Oct 5, 2020
By Paul Krugman
On Monday morning America’s most prominent beneficiary of socialized medicine, in the process of receiving expensive, taxpayer-financed care at a government-run hospital, was tweeting furiously. One of President Trump’s manic missives particularly caught the eyes of health care experts: his exhortation to “PROTECT PREEXISTING CONDITIONS. VOTE!”
As always, it’s not clear whether Trump is merely being cynical or whether he is also genuinely ignorant.
He’s definitely lying when he claims to have a plan that’s better and cheaper than Obamacare. No such plan exists, and he has to know that.
But does he know that Americans with pre-existing medical conditions are already protected by the Affordable Care Act, which his administration is asking the Supreme Court to overturn? Does he realize that the reason his party has never offered an acceptable alternative to the A.C.A., in particular an alternative that would protect pre-existing conditions, is that no such alternative is possible? That’s less clear.
In any case, how the nation votes will indeed make a huge difference to the future of health care — and not just because Trump, if he holds on to power, will almost surely find a way to destroy Obamacare, causing tens of millions of Americans to lose health insurance. Joe Biden, if he wins (and gets a Democratic Senate), will make a big difference in the other direction, substantially expanding coverage and reducing premiums for middle-class families.
The second part of this statement may come as news to many readers, because Biden’s health proposals haven’t drawn much attention so far.
Why not? One reason is that the election is — rightly — being seen mainly as a referendum on Trump rather than on likely Democratic policy. Another is that since the Democratic primary fight pitted Biden against rivals calling for radical changes in health policy, many people assume that the winner of that fight, who rejected those radical proposals, wouldn’t change much.
But while Biden is indeed proposing incremental change rather than Medicare for All, we’re talking about some big increments. Independent estimates suggest that under Biden’s plan, 15 million to 20 million Americans would gain health insurance. And premiums would fall sharply, especially for middle-class families.
What policy changes are we talking about? To the extent that the Biden plan has received any attention at all, this attention has largely been focused on his proposed introduction of a “public option” — a Medicare-like plan that individuals could buy instead of purchasing private insurance. This option might be a first step toward a single-payer system, but it would be a small step, and in the near term would be much less important than other aspects of the plan.
First and foremost, the Biden plan — Bidencare? ObamaBidencare? — would substantially increase the subsidies that currently help many but not all Americans who don’t get insurance from their employers.
The Affordable Care Act, as passed in 2010, was underfunded, because Democrats wanted to hold down the headline cost. This meant that premiums and co-payments were and are too high for many families. Since then, however, the politics have shifted: Public opinion has shifted in favor of the A.C.A., the Democratic Party has moved somewhat to the left and Republican willingness to ram through expensive, unfunded tax cuts has encouraged Democrats to be more aggressive.
So the Biden plan would increase subsidies and also remove the upper-income limit that prevents many middle-class families from receiving aid. This would cost a fair amount of money: The Committee for a Responsible Federal Budget puts the price tag at $850 billion over a decade. But it would cost far less than the 2017 tax cut, much of which went to corporations, which were supposed to respond by increasing investment, but didn’t.
The Biden plan would also automatically enroll low-income Americans in the public option, which is more important than it might sound. One of the defects of our system is that it’s complex and confusing, and those who need help the most are often the least able to navigate their way to getting it. Ideally we’d just move to a simpler system, but for now auto-enrollment would be an important palliative measure.
Oh, and the plan would also provide significant aid for long-term care, rural health, and mental health.
None of this amounts to revolutionary change — in contrast to Trump’s efforts to kill Obamacare, which would drastically change American health care, for the worse. But Bidencare would still be, as Biden didn’t quite say when President Barack Obama signed the A.C.A. into law, a pretty big deal.
True, America would still fall somewhat short of achieving what every other advanced country has — universal health care. But we’d get a lot closer, and many who currently have insurance coverage would see their costs fall and the quality of coverage improve.
So health care, including to PROTECT PRE-EXISTING CONDITIONS, really does need your VOTE! If Trump wins, Americans will lose that protection and many will lose their health insurance or see their premiums soar; if Biden wins, Americans will keep that protection and many will gain insurance or see their premiums fall.
L’assistenza sanitaria di Biden sarebbe un grande affare,
di Paul Krugman
Lunedì mattina il più eminente beneficiario della medicina socializzata, nel mentre riceveva assistenza a spese dei contribuenti presso un ospedale gestito dal Governo, stava twittando furiosamente. In particolare una delle maniacali missive del Presidente Trump ha attirato l’attenzione degli esperti di assistenza sanitaria: la sua esortazione: “Votate, per proteggere le patologie preesistenti!”
Come sempre, non è chiaro se Trump sia semplicemente cinico o sia anche realmente ignorante.
Di sicuro mente quando sostiene di avere un piano migliore e più economico della riforma di Obama. Tale piano non esiste, e lui lo sa.
Ma sa che gli americani con patologie preesistenti sono già protetti dalla Legge sulla Assistenza Sostenibile [1], che la su Amministrazione sta chiedendo alla Corte Suprema di cancellare? Comprende che la ragione per la quale il suo partito non ha mai offerto una alternativa accettabile alla legge di riforma, in particolare una alternativa che protegga le patologie preesistenti, è che tale alternativa non è possibile? Questo è meno chiaro.
In ogni caso, il voto della nazione farà in effetti una grande differenza sul futuro dell’assistenza sanitaria – e non solo perché Trump, se mantenesse il potere, quasi certamente troverà un modo per distruggere la riforma di Obama, facendo perdere la assicurazione sanitaria a decine di milioni di americani. Joe Biden, se vincesse (e ottenesse una maggioranza democratica al Senato) farebbe una grande differenza nella direzione opposta, ampliando sostanzialmente la copertura e riducendo le polizze per le famiglie della classe media [2].
La seconda parte di questa affermazione può apparire a molti lettori una novità, perché le proposte sulla sanità di Biden non hanno sinora attirato molta attenzione.
Perché no? Una ragione è che le elezioni vengono considerate – giustamente – in primo luogo come un referendum su Trump, anziché sulle probabili scelte politiche dei democratici. Un’altra è che, dal momento che la battaglia delle primarie democratiche ha messo a confronto Biden contro avversari che chiedevano radicali cambiamenti nella politica sanitaria, molte persone considerano che il vincitore di quella battaglia, che ha respinto quelle proposte radicali, non vorrà cambiare granché.
Ma, se Biden in effetti sta proponendo una cambiamento graduale anziché Medicare per tutti, stiamo parlando di alcuni incrementi graduali molto rilevanti. Stime indipendenti indicano che con il piano di Biden, da 15 a 20 milioni di americani otterrebbero l’assistenza sanitaria. E le polizze si ridurrebbero bruscamente, particolarmente per le famiglie di classe media. Di quali cambiamenti stiamo parlando? Nella misura in cui il piano di Biden ha ricevuto qualche attenzione, essa si è largamente concentrata sulla introduzione che viene proposta di una “opzione pubblica” – un piano come quello di Medicare che i singoli potrebbero acquistare al posto di una assicurazione privata. Questa opzione potrebbe essere un primo passo verso un sistema a pagamento centralizzato, ma sarebbe un piccolo passo e in breve tempo diverrebbe meno importante di altri aspetti del piano.
Anzitutto e principalmente, il piano Biden – come chiamarlo? Bidencare o ObamaBidencare? – aumenterebbe sostanzialmente i sussidi che attualmente aiutano molti americani, ma non tutti, che non ottengono l’assicurazione dai loro datori di lavoro [3].
La Legge sulla Assistenza Sostenibile, quando fu approvata nel 2010, era sotto finanziata, perché i democratici volevano tener basso il costo complessivo. Questo comportò che le polizze e la partecipazione al loro pagamento fossero e siano troppo elevati per molte famiglie. Da allora, tuttavia, la politica si è modificata: l’opinione pubblica si è spostata a favore della legge, il Partito Democratico si è un po’ spostato a sinistra e la volontà dei repubblicani di imporre sgravi fiscali costosi e non coperti da finanziamenti ha incoraggiato i democratici ad essere più aggressivi.
Dunque il piano Biden aumenterebbe i sussidi ed inoltre rimuoverebbe il limite di reddito inferiore che impedisce a molte famiglie della classe media di ricevere gli aiuti. Questo costerebbe una discreta quantità di denaro: la Commissione per un Bilancio Federale Responsabile colloca il prezzo a 850 miliardi di dollari in un decennio. Ma costerebbe molto meno del taglio delle tasse del 2017, gran parte del quale è andato alle società, che si supponeva rispondessero aumentando gli investimenti e non l’hanno fatto.
Il piano di Biden iscriverebbe anche automaticamente gli americani a basso reddito nella opzione pubblica, la qualcosa è più importante di quanto possa sembrare. Uno dei difetti del nostro sistema è che è complesso e disorienta, e coloro che hanno bisogno di aiuto sono spesso i meno capaci a destreggiarsi per ottenerlo. L’ideale sarebbe spostarsi ad un sistema più semplice, ma per adesso l’auto iscrizione sarebbe una importante misura palliativa.
Inoltre il piano fornirebbe anche un aiuto significativo per l’assistenza a lungo termine, per la sanità nelle zone rurali e per i malati di mente.
Niente di questo costituisce un cambiamento rivoluzionario – all’opposto degli sforzi di Trump di liquidare la riforma sanitaria di Obama, che cambierebbero drasticamente l’assistenza sanitaria americana, in peggio. Ma l’assistenza sanitaria di Biden, sarebbe tuttavia, come Biden non disse nel modo più elegante [4] quando Obama sottoscrisse la legge di riforma, un grosso affare. È vero, l’America non riuscirebbe ancora a realizzare quello che tutti gli altri paesi avanzati hanno – una assistenza sanitaria universalistica. Ma ci avvicineremmo molto, e molti di coloro che attualmente hanno una copertura assicurativa vedrebbero scendere i loro costi e migliorare la qualità della assistenza.
Dunque, l’assistenza sanitaria, inclusa la protezione delle patologie preesistenti, non ha proprio bisogno che votiate per Trump. Se Trump vince, gli americani perderanno quella protezione e molti perderanno la loro assicurazione sanitaria o vedranno le loro polizze salire alle stelle; se vince Biden, gli americani manterranno quella protezione e molti otterranno l’assicurazione o vedranno le loro polizze calare.
[1] Come abbiamo chiarito più volte nelle note, l‘importanza della questione delle “patologie preesistenti” dipende principalmente dal fatto che il numero degli americani che perdono-modificano il loro posto di lavoro è molto elevato. Ad ogni passaggio del genere, si perde anche la assicurazione sanitaria e si deve procurarsene un’altra; il tal modo ci si imbatte nella politica delle assicurazioni, che rendono assai più costose le nuove assicurazioni per coloro che hanno patologie pregresse rilevanti (problemi cardiaci, diabete, cancro). Ma, se ben capisco, anche quando una malattia si manifesta ex-novo, e non era contemplata nel piano assicurativo, ci si può imbattere in una forte revisione dei costi, e più in generale le polizze possono essere sottoposte a cambiamenti. In sostanza, la legge di Obama aveva al centro la eliminazione di questi odiosi sovraccosti assicurativi, ma la sua abrogazione li reintrodurrebbe obbligatoriamente.
[2] Si consideri che sono soprattutto le famiglie di classe media che pagano le assicurazioni sanitarie private; i più poveri e gli anziani hanno forme di assistenza pubblica, con Medicaid e Medicare. Ma ci sono anche, tra i più poveri, quelli che non hanno niente.
[3] La assicurazione sanitaria a carico dei datori di lavoro è assai diffusa, ma non è generalizzata: dipende dagli specifici contratti di lavoro che talora la prevedono e talora no.
[4] Questo è un aneddoto non molto noto. Biden secondo la stampa disse che la riforma era “un grosso affare”, ma alcuni registrarono più precisamente una affermazione un po’ troppo entusiastica, “a big fucking deal” (ovvero, all’incirca, un “grosso affare del cazzo”; dove, mi si consenta il dettaglio, la traduzione in italiano – che è letterale – non ha il significato diciamo così ‘riduttivo’ che ha di solito nella nostra lingua, ed indica piuttosto un forte apprezzamento). (da Huffpost, 25 maggio 2011)
By mm
E' possibile commentare l'articolo nell'area "Commenti del Mese"