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Un argomento molto forte per la politica economica di Biden, di Paul Krugman (New York Times, 1 ottobre 2020)

Oct 1, 2020

The Very Strong Case for Bidenomics

By Paul Krugman

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Thanks to Donald Trump’s shouting and nonstop lying, there wasn’t much of a substantive policy discussion at the debate on Tuesday.

But there were some broad — and unsurprisingly, false — assertions about economic policy. Joe Biden claimed that his tax and spending plans would create millions of jobs and promote economic growth. Trump claimed that they would destroy the economy.

Well, everything we know suggests that Biden was right and Trump wrong. And I’m not the only one saying this. Nonpartisan analysts like Moody’s Analytics and the not-exactly-socialist economists at Goldman Sachs are remarkably high on Biden’s proposals.

Before I get there, some history.

There’s a widespread perception that Republicans are better than Democrats at managing the economy. But that’s not at all what the record says.

Yes, Ronald Reagan presided over a long economic expansion; but so did Bill Clinton, and the Clinton boom was both longer and bigger. The economy did in fact add many jobs under Trump before the coronavirus struck, but this simply represented the continuation of an expansion that began under Barack Obama.

And those were the good stretches. Both Bushes presided over really poor economic performance.

Republicans also have a long history of claiming that progressive policies would lead to economic disaster. They’ve been wrong every time.

They’ve been wrong about tax hikes: When Clinton raised taxes in 1993, Republicans confidently predicted recession, but what actually happened was a huge boom. When California raised taxes under Jerry Brown, the right called it “economic suicide”; again, the economy boomed.

They’ve also been wrong about social programs. Obamacare, the G.O.P. insisted, would destroy millions of jobs. One of the dozens of attempts to repeal the Affordable Care Act was actually called the “Repealing the Job-Killing Health Care Law Act.” Yet in the six years after January 2014, when the act went into full effect, the economy added almost 15 million jobs.

And let’s not forget the flip side, the many, many times Republicans promised that cutting taxes on the rich would produce an economic miracle, promises that never came true. There’s a reason conservatives still go on and on about the Reagan boom, all those years ago; it’s the only example they have that even seems to support their economic ideology. (It doesn’t, but that’s another topic.)

But there’s a difference between saying that progressive policies are not the disaster conservatives claim and saying that Biden’s plan would actually promote growth. Why are Moody’s and Goldman Sachs so high on his proposals? Why do I share that optimism?

First, the background. Even before the coronavirus, good employment numbers could hide underlying economic weakness. For at least the past decade, we’ve been living in a world of excess savings: the amount the private sector saves persistently exceeds the amount it spends on real investments. This savings glut is reflected in low interest rates, even when the economy is strong.

Low interest rates, in turn, limit the ability of the Federal Reserve to fight downturns, which is why Jerome Powell, the Fed’s chairman, has been pleading for more fiscal stimulus.

In today’s world, then, we actually want the government to run budget deficits, because they put excess savings to use. But we also want those deficits to be productive — to boost investment, and strengthen the economy in the long run.

The 2017 Trump tax cut flunked that test. It increased the budget deficit, but the main driver of that red ink — a huge cut in corporate taxes — utterly failed to yield the promised surge in business investment.

Biden’s plan would roll back that corporate tax cut, replacing it with spending programs likely to yield much more bang for the buck. In particular, much of the spending would be on infrastructure and education — that is, outlays aimed at strengthening the economy in the long run, as well as boosting it over the next few years.

When Moody’s ran this program through their model, it concluded that by the end of 2024, real gross domestic product would be 4.5 percent higher than under a continuation of Trump’s policies, translating into an additional 7 million jobs. Goldman Sach’s estimates are similar: a 3.7 percent gain in G.D.P.

Now, a model is only a model, and economists’ predictions are often wrong (although some of us are willing to acknowledge error and learn from our mistakes).

But if you’re trying to assess the candidates’ economic claims, you should know that Trump’s predictions of a Biden bust lack credibility, not just because Trump lies about everything, but because Republicans always predict disaster from progressive policy, and have never yet been right.

And you should also know that Biden’s assertions that his plan would give the economy a significant boost are well grounded in mainstream economics and supported by independent, nonpartisan analyses.

So Biden’s economic claims are, in fact, credible; Trump’s aren’t.

 

Un argomento molto forte per la politica economica di Biden,

di Paul Krugman

 

Grazie alle urla e alle continue bugie di Donald Trump, nel dibattito di martedì non c’è stata una discussione politica granchè sostanziale.

Ma ci sono state alcune dichiarazioni generali – e alcune non sorprendentemente false – riguardo alla politica economica. Joe Biden ha sostenuto che i suoi programmi sulle tasse e sulla spesa pubblica avrebbero creato milioni di posti di lavoro e promosso la crescita economica. Trump ha sostenuto che essi avrebbero distrutto l’economia.

Ebbene, tutto ciò che si sa indica che Biden aveva ragione e Trump torto. Né io sono l’unico a dirlo. Analisti indipendenti come Moody’s Analitics ed economisti non-proprio-socialisti della Goldman Sachs sono considerevolmente euforici sulle proposte di Biden.

Prima di arrivarci, un po’ di storia.

È diffusa una generale percezione che i repubblicani nella gestione dell’economia siano meglio dei democratici. Ma questo non è affatto quello che dicono i fatti. È vero, Ronald Reagan governò nel corso di una lunga espansione dell’economia; ma lo stesso fece Clinton, e il boom di Clinton fu più lungo e più cospicuo. Di fatto l’economia con Trump è aumentata di molti posti di lavoro prima che arrivasse il coronavirus, ma questo ha solo rappresentato una prosecuzione che era iniziata con Barack Obama.

E quelli furono i periodi buoni. Sia Bush padre che il figlio governarono nel corso di andamenti economici disgraziati.

Nel sostenere che le politiche progressiste porterebbero al disastro economico, i repubblicani hanno una lunga storia. Ma ogni volta hanno avuto torto.

Hanno avuto torto sugli aumenti delle tasse: quando nel 1993 Clinton aumentò le tasse, i repubblicani previdero con certezza una recessione, ma si ebbe una forte espansione. Quando con Jerry Brown la California aumentò le tasse, la destra lo definì un “suicidio economico”; anche in quel caso l’economia conobbe una forte crescita.

Hanno anche avuto torto sui programmi sociali. Il Partito Repubblicano ha sostenuto in continuazione che le riforma sanitaria di Obama avrebbe distrutto milioni di posti di lavoro. Ad una delle dozzine di tentativi per abrogare la Legge sulla Assistenza Sostenibile si dette proprio il nome di “Abrogazione della Legge sulla Assistenza Sanitaria Distruttiva di Posti di Lavoro”. Tuttavia, in sei anni dal gennaio del 2014, quando la legge entrò pienamente in funzione, l’economia è aumentata di quasi 15 milioni di posti di lavoro.

E non scordiamoci l’altra faccia della medaglia, le moltissime volte in cui i repubblicani hanno promesso che tagliare le tasse sui ricchi avrebbe prodotto un miracolo economico, promesse che non si sono mai avverate. C’è una ragione per la quale i conservatori ancora insistono in continuazione sul boom di Reagan, tutti quegli anni fa; è l‘unico esempio che hanno che in qualche modo assomiglia ad un sostegno alla loro ideologia economica (non è così, ma questo è un altro tema).

Ma c’è una differenza tra il dire che le politiche progressiste non sono il disastro che pretendono i conservatori e il dire che il programma di Biden in realtà promuoverebbe la crescita. Perché Moody’s e Goldman Sachs sono così euforici sulle sue proposte? Perché io condivido quell’ottimismo?

Anzitutto, il contesto. Anche prima del coronavirus, i buoni dati sull’occupazione potevano nascondere una sottostante debolezza dell’economia. Nel corso almeno del decenio passato abbiamo vissuto in un mondo caratterizzato da un eccesso di risparmi; la quantità di ciò che risparmia il settore privato eccede in continuazione la quantità di quello che spende per reali investimenti. Anche quando l’economia è forte, l’eccesso nei risparmi si riflette in bassi tassi di interesse.

I bassi tassi di interesse, a loro volta, limitano la capacità della Federal Reserve di combattere le recessioni, che è la ragione per la quale Jerome Powell, il Presidente della Fed, viene implorando una maggiore stimolo della spesa pubblica.

Nel mondo di oggi, dunque, effettivamente vogliamo che il Governo gestisca deficit di bilancio, perché essi consentono di utilizzare gli eccessi dei risparmi. Ma vogliamo anche che quei deficit siano produttivi – che incoraggino gli investimenti e rafforzino l’economia nel lungo periodo.

I tagli delle tasse di Trump del 2017 non superarono quella prova. Aumentarono il deficit, ma il principale fattore di quel bilancio in rosso – un grande taglio alle tasse sulle società – non riuscì affatto a generare la crescita promessa negli investimenti delle imprese.

Il piano di Biden tornerebbe indietro rispetto a quegli sgravi fiscali sulle società, sostituendoli con programmi di spesa pubblica capaci di generare effetti più proficui. In particolare, gran parte della spesa andrebbe sulle infrastrutture e sulla istruzione – ovvero, spese rivolte a rafforzare l’economia nel lungo periodo, così come di incoraggiarla nel corso dei prossimi anni.

Quando Moody’s ha inserito questo programma nel proprio modello, ha concluso che alla fine del 2024 il prodotto interno lordo sarebbe superiore del 4,5 per cento rispetto alla prosecuzione delle politiche di Trump, traducendosi in 7 milioni di posti di lavoro aggiuntivi. Le stime di Goldman Sachs sono simili: un vantaggio del 3,7 per cento nel PIL.

Ora, un modello è solo un modello e le previsioni degli economisti spesso sono sbagliate (sebbene alcuni di noi siano disponibili a riconoscere lo sbaglio ed a imparare dai propri errori).

Ma se si cerca di valutare gli argomenti economici dei candidati, si dovrebbe sapere che le previsioni di Trump di un fallimento di Biden mancano di credibilità, non solo perché Trump mente praticamente su tutto, ma perché i repubblicani prevedono sempre disastri dalla politica progressista, e non hanno mai avuto ragione.

E si dovrebbe anche sapere che le affermazioni di Biden secondo le quali il suo programma darebbe all’economia una spinta significativa hanno un buon fondamento nell’economia prevalente e sono sostenute da analisi indipendenti e non di parte.

Dunque gli argomenti economici di Biden sono, nei fatti, credibili; quelli di Trump non lo sono.

 

 

 

 

 

 

 

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