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La destra punta tutto sull’ignoranza, di Paul Krugman (New York Times, 28 giugno 2021)

 

June 28, 2021

The Right Goes All In on Ignorance

By Paul Krugman

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As everyone knows, leftists hate America’s military. Recently, a prominent left-wing media figure attacked Gen. Mark Milley, the chairman of the Joint Chiefs of Staff, declaring, “He’s not just a pig, he’s stupid.”

Oh, wait. That was no leftist, that was Fox News’s Tucker Carlson. What set Carlson off was testimony in which Milley told a congressional hearing that he considered it important “for those of us in uniform to be open-minded and widely read.”

The problem is obvious. Closed-mindedness and ignorance have become core conservative values, and those who reject these values are the enemy, no matter what they may have done to serve the country.

The Milley hearing was part of the orchestrated furor over “critical race theory,” which has dominated right-wing media for the past few months, getting close to 2,000 mentions on Fox so far this year. One often sees assertions that those attacking critical race theory have no idea what it’s about, but I disagree; they understand that it has something to do with assertions that America has a history of racism and of policies that explicitly or implicitly widened racial disparities.

And such assertions are unmistakably true. The Tulsa race massacre really happened, and it was only one of many such incidents. The 1938 underwriting manual for the Federal Housing Administration really did declare that “incompatible racial groups should not be permitted to live in the same communities.”

We can argue about the relevance of this history to current policy, but who would argue against acknowledging simple facts?

The modern right, that’s who. The current obsession with critical race theory is a cynical attempt to change the subject away from the Biden administration’s highly popular policy initiatives, while pandering to the white rage that Republicans deny exists. But it’s only one of multiple subjects on which willful ignorance has become a litmus test for anyone hoping to succeed in Republican politics.

Thus, to be a Republican in good standing one must deny the reality of man-made climate change, or at least oppose any meaningful action to limit greenhouse gas emissions. One must reject or at least express skepticism about the theory of evolution. And don’t even get me started on things like the efficacy of tax cuts.

What underlies this cross-disciplinary commitment to ignorance? On each subject, refusing to acknowledge reality serves special interests. Climate denial caters to the fossil fuel industry; evolution denial caters to religious fundamentalists; tax-cut mysticism caters to billionaire donors.

But there’s also, I’d argue, a spillover effect: Accepting evidence and logic is a sort of universal value, and you can’t take it away in one area of inquiry without degrading it across the board. That is, you can’t declare that honesty about America’s racial history is unacceptable and expect to maintain intellectual standards everywhere else. In the modern right-wing universe of ideas, everything is political; there are no safe subjects.

This politicization of everything inevitably creates huge tension between conservatives and institutions that try to respect reality.

There have been many studies documenting the strong Democratic lean of college professors, which is often treated as prima facie evidence of political bias in hiring. A new law in Florida requires that each state university conduct an annual survey “which considers the extent to which competing ideas and perspectives are presented,” which doesn’t specifically mandate the hiring of more Republicans but clearly gestures in that direction.

An obvious counterargument to claims of biased hiring is self-selection: How many conservatives choose to pursue careers in, say, sociology? Is hiring bias the reason police officers seem to have disproportionately supported Donald Trump in the 2016 election, or is this simply a reflection of the kind of people who choose careers in law enforcement?

But beyond that, the modern G.O.P. is no home for people who believe in objectivity. One striking feature of surveys of academic partisanship is the overwhelming Democratic lean in hard sciences like biology and chemistry; but is that really hard to understand when Republicans reject science on so many fronts?

One recent study marvels that even finance departments are mainly Democratic. Indeed, you might expect finance professors, some of whom do lucrative consulting for Wall Street, to be pretty conservative. But even they are repelled by a party committed to zombie economics.

Which brings me back to General Milley. The U.S. military has traditionally leaned Republican, but the modern officer corps is highly educated, open-minded and, dare I say it, even a bit intellectual — because those are attributes that help win wars.

Unfortunately, they are also attributes the modern G.O.P. finds intolerable.

So something like the attack on Milley was inevitable. Right-wingers have gone all in on ignorance, so they were bound to come into conflict with every institution — including the U.S. military — that is trying to cultivate knowledge.

 

La destra punta tutto sull’ignoranza,

di Paul Krugman

 

Come sanno tutti, le persone di sinistra odiano le forze armate americane. Di recente, un eminente personaggio dei media della sinistra ha attaccato il generale Mark Milley, il presidente dei Capi di Stato Maggiore congiunti, dichiarando: “Non è solo uno sbirro [1], è stupido”.

Ma, un momento. Quello non era un individuo di sinistra, era Tucker Carlson di Fox News. Quello che ha fatto arrabbiare Carlson è stata una testimonianza che Milley ha pronunciato in una audizione congressuale secondo la quale egli considerava importante: “per quelli di noi che sono in uniforme avere mentalità aperte e leggere molto”.

Il problema è evidente. Le mentalità ottuse e l’ignoranza sono diventati valori fondamentali dei conservatori, e coloro che rigettano questi valori sono il nemico, a prescindere da quanto abbiano fatto al servizio del paese.

La audizione di Milley era parte dell’orchestrato furore sulla “teoria critica della razza” [2], che ha imperversato sui media della destra nei mesi passati, ottenendo quest’anno, sino ad oggi, su Fox quasi due mila menzioni. Spesso si trovano giudizi secondo i quali coloro che attaccano la teoria critica della razza non avrebbero idea di cosa essa riguardi, ma io non sono d’accordo; costoro capiscono che essa ha a che fare con valutazioni per le quali l’America ha una storia di razzismo e di politiche che, esplicitamente o implicitamente, allargano le disparità razziali.

E tali valutazioni sono innegabilmente vere. Il massacro razziale di Tulsa [3] avvenne davvero, e non fu soltanto l’unico di tali simili eventi. Il manuale dei requisiti contrattuali del 1938 della Amministrazione Federale per gli Alloggi dichiarava davvero che “ai gruppi razziali incompatibili non dovrebbe essere consentito di vivere nelle stesse comunità”.

Possiamo discutere della rilevanza di questa storia per la politica attuale, ma chi potrebbe essere contrario alla conoscenza dei semplici fatti?

La destra dei giorni nostri, ecco chi. L’attuale ossessione con la teoria critica della razza è un tentativo cinico di cambiare argomento rispetto alle iniziative politiche molto popolari dell’Amministrazione Biden, al tempo stesso assecondando l’accanimento bianco che i repubblicani negano esista. Ma esso è solo uno dei molteplici temi nei quali la deliberata ignoranza è diventata una cartina di tornasole per chiunque speri di avere successo nella politica repubblicana.

Pertanto, per essere un repubblicano in una posizione favorevole si deve negare la realtà del cambiamento climatico provocato dall’uomo, o almeno opporsi ad ogni significativa iniziativa per limitare le emissioni dei gas serra. Si deve respingere o almeno esprimere scetticismo sulla teoria dell’evoluzione. E non fatemi neppure ricominciare a parlare di cose come l’efficacia del tagli delle tasse.

Cosa sta sotto questa vocazione all’ignoranza interdisciplinare? Su ciascun tema, rifiutare la conoscenza della realtà è al servizio di interessi particolari. Il negazionismo sul clima soddisfa l’industria dei combustibili fossili, il negazionismo dell’evoluzione soddisfa i fondamentalisti religiosi; il misticismo sui tagli delle tasse soddisfa i miliardari che danno contributi alla politica.

Ma direi che esiste anche un effetto di ricaduta: accettare le prove e la logica è una sorta di valore universale, e non si può farlo solo in un’area di indagine senza un degrado a tutto campo. Ovvero, non si può affermare che l’onestà sulla storia razziale americana è inaccettabile e aspettarsi di conservare accettabili prestazioni intellettuali su tutto il resto. Nell’universo delle idee della destra odierna, tutto è politica; non ci sono temi che si salvano.

Questa politicizzazione di ogni cosa inevitabilmente determina una enorme tensione tra i conservatori e le istituzioni che cercano di rispettare la realtà.

Ci sono stati molti studi che documentano la forte tendenza democratica dei professori universitari, la qual cosa spesso viene considerata come una prova manifesta di un pregiudizio politico nelle assunzioni. Una nuova legge della Florida richiede che ogni Università dello Stato ogni anno realizzi un sondaggio “che valuti le misura nella quale vengono presentate idee e prospettive in competizione”, il che non obbliga in modo specifico alla assunzione di più repubblicani, ma chiaramente allude a quella direzione.

Un ovvio argomento contro argomento alle pretese di assunzioni tendenziose è quello della auto esclusione: quanti conservatori scelgono, ad esempio, di perseguire carriere in sociologia? Sono i pregiudizi nelle assunzioni la ragione per la quale gli ufficiali di polizia sembra abbiano sostenuto in modo sproporzionato Donald Trump nelle elezioni del 2016, o è stato semplicemente un riflesso del tipo di persone che scelgono carriere nella applicazione della legge?

Ma oltre a ciò, il Partito Repubblicano odierno non offre più casa alle persone che credono nella obbiettività. Un dato impressionante nei sondaggi degli orientamenti politici accademici è la schiacciante tendenza democratica nelle scienze esatte come la biologia e la chimica; ma è davvero difficile da comprendere, quando i repubblicani respingono la scienza su così tanti fronti?

Uno studio recente si meraviglia che persino i dipartimenti della finanza siano principalmente democratici. In effetti, vi aspettereste che i professori di finanza, alcuni dei quali svolgono lucrative attività di consulenza per Wall Street, siano abbastanza conservatori. Ma persino loro sono disgustati da un partito che ha il culto delle idee economiche zombi.

Il che mi riporta al Generale Milley. L’Esercito statunitense ha tradizionalmente avuto tendenze repubblicane, ma il moderno corpo di ufficiali è altamente istruito, di mentalità aperta e, oserei dire, persino un po’ intellettuale – giacché sono quegli gli attributi che aiutano e vincere le guerre.

Sfortunatamente, sono anche gli attributi che il Partito Repubblicano odierno trova intollerabili.

Dunque era inevitabile qualcosa come l’attacco a Milley. La destra ha puntato tutto sull’ignoranza, dunque è destinata a entrare in conflitto con ogni istituzione – incluse le forze armate statunitensi – che si sforza di basarsi sulla conoscenza.

 

 

 

 

 

 

[1] Mi sembra più probabile che “pig” sia qua utilizzato nella accezione popolare di “sbirro”, anziché in quella più letterale e un tantino generica di “maiale”.

[2] È effettivamente un ‘teoria’, che ha avuto negli ultimi decenni una storia nei dibattiti degli studiosi americani di diritto. Essa si concentra sulla analisi del rapporto tra diritto, razza e potere. Particolarmente agli inizi, venne promossa da giuristi di colore ed ebbe un contributo particolare da parte di studiose di diritto di orientamento femminista. Per chi voglia davvero saperne di più, una ricerca rapida consente di trovare moltissimi articoli, saggi e anche tesi di dottorato sull’argomento.

[3] Tulsa è la seconda città più grande dello Stato dell’Oklahoma e la 47ª città più popolosa degli Stati Uniti. Nel 1921 Tulsa fu teatro di disordini razziali al termine dei quali si registrarono circa 300 vittime e 10.000 senzatetto.

 

 

 

 

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