L'accordo recente tra i paesi del G7, principalmente promosso dalla Segretaria al Tesoro statunitense Janet Yellen, fissa una aliquota minima del 15 per cento per le tasse alle grandi società multinazionali che rendicontano all'estero i loro profitti. La storia delle Apple è un esempio di tali pratiche di elusione fiscale. Negli anni '60, negli Stati Uniti, le tasse federali sui profitti di tali società ammontavano a circa il 3,5 del PIL; oggi sono in media l'1 per cento. Il che corrisponde ad un perdita di entrate fiscali, solo negli USA, di circa 500 miliardi di dollari all'anno; quanto basterebbe per finanziare i programmi sulle infrastrutture e sugli aiuti alle famiglie. L'accordo dei ministri del G7 dovrà essere tradotto in leggi, e non sarà facile. Ma è un grande passo verso un mondo più giusto.
Al margine della presentazione delle proposte di bilancio da parte dell'Amministrazione Biden, si sviluppa un dibattito nella sinistra americana. Il "ricostruire meglio" l'America può essere pagato solo dai più ricchi? In effetti, i paesi nordici hanno anche tasse più elevate per le classi medie. Ma si può correre il rischio, dopo essere finiti vicino ad un collasso della democrazia, di sfidare la fiducia delle classi medie americane? Krugman si colloca nel mezzo di questa discussione, comprende la 'modestia' di Biden e teme soprattutto che i democratici del Congresso 'innacquino' le sue proposte.
[1] Zhao Ziyang (Hua, 17 ottobre 1919 – Pechino, 17 gennaio 2005) è stato un politico cinese. Fu primo ministro dal 1980 al 1987 e segretario generale dal 1987 al 1989. Fu un riformista che contribuì ...
Presentazione di “Fataturchina”: un aggiornamento
Le prime traduzioni di Fataturchina risalgono al 1994, ma il lavoro più organico cominciò con il 2008. Effettivamente aggiornare oggi la presentazione di questa iniziativa avviene dunque con un po’ di ritardo, più di dieci anni dalla prima organica presentazione, che compare nella mascherina dopo le “Note sulla traduzione”, dopo quasi trent’anni dalla prima traduzione e con tutte le novità che si sono aggiunte. Cosa è cambiato nei propositi di questa iniziativa? Può essere utile fornire i pochi dati di cui dispongo per descrivere la comunità dei lettori di Fataturchina? Ha resistito nel tempo la strana scelta di dare a queste pagine quel nome, che – come spiegai all’epoca della prima presentazione – mi venne in mente per l’uso continuo che Krugman allora faceva del termine “confidence fairy” (la “fata della fiducia”), per indicare le politiche dell’austerità?
Il nome, temo, sia stato un po’ fuorviante per la curiosità del lettori o almeno di coloro che hanno gratificato la pubblicazione almeno di un accesso. Essi sono stati, a quanto pare, oltre 156.000 nell’intero periodo, e questo mi parrebbe un risultato enorme, se non fosse dipeso dal fatto che in una certa misura si trattava di ‘navigatori’ alla ricerca di altre fate, che si sono subito ritirati dopo aver constatato la stranezza dei contenuti (con tutti costoro, finalmente, mi scuso per il trabocchetto involontario). Ma molti di loro sono lettori intenzionali, come posso dedurre dal fatto che effettivamente passano un po’ di tempo ad esaminare gli articoli tradotti. In media sono al 90 per cento lettori italiani; più numerosi a Roma, poi a Milano, ma distribuiti un po’ in tutto il paese (ad esempio: Toscana, Emilia, Piemonte, Veneto, Campania, Sicilia, Sardegna, Puglia). Il restante 10 per cento viene da tutto il mondo ... (prosegue)
La proposta del nuovo bilancio della Amministrazione Biden, per quanto spesso riferita dai media mettendo l'accento sulla sua pretesa enormità, si caratterizza per una certa moderazione. La sua radicalità consiste nel concentrare nuove spese in settori - come l'ambiente e gli aiuti alle famiglie con figli con redditi bassi - e soprattutto nel rifiutare la retorica dei tagli e dell'austerità che ha dominato per decenni. E i suoi effetti maggiormente postivi potrebbero derivare da quel cambiamento di paradigma.
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