oct 26, 2020
By Paul Krugman
As we head into the final stretch of the election, Covid-19 is on a roll.
Coronavirus cases keep hitting records — among other things, five aides to Vice President Mike Pence have tested positive. Hospitalizations, which lag behind cases, are soaring. And deaths, which lag even further behind, are starting to rise, too. Put it this way: Just between now and Election Day, we’re likely to lose almost twice as many Americans to Covid-19 as died on 9/11.
So how is the Trump administration responding? Actually doing anything about the pandemic is apparently off the table. What we’re getting instead is a multilevel public relations strategy: We’re doing a great job. Anyway, there’s nothing anyone can do. And besides, doctors are faking the numbers so they can make more money.
These are, of course, inconsistent stories, and the smearing of health care workers who put their lives on the line to save others is just vile. But none of this should surprise us.
This is, after all, Donald Trump. Also, we’ve seen this combination of denial, declared helplessness and conspiracy theorizing before: Trump and company are following the same strategy on Covid-19 that the right has long followed on climate change.
By now, almost everyone is familiar with the way Trump keeps moving the goal posts to claim success no matter how bad things get. Back in February he predicted zero cases “within a couple of days.” In the spring he said that it would go away when the weather got warmer. Lately he’s been claiming triumph because the coronavirus hasn’t killed 2.2 million people.
The administration was slower to admit that it was abjectly surrendering to Covid-19. But back in August Dr. Scott Atlas, a believer in “herd immunity” — basically letting the virus rip through most of the community — joined the White House coronavirus task force.
Atlas is a radiologist with no known expertise in infectious disease, and actual epidemiologists like Dr. Anthony Fauci are horrified by his ideas. But Atlas, not Fauci, appears to be calling the shots these days.
And on Sunday Mark Meadows, the White House chief of staff, made it more or less official, saying that “we are not going to control the pandemic” because it is a “contagious virus.”
This came after a rally in which Trump — who considers himself a victim because the media keep talking about “Covid, Covid, Covid” — claimed that coronavirus fatalities are being exaggerated because “doctors get more money and hospitals get more money” if they say that Covid-19 was the cause of death.
All of these excuses sound very familiar to anyone who has followed the climate debate over the years. According to the right, climate change isn’t happening; anyway, there’s nothing we can do about it without destroying the economy; and it’s all a hoax concocted by a global conspiracy of scientists, who are just in it for the money.
That last bit is, of course, projection. No, the overwhelming scientific consensus that we’re experiencing man-made global warming isn’t being driven by financial incentives — but those who reject that consensus are.
At this point, climate denial is largely sustained by a network of right-wing think tanks supported by fossil-fuel interests; that is, the “experts” claiming either that global warming isn’t happening or that nothing can be done about it are basically professional deniers, who make a living as “merchants of doubt.”
And Covid denial, it turns out, isn’t just a similar phenomenon; it’s being conducted by pretty much the same people.
Atlas and other administration officials have reportedly been strongly influenced by the Great Barrington Declaration, a manifesto on behalf of herd immunity that grew out of a meeting at the American Institute for Economic Research. What do we know about this institute?
Well, it is, not surprisingly, linked to the Charles Koch Institute. And a perusal of its website reveals that until recently it devoted much of its time to climate denial, putting out articles with titles like “Brazilians Should Keep Slashing Their Rainforest.”
More recently, however, the institute’s focus has shifted to Covid denial. Last month, for example, it published an article lauding Gov. Kristi Noem of South Dakota, whose refusal to take action against the coronavirus has turned her state into what the article called “a fortress of liberty and hope protected from the grasps of overbearing politicians.”
Since then, of course, South Dakota has experienced an explosion of infections and soaring hospitalizations, and is now seeing a rapid rise in Covid-19 deaths.
Was there ever a chance that Trump would take the pandemic seriously? Probably not. After all, he has always been a die-hard, conspiracy-theorizing denier of climate change, and his coronavirus response has come straight out of the climate-denier playbook.
In any case, we can predict with high accuracy what he will do if the polls are wrong, and he wins a second term. He will do nothing at all to fight the pandemic; he will, however, try to suppress the truth about what’s happening. And many, many more Americans will die.
Trump dice al coronavirus, “Io mi arrendo”,
di Paul Krugman
Mentre ci avviamo alla stretta finale delle elezioni, il Covid-19 sta andando alla grande.
I casi di coronavirus continuano a battere record – tra gli altri, cinque collaboratori del Vice Presidente Michael Pence sono risultati positivi al test. Le ospedalizzazioni, che vengono in ritardo sui casi, stanno andando alle stelle. E pure le morti, che arrivano anche più in ritardo, stanno cominciando a crescere. Diciamo così: tra oggi e il giorno delle elezioni, è probabile che perderemo per il Covid-19 quasi il doppio degli americani che morirono l’11 settembre.
Come sta dunque rispondendo l’Amministrazione Trump? In effetti, sembra che fare qualcosa sulla pandemia non sia una opzione contemplata. Quello che invece stiamo ricevendo è una strategia di pubbliche relazioni a vari livelli. Del tipo: stiamo facendo un gran lavoro; in ogni modo, nessuno potrebbe far niente e, inoltre, i dottori stanno falsificando i numeri in modo da fare più soldi.
Sono, come è evidente, racconti incoerenti, e insultare i lavoratori della assistenza sanitaria che rischiano le loro vite per salvare gli altri è proprio vile. Ma nessuno dovrebbe sorprendersi.
Dopo tutto, questo è Donald Trump. Inoltre, abbiamo visto in precedenza questa combinazione di negazionismo, di impotenza dichiarata e di teorie della cospirazione: Trump e soci stanno seguendo sul Covid-19 la stessa strategia che la destra ha seguito da tempo sul cambiamento climatico.
A questo punto, quasi tutti conoscono il modo in cui Trump continua a spostare i termini del problema per pretendere un successo a prescindere da quanto le cose vadano male. Nel passato febbraio aveva previsto zero casi “in un paio di giorni”. In primavera disse che tutto sarebbe passato quando il clima fosse diventato più caldo. Di recente sta vantando un successo perché il coronavirus non ha ammazzato 2,2 milioni di persone.
La Amministrazione è stata più lenta ad ammettere che si stava ignominiosamente arrendendo. Ma nell’agosto passato il dottor Scott Atlas, un seguace della “immunità di gregge” – fondamentalmente cosentire al virus di diffondersi rapidamente nella maggior parte della comunità – si è unito alla task force della Casa Bianca.
Atlas è un radiologo con nessun esperienza conosciuta in malattie infettive, e gli epidemiologi effettivi come il dottor Fauci inorridiscono alle sue idee. Ma è Atlas, non Fauci, che sembra stia ispirando le uscite di questi giorni.
E domenica Mark Meadows, il capo della squadra della Casa Bianca, lo ha reso più o meno ufficiale, affermando che “non stiamo andando verso un controllo della pandemia” perché è “un virus contagioso”.
Questo è accaduto dopo una manifestazione nella quale Trump – che si considera lui stesso una vittima perché i media continuano a parlare di “Covid, Covid, Covid” – ha sostenuto che le morti da coronavirus vengono esagerate perché “i dottori e gli ospedali fanno più soldi” se dicono che la causa del decesso è stata il coronavirus.
Tutte queste scuse suonano molto familiari a chiunque abbia seguito il dibattito sul clima nel corso degli anni. Secondo la destra, non c’è alcun cambiamento climatico; in ogni modo, non c’è niente che si possa fare senza distruggere l’economia e comunque è tutta una bufala ordita da una cospirazione globale di scienziati, che ne fanno parte solo per soldi.
Ovviamente, l’ultima parte è una proiezione. Lo schiacciante consenso scientifico secondo il quale stiamo sperimentando un riscaldamento globale provocato dall’uomo non è davvero guidato da incentivi finanziari – ma lo sono coloro che respingono quel consenso.
A questo punto, il negazionismo sul clima è largamente sostenuto da una rete di gruppi di ‘pensatori’ della destra foraggiati dagli interessi dei combustibili fossili; ovvero, gli ‘esperti’ che sostengono sia che il riscaldamento globale non sta avvenendo, sia che non si possa far niente a proposito, sono fondamentalmente negazionisti di professione, che campano come “mercanti di dubbi”.
E si scopre che il negazionismo sul Covid non è soltanto un fenomeno simile; è anche indirizzato sostanzialmente dalle stesse persone.
Atlas ed altri dirigenti della Amministrazione sono stati, a quanto si apprende, fortemente influenzati dalla Dichiarazione della Barrington Metropolitana [1], un manifesto di fede sulla indennità di gregge che è maturato da un incontro presso l’Istituto Americano di Ricerca Economica. Cosa conosciamo di questo Istituto?
Ebbene, esso è non sorprendentemente collegato con l’Istituto Charles Koch. E una lettura del suo sito web rivela che esso ha dedicato molto del suo tempo al negazionismo sul clima, pubblicando articoli con titoli come “I brasiliani dovrebbero continuare ad abbattere le loro foreste pluviali”. Più di recente, tuttavia, l’attenzione dell’istituto si è spostata sul negazionismo del Covid. Lo scorso mese, ad esempio, ha pubbicato un articolo di lodi per la Governatrice del Sud Dakota Kristi Noem, il cui rifiuto di assumere una iniziativa contro il coronavirus ha trasformato il suo Stato in quello che l’articolo definsice “una fortezza di libertà e di speranza protetta dalle mire dei politici autoritari”.
Da allora, tuttavia, il Sud Dakota ha conosciuto una esplosione delle infezioni e un picco di ospedalizzazioni, e adesso sta assistendo ad una rapida crescita delle morti da Covid-19.
C’è mai stata una speranza che Trump prendesse sul serio la pandemia? Probabilmente no. Dopo tutto egli è sempre stato un tenacissimo negazionista e sostenitore di complotti del cambiamento climatico, e la sua risposta al coronavirus deriva direttamente dalle strategie dei negazionisti del clima.
Possiamo in ogni caso prevedere con elevata precisione cosa farà se i sondaggi fossero sbagliati e ottenesse un secondo mandato. Non farà proprio niente per combattere la pandemia; tuttavia cercherà di soffocare la verità su quello che sta accadendo. E molti americani in più moriranno.
[1] È il nome di una città del Massachusetts che ha ospitato l’incontro nel quale è stato partorito il “manifesto” che teorizza una sorta di “immunità di gregge” per i più giovani, accompagnato da un isolamento dei più anziani. Nel quale, tra l’altro, quello che resta assai oscuro è come proteggere gli anziani da un forte incremento dei casi tra i più giovani.
By mm
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