April 29, 2021
By Paul Krugman
Conservatives beware: If the main elements in Joe Biden’s American Family Plan become law, they’ll be very hard to repeal. Why? Because they’ll deliver huge, indeed transformational benefits to millions.
I mean, just imagine trying to take away affordable child care, universal pre-K and paid leave for new parents once they’ve become part of the fabric of our society. You’d face a backlash far worse than the one that followed Republican attempts to eliminate protection for coverage of pre-existing health conditions in 2017. And that backlash quickly gave Democrats control of the House and set the stage for their current control of the Senate and White House as well.
So what’s the Republican counterargument? Well, much of the party appears uninterested in debating policy, preferring to lash out at imaginary plans to ban red meat or give immigrants Kamala Harris’s children’s book.
The official G.O.P. response to Biden’s speech on Wednesday, by Senator Tim Scott, seemed low-energy; Scott is still complaining about “big government” and denouncing Biden for spending money on things other than roads and bridges. The closest thing to a real argument was the claim that Biden is proposing “the biggest job-killing tax hikes in a generation” — presumably a reference to Bill Clinton’s tax increase in 1993.
Indeed, Biden intends to pay for his proposals with higher taxes on corporations and high-income individuals, including a dastardly plan to give the Internal Revenue Service enough resources to crack down on wealthy tax cheats.
It’s important, then, to realize that the family plan would, if enacted, be a major job creator. That is, it would increase the number of Americans — women in particular — in paid employment substantially, probably by several million.
To understand why, the first thing you need to know is that while Republicans always claim that raising taxes on the rich will destroy jobs, they have never yet been right. Scott’s rejoinder to Biden appeared to suggest that the 1993 Clinton tax hike killed jobs; in reality, the United States added 23 million jobs on Clinton’s watch. People also seem to forget that Barack Obama presided over a significant hike in high-end taxes at the beginning of his second term; the economy continued to add jobs rapidly, at the rate of about 2.5 million a year.
Oh, and employment in California boomed after Jerry Brown raised taxes on the wealthy in 2012, defying conservative declarations that the state was committing economic suicide.
It’s also instructive to compare the United States with other advanced countries, almost all of which have higher taxes and more generous social benefits than we do. Do they pay a price for these policies in the form of reduced employment?
Many Americans would, I suspect, be surprised to learn that the truth is that many high-tax, high-benefit countries are quite successful at creating jobs. Take the case of France: Adults between the ages of 25 and 54, the prime working years, are more likely to be employed in France than they are in America, mainly because Frenchwomen have a higher rate of paid employment than their American counterparts. The Nordic countries have an even larger employment advantage among women.
How can employment be so high in countries with lots of “job-killing” taxes? The answer is that taxes don’t visibly kill jobs — but lack of child care does. Parents in many rich countries are able to take paid work because they have access to safe, affordable child care; in the United States such care is prohibitively expensive for many, if they can get it at all. And the reason is that our government spends almost nothing on child care and pre-K; our outlays as a percentage of G.D.P. put us somewhat below Cyprus and Romania.
The American Family Plan would completely change this picture, providing free preschool for all 3- and 4-year-olds while limiting child care costs to no more than 7 percent of income for lower- and middle-income parents. If this raised employment of prime-age American women to French levels, it would add about 1.8 million jobs; if we went to Danish levels, we would add three million jobs.
Just to be clear, making it possible for more women to take paid jobs isn’t the principal point of this plan — and there’s nothing wrong with parents’ choosing to stay at home and care for their kids. Instead, it’s mainly about improving the environment in which children grow up, partly as a matter of social justice, partly so that they eventually become healthier, more productive adults.
But higher employment — jobs generally expand to meet the available work force — would be a significant and more immediate side benefit. And it would also offer a partial fiscal offset to the direct cost of child care and pre-K, both because newly working Americans would pay taxes and because they would be less likely to need support from safety-net programs like food stamps. No, Biden’s spending plans won’t pay for themselves. But they’ll cost taxpayers less than the headline numbers might suggest.
And if these plans improve life for millions of Americans, will anyone besides professional ideologues care if they’re “big government”?
In bocca al lupo ai repubblicani se il programma di Biden sulla famiglia diventa legge,
di Paul Krugman
I conservatori facciano attenzione: se gli aspetti principali del Programma per la Famiglia Americana di Biden diventano legge, per loro sarà molto difficile abrogarli. Perché? Perché esso porterà enormi benefici a milioni di persone, un cambiamento vero.
Intendo dire, si immagini soltanto di cercare di portar via l’assistenza sostenibile ai bambini, gli asili per tutti ed il congedo retribuito per i genitori una volta che sono diventati parte del tessuto della nostra società. Vi trovereste dinanzi ad un contraccolpo di gran lunga peggiore di quello che fece seguito, nel 2017, ai tentativi repubblicani di eliminare la protezione per l’assistenza alle patologie sanitarie preesistenti. E quel contraccolpo consegnò rapidamente ai democratici la maggioranza alla Camera e mise le condizioni per il loro attuale controllo del Senato ed anche della Casa Bianca.
Dunque, cosa obiettano i repubblicani? Ebbene, una gran parte del partito non sembra interessata a discutere di politica, preferendo prendersela con piani immaginari per mettere al bando le carni rosse o per dare agli immigrati il libro per bambini di Kamala Harris [1].
La risposta ufficiale del Partito Repubblicano al discorso di Biden di mercoledì, da parte del Senatore Tim Scott, è sembrata fiacca; Scott si lamenta ancora del “Grande Governo” e denuncia Biden per spendere denaro su cose diverse dalle strade e dai ponti. La cosa più vicina ad un argomento effettivo è stata la pretesa che Biden stia proponendo “i più grandi rialzi delle tasse che affossano posti di lavoro in una generazione” – che si suppone sia un riferimento all’aumento delle tasse di Bill Clinton nel 1993.
In effetti Biden intende finanziare le sue proposte con tasse più alte sulle società e sulle persone con alti redditi, incluso un programma ignobile per dare alla Agenzia delle Entrate risorse sufficienti per dare un giro di vite agli imbrogli fiscali dei ricchi.
È importante, dunque, comprendere che il programma per le famiglie, se fosse approvato, sarebbe una importante fonte di posti di lavoro. Ovvero, aumenterebbe il numero degli americani – donne in particolare – sostanzialmente in occupazione retribuita, probabilmente di vari milioni.
Per comprendere il motivo, la prima cosa che dovete sapere è che mentre i repubblicani sostengono sempre che aumentare le tasse sui ricchi distruggerà posti di lavoro, non hanno mai avuto ragione. La replica di Scott a Biden è sembrata suggerire che le maggiori tasse di Clinton nel 1993 affossarono posti di lavoro; in realtà, gli Stati Uniti nel mandato di Clinton aumentarono di 23 milioni i posti di lavoro. Le persone sembrano anche dimenticare che Barack Obama governò, all’inizio del suo secondo mandato, durante un periodo di significativo rialzo delle tasse sulle fasce alte; l’economia continuò ad accrescere rapidamente i posti di lavoro, ad un ritmo di circa due milioni e mezzo all’anno.
Inoltre, l’occupazione in California ebbe una forte espansione dopo che Jerry Brown aumentò le tasse sui ricchi nel 2012, sfidando le asserzioni dei conservatori secondo le quali lo Stato stava realizzando un suicidio economico.
È anche istruttivo confrontare gli Stati Uniti con altri paesi avanzati, che hanno quasi tutti tasse più alte e sussidi sociali più generosi dei nostri. Pagano un prezzo per queste politiche nella forma di una ridotta occupazione?
Suppongo che molti americani sarebbero sorpresi nell’apprendere che la verità è che molti paesi con ampie tasse ed elevati sussidi hanno un discreto successo nel creare posti di lavoro. Si prenda il caso della Francia: gli adulti tra i 25 ed i 54 anni, la principale età lavorativa, è più probabile che siano occupati in Francia che in America, principalmente perché le donne francesi hanno un tasso più elevato di occupazione retribuita delle loro omologhe americane. I paesi nordici hanno un vantaggio nell’occupazione persino più ampio tra le donne.
Come può l’occupazione essere così elevata in paesi con tante tasse “che affossano i posti di lavoro”? La risposta è che le tasse non affossano i posti di lavoro in un modo percepibile – ma la mancanza di assistenza ai bambini, sì. I genitori in molti paesi ricchi sono nelle condizioni di avere lavori retribuiti perché hanno accesso ad una assistenza sicura e sostenibile per i loro figli; negli Stati Uniti tale assistenza è proibitivamente costosa per molti, ammesso che la possano ottenere. E la ragione è che il nostro Governo non spende quasi niente nel prendersi cura dei bambini e negli asili; come percentuali del PIL le nostre spese sono un po’ al di sotto di Cipro e della Romania.
Il Programma Americano per la Famiglia cambierebbe completamente il quadro, fornendo asili gratuiti per tutti i bambini di 3-4 anni e limitando i costi della cura dei bambini a non più del 7 per cento del reddito dei genitori con i redditi più bassi e medi. Se questo elevasse l’occupazione nella principale età lavorativa americana ai livelli delle donne francesi, aumenterebbe i posti di lavoro di un milione e 800 mila; se arrivassimo ai livelli danesi, aumenteremmo i posti di lavoro di tre milioni.
Per essere chiari, rendere possibile per più donne avere posti di lavoro retribuiti non è il punto principale di questo programma – e non c’è niente di sbagliato se i genitori scelgono di stare a casa e di accudire i loro ragazzi. Piuttosto, questo riguarda principalmente il miglioramento dell’ambiente nei quale i bambini crescono, in parte come un aspetto di giustizia sociale, in parte perché in tal modo alla fine diventano adulti più sani e più produttivi.
Ma una occupazione più elevata – i posti di lavoro generalmente si espandono per soddisfare la forza lavoro disponibile – sarebbe un effetto collaterale significativo e più immediato. E offrirebbe anche un parziale bilanciamento in termini di finanza pubblica al costo diretto della cura dei bambini e degli asili, sia perché gli americani che ottengono nuovi posti di lavoro pagherebbero le tasse, sia perché sarebbe meno probabile che abbiano bisogno di sostegno dai programmi sulle reti della sicurezza sociale come i sussidi alimentari. No, i programmi di spesa di Biden non si finanzieranno da soli. Ma costeranno ai contribuenti meno di quello che fanno intendere i titoli dei giornali.
E se questi programmi migliorano la vita di milioni di americani, interesserà a qualcuno se sono il “Grande Governo”, a parte gli ideologi di professione?
[1] Sulle carni rosse siamo informati dal precedente articolo di Krugman. La faccenda del libro della Harris che sarebbe stato consegnato in regalo ai bambini immigrati in America è un altro falso, diffuso da Fox News e da vari personaggi repubblicani, secondo il quale quel libro (se capisco scritto per i bambini, col titolo “I super eroi sono dappertutto”) sarebbe stato consegnato assieme ad un “pacco” di piccoli doni come segno di ‘benvenuto’ ai nuovi ospiti del paese. Ovviamente, la notizia è stata dimostrata falsa.
By mm
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