April 1, 2021
By Paul Krugman
Will Andrew Yang, the current front-runner, become New York City’s next mayor? If he wins, would he be any good at the job? I have no idea, although I’m skeptical about the latter.
My guess is that the mayoral office needs an effective political brawler, not an intellectual, and Yang, who has never held office, owes his prominence largely to his reputation as a thought leader, someone with big ideas about economics and policy.
What I do know is that Yang’s big ideas are demonstrably wrong. Shouldn’t that be cause for concern?
Yang’s claim to fame is his argument that we’re facing social and economic crises because rapid automation is destroying good jobs and that the solution is universal basic income — a monthly check of $1,000 to every American adult. Many people find that argument persuasive, and one can imagine a world in which both Yang’s diagnosis and his prescription would be right.
But that’s not the world we’re living in now, and there’s little indication that it’s where we’re going any time soon.
Let’s do a fact check: Are we actually experiencing rapid automation — that is, a rapid reduction in the number of workers it takes to produce a given amount of stuff? That would imply a rapid rise in the amount of stuff produced by each worker still employed — that is, rapidly rising productivity.
But that’s not what we’re seeing. In fact, the lead article in the current issue of the Monthly Labor Review, published by the Bureau of Labor Statistics, is an attempt to understand the productivity slowdown — the historically low growth in productivity since 2005. This slowdown has been especially pronounced in manufacturing, which has seen hardly any productivity rise over the past decade.
I made similar points back in 2019, eliciting a furious response from Yang, who decried “incomplete statistics” and declared that “I’ve done the math.” But if he had done the math, he didn’t share it with the rest of us; all he offered were anecdotes. Yes, at any given time there are always some workers being displaced by technology. The question is whether this is happening faster now than in the past. The numbers say that it isn’t.
For what it’s worth, my guess is that Yang started preaching the dangers of automation without ever having looked at economic data; it was a story too good to check.
But even if we don’t think Yang is right about the problem, what about his solution? Is his universal basic income proposal a good idea?
No, it isn’t. It’s both too expensive to be sustainable without a very large tax increase and inadequate for Americans who really need help. I’ve done the math.
First, we really would be talking about a lot of money. The recently enacted American Rescue Plan gave most adults a one-time $1,400 payment, at a cost of $411 billion. These payments make some sense given the lingering economic effects of the pandemic, although other components of the plan, especially enhanced unemployment benefits, are playing a more crucial role in limiting financial misery.
But the Yang proposal to pay $12,000 a year would cost more than eight times as much every year — well over $3 trillion a year, in perpetuity. Even if you aren’t much worried about either debt or inflationary overheating right now (which I’m not), you have to think that sustained spending at that rate would both cause problems and conflict with other priorities, from infrastructure to child care.
Yet these payments would also be grossly inadequate for Americans who actually did lose their jobs, whether to automation or something else. The median full-time worker in the United States currently earns about $1,000 per week.
The point is that for now, at least, the best way to provide an adequate safety net is to make aid conditional. We can and should provide generous aid to the unemployed; we can and should provide aid to families with children. But sending checks to everyone, every month, is just too poorly focused on the real problems.
Now, one can imagine a world in which Yangism would be right. If robots actually were taking all the good jobs and inducing a huge shift of income from labor to capital, it might make sense to offer big universal payments, financed with big new taxes on wealth and capital income. But we’re not currently in that world.
Where, then, is all this hype about robots and other forms of automation coming from? Part of the answer is that it sounds sophisticated and forward-looking, especially if you’re a tech guy. But it’s also, as I argued in that 2019 article, a form of centrist escapism.
The real story of inequality and wage stagnation in America has a lot to do with the decline of unions and workers’ loss of bargaining power; but some commentators are uncomfortable talking about power relations and would rather blame technology.
You could argue that none of this is particularly relevant to running New York City, and in a direct sense that’s clearly right. But if Yang does become mayor, it will be because voters have a vague sense that he’s a man with deep insights proposing smart progressive policies. Unfortunately, that’s not who he is.
Andrew Yang non ha fatto bene i conti,
di Paul Krugman
Andrew Yang, al momento il favorito, diventerà il prossimo Sindaco di New York City? Se vincesse, sarebbe adatto all’incarico? Non ne ho idea, per quanto sulla seconda sia scettico.
La mia impressione è che la carica di Sindaco richieda un efficace praticante della politica, non un intellettuale, e Yang, che non ha mai avuto cariche, deve il suo rilievo in gran parte alla sua reputazione come pensatore di spicco, qualcuno che ha grandi idee sull’economia e sulla politica.
Quello che io so è che le grandi idee di Yang sono dimostrabilmente sbagliate. Questo non dovrebbe essere un motivo di preoccupazione?
La nomea di Yang è la sua tesi secondo la quale siamo di fronte a crisi economiche perché la rapida automazione sta distruggendo buoni posti di lavoro e che la soluzione sia un reddito di base universale – un assegno mensile di mille dollari ad ogni americano adulto. Molte persone trovano questo argomento persuasivo e si può immaginare un mondo nel quale sia la diagnosi che il rimedio di Yang potrebbero essere giusti.
Ma non è quello il mondo nel quale stiamo vivendo attualmente, e ci sono pochi segni che ci si stia indirizzando verso di esso a breve.
Esaminiamo i dati di fatto: stiamo facendo effettivamente l’esperienza di una automazione rapida – ovvero di una rapida diminuzione del numero di lavoratori che serve a produrre una data quantità di oggetti? Ciò implicherebbe una rapida crescita del numero di beni prodotti da ciascun lavoratore ancora impiegato – cioè una produttività in rapida crescita.
Ma non è quello a cui stiamo assistendo. Di fatto, l’articolo di apertura della attuale edizione della Rivista Mensile del Lavoro, pubblicata dall’Ufficio delle Statistiche sul Lavoro, è un tentativo di comprendere il rallentamento della produttività – la crescita storicamente bassa della produttività a partire dal 2005. Questo rallentamento è stato particolarmente pronunciato nel settore manifatturiero, che nel decennio passato non ha quasi conosciuto alcun aumento nella produttività.
Avanzai simili argomenti nel passato 2019, provocando una furiosa risposta da parte di Yang, che denunciò le “statistiche incomplete” e affermò “di aver fatto i conti”. Ma non aveva fatto i conti, né li aveva condivisi con tutti noi; tutto quello che aveva offerto erano aneddoti. È vero, in ogni epoca ci sono sempre lavoratori che vengono sostituiti dalla tecnologia. La domanda è se questo stia avvenendo più velocemente che nel passato. E i dati dicono che non è così.
Per quello che può valere, la mia impressione è che Yang cominciò a pontificare sui pericoli dell’automazione senza aver osservato i dati economici; era una storia troppo buona per essere verificata.
Ma persino se non riteniamo che Yang abbia ragione sul problema, che dire della sua soluzione? Il reddito universale di base è una buona idea?
No, non è una buona idea. È sia troppo costosa per essere sostenibile senza un aumento molto grande delle tasse, che inadeguata per gli americani che hanno realmente bisogno di aiuto. Io i conti li ho fatti.
In primo luogo staremmo davvero parlando di un mucchio di soldi. Il Piano di Salvataggio Americano recentemente aprovato dà alla maggioranza degli adulti in una soluzione un sussidio di 1.400 dollari, per un costo di 411 miliardi. Questi sussidi hanno un certo senso considerati gli effetti persistenti della pandemia, sebbene altre componenti del piano, in particolare gli aumenti ai sussidi di disoccupazione, stiano giocando un ruolo più cruciale nel limitare la miseria finanziaria.
Ma la proposta di Yang di pagare 12.000 dollari all’anno costerebbe otto volte di più per ogni annualità – ben oltre o tre mila miliardi di dollari all’anno, per sempre. Anche se non si è molto preoccupati in questo momento sia del debito che del surriscaldamento inflazionistico (come io non sono), si deve pensare che una spesa duratura di quelle intensità provocherebbe problemi e contraddizioni con altre priorità, dalla infrastrutture alla assistenza ai bambini.
Tuttavia questi sussidi sarebbero anche completamente inadeguati per gli americani che hanno effettivamente perso i loro posti di lavoro, per l’automazione o par qualche altra causa. Il lavoratore medio a pieno tempo negli Stati Uniti guadagna attualmente circa mille dollari per settimana.
Il punto è che, almeno per adesso, il modo migliore per fornire una rete adeguata di sicurezza è generare un aiuto condizionato. Possiamo e dobbiamo fornire un aiuto generoso ai disoccupati; possiamo e dobbiamo aiutare le famiglie con figli. Ma spedire assegni a tutti ogni mese, equivale a concentrarsi modestamente sui problemi reali.
Ora, si può immaginare un modo nel quale lo yangismo sarebbe giusto. Se i robot stessero effettivamente occupando tutti i buoni posti di lavoro e inducendo un vasto spostamento di reddito dal lavoro al capitale, potrebbe aver senso offrire grandi sussidi universalistici, finanziati con nuove tasse sui redditi da patrimoni e da capitale. Ma attualmente non siamo in quel mondo.
Da dove deriva, dunque, tutto questo battage sui robot e su altre forme di automazione? La risposta in parte è che essa sembra sofisticata e all’avanguardia, in particolare se si è individui tecnologici. Ma è anche, come sostenevo nel 2019, una forma di evasione centrista.
La storia vera dell’ineguaglianza e della stagnazione salariale in America ha molto a che fare con il declino dei sindacati e con la perdita di potere contrattuale da parte dei lavoratori; ma alcuni commentatori sono a disagio nel parlare di relazioni di potere e preferirebbero dar la colpa alla tecnologia.
Si può sostenere che niente di questo sia particolarmente rilevante per correre per il posto di Sindaco di New York City, e in un senso diretto questo è chiaramente giusto. Ma se Yang diventerà effettivamente Sindaco, lo diventerà perché gli elettori percepiscono vagamente che sia un uomo con intuizioni profonde che propone intelligenti politiche progressiste. Sfortunatamente, ciò non corrisponde a quello che è.
By mm
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