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I repubblicani sono impantanati nel cemento, di Paul Krugman (New York Times, 5 aprile 2021)

 

 

April 5, 2021

Republicans are mired in concrete

By Paul Krugman

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Republicans have been having a hard time explaining why they oppose President Biden’s American Jobs Plan.

Their real motives aren’t a mystery. They want Biden to fail, just as they wanted President Barack Obama to fail, and will once again offer scorched-earth opposition to anything a Democratic president proposes. And they’re especially opposed to public programs that might prove popular, and thereby help legitimize activist government in voters’ minds.

But laying out those true motives wouldn’t play well with the electorate, so they’ve been looking for alternative attack lines. And in the past few days many Republicans seem to have settled on the claim that most of the proposed spending isn’t really infrastructure.

Being who they are, they can’t help going to ludicrous extremes, and their claims that only a few percent of the proposal is “real” infrastructure are easily debunked. The only way to get anywhere close to their numbers is to declare, bizarrely, that only pouring concrete for transportation counts, which means excluding spending on such essentials for a modern economy as clean water, reliable electricity, access to broadband and more.

It’s true, however, that much of the proposed spending involves intangibles — outlays on research and development, broader support for innovation, and investment in people. So what you need to know is that the case for these intangible investments is every bit as strong as the case for repairing decaying roads and collapsing bridges. Indeed, if anything it’s even stronger.

Let’s start with technology.

The idea that investment isn’t real if it doesn’t involve steel and concrete would come as news to the private sector. True, back in the 1950s around 90 percent of business investment spending was on equipment and structures. But these days more than a third of business investment is spending on “intellectual property,” mainly R&D and purchases of software.

Businesses, then, believe that they can achieve real results by investing in technology — a view ratified by the stock market, which now puts a high value on companies with relatively few tangible assets. Can the government do the same thing? Yes, it can. In fact, the Obama administration did.

Investment in technology, especially in renewable energy, was only a small fraction of the Obama stimulus, but it’s the piece that got the worst rap. Remember how Republicans harped endlessly on how loan guarantees for the solar-power company Solyndra went bad?

The thing is, if your technology strategy produces only winners, you’re not taking enough risks. Private investors don’t expect every bet to succeed; three out of four start-ups backed by venture capital fail. The question is whether there are enough successes to justify the strategy.

And the Obama investment in green technology produced many successes. You’ve probably heard about Solyndra; have you heard about the crucial role played by a $465 million loan to a company named Tesla?

More broadly, the years since 2009 have been marked by spectacular progress in renewable energy, with solar and wind power in many cases now cheaper than electricity from fossil fuels. There are still people who seem to imagine that green energy is flaky hippie stuff, but the reality is that it’s the wave of the future.

We don’t know how much of this progress can be attributed to the Obama stimulus, but the stimulus surely played a role.

What about spending on people, which accounts for hundreds of billions and will reportedly be the main focus of an additional proposal? There’s overwhelming evidence that this is a good idea.

The truth is that it’s hard to assess the payoff to spending on physical infrastructure, because we don’t get to observe the counterfactual — what would have happened if we didn’t build that bridge or road. We’ll only get really solid evidence on the value of physical investment if, as seems all too possible, some key pieces of our infrastructure collapse.

By contrast, we know a lot about the effects of investing in people, because some of our most important family-oriented programs, like food stamps, were rolled out gradually across America. This lets researchers compare the life trajectories of Americans who received early aid as children with those of otherwise similar Americans who didn’t.

The results are clear. Children who received early aid did better than those who didn’t by every measure: education, health, earnings. The social return on aid to families, especially children, turns out to be huge.

Should the softer, less tangible parts of the Biden spending agenda — encouragement of new technologies, especially electric vehicles, aid to education and more broadly to families with children — be considered “infrastructure”? The right answer is, who cares? It’s all productive investment in the nation’s future.

And the future needs work. Recovery from the pandemic should be only the start; we need a strategy to cure our longer-term problems of sluggish productivity growth and weak private demand. Large-scale public investment, whether or not it looks like some people’s idea of infrastructure, is the way forward.

 

I repubblicani sono impantanati nel cemento, 

di Paul Krugman

 

I repubblicani hanno difficoltà nello spiegare perché si oppongono al Piano Americano sui Posti di Lavoro del Presidente Biden.

I loro reali motivi non sono un mistero. Vogliono che Biden fallisca, proprio come volevano che il Presidente Barack Obama fallisse, e ancora una volta offriranno una opposizione da terra bruciata a tutto quello che un Presidente democratico propone. E in particolare sono ostili a programmi pubblici che possano rivelarsi popolari, e di conseguenza contribuiscano a legittimare nella testa degli elettori un governo che ha iniziative.

Ma esporre quei veri motivi non avrebbe un buon effetto sull’elettorato, dunque stanno cercando nuove linee di attacco. E nei giorni passati molti repubblicani sembra si siano accordati sull’argomento secondo il quale la gran parte della spesa proposta non è realmente sulle infrastrutture.

Essendo quelli che sono, non possono risparmiarsi di ricorrere a risibili estremi, e i loro argomenti secondo i quali solo una piccola percentuale della proposta riguarda “vere” infrastrutture sono facilmente demistificabili. Il solo modo per arrivare in qualche modo vicini ai loro dati sarebbe dichiarare, in modo bizzarro, che soltanto riversare cemento per il trasporto conti, il che significa escludere la spesa su cose talmente essenziali per una economia moderna come l’acqua pulita, l’elettricità affidabile, l’accesso alla banda larga ed altro ancora.

È vero, tuttavia, che buona parte della spesa proposta riguarda beni intangibili – somme sulla ricerca e sullo sviluppo, un sostegno più ampio all’innovazione e investimenti sulle persone. Dunque, quello che avete bisogno di sapere è che gli argomenti per questi investimenti intangibili sono altrettanto forti di quelli per riparare strade fatiscenti e ponti al collasso. In effetti, semmai sono persino più forti.

Partiamo dalla tecnologia.

L’idea che l’investimento non è reale se non riguarda acciaio e cemento apparirà come una novità al settore privato. È vero, nei passati anni ’50 circa il 90 per cento degli investimenti delle imprese erano in attrezzature e strutture. Ma di questi tempi più di un terzo degli investimenti delle imprese sono spese sulla “proprietà intellettuale”, principalmente ricerca e sviluppo e acquisti di software.

Le imprese, dunque, credono di poter realizzare risultati reali investendo nella tecnologia – un punto di vista ratificato dal mercato azionario, che adesso assegna un valore elevato alle società con relativamente pochi asset tangibili. Il Governo può fare lo stesso? Certo che può. Di fatto, l’Amministrazione Obama lo face.

Gli investimenti nella tecnologia, in particolare nelle energie rinnovabili, furono solo una modesta frazione dello stimolo di Obama, ma quella fu la parte che ebbe la peggiore reputazione. Ricordate come i repubblicani sproloquiarono all’infinito su come fecero una brutta fine le garanzie sui prestiti per l’energia solare alla società Solyndra?

Il punto è che se la vostra strategia tecnologica produce solo successi, vuol dire che non vi state prendendo rischi sufficienti. Gli investitori privati non si aspettano che ogni scommessa abbia successo; tre su quattro imprese innovative sostenute da capitali di rischio falliscono. La domanda è se ci sono stati abbastanza successi da giustificare la strategia.

E gli investimenti di Obama nella tecnologia ambientalistica produssero molti successi. Probabilmente avrete sentito parlare di Solyndra; avete anche sentito parlare del ruolo cruciale giocato da un prestito di 465 milioni di dollari a una società che si chiama Tesla?

Più in generale, gli anni a partire dal 2009 sono stati segnati da un progresso spettacolare nelle energie rinnovabili, con l’energia solare ed eolica che adesso in molti casi sono più economiche della elettricità da combustibili fossili. Ci sono ancora persone che sembra si immaginino che l’energia verde sia roba da inattendibili hippie, ma la realtà è che è l’onda del futuro.

Non sappiamo quanto di questo progresso possa essere attribuito allo stimolo di Obama, ma certamente lo stimolo ebbe un ruolo.

Che dire sulla spesa sulle persone, che pesa per centinaia di miliardi e da quanto si apprende sarà il fulcro principale di una proposta aggiuntiva? Ci sono prove schiaccianti che sia una buona idea.

La verità è che è difficile stimare il vantaggio della spesa sulle strutture fisiche, dato che non possiamo osservare gli effetti di un andamento opposto – cosa sarebbe successo we non avessimo costruito quel ponte o quella strada? In realtà, avremo soltanto prove robuste del valore degli investimenti fisici se, come sembra anche troppo possibile, alcune parti fondamentali delle nostre infrastrutture collassano.

All’opposto, sappiamo molto degli effetti degli investimenti sulle persone, perché alcuni dei nostri più importanti programmi rivolti alle famiglie, come gli aiuti alimentari, si sono affermati gradualmente in tutta l’America. Questo consente ai ricercatori di confrontare le traiettorie di vita degli americani che hanno ricevuto come bambini un aiuto precoce con quelle che diversamente americani simili non hanno ricevuto.

I risultati sono chiari. Da ogni punto di vista i bambini che hanno ricevuto  aiuti precoci hanno fatto meglio di quelli che non li hanno avuti: nell’istruzione, nella salute e nei guadagni. Si scopre che il rendimento sociale dell’aiuto alle famiglie, in particolare ai loro figli, è stato enorme.

Dovrebbero essere considerate “infrastrutture” le parti meno tangibili della spesa di Biden – l’incoraggiamento alle nuove tecnologie, in particolare ai veicoli elettrici, gli aiuti alla istruzione e più in generale alle famiglie con figli? La risposta giusta è: a chi importa? È tutto investimento produttivo sul futuro della nazione.

E il futuro ha bisogno di lavoro. La ripresa dalla pandemia dovrebbe essere solo l’inizio; abbiamo bisogno di una strategia per curare i nostri problemi a più lungo termine della fiacca crescita della produttività e della debole domanda privata. Investimenti pubblici su larga scala, che assomiglino o meno all’idea che qualcuno ha delle infrastrutture, sono la nostra strada per andare avanti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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