dicembre 2020 Archive

Vivere e morire in America nel 2021, di Anne Case e Angus Deaton (da Project Syndicate, 28 dicembre 2020)

[1] Nella connessione nel testo inglese compare uno studio dei Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie degli Stati Uniti, che spiega il ...

Il 2020 è stato l’anno in cui è morto il reaganismo, di Paul Krugman (New York Times, 28 dicembre 2020)

Il reaganismo non sono solo alcune ricette economiche - come il cosiddetto "trickle down", l'idea che ridurre le tasse ai ricchi produca effetti a cascata - che sono sempre state smentite dai fatti. E' una ideologia più generale, secondo la quale il motore del progresso è la ricchezza sempre maggiore dei ricchi, e soprattutto uno Stato che non faccia niente altro che favorirla. In questo senso, l'America con le sue due leggi che hanno potenziato i sussidi di disoccupazione e i prestiti alle imprese, ha reagito efficacemente agli effetti economici della pandemia. In quel senso, il 2020 può essere considerato se non come l'anno della scomparsa del reaganismo, almeno come quello che ha certificato la fine della sua vitalità.

I sette segreti del 2020, di Yanis Varoufakis (da Project Syndicate, 28 dicembre 2020)

       

Come finanziare la religione? Di Thomas Piketty (dal blog di Piketty, 15 dicembre 2020)

       

Una conversazione su “Capitalism, alone”, di Branko Milanovic (da un intervista ad una rivista bulgara, 26 dicembre 2020)

       

Quello che ha fatto salire Trump potrebbe affondare Biden, di J, Bradford DeLong (da Project Syndicate, 24 dicembre 2020)

[1] Mentre il valore medio si calcola suddividendo il valore totale per il numero delle posizioni, il valore mediano è il valore centrale tra tutte ...

Chi ha paura della Teoria Monetaria Moderna? Di James K. Galbraith (da Project Syndicate, 3 dicembre 2020)

[1] Le cui iniziali in inglese sarebbero anch’esse ‘mmt’. [2] Stephanie Bell Kelton (10 ottobre 1969) è un’economista statunitense, tra i principali autori della Teoria della Moneta Moderna e ...

Come Biden può creare buoni posti di lavoro, di Dani Rodrik (da Project Syndicate, 8 dicembre 2020)

       

Branko Milanovic e i pensieri ‘insoliti’. Di Marco Marcucci, dicembre 2020.

Presentazione di "FataTurchina": un aggiornamento

    zzz 65 (2) Le prime traduzioni di Fataturchina risalgono al 1994, ma il lavoro più organico cominciò con il 2008. Effettivamente aggiornare oggi la presentazione di questa iniziativa avviene dunque con un po’ di ritardo, a quasi dieci anni dalla prima organica presentazione, che compare nella mascherina dopo le “Note sulla traduzione”, dopo quasi trent’anni dalla prima traduzione e con tutte le novità che si sono aggiunte. Cosa è cambiato nei propositi di questa iniziativa? Può essere utile fornire i pochi dati di cui dispongo per descrivere la comunità dei lettori di Fataturchina? Ha resistito nel tempo la strana scelta di dare a queste pagine quel nome, che – come spiegai all’epoca della prima presentazione – mi venne in mente per l’uso continuo che Krugman allora faceva del termine “confidence fairy” (la “fata della fiducia”), per indicare le politiche dell’austerità? Il nome, temo, sia stato un po’ fuorviante per la curiosità del lettori o almeno di coloro che hanno gratificato la pubblicazione almeno di un accesso. Essi sono stati, a quanto pare, oltre 156.000 nell’intero periodo, e questo mi parrebbe un risultato enorme, se non fosse dipeso dal fatto che in una certa misura si trattava di ‘navigatori’ alla ricerca di altre fate, che si sono subito ritirati dopo aver constatato la stranezza dei contenuti (con tutti costoro, finalmente, mi scuso per il trabocchetto involontario). Ma molti di loro sono lettori intenzionali, come posso dedurre dal fatto che effettivamente passano un po’ di tempo ad esaminare gli articoli tradotti. In media sono al 90 per cento lettori italiani; più numerosi a Roma, poi a Milano, ma distribuiti un po’ in tutto il paese (ad esempio: Toscana, Emilia, Piemonte, Veneto, Campania, Sicilia, Sardegna, Puglia). Il restante 10 per cento viene da tutto il mondo: Europa e Russia, America del Nord e del Sud, Asia, quasi nessuno in Africa. In genere sono lettori che si trattengono per un po’ di minuti e, ovviamente, per me sono tutti anonimi, anche se lo strumento che utilizzo (che si chiama WordPress) consente di stabilire, oltre al paese, anche la città o la regione di provenienza, ed è emozionante scoprire lettori che persistono in Siberia o alle Bahamas. Le prime traduzioni di Fataturchina risalgono al 1994, ma il lavoro più organico cominciò con il 2008. Effettivamente aggiornare oggi la presentazione di questa iniziativa avviene dunque con un po’ di ritardo, a quasi dieci anni dalla prima organica presentazione, che compare nella mascherina dopo le “Note sulla traduzione”, dopo quasi trent’anni dalla prima traduzione e con tutte le novità che si sono aggiunte. Cosa è cambiato nei propositi di questa iniziativa? Può essere utile fornire i pochi dati di cui dispongo per descrivere la comunità dei lettori di Fataturchina? Ha resistito nel tempo la strana scelta di dare a queste pagine quel nome, che – come spiegai all’epoca della prima presentazione – mi venne in mente per l’uso continuo che Krugman allora faceva del termine “confidence fairy” (la “fata della fiducia”), per indicare le politiche dell’austerità? Il nome, temo, sia stato un po’ fuorviante per la curiosità del lettori o almeno di coloro che hanno gratificato la pubblicazione almeno di un accesso. Essi sono stati, a quanto pare, oltre 156.000 nell’intero periodo, e questo mi parrebbe un risultato enorme, se non fosse dipeso dal fatto che in una certa misura si trattava di ‘navigatori’ alla ricerca di altre fate, che si sono subito ritirati dopo aver constatato la stranezza dei contenuti (con tutti costoro, finalmente, mi scuso per il trabocchetto involontario). Ma molti di loro sono lettori intenzionali, come posso dedurre dal fatto che effettivamente passano un po’ di tempo ad esaminare gli articoli tradotti. In media sono al 90 per cento lettori italiani; più numerosi a Roma, poi a Milano, ma distribuiti un po’ in tutto il paese (ad esempio: Toscana, Emilia, Piemonte, Veneto, Campania, Sicilia, Sardegna, Puglia). Il restante 10 per cento viene da tutto il mondo: Europa e Russia, America del Nord e del Sud, Asia, quasi nessuno in Africa. In genere sono lettori che si trattengono per un po’ di minuti e, ovviamente, per me sono tutti anonimi, anche se lo strumento che utilizzo (che si chiama WordPress) consente di stabilire, oltre al paese, anche la città o la regione di provenienza, ed è emozionante scoprire lettori che persistono in Siberia o alle Bahamas. (prosegue)

Il fantasma del futuro sabotaggio, di Paul Krugman (New York Times, 21dicembre 2020)

L'accordo raggiunto nel Congresso per la nuova legge di aiuti ai cittadini è un bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto: renderà i prossimi mesi meno infernali di quello che sarebbero stati, ma non coprirà un periodo sufficientemente lungo, e se dopo le elezioni per i seggi del Senato in Georgia i repubblicani continueranno ad avere la maggioranza in quel ramo del Congresso, il quadro sarà fosco. E' infatti chiaro che i repubblicani hanno siglato l'accordo principalmente perché il non farlo - come ha detto Mitch McConnell - avrebbe molto indebolito le possibilità di successo dei loro candidati.

I cani del debito che non abbaiavano, di Barry Eichengreen (da Project Syndicate, 11 dicembre 2020)

[1] BlackRock è la più grande società di investimento nel mondo con sede a New York. Gestisce un patrimonio totale di quasi 8.000 miliardi $ (2020), di cui un ...

Gli agricoltori contro lo Stato Indiano, di Jayati Ghosh (da Project Syndicate, 11 dicembre 2020)

       

Il ritorno dei falsi falchi del deficit, di Paul Krugman (New York Times, 17 dicembre 2020)

Pare che di delinei una intesa tra repubblicani e democratici su una nuove legge di aiuti per la pandemia e questa è una buona notizia, perché qualcosa è meglio di niente. Ma l'intesa dovrebbe prevedere una estensione dei sussidi speciali di disoccupazione solo per dieci settimane. Questo non ha senso, perché chi ha perso il lavoro avrà bisogno di quegli aiuti sino al 2021 inoltrato. I repubblicani sembra che faranno passare questa soluzione nel timore che un boicottaggio completo possa compromettere l'esito degli 'spareggi' per il Senato in Georgia. Ma questo è un segnale di pessimo augurio, perché indica che quando Biden avrà fatto il giuramento, saranno pronti a bloccare qualsiasi sua proposta.

Quando i repubblicani cominciarono a odiare i fatti? Di Paul Krugman (New York Times, 14 dicembre 2020)

I repubblicani hanno passato i mesi scorsi a negare che fossimo contagiati da una pandemia mortale, mentre oggi negano di aver perso le elezioni. Difficile sostenere che anzitutto credano nelle loro opinioni; chi crede in qualcosa è influenzabile dai fatti. Il punto è che credono soltanto in quello che corrisponde ai loro obbiettivi; la verità oggettiva è scomparsa dalla politica. Pensare che tutto sia cominciato con Trump è ingenuo. Se una epoca deve essere individuata, è piuttosto con Reagan. Pochi rammentano che quello fu un periodo nel quale i repubblicani negavano le piogge acide e pensavano che l'evoluzionismo fosse solo una teoria, e che nelle scuole dovesse essere insegnato il creazionismo. Allora ebbe inizio un ruolo fondamentale della componente evangelica nel Partito Repubblicano.

Il dilemma della pandemia del debito pubblico, di Michael Spence e Danny Leipziger (da Project Syndicate, 8 dicembre 2020)

       

Pagina successiva »