Dec 21, 2020
By Paul Krugman
The not-a-stimulus deal Congress reached over the weekend — seriously, this is about disaster relief, not boosting the economy — didn’t come a moment too soon. Actually, it came much too late: Crucial aid to many unemployed Americans and businesses expired months ago. But now some of that aid is back, for a while.
True, the aid will be less generous than it was in the spring and summer: $300 a week in enhanced unemployment benefits, rather than $600. But because the workers still out of a job as a result of the pandemic tended to have low earnings even before the coronavirus struck, they will, on average, be receiving something like 85 percent of their pre-Covid-19 income.
By the way, although the one-time $600 checks to a much wider group of Americans are getting much of the media coverage, they account for only a small percentage of the overall expense and are far less crucial than the unemployment benefits to keeping families afloat.
So what’s not to like about this relief package? There’s some dumb stuff, like a tax break for corporate meal expenses — fighting a deadly pandemic with three-martini lunches. But the serious problem with this deal is that economic aid will end far too soon: Enhanced unemployment benefits will last just 11 weeks. And the process by which the deal was reached has ominous implications for the future.
Why isn’t 11 weeks of aid enough? Because we won’t be able to begin a vigorous economic recovery until a large fraction of the population is vaccinated, which might not happen until the summer or even the early fall. And we’re still down around 10 million jobs from pre-Covid levels; even if we can regain jobs as quickly as we did during the false dawn of May and June (when the Trump administration insisted that the pandemic was ending), it will take months more before we’re anywhere close to full employment.
So while the new legislation provides a sort of bridge to the post-Covid future, it’s a bridge that spans only part of the chasm ahead. And the way the bill was passed offers few reasons to be optimistic about Republican willingness to let the Biden administration finish the project.
Remember, until recently Mitch McConnell showed little interest in passing any kind of relief package. And there’s no mystery about what changed his mind: It was all about the Senate runoffs in Georgia. “Kelly [Loeffler] and David [Perdue] are getting hammered” over the failure to provide aid, he told his political allies.
Once those races end on Jan. 5, McConnell’s sure to lose interest all over again. And unless Democrats win both elections, he’ll still be Senate majority leader, in a position to stand in the way of any further economic relief.
Beyond that, the final hurdles to reaching an agreement were a reminder of something we should have learned during the Obama years: When a Democrat is in the White House, Republicans try to sabotage the economy. And the sabotage doesn’t stop with using phony deficit concerns to block necessary spending; it also involves deliberately increasing the risk of financial crisis.
Remember, G.O.P. flimflam when Barack Obama was president went beyond posing as deficit hawks to block needed fiscal stimulus. It also involved constant criticism and harassment of the Fed over its efforts to rescue the economy. And now it’s happening again.
Some background: Although the pandemic recession was deep and ugly, it could easily have been even uglier. For a few weeks in March, America teetered on the edge of a financial crisis approaching the meltdown following the fall of Lehman Brothers in 2008. Fortunately, however, this incipient crisis was quickly contained by the Federal Reserve, which stabilized markets both by purchasing trillions of dollars’ worth of financial assets and by making it clear that it would do even more if necessary.
That was a job well done. But the risk of financial crisis hasn’t gone away, so we want to make sure that the Fed has the tools to meet future challenges.
Yet last month Steven Mnuchin, the blessedly departing Treasury secretary, gratuitously clawed back hundreds of billions of dollars in budget backing for Fed emergency lending programs, making those funds unavailable to his successor. And talks over economic relief almost fell apart over a last-minute demand by Senator Pat Toomey, backed by the Republican leadership, that the legislation bar the Fed from restarting some of these programs or anything like them.
In the end, this poison pill appears to have been rendered mostly harmless, with face-saving language that prevents exact copycat programs but seems to leave room for slightly different programs that would achieve the same results.
But the episode was a preview of things to come. If another crisis develops, expect Republicans to do all they can to prevent an effective response.
So how should we feel about this relief deal? The glass is half full: For millions of American families, the next few months will be less hellish than they would have been otherwise. The glass is half empty: Unless Democrats win those Georgia seats, expect an ugly spring and years of economic sabotage ahead.
Il fantasma del futuro sabotaggio,
di Paul Krugman
L’accordo ‘che-non-è-uno-stimolo’ raggiunto dal Congresso nel fine settimana – sul serio, è un aiuto nella calamità, non un incoraggiamento dell’economia – non è arrivato giusto in tempo. In effetti è arrivato troppo tardi: gli aiuti fondamentali per molti americani disoccupati e per molte imprese sono scaduti mesi fa. Ma adesso un po’ di quegli aiuti è tornato, per un po’.
È vero, l’aiuto sarà meno generoso di quello che era stato in primavera e in estate: 300 dollari a settimana di accresciuti sussidi di disoccupazione, anziché 600 dollari. Ma, poiché i lavoratori ancora senza un posto di lavoro in conseguenza della pandemia di solito avevano bassi redditi anche prima che colpisse il coronavirus, essi riceveranno, in media, qualcosa come l’85 per cento del loro reddito precedente al Covid-19.
Per inciso, sebbene gli assegni una-tantum di 600 dollari ad un gruppo molti più ampio di americani stiano ottenendo molto interesse da parte dei media, essi pesano per una piccola percentuale della spesa complessiva, di gran lunga meno importante dei sussidi di disoccupazione per tenere le famiglie a galla.
Dunque, cos’è che non piace in questo pacchetto di aiuti? Ci sono cose sciocche, come uno sgravio fiscale per le spese per i pasti delle società – come combattere una pandemia letale con pranzi con tre martini. Ma il problema serio con questo accordo è che l’aiuto economico finirà troppo presto: i sussidi di disoccupazione rafforzati dureranno solo 11 settimane. E il processo attraverso il quale l’accordo è stato raggiunto ha implicazioni nefaste per il futuro.
Perché non sono sufficienti 11 settimane di aiuti? Perché non saremo capaci di avviare una vigorosa ripresa economica finché una ampia parte della popolazione non sarà vaccinata, il che potrebbe non accadere sino all’estate o persino agli inizi dell’autunno. E siamo ancora sotto di 10 milioni di posti di lavoro rispetto ai livelli precedenti al Covid; anche se possiamo riguadagnare rapidamente posti di lavoro come facemmo durante la falsa aurora di maggio e di giugno (quando la Amministrazione Trump ribadiva che l’epidemia stava terminando), ci vorranno mesi prima di arrivare in qualche modo vicini alla piena occupazione.
Dunque, se la nuova legge fornisce una specie di ponte per il futuro post-Covid, si tratta di un ponte che attraversa solo in parte il burrone che abbiamo davanti. E il modo in cui la legge è stata approvata dà poche ragioni di ottimismo sulla disponibilità dei repubblicani a consentire che l’Amministrazione Biden finisca l’opera.
Si ricordi, ancora recentemente Mitch McConnell mostrava poco interesse nell’approvare un pacchetto di aiuti di qualsiasi genere. E non c’è alcun mistero su ciò che è cambiato nella sua mente: è dipeso tutto dagli ‘spareggi’ del Senato in Georgia. Egli ha detto ai suoi alleati politici: “Kelly [Loeffler] e David [Perdue] [1] subirebbero una bella batosta” se si fallisse nel dare gli aiuti.
Una volta che quelle competizioni saranno concluse il 5 gennaio, è sicuro che McConnell perderà di nuovo l’interesse. E se i democratici non vincono entrambe le elezioni, egli resterà leader della maggioranza al Senato, in una posizione che gli consentirà di intralciare ogni ulteriore aiuto economico.
Oltre a ciò, gli ostacoli finali per raggiungere un accordo ci hanno ricordato qualcosa che dovevamo aver imparato negli anni di Obama: quando un democratico è alla Casa Bianca, i repubblicani cercano di sabotare l’economia. E il sabotaggio non si ferma all’utilizzo delle false preoccupazioni sul deficit per fermare le spese necessarie; include anche il deliberato aumento del rischio di crisi finanziarie.
Si ricordi, gli imbrogli del Partito Repubblicano quando Barack Obama era Presidente andarono oltre l’atteggiarsi a falchi del deficit per bloccare la spesa necessaria. Inclusero anche una critica e una persecuzione continua verso la Fed sui suoi sforzi per salvare l’economia. Ora sta accadendo nuovamente.
Un po’ di contesto: sebbene la recessione pandemica sia stata profonda e preoccupante, facilmente avrebbe potuto essere più preoccupante. Per poche settimane a marzo, l’America ha vacillato sul ciglio di una crisi finanziaria prossima al tracollo che seguì la caduta di Lehman Brothers nel 2008. Fortunatamente, tuttavia, questa crisi incombente è stata rapidamente contenuta dalla Federal Reserve, che ha stabilizzato i mercati sia acquistando un valore di migliaia di miliardi di dollari di asset finanziari che rendendo chiaro che avrebbe fatto anche di più se necessario. [2]
È stato un lavoro ben fatto. Ma il rischio di una crisi finanziaria non è scomparso, dunque abbiamo bisogno che sia certo che la Fed abbia gli strumenti per affrontare sfide future.
Tuttavia, il mese scorso Steven Mnuchin, il Segretario al Tesoro che grazie a Dio è in partenza, ha inopinatamente eliminato centinaia di miliardi di dollari nel bilancio che sostiene i programmi per prestiti di emergenza della Fed, rendendo quei fondi indisponibili per il suo successore. E i colloqui sugli aiuti economici sono quasi andati in frantumi per una richiesta dell’ultimo minuto del Senatore Tom Toomey, sostenuta dal gruppo dirigente repubblicano, secondo la quale la legge avrebbe dovuto impedire alla Fed di riavviare questi programmi o cose ad essi simili.
Alla fine, la pillola avvelenata sembra sia stata resa per la maggior parte priva di danno, con un linguaggio per salvare la faccia che impedisce programmi esattamente in fotocopia ma sembra lasciare spazio per programmi leggermente diversi che realizzerebbero gli stessi risultati.
Ma l’episodio è stato una anteprima di ciò che è in arrivo. Se si svilupperà un’altra crisi, ci si aspetti che i repubblicani faranno tutto quello che possono per impedire risposte efficaci.
Come dovremmo dunque sentirci dopo questa intesa sugli aiuti? Il bicchiere è mezzo pieno: per milioni di famiglie americane i prossimi mesi saranno meno infernali di quello che sarebbero stati altrimenti. Il bicchiere è mezzo vuoto: se i democratici non si aggiudicano quei seggi in Georgia, ci si aspetti una brutta primavera e un avvenire di anni di sabotaggio economico.
[1] I nomi dei due candidati repubblicani alle elezioni per i due seggi senatoriali in Georgia.
[2] In questi giorni, Krugman ha pubblicato su Twitter in alcune occasioni questa tabella che mostra la gravità della situazione che ha richiesto il cospicuo intervento della Fed. La tabella mostra i rendimenti dei bond delle società classificate come Aaa; più i rendimenti sono elevati, ovvero più che sono elevati i loro tassi di interesse, più la situazione economica rischia di finire fuori controllo.
By mm
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