June 4, 2021
By Paul Krugman
Don’t pay too much attention to today’s jobs report; it came in slightly below expectations, but given the noisiness of the data (and the extent to which the numbers are often revised), it told us very little that we didn’t already know.
The truth is that two things are clear about the U.S. economy right now. It’s growing very fast, and adding jobs at a rapid clip; but the pace of job creation is being crimped, at least a bit, because employers are having a hard time finding as many workers as they want to hire.
Sometimes complaints about a lack of willing workers just mean that companies don’t want to pay decent wages, and there’s no doubt some of that is going on. But this time that’s not the whole story. The latest Beige Book — the Fed’s informal survey of business conditions — suggests both that a number of companies really are having trouble adding workers as fast as they’d like, and that this is happening even though some are raising wages, offering signing bonuses, etc.
But what, if any, policy conclusion should we draw from this evidence? Republicans say that it means that we must cut benefits for the unemployed (and so many Republican-controlled states are now cutting aid, even though the federal government was actually bearing the cost). But they always say that, whatever is happening to the economy.
Many others point to lack of child care, with schools still closed in some states and normal day care crippled by the lingering effects of the pandemic. And fear of infection is still out there, despite a vaccination campaign that has proceeded faster than almost anyone expected.
There may be truth to all of these stories — yes, even some role for unemployment benefits, although the impact is probably modest. But are we just overthinking this? How much of the issue is simply that it takes some time to get the economy back up to speed from a standing start?
I’ve been struck by reporting from Britain, which has been even more successful than the United States in achieving widespread vaccination (thank you, National Health Service). The thing is, Britain and America took very different approaches to supporting workers through lockdown. Where we relied mainly on enhanced unemployment benefits, Britain relied mainly on a “job retention” scheme — subsidizing earnings of workers placed on temporary leave by employers in locked-down sectors.
This scheme meant that Britain experienced much less of a rise in measured unemployment than we did, even though it suffered a deep economic slump:
The British did it differently.Credit…FRED
You might think this would also make it easier for Britain to quickly restore its economy as the pandemic fades. Instead, the British press is full of reports about employers having a hard time finding workers.
So maybe the problem is simply that it’s hard to get the economy restarted in a few months.
One indicator many of us have been looking at during this weird economic period, in which facts on the ground change too quickly for standard statistics to keep up, is the number of diners reported by the reservation service OpenTable.com. OpenTable conveniently provides data on the number of seated diners during the pandemic relative to those on the corresponding date in 2019. Here’s what it looks like:
A dine-amic recovery.Credit…OpenTable
Some automakers used to promise that their cars could go from zero to 60 in 16 seconds; well, the U.S. restaurant sector is trying to go from minus 60 — 60 percent below its prepandemic level — to zero in roughly 16 weeks. Why imagine that this could happen smoothly?
It’s true that some fairly old history might have made economists complacent.
Most forecasters expect U.S. economic growth this year to be the fastest since 1984, when the economy was going through the “morning in America” boom after the double-dip recession of 1979-82. Superficially, neither that recession nor the boom that followed looked anything like recent events. At a deeper level, however, there are some similarities.
In particular, the early ’80s slump, like the 2020 slump, was brought on by a sort of exogenous shock — in the earlier case, a huge rise in interest rates as the Fed tightened money to curb inflation. The impact of this shock, like that of Covid-19, fell especially hard on one sector — housing, rather than travel and leisure — which then sprang back rapidly as the headwinds abated:
Morning in construction.Credit…FRED
But I’ve been reading through Beige Books from that era, and there isn’t much about problems hiring workers. Why was rapid economic acceleration apparently easier back then?
One answer is that as fast as it was, the 1983-84 recovery wasn’t a match for what’s happening now. Housing was never as deeply depressed as travel and leisure are today.
Also, the economy was different then, with far more workers on temporary layoffs who could easily be recalled to their jobs (although that may be true in Britain now, and there are still hiring problems.)
So if the question is whether I’m entirely sure why we’re hearing reports of trouble hiring, the answer is no. But I still suspect that it’s mainly a transitory issue of getting a stalled economy up to speed in record time. And in a few months all of these short-term problems will probably have been forgotten.
Le difficoltà ad assumere comportano una scarsità di forza lavoro?
Di Paul Krugman
Non prestate troppa attenzione al rapporto di oggi sui posti di lavoro; è leggermente al di sotto delle aspettative, ma dato il frastuono dei dati (e la misura nella quale essi vengono spesso rivisitati), esso ci ha detto molto poco che già non sapessimo.
La verità è che in questo momento due cose sono chiare sull’economia statunitense. Essa sta crescendo molto velocemente, e aumenta i posti di lavoro con una velocità rapida; ma il ritmo della creazione di posti di lavoro viene ostacolato, almeno un po’, perché i datori di lavoro hanno difficoltà a trovare i lavoratori che vorrebbero assumere.
Alcune lamentele su una scarsa disponibilità dei lavoratori significano soltanto che le imprese non vogliono pagare salari dignitosi, e non c’è dubbio che qualcosa del genere stia succedendo. Ma questa volta questa non è l’intera spiegazione. L’ultimo Libro Beige – il sondaggio informale della Fed sulle condizioni delle imprese – indica sia che un certo numero di imprese sono realmente in difficoltà nell’aumentare i lavoratori velocemente come vorrebbero, sia che ciò sta accadendo anche se alcune stanno aumentando i salari, offrendo incentivi, ed altro.
Ma quale conclusione politica dovremmo trarre da questi fatti, ammesso che ce ne sia qualcuna? I repubblicani dicono che ciò significa che dovremmo tagliare i sussidi per i disoccupati (cosicché molti Stati controllati dai repubblicani stanno adesso tagliando gli aiuti, anche se sono effettivamente a carico del Governo federale). Ma questo è quello che dicono sempre, qualsiasi cosa stia accadendo all’economia.
Molti altri indicano la mancanza di asili nido, con le scuole in alcuni Stati ancora chiuse ed i nidi bloccati dagli effetti persistenti della pandemia. E la paura dell’infezione è ancora in circolazione, nonostante una campagna di vaccinazione che ha proceduto più rapidamente di quanto si aspettavano quasi tutti.
In tutti questi racconti ci può essere della verità – ciò è vero, persino, su un qualche ruolo dei sussidi di disoccupazione, sebbene l’impatto sia probabilmente modesto. Ma non lo stiamo precisamente sopravvalutando? Quanto del problema dipende semplicemente da fatto che ci vuole un po’ di tempo perché l’economia torni a correre da una partenza da ferma?
Sono stato impressionato dai resoconti dall’Inghilterra, che ha avuto persino maggiore successo degli Stati Uniti nel realizzare una vaccinazione generalizzata (grazie al Servizio Sanitario Nazionale). Il punto è, l’Inghilterra e l’America hanno avuto approcci molto diversi nel sostegno ai lavoratori durante il lockdown. Noi ci siamo affidati principalmente su incrementati sussidi di disoccupazione, l’Inghilterra si è basata su un modello di “mantenimento del rapporto di lavoro” – dando sussidi ai compensi dei lavoratori collocati in congedo temporaneo da datori di lavoro in settori bloccati.
Questo modello ha comportato che l’Inghilterra abbia conosciuto una crescita molto minore di disoccupazione accertata di noi, anche se ha sofferto una profonda recessione economica:
Gli inglesi si sono comportati differentemente. Fonte: FRED [1]
Si potrebbe pensare che questo renda più facile per l’Inghilterra anche ripristinare rapidamente la sua economia al momento dello svanire dell’epidemia. Invece, la stampa inglese è pena di resoconti su datori di lavoro che hanno difficoltà nel trovare lavoratori.
Dunque forse il problema è semplicemente che è difficile fare in modo che l’economia riparta in pochi mesi.
Un indicatore che molti di noi hanno osservato durante questo strano periodo economico, nel quale i fatti che avvengono cambiano troppo velocemente per tenere il passo con le usuali statistiche, è il numero dei clienti dei ristoranti riportati dal servizio di prenotazioni OpenTable.com. Opportunamente, OpenTable fornisce dati sul numero dei clienti a sedere durante la pandemia in rapporto a quelli della data corrispondente nel 2019. Ecco quello che appare:
Una ripresa delle cene tra amici. OpenTable [2]
Alcuni produttori di automobili sono soliti promettere che le loro macchine possano passare da 0 a 60 chilometri orari in 16 secondi; ebbene, il settore della ristorazione statunitense sta cercando di passare da meno 60 – 60 per cento sotto il suo livello pre pandemia [3] – a zero in circa 16 settimane. Perché immaginarsi che tutto questo potesse accadere senza intoppi?
È vero che alcune storie piuttosto vecchiotte potrebbero rendere gli economisti compiacenti.
La maggioranza degli analisti si aspettano che la crescita economica statunitense di quest’anno possa essere la più veloce dal 1984, quando l’economia stava transitando il periodo dell’espansione del cosiddetto “Buongiorno in America” [4] dopo la recessione a due cifre del 1979-82. In apparenza, né quella recessione né quel boom che seguì somigliarono in niente agli eventi recenti. Ad un livello più profondo, tuttavia, ci sono alcune somiglianze.
In particolare, la recessione di primi anni ’80, come quella del 2020, venne provocata da una specie di shock esogeno – nel primo caso, una enorme crescita dei tassi di interesse allorché la Fed diede una stretta monetaria per frenare l’inflazione. L’impatto di quello shock, come quello del Covid-19, ricadde pesantemente particolarmente su un settore – quello degli alloggi, piuttosto dei viaggi e del tempo libero – che quindi si riprese rapidamente quando i venti contrari diminuirono di intensità:
Il periodo del “morning in America” nell’edilizia. Fonte: FRED
Eppure sono andato a rileggermi i Libri Beige su quel periodo, e non si trova molto di problemi nell’assumere i lavoratori. Perché allora in apparenza una rapida accelerazione fu più facile?
Una risposta è che per quanto essa fu talmente veloce, la ripresa non era eguagliabile a cosa sta accadendo adesso. Il settore delle costruzioni non fu mai così profondamente depresso come sono stati i viaggi ed il tempo libero nei nostri giorni.
Allora era anche diversa l’economia, con un numero maggiore di lavoratori temporaneamente sospesi che potevano essere facilmente richiamati ai loro posti di lavoro (sebbene ciò potrebbe essere vero nell’Inghilterra odierna, e ci sono ancora problemi di assunzione).
Dunque, se la domanda è se io sono interamente sicuro della ragione per la quale stiamo assistendo a resoconti sulla difficoltà delle assunzioni, la risposta è che non lo sono. Ma ho ancora il sospetto che sia un tema transitorio derivante dal far passare un’economia in stallo alla velocità in un tempo record. E in pchi mesi tutti questi problemi a breve termine probabilmente saranno stati dimenticati.
[1] In rosso il tasso di disoccupazione statunitense, in blu quello inglese. Entrambi espressi in percentuale sul totale della popolazione.
[2] Veramente, l’unico significato che “amic” pare abbia in inglese è quello di un composto chimico … Tiro ad indovinare: che sia una contrazione di “amicable”?
I clienti sembra siano stati registrati il 24 di ogni mese, dal febbraio del 2020 al maggio del 2021, su basi settimanali.
[3] Quello è il dato che corrisponde ancora alla fine del mese di gennaio del 2020: per l’appunto 16 settimane prima della fine del mese di maggio.
[4] Come abbiamo visto in altre occasioni, “Morning in America” fu il titolo di una trasmissione radiofonica che ebbe notevole fortuna di Ronald Reagan, che pare aver avuto un certa influenza nella sua successiva vittoria elettorale per il secondo mandato. Il senso era, più o meno, “è di nuovo una bella giornata in America!”.
By mm
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