul Krugman

 

Dopo l’esperienza del 2016, nessuno vorrà o dovrebbe prendere niente per sicuro, ma a questo punto l’ipotesi che Joe Biden sconfigga Donald Trump è fortemente accreditata, e abbastanza probabilmente con una vittora schiacciante. Tuttavia, il partito di Trump può ancora essere nella condizione di infliggere un enorme danno all’America e al mondo nei prossimi anni.

Da una parte, seppure i democratici siano anche favoriti di assumere il controllo del Senato, le probabilità non sono neanche lontanamente così alte come sono per la competizione presidenziale. Perché? Perché il Senato, che dà all’elettore medio del Wyoming un peso pari a 70 volte quello di un elettore medio della California, è un organismo profondamente non rappresentativo.

E a quanto pare un Presidente che sta probabilmente per diventare ‘un’anatra zoppa’ [1] – e che perse al voto popolare persino nel 2016 – assieme ad un Senato che rappresenta una minoranza del popolo americano, sono prossimi ad installare una supermaggioranza di destra alla Corte Suprema.

Se volete un assaggio di quanto male può andare a finire, guardate a cosa sta succedendo nel Wisconsin.

Nel 2018, gli elettori del Wisconsin elessero un Governatore democratico. Una forte maggioranza – il 53 per cento – votò anche per i parlamentari democratici. Ma dato il modo in cui i distretti dello Stato sono disegnati, i democratici finirono soltanto con 33 dei 99 seggi nell’Assemblea dello Stato. E anche il sistema giudiziario elettivo del Wisconsin è dominato dai repubblicani.

Probabilmente non sarete sorpresi di sentir dire che il Partito Repubblicano del Wisconsin ha cercato di utilizzare la sua permanenza al potere per minare ol Governatore Tony Evers. Quello che forse non sapete è che questo afferrarsi al potere sta adesso diventando letale.

Dovete sapere che il Wisconsin sta facendo l’esperienza di una spaventosa crescita del coronavirus, che sembra prossima a fare il pari con l’ondata che colpì l’Arizona nell’estate. Alla fine l’Arizona contenne quella impennata con l’obbligo delle mascherine, la chiusura dei bar e le limitazioni alle riunioni al chiuso. Ma l’assemblea legislativa del Wisconsin ha fatto ostruzionismo ai tentativi di Evers di mettere sotto controllo la pandemia. E mercoledì un giudice repubblicano ha bloccato un’ordinanza che limita il numero delle persone che possono riunirsi nei bar e in altri luoghi pubblici.

Nel Wisconsin, dunque, un partito respinto dagli elettori è nondimeno nelle condizioni di infliggere un danno immenso, incluse probabilmente centinaia di morti evitabili. E qualcosa di simile anche se molto peggiore potrebbe anche troppo facilmente andare in scena ad un livello nazionale.

Prima di tutto, mentre Trump ha molte poche possibilità di aggiudicarsi il voto popolare, potrebbe ancora raggranellare una vittoria nel Collegio Elettorale. Se lo facesse, potrebbe essere la fine della democrazia americana.

Un risultato più probabile è che Trump perda ma i repubblicani mantengano il Senato. In quel caso sappiamo con esattezza cosa accadrà: un sabotaggio su grande scala delle finanze pubbliche. Ovvero, il Partito Repubblicano, che è stato completamente indifferente ai deficit di bilancio sotto Trump, riscoprirà d’un tratto i mali del debito pubblico e bloccherà ogni sforzo della Amministrazione Biden di sostenere l’economia e i livelli di vita di fronte all’epidemia.

E persino se i democratici conquistassero sia il Senato che la Casa Bianca [2], adesso sono certi di dover affrontare una Corte Suprema in un rapporto di 6 a 3 – ovvero, una Corte dominata da nominati da un partito sempre più estremista che ha ottenuto la maggioranza dei voti popolari per la presidenza solo una volta nei trent’anni passati.

Nelle audizioni per Amy Coney Barrett [3], i democratici, giustamente e comprensibilmente, hanno incalzato sulla possibilità che una Corte del genere possa usare argomenti evidentemente spuri per rovesciare la Legge sulla Assistenza Sostenibile, provocando la perdita dell assicurazione sanitaria a milioni di americani. Anche la sentenza Roe contro Wade [4] è evidentemente a rischio.

Eppure sosterrei che la più grande minaccia rappresentata da questa Corte è verso la politica ambientale.

Mettiamola in questo modo: secondo quanto si dice Charles Koch [5] sta investendo milioni per cercare di favorire una conferma della Barrett. Non dipende dal fatto che sia appassionatamente contrario ai diritti dell’aborto, o forse, nemmeno perché voglia rovesciare la riforma sanitaria. Quello che certamente si propone è una Corte che blocchi le regolamentazioni governative sulle imprese – e soprattutto una Corte che azzoppi gli sforzi di una Amministrazione Biden per assumere iniziative contro il cambiamento climatico.

Quello che è certo è che, durante la sua audizione, la Barrett, richiesta di un parere sul cambiamento climatico, ha pronunciato le paventate parole: “Certamente io non sono una scienziata”. A questo punto, tutti sanno cosa abbia inteso. Non era una espressione di umiltà; era il segnale che colei che parlava intende ignorare la scienza ed opporsi ad ogni tentativo di sfuggire alla più grande minaccia dinanzi alla quale si trova l’umanità.

È difficile sopravvalutare quanto sarà precisamente pericoloso se il potere della Corte Suprema finisse con l’essere usato per mettere a repentaglio la protezione dell’ambiente. Biden ha messo in chiaro che l’iniziativa sul clima sarà al centro del suo programma economico. E tale iniziativa non sarebbe certo prematura. Stiamo già cominciando a vedere gli effetti del riscaldamento globale sotto forma di incendi e inondazioni, e se sprechiamo i prossimi anni sarà poi probabilmente troppo tardi per evitare una ctastrofe.

In altre parole, se una Corte Suprema confezionata dal Partito Repubblicano bloccasse una politica climatica efficace, non sarebbe solo uno scandalo, sarebbe un disastro, per l’America e per il mondo. Non è mai importante tutto quello che si dice sulle norme (la qualcosa, in ogni caso, sembra si applichi solo ai democratici). Quello che in questo caso è in gioco potrebbe essere il futuro della civiltà.

 

 

 

 

 

 

[1] Nel senso che nel trimestre nel quale Trump resterà in carica, anche dopo la sua eventuale sconfitta, sarà comunque un Presidente dimezzato.

[2] Data la quasi sostanziale proporzionalità del meccanismo elettorale per la Camera dei Rappresentanti, quel ramo del Congresso sarà quasi certamente a maggioranza democratica, come è adesso.

[3] Amy Vivian Coney Barrett (New Orleans28 gennaio 1972) è un avvocato e giurista statunitense, dal 2017 giudice di circoscrizione presso la Corte d’Appello degli Stati Uniti per il Settimo Distretto a Chicago. La filosofia giudiziaria di Barrett è stata paragonata a quella del suo ex capo, Antonin Scalia,[1] che assorbe i principi della “dottrina originalista”: la Costituzione non va interpretata ma applicata alla lettera. (Wikipedia)

È stata designata in fretta e furia da Trump per sostituire una componente defunta della Corte, e adesso sono in corso le audizioni (hearings) per la valutazione di rito della candidatura.

[4] Roe contro Wade (Roe vs. Wade in inglese) è una storica sentenza della Corte suprema degli Stati Uniti d’America del 1973 che rappresenta uno dei principali precedenti riguardo alla legislazione sull’aborto.

Prima di tale sentenza, l’aborto era disciplinato da ciascuno Stato dell’unione, con legge propria. In almeno 30 Stati era previsto come reato di common law, cioè non poteva essere praticato in nessun caso. In 13 Stati era legale nei seguenti casi: pericolo per la donna, stupro, incesto o malformazioni fetali. In 3 Stati era legale solo in caso di stupro e di pericolo per la donna. Solo in 4 Stati unico requisito legale era la richiesta della donna. Nel 1972 la causa approda alla Corte suprema degli Stati Uniti, che decide con sentenza del 22 gennaio 1973. Ciò che veniva chiesto ai giudici era se la Costituzione federale riconoscesse un diritto all’aborto anche in assenza di problemi di salute della donna, del feto e di ogni altra circostanza che non fosse la libera scelta della donna. La decisione venne presa con una maggioranza di 7 giudici a favore e 2 contrari. Si fondò su un’interpretazione non nuova del Quattordicesimo Emendamento

Secondo questa interpretazione, ormai accolta dalla giurisprudenza costituzionale statunitense, esiste un diritto alla privacy inteso come diritto alla libera scelta di ciò che attiene alla sfera più intima dell’individuo. La Corte suprema riconosce il diritto all’aborto in un’ottica di limitazione dell’ingerenza statale. Comunque il diritto ad abortire della donna, in questa sentenza, non è definito assoluto, poiché lo Stato avrebbe il dovere di intervenire in talune circostanze, che coincidono in particolare con il tempo di gestazione. La sentenza enuncia quindi due principi:

  • l’aborto è possibile per qualsiasi ragione la donna lo voglia fino al punto in cui il fetodiventa in grado di sopravvivere al di fuori dell’utero materno, anche con l’ausilio di un supporto artificiale. Questa condizione si verifica in media intorno ai sette mesi (28 settimane), ma può presentarsi prima, anche alla 24ª settimana;
  • in caso di pericolo per la salute della donna, l’aborto è legale anche qualora la soglia oltre il quale il feto è in grado di sopravvivere al di fuori dell’utero materno sia stata sorpassata.

Questa sentenza della Corte ha condizionato le leggi di 46 Stati. La sentenza Roe contro Wade ha influenzato la politica nazionale statunitense, dividendo gran parte del paese tra pro-Roe (per la libertà di abortire) e pro-Wade (per il diritto alla vita) e ispirando gruppi di attivisti su entrambi i fronti. (Wikipedia)

[5] Uno dei ‘Fratelli Koch”, la potente famiglia che domina l’industria dei combustibili fossili e finanzia lautamente la destra americana.

 

 

 

 

 

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