July 1, 2021
By Paul Krugman
I wrote a few days ago about how ignorance — ignorance about history, about science, about economics and more — has become a core conservative value. This exaltation of ignorance naturally goes hand in hand with disdain for expertise: A vast majority of scientists may agree that greenhouse gas emissions are warming the planet, but hey, it’s all just a gigantic hoax.
But wait, there’s more. On the right, expertise isn’t just considered worthless, it’s viewed as disqualifying. People with actual knowledge of a policy area — certainly those with any kind of professional reputation — are often excluded from any role in shaping policy. Preference is given to the incompetent — often the luridly incompetent.
I’m currently reading “Nightmare Scenario,” an account by Yasmeen Abutaleb and Damian Paletta of the Trump administration’s catastrophic mishandling of the coronavirus pandemic. Much of what they report falls into the category of “shocking but not surprising.” One thing I didn’t know about, however, was the special destructive role played by Stephen Moore, an outside economic adviser.
It was Moore, the authors report, who walked into Donald Trump’s office just days after America went into lockdown to urge reopening by Easter. While an immediate lifting of pandemic restrictions didn’t happen, Trump’s growing insistence that the pandemic was no big deal helped inspire armed protests against social distancing and mask-wearing, and it contributed to a public health disaster that has so far claimed 600,000 American lives — with 95 percent of the deaths happening after Easter 2020.
It goes without saying that Moore isn’t an expert on epidemiology. But he isn’t an expert on economics, either. In fact, he has a reputation among many economists for being wrong about almost everything. I don’t mean that he has made some bad forecasts — that happens to everyone (although some of us admit it when we were wrong and try to learn from our mistakes). I mean it is unusual for him ever to get the facts right, or even manage to land in the remote vicinity of the truth.
For example, in 2014 Moore published an attack on yours truly over the effects of state tax cuts in which every key number was incorrect. And not slightly off: He made claims about job growth for certain years but offered numbers from different years, and got even those numbers wildly wrong.
Another example: In 2015 he wrote an attack on Obamacare in which every main factual assertion was wrong.
Yet in right-wing circles Moore has failed steadily upward, serving as a member of The Wall Street Journal’s editorial board, becoming chief economist at the Heritage Foundation, and more. Trump tried to appoint him to the Federal Reserve’s Board of Governors and might have succeeded if Moore hadn’t been found in contempt of court for failure to pay alimony and child support.
And there he was, at a crucial moment in the pandemic, urging Trump to downplay the medical emergency and endanger American lives.
What’s odd about the Moore story — not to mention Trump’s decision to make Larry Kudlow, also famous for usually being wrong, his top economic official — is that there are quite a few technically competent economists who would be eager to serve the G.O.P.
Like every academic subject, economics leans Democratic, but less so than many other fields — there are proportionally more Republicans in economics than there are in biology or chemistry. Some of these economists are willing to abase themselves in an attempt to prove their loyalty, like Tomas Philipson, a University of Chicago professor who served on Trump’s Council of Economic Advisers and claimed that Trump has economic instincts “on par with many Nobel economists.”
Yet by Philipson’s own account, pretty much nobody took his advice. And in general, the U.S. right — not just Trumpists but the movement as a whole — distrusts anyone whose competence has resulted in an independent professional reputation. After all, you never know when someone like that might take a stand on principle.
I’ve written in the past that “the modern G.O.P. doesn’t want to hear from serious economists, whatever their politics. It prefers charlatans and cranks, who are its kind of people.” And it turns out that the same is true for epidemiologists.
The right’s hatred of Dr. Anthony Fauci is a familiar story. However, much of “Nightmare Scenario” follows the saga of Dr. Deborah Birx, an experienced public health professional who headed Trump’s coronavirus task force and resorted to embarrassing flattery and sycophancy in an effort to get Trump to act responsibly.
For the most part, she failed; it seems clear that Trump’s inner circle never trusted her precisely because she was knowledgeable and had a reputation to defend. She was shut out in favor of politically reliable quacks.
So how did we end up here? How did one of our two major political parties come not only to reject democracy, but to exalt ignorance and despise competence of any kind?
I don’t know, but if you aren’t terrified, you aren’t paying attention.
Si devono utilizzare solo gli incompetenti,
di Paul Krugman
Scrivevo pochi giorni fa su come l’ignoranza – l’ignoranza sulla storia, sulla scienza, sull’economia e su altro – sia diventata un valore fondamentale dei conservatori. Naturalmente, questa esaltazione dell’ignoranza va a braccetto con il disprezzo per la competenza: una grande maggioranza di scienziati può concordare che le emissioni dei gas serra stanno scaldando il pianeta, ma insomma, è solo tutta una gigantesca bufala.
Eppure, aspettate, c’è di più. A destra la competenza non è solo considerata senza valore, è considerata squalificante. Le persone con una effettiva conoscenza di un settore della politica – di sicuro coloro con una qualche forma di rispettabilità professionale – sono spesso escluse da ogni ruolo nel dar forma alle politiche. La preferenza viene data agli incompetenti – spesso ai clamorosi incompetenti.
Sto attualmente leggendo “Scenario da incubo”, un racconto a cura di Yasmeen Abutaleb e Damian Paletta sulla catastrofica mala gestione della Amministrazione Trump della pandemia del coronavirus. Gran parte di ciò che essi resocontano ricade nel genere dell’ “impressionante ma non sorprendente”. Tuttavia, una cosa che non sapevo al proposito è il particolare ruolo distruttivo giocato da Stephen Moore, un consigliere economico esterno.
Fu Moore, raccontano gli autori, che solo pochi giorni dopo che l’America era finita nel lockdown si precipitò nell’ufficio di Donald Trump per fare pressioni per una riapertura nel giorno di Pasqua. Se non avvenne una immediata revoca delle restrizioni sulla pandemia, la crescente insistenza di Trump secondo la quale la pandemia non era un gran problema contribuì a ispirare le proteste con la esibizione di armi contro il distanziamento sociale e l’uso delle mascherine, e contribuì al disastro sanitario pubblico che ha sinora provocato la morte di 600.000 americani – il 95 per cento delle quali avvenne dopo la Pasqua del 2020-
Non è il caso di dire che Moore non è un esperto di epidemiologia. Ma non è neanche un esperto di economia. Di fatto, egli viene considerato da molti economisti per la fama di aver sbagliato praticamente su tutto. Non intendo dire che abbia fatto qualche previsione sbagliata – il che accade a tutti (sebbene alcuni di noi ammettono quando sbagliano e cercano di imparare dagli errori). Intendo che per lui è inconsueto in tutte le occasioni intendere i fatti correttamente, o persino cercare di atterrare nelle remote vicinanze della verità.
Ad esempio, nel 2014 Moore pubblicò un attacco al sottoscritto sugli effetti dei tagli delle tasse negli Stati nel quale ogni numero fondamentale era scorretto. E non di poco: avanzava argomenti sulla crescita dei posti di lavoro per certi anni ma offriva dati di anni differenti, e interpretava persino quei dati in modo clamorosamente sbagliato.
Un altro esempio: nel 2015 scrisse un attacco alla riforma sanitaria di Obama nel quale ogni principale giudizio relativo ai fatti era sbagliato.
Tuttavia nei circoli della destra Moore è stato regolarmente promosso [1], diventando membro del comitato editoriale del Wall Street Journal, capo economista alla Fondazione Heritage ed altro ancora. Trump cercò di nominarlo nel Consiglio dei Governatori della Federal Reserve, e avrebbe potuto riuscirci se Moore non fosse stato trovato responsabile di oltraggio alla Corte per non aver pagato gli assegni di mantenimento dei figli.
Ed egli era là, in un momento cruciale della pandemia, a far pressioni su Trump perché minimizzasse l’emergenza sanitaria e mettesse in pericolo le vite degli americani.
Quello che è curioso nella storia di Moore – per non dire nella decisione di Trump di nominare Larry Kudlow, un altro famoso per sbagliare sistematicamente – è che c’erano non pochi economisti tecnicamente esperti che sarebbero stati ansiosi di servire il Partito Repubblicano.
Come ogni disciplina accademica, l’economia ha tendenze democratiche, ma meno che molti altri campi – ci sono in proporzione più repubblicani in economia di quanti non ce ne siano nella biologia o nella chimica. Alcuni di questi economisti sono ben disposti a degradarsi nel tentativo di dimostrare la propria fedeltà, come Tomas Philipson, un professore dell’Università di Chicago che operò nel Comitato dei Consiglieri Economici di Trump e sosteneva che Trump avesse un istinto per l’economia “al pari di molti economisti premi Nobel”.
Eppure quasi nessuno accettò quel consiglio, per conto di Philipson. E in generale, la destra statunitense – non solo i trumpiani ma il movimento nel suo complesso – ha sfiducia verso ogni individuo la cui competenza sia confermata da una rispettabilità professionale indipendente. In fin dei conti, non si può mai sapere quando individui del genere potrebbero prendere una posizione sulla base di principi.
Ho scritto in passato che “il Partito Repubblicano odierno non vuole ascoltare economisti seri, a prescindere dai loro orientamenti politici. Preferisce ciarlatani e pennivendoli, che sono le persone che gli sono affini”. E si scopre che lo stesso è vero per gli epidemiologi.
L’odio della destra verso il dottor Anthony Fauci è storia nota. Tuttavia, buona parte dello “Scenario da incubo” si occupa della saga della dottoressa Deborah Birx [2], una professionista di sanità pubblica di lunga esperienza che guidò la task force sul coronavirus di Trump e fu costretta a imbarazzanti piaggerie e ossequi nello sforzo di far agire Trump responsabilmente.
Per la maggior parte non ci riuscì; sembra chiaro che la cerchia ristretta attorno a Trump non le credette mai, precisamente perché conosceva la sua materia ed aveva una reputazione da difendere. Venne messa alla porta a favore di ciarlatani politicamente affidabili.
Dunque, come siamo finiti a questo punto? Come uno dei due principali partiti non solo è arrivato a respingere la democrazia, ma ad esaltare l’ignoranza e a detestare le competenze di ogni genere?
Non lo so, ma se non siete terrorizzati, vuol dire che non state prestando attenzione.
[1] “To fail upward” è una strana costruzione verbale; letteralmente significa “fallire verso l’alto”, ma significa che un serie ripetuta di fallimenti può giovare alla carriera di un individuo, giacché prendersi tanti rischi aumenta la propria visibilità (è un paragone un po’ improprio, ma in lingua tedesca esiste un verbo non identico, eppure con qualche somiglianza, “zuarbeiten”, che può essere tradotto con “lavorare incontro” e veniva usate dai nazisti sotto Hitler).
[2] Deborah Leah Birx (New York, 4 aprile 1956) è un medico, immunologo e diplomatica statunitense specializzato in immunologia dell’HIV / AIDS, ricerca sui vaccini e salute mondiale. Dal 27 febbraio 2020 al 20 gennaio 2021 è stata “Coronavirus Response Coordinator” per la Task force del Coronavirus per la Casa Bianca all’interno dell’amministrazione Trump. Wikipedia
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