Feb 22, 2021
By Paul Krugman
Nobody is ever fully prepared for natural disaster. When hurricanes, blizzards or tsunamis strike they always reveal weaknesses — failure to plan, failure to invest in precautions.
The disaster in Texas, however, was different. The collapse of the Texas power grid didn’t just reveal a few shortcomings. It showed that the entire philosophy behind the state’s energy policy is wrong. And it also showed that the state is run by people who will resort to blatant lies rather than admit their mistakes.
Texas isn’t the only state with a largely deregulated electricity market. It has, however, pushed deregulation further than anyone else. There is an upper limit on wholesale electricity prices, but it’s stratospherically high. And there is essentially no prudential regulation — no requirements that utilities maintain reserve capacity or invest in things like insulation to limit the effects of extreme weather.
The theory was that no such regulation was necessary, because the magic of the market would take care of everything. After all, a surge in demand or a disruption of supply — both of which happened in the deep freeze — will lead to high prices, and hence to big profits for any power supplier that manages to keep operating. So there should be incentives to invest in robust systems, precisely to take advantage of events like those Texas just experienced.
Texas energy policy was based on the idea that you can treat electricity like avocados. Do people remember the great avocado shortage of 2019? Surging demand and a bad crop in California led to spiking prices; but nobody called for a special inquest and new regulations on avocado producers.
In fact, some people see nothing wrong with what happened in Texas in the past week. William Hogan, the Harvard professor widely considered the architect of the Texas system, asserted that drastic price increases, while “not convenient,” were how the system was supposed to work.
But kilowatt-hours aren’t avocados, and there are at least three big reasons pretending that they are is a recipe for disaster.
First, electricity is essential to modern life in a way few other commodities can match. Having to go without avocado toast won’t kill you; having to go without electricity, especially when your house relies on it for heat, can.
And it’s extremely doubtful whether even the prospect of sky-high profits during a shortage offers energy suppliers enough incentive to take the huge human and economic costs of a protracted power outage into account.
Second, electricity is supplied by a system — and precautionary investment by one player in the system does no good if the other players fail to do the same. Even if the owner of a gas-fired power plant insulates and winterizes its turbines, it can’t function if the gas pipeline that supplies its fuel, or the wellhead that provides the gas, freeze up.
So does the free market ensure that the whole system works under stress? Probably not.
Last but not least, a system that depends on the incentives offered by extremely high prices in times of crisis isn’t workable, practically or politically.
At first, those Texans who didn’t lose power in the big freeze considered themselves lucky. But then the bills arrived — and some families found themselves being charged thousands of dollars for a few days of electricity.
Many families probably can’t afford to pay those bills, so we’re potentially looking at a wave of personal bankruptcies. And even those who don’t face ruin are, predictably, outraged.
Possibly the most revealing remark of the Texas crisis so far was a tweet by, of all people, Senator Ted Cruz (R-Cancún), who fumed that “no power company should get a windfall because of a natural disaster” and called on “state and local regulators” to “prevent this injustice.”
The senator, not known for self-awareness, may not realize what he did there. But if even Ted Cruz — Ted Cruz! — believes that regulators should prevent power companies from reaping windfall profits in a disaster, that eliminates any private-sector financial incentive to prepare for such a disaster. And that, in turn, destroys the entire premise behind radical deregulation.
So will the Republicans who hold all of Texas’ statewide offices learn from this debacle, and rethink their whole approach to energy policy? Of course not. Their immediate reaction was to falsely blame the crisis on wind power, and lash out at advocates of a Green New Deal — even though something like a Green New Deal, that is, public investment in energy infrastructure, is exactly what Texas needs.
And one thing we’ve definitely learned over the past few months is that once politicians commit themselves to a Big Lie, whether it involves epidemiology, economics or election results, there’s no turning back.
But while the right-wing political-media complex can’t and won’t learn anything from the Texas power debacle, the rest of us can. We’ve just been offered a clear view of the dark (and cold) side of free-market fundamentalism. And that’s a lesson we shouldn’t forget.
Anche tu, Ted? Perché la deregolamentazione è fallita,
di Paul Krugman
Nessuno è mai del tutto preparato ad un disastro naturale. Quando colpiscono gli uragani, le bufere di neve o gli tsunami, rivelano sempre debolezze – insufficienze di progettazione, insufficienze nell’investire nelle precauzioni.
Il disastro del Texas, tuttavia, è stato un’altra cosa. Il collasso della rete elettrica del Texas non ha solo messo in evidenza alcune deficienze. Ha dimostrato che l’intera filosofia che sta dietro la politica energetica di quello Stato è sbagliata. Ed ha anche dimostrato che lo Stato è governato da persone che faranno ricorso a spudorate bugie piuttosto che ammettere i loro errori.
Il Texas non è l’unico Stato con un mercato dell’elettricità largamente deregolamentato. Tuttavia, esso ha spinto la deregolamentazione più oltre di tutti gli altri. C’è un limite superiore ai prezzi all’ingrosso dell’elettricità, ma è stratosfericamente alto. E fondamentalmente non c’è alcuna regolamentazione prudenziale – nessun requisito perché i servizi mantengano una potenzialità di riserva o investano in cose come la coibentazione per limitare gli effetti del clima estremo.
La teoria era che nessuna regolamentazione del genere era necessaria, perché la magia del mercato si sarebbe presa cura di ogni cosa. Dopo tutto, un picco nella domanda o una interruzione dell’offerta – entrambi le quali accadono con le grandi gelate – avrebbero portato ad alti prezzi, e di conseguenza a grandi profitti per i fornitori di energia che cercano di mantenersi operativi. Dunque ci sarebbero stati gli incentivi per investire in sistemi solidi, esattamente per avvantaggiarsi da eventi come quelli che il Texas ha appena conosciuto.
La politica energetica del Texas era basata sull’idea che si può trattare l’elettricità come gli avocado. C’è gente che provoca picchi nei prezzi; ma nessuno chiede indagini particolari o nuove regole sui produttori di avocado.
Infatti, alcuni non vedono niente di sbagliato in quello che è successo in Texas la scorsa settimana. William Hogan, il professore di Harvard generalmente considerato l’architetto del sistema texano, ha dichiarato ch lo spettacolare aumento dei prezzi, sebbene “inopportuno”, era esattamente il modo in cui si supponeva che il sistema funzionasse.
Ma i chilowattora non sono avocado, e ci sono almeno tre grandi ragioni per immaginare che abbiano tutti gli ingredienti per un disastro.
Il primo, l’elettricità è fondamentale per la vita moderna in un modo che pochi altri prodotti possono eguagliare. Dover procedere senza panini all’avocado [1] non vi ammazza; dovendo farlo senza elettricità, specialmente quando la vostra abitazione si basa su di essa per il riscaldamento, può ammazzarvi.
Ed è estremamente dubbio che persino la prospettiva di profitti stellari durante una fase di penuria offra ai fornitori un incentivo sufficiente a mettere in conto i grandi costi umani ed economici di una prolungata interruzione dell’energia.
Il secondo, l’elettricità è offerta da un sistema – e gli investimenti cautelari da parte di un attore nel sistema non recano alcun vantaggio se gli altri attori non fanno lo stesso. Persino se i proprietari di una centrale elettrica alimentata a gas coibentassero e preparassero per l’inverno le loro turbine, tutto ciò potrebbe non servire se le tubazioni del gas che forniscono il combustibile, o le fonti che forniscono il gas, si congelano.
È dunque il libero mercato che assicura che il sistema funzioni sotto stress? Tutt’altro che probabile.
Da ultimo ma non per ultimo, un sistema che dipende dagli incentivi offerti da prezzi estremamente elevati in tempi di crisi, praticamente o politicamente, non è fattibile.
Agli inizi, quei texani che non avevano perso l’elettricità nel grande gelo si erano considerati fortunati. Ma poi sono arrivate le bollette – e alcune famiglie si sono ritrovate caricate per migliaia di dollari per pochi giorni di elettricità.
Probabilmente molte famiglie non potevano permettersi di pagare quei conti, cosicché stiamo potenzialmente assistendo ad un’ondata di fallimenti personali. E persino quelli che non sono alle prese con una rovina, prevedibilmente sono scandalizzati.
Probabilmente, l’osservazione più rivelatrice della crisi del Texas sino a questo punto è stato un tweet, niente di meno, del Senatore Ted Cruz (Senatore repubblicano, di Cancùn [2]), che si è infuriato perché “nessuna società elettrica dovrebbe ricevere una manna a causa di un disastro naturale” ed ha chiesto “ai regolatori statali e locali” di “impedire questa ingiustizia”.
Il Senatore, che non si distingue per auto consapevolezza, può non capire cosa ha fatto in quel caso. Ma se persino Ted Cruz – Ted Cruz! – crede che i regolatori dovrebbero impedire che le società elettriche rapinino in un disastro profitti inattesi, ciò esclude che qualsiasi incentivo finanziario al settore privato prepari ad un disastro del genere. E ciò, a sua volta, distrugge l’intero presupposto che sta dietro la deregolamentazione radicale.
Dunque, i repubblicani che hanno in mano tutti gli uffici statali del Texas trarranno insegnamento da questo disastro e ripenseranno il loro intero approccio alla politica energetica? Niente affatto. La loro immediata reazione è stata di incolpare falsamente per la crisi l’energia eolica, e di attaccare i sostenitori del New Deal Verde – anche se qualcosa come un New Deal Verde, ovvero un investimento pubblico nelle infrastrutture energetiche, è esattamente quello di cui il Texas ha bisogno.
E una cosa che abbiamo definitivamente appreso nei mesi passati è che una volta che i politici si impegnano in una Grande Bugia, che si tratti di epidemiologia, di economia o di risultati elettorali, non tornano mai indietro.
Ma mentre il complesso politico-mediatico della destra non può imparare niente dalla debacle energetica del Texas, né lo farà, noi possiamo farlo. Ci è stata appena offerta una chiara visione del lato buio (e freddo) del fondamentalismo del libero mercato. Ed è una lezione che non dovremmo dimenticare.
[1] Per chi non ci credesse, immagine di un “avocado toast” (con l’aggiunta di salmone):
[2] L’informazione è ironica, giacché Cruz è Senatore per lo Stato del Texas. L’ironia deriva dal fatto che nei giorni passati, durante il gran gelo, Cruz è andato per un po’ con la famiglia in una zona più calda, a Cancún in Messico, provocando molto scalpore. Ted Cruz è nato in Canada da un padre immigrato cubano, e si è trasferito a quattro anni in Texas. Contrario all’aborto, ai matrimoni di omosessuali e all’immigrazione di non-cristiani, attivo sostenitore del negazionismo trumpiano – inclusi gli assalti al Parlamento – sui recenti risultati elettorali.
By mm
E' possibile commentare l'articolo nell'area "Commenti del Mese"