July 22, 2021
By Paul Krugman
I yield to no one when it comes to cynicism about politicians who see tax cuts for the rich as the answer to every problem. Indeed, the claim that tax cuts can perform magic is a prime case of a zombie idea — an idea kept alive, despite overwhelming evidence against it, because its survival serves the interests of wealthy donors.
Yet even I was caught by surprise when Republicans negotiating over a possible infrastructure bill ruled out paying for it in part by giving the Internal Revenue Service more resources to go after tax evasion.
This is a big deal. The Treasury Department believes that there is a “tax gap,” taxes owed but not paid, of more than $500 billion every year; some estimates put the number much higher. And the Biden administration proposes giving the I.R.S. enough resources to reduce this gap as a way to help pay for investment in America’s future.
But if the administration goes this route, it will apparently do so with little if any Republican support.
Just to be clear, I’m not surprised to learn that a significant number of senators are sympathetic to the interests of wealthy tax cheats, that they are objectively pro-tax evasion. I am, however, surprised that they are willing to be so open about their sympathies.
There is, after all, a big difference between arguing for low taxes on the rich and arguing, in effect, that rich people who don’t pay what they legally owe should be allowed to get away with it.
For one thing, I don’t think even right-wingers would dare make the usual arguments for low tax rates, dubious as those arguments are, on behalf of tax evasion. Who would seriously claim that the only thing keeping “job creators” going is their belief that they can dodge the taxes the law says they should pay?
And who’s the constituency here? When a millionaire or billionaire evades taxes, this comes at everyone else’s expense: A bigger budget deficit might mean less room for social spending, but it also means less room for legal tax cuts. So everyone should be in favor of cracking down on tax cheats — everyone, that is, except the tax cheats themselves. You might even think that wealthy Americans who do pay what they owe, either because they have scruples or because they care about their reputations, would be especially angry at their peers who flout the rules.
OK, before I go any further: I’ve been writing as if tax evasion is an activity that only the wealthy engage in. Clearly, that’s not completely true; if you’ve ever had plumbers or car mechanics offer you a discount if you pay in cash, you probably have a pretty good idea about the motives.
But a great majority of Americans get their income from wages and salaries, which are both subject to withholding and automatically reported to the government, so that they have very little opportunity to cheat.
So tax evasion mainly involves business income — or, rather, “business” income, because it takes place via partnerships and other entities such as S corporations that are mainly accounting fictions rather than entities producing actual goods and services. There are some legitimate reasons these entities are allowed to exist, for example to help in retirement planning. But they also offer ways to hide income from the tax authorities: underreported cash inflows, exaggerated costs, personal perks — like the apartment the Trump Organization provided its chief financial officer — reported as business expenses rather than individual income.
And these opportunities to hide income are concentrated at the top; one recent estimate is that more than 20 percent of the income of the top 1 percent goes unreported.
So how can anyone justify failing to crack down on these abuses?
As best I can tell, Republicans opposing stronger tax enforcement are barely even trying to justify themselves, except by bringing up old, long-debunked claims that the I.R.S. targeted conservative groups. Yet they seem determined to defend the privileges of wealthy tax cheats. Why?
Obviously some big tax cheats are also big political donors. What I’d suggest is that the cheats’ clout within the G.O.P. has actually increased as the party has gotten crazier.
There have always been wealthy Americans who dislike the right’s embrace of racial hostility and culture wars but have been willing to swallow their distaste as long as Republicans keep their taxes low. But as the G.O.P. has become more extreme — as it has become the party of election lies and violent insurrection — who among the wealthy is still willing to make that trade-off?
Some rich Americans have always been right-wing radicals. But as for the rest, the party’s base within the donor class presumably consists increasingly of those among the wealthy with the fewest scruples and the least concern for their reputations — who are precisely the kind of people most likely to engage in blatant tax evasion.
So maybe one way to understand the opposition to strengthening the I.R.S. is that it represents an unholy alliance between white supremacists and tax cheats. Is this country amazing, or what?
Solo le persone comuni dovrebbero pagare le tasse?
Di Paul Krugman
Non sono secondo a nessuno quando si tratta del cinismo dei politici che considerano i tagli alle tasse per i ricchi come la risposta ad ogni problema. In effetti, la pretesa che i tagli alle tasse possano fare magie è un esempio principale di una idea zombi – un’idea che continua a resistere, nonostante le prove schiaccianti contro di essa, perché la sua sopravvivenza è al servizio degli interessi costituiti dei ricchi che finanziano la politica.
Tuttavia anch’io sono stato indotto alla sorpresa quando i repubblicani che partecipano ai negoziati su una possibile proposta di legge sulle infrastrutture hanno escluso di finanziarla in parte dando alla Agenzia delle Entrate più risorse per perseguire l’evasione fiscale.
È una faccenda importante. Il Dipartimento del Tesoro crede che ci sia ogni anno un “divario fiscale”, tasse dovute ma non versate, di più di 500 miliardi di dollari; alcune stime collocano quel numero molto più in alto. E l’Amministrazione Biden propone di dare all’Agenzia risorse sufficienti per ridurre questo divario, in modo da contribuire a finanziare gli investimenti sul futuro dell’America.
Ma se l’Amministrazione va in questa direzione, sembra che avrà poco o punto sostegno da parte dei repubblicani.
Solo per chiarezza, non sono sorpreso di apprendere che un numero significativo di senatori siano ben disposti verso gli interessi degli imbrogli fiscali dei ricchi, che essi siano obiettivamente a favore dell’evasione fiscale. Tuttavia, sono sorpreso che siano disposti ad essere così trasparenti nelle loro preferenze.
In fin dei conti, c’è una bella differenza tra l’essere a favore di tasse più basse per i ricchi e l’essere a favore, in sostanza, che ai che ricchi non pagano ciò che è legalmente dovuto si debba permettere di farla franca.
Da una parte, non credo che persino le persone di destra oserebbero avanzare i soliti argomenti per aliquote fiscali più basse, per quanto dubbi essi siano, a vantaggio dell’evasione fiscale. Chi sosterrebbe seriamente che la sola cosa che tiene in vita i “creatori di posti di lavoro” sia il loro convincimento di poter eludere le tasse che la legge dice dovrebbero pagare?
E in questo caso, qual è la base elettorale? Quando un milionario o un miliardario evade le tasse, questo avviene a danno di tutti gli altri: un maggiore deficit di bilancio potrebbe comportare meno spazio per la spesa sociale, ma comporta anche meno spazio per sgravi fiscali legali. Dunque tutti dovrebbero essere a favore di un giro di vite sugli imbrogli fiscali – o meglio, tutti ad eccezione degli evasori stessi. Si potrebbe persino pensare che gli americani ricchi che pagano davvero quello che è dovuto, o perché hanno degli scrupoli o perché si preoccupano della loro reputazione, dovrebbero essere particolarmente arrabbiati per i loro simili che si fanno beffe delle regole.
Ora, prima di procedere, ammetto che sto scrivendo come se l’evasione fiscale fosse una attività nella quale si impegnano solo i ricchi. Chiaramente, questo non è del tutto vero; se vi sono mai capitati idraulici o meccanici di automobili che vi offrono uno sconto se pagate in contante, probabilmente avete un’idea abbastanza precisa delle ragioni.
Ma una grande maggioranza di americani ottiene il proprio reddito da stipendi e da salari, che sono sia soggetti a trattenute che automaticamente comunicati al Governo, in modo tale che hanno una opportunità molto piccola di imbrogliare.
Dunque l’evasione fiscale principalmente riguarda il reddito di impresa – o, piuttosto, il reddito di ‘imprese’ tra virgolette, perché esso avviene tramite la collaborazione e tramite persone giuridiche come le “società S” [1], che sono principalmente finzioni contabili, piuttosto che soggetti che producono effettivi beni e servizi. Ci sono ragioni legittime per le quali a queste persone giuridiche è consentito di esistere, ad esempio contribuire ai piani dei pensionamenti. Ma esse offrono anche modi per nascondere il reddito alle autorità fiscali; flussi di cassa non riportati, costi esagerati, gratifiche personali – come l’appartamento che la Trump Organization ha fornito al suo capo dell’ufficio finanziario – riportato come spesa dell’impresa anziché come reddito individuale.
E queste opportunità di nascondere il reddito sono concentrate al vertice; una stima recente è che più del 20 per cento del reddito dell’1 per cento dei più ricchi non viene segnalato.
Com’è dunque possibile che qualcuno giustifichi la mancata repressione di questi abusi?
Per quanto posso dire, il repubblicani che si oppongono ad una più stringente applicazione delle tasse cercano appena di giustificarsi, se non avanzando vecchie pretese da tempo demistificate secondo le quali la Agenzia delle Entrate avrebbe per obbiettivo le categorie dei conservatori. Tuttavia sembrano determinati difendere i privilegi dei trucchi fiscali dei ricchi. Perché?
Ovviamente, alcuni grandi evasori fiscali sono anche grandi contribuenti della politica. Ciò che mi sentirei di affermare è che l’influenza degli imbroglioni all’interno del Partito Repubblicano si è effettivamente accresciuta da quando il partito è diventato più pazzesco.
Ci sono sempre stati americani ricchi che non sono favorevoli ad abbracciare l’ostilità razziale e le guerre ideologiche della destra, ma sono disponibili ad ingoiare la loro ripugnanza finché i repubblicani tengono basse le loro tasse. Ma quando il Partito Repubblicano è diventato più estremista – come è diventato il partito delle bugie delle elezioni e della insurrezione violenta – chi tra i ricchi è ancora disponibile a fare quello scambio?
Alcuni americani ricchi sono sempre stati estremisti di destra. Ma per il resto, la base del partito all’interno della categoria di coloro che danno soldi alla politica consiste sempre di più di coloro che tra i ricchi hanno i minori scrupoli e la preoccupazione minima per le loro reputazioni – che sono esattamente il genere di persone che è più probabile si impegnino in una evasione fiscale sfacciata.
Dunque, forse un modo per comprendere l’opposizione al rafforzamento della Agenzia delle Entrate è che essa rappresenta una iniqua alleanza tra i suprematisti bianchi e gli evasori del fisco. Questo paese è sempre più sbalorditivo, non è così?
[1] Una “società S”, anche conosciuta nel linguaggio tecnico della Agenzia delle Entrate americana come “sottocapitolo S”, si riferisce ad un tipo di società che soddisfa specifici requisiti di legge. Se lo fa, essa può trasferire il reddito (assieme ad altri crediti, deduzioni o perdite) direttamente agli azionisti, senza dover pagare le tasse federali sulle società. Di solito associato con piccole imprese (con 100 azionisti o meno), lo status di una “S corp.” in effetti fornisce ad una impresa i consueti vantaggi della sua costituzione, mentre gode dei privilegi della esenzione fiscale per la cooperazione. Wikipedia (in inglese)
By mm
E' possibile commentare l'articolo nell'area "Commenti del Mese"