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Chi ha fatto il miracolo dell’energia rinnovabile? Di Paul Krugman (dal blog di Krugman, 17 agosto 2021)

 

Aug. 17, 2021

Who Created the Renewable-Energy Miracle?

By Paul Krugman

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As terrible as many things in the world are, climate is unique in posing an existential threat to civilization. And it’s horrifying that so many political figures are dead set against any serious action to address that threat.

Despite that, there’s still a chance that we’ll do enough to avoid catastrophe — not because we’ve grown wiser but because we’ve been lucky. We used to believe that achieving big reductions in greenhouse gas emissions would be difficult and expensive, although not nearly as costly as anti-environmentalists claimed. Over the past dozen years or so, however, we’ve experienced a technological miracle. As nicely documented in an article by Max Roser, the costs of solar and wind power, once dismissed as foolish hippie fantasies, have plunged to the point that quite modest incentives could lead to a rapid reduction in use of fossil fuels:

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Here comes the sun.Credit…Our World in Data

But was it really luck? Did this miracle — actually two miracles, since generating electricity from the sun and from the wind involve completely different technologies — just happen to arrive in our moment of need? Or was it a consequence of good policy decisions?

The answer is that there’s a pretty good case that policy — the Obama administration’s investments in green energy and European subsidies, especially for offshore wind — played a central role.

What’s the justification for that conclusion? Start with the fact that neither wind nor solar power was a fundamentally new technology. Windmills have been in widespread use at least since the 11th century. Photovoltaic solar power was developed in the 1950s. And as far as I can tell, there haven’t been any major scientific breakthroughs behind the recent dramatic decline in both technologies’ costs.

What we’re looking at, instead, appears to be a situation in which growing use of renewable energy is itself driving cost reductions. For solar and wind, we’ve seen a series of incremental improvements as energy companies gain experience, big reductions in the price of components as things like turbine blades go into mass production and so on. Renewables, as Roser points out, appear to be subject to learning curves, in which costs fall with cumulative production.

And here’s the thing: When an industry has a steep learning curve, government support can have huge positive effects. Subsidize such an industry for a few years, and its costs will fall with experience, and eventually it will reach a tipping point where its growth becomes self-sustaining and the subsidies are no longer needed.

That’s arguably what has happened, or is on the verge of happening, for renewable energy.

The American Recovery and Reinvestment Act of 2009 — the Obama stimulus — was mainly intended to address the collapse in demand that followed the 2008 financial crisis. It helped a lot but got a bad reputation all the same because it was underpowered and hence failed to produce rapid recovery. (And no, that’s not hindsight. I was screaming about it at the time.) But it also included significant funding for green energy: tax breaks, subsidies, government loans and loan guarantees.

Some of the projects the government backed went bad, and Republicans made political hay over the losses. But venture capitalists expect some of the businesses they back to fail; if that never happens, they aren’t taking enough risks. Similarly, a government program aimed at advancing technology is bound to end up with some lemons; if it doesn’t, it’s not extending the frontier.

And in retrospect, it looks as if those Obama initiatives really did extend the frontier, pushing solar energy in particular from a high-cost technology with limited adoption to the point that it’s often cheaper than traditional energy sources.

Obama’s policies also helped wind, but there I suspect that a lot of the credit goes to European governments, which heavily subsidized offshore wind projects early in the last decade.

In short, there’s a really good case to be made that government support for renewable energy created a cost miracle that might not have happened otherwise — and this cost miracle may be the key to saving us from utter climate catastrophe.

 

Chi ha fatto il miracolo dell’energia rinnovabile?

Di Paul Krugman

 

Per quanto terribili siano molte cose del mondo, il clima è l’unica che rappresenta una minaccia esistenziale alla civiltà. Ed è spaventoso che tanti personaggi della politica siano strenuamente contrari ad ogni seria iniziativa per affrontare quella minaccia.

Nonostante ciò, c’è ancora una possibilità che si faccia quello che serve per evitare una catastrofe – non perché siamo diventati più saggi, ma perché siamo stati fortunati. Un tempo credevamo che realizzare grandi riduzioni nelle emissioni dei gas serra sarebbe stato difficile e costoso, sebbene neanche lontanamente costoso di quanto sostenevano gli anti ambientalisti. Grosso modo nei dodici anni passati, tuttavia, abbiamo sperimentato un miracolo tecnologico. Come ben documentato in un articolo di Max Roser, i costi dell’energia solare ed eolica, un tempo liquidati come sciocche fantasie da hippy, sono crollati sino al punto che incentivi abbastanza modesti potrebbero condurre ad un rapida riduzione nell’uso dei combustibili fossili:

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Ecco che arriva il sole. Fonte: Our World in data [1]

Ma è stata proprio fortuna? Questo miracolo – in effetti due miracoli, dal momento che generare elettricità dal sole e dal vento riguarda tecnologie completamente diverse – arriva proprio nel momento del bisogno? Oppure è stata una conseguenza di buone decisioni della politica?

La risposta è che c’è un argomento abbastanza convincente secondo il quale la  politica – gli investimenti dell’Amministrazione Obama nell’energia verde e i sussidi europei, particolarmente nell’eolico sul mare – ha giocato un ruolo centrale.

Come si giustifica tale conclusione? Cominciamo dal fatto che né l’energia eolica né quella solare erano fondamentalmente nuove tecnologie. I mulini a vento sono stati in uso generalizzato almeno dall’undicesimo secolo. L’energia solare fotovoltaica venne sviluppata negli anni ’50. E, per quanto posso dire, non c’è stata alcuna svolta scientifica importante dietro il declino spettacolare dei costi di entrambe le tecnologie.

Quello a cui stiamo assistendo, invece, sembra essere una situazione nella quale un uso crescente delle energie rinnovabili sta esso stesso portando ad una riduzione dei costi. Per il solare e per l’eolico, siamo stati in presenza di progressivi miglioramenti allorché le società energetiche hanno accresciuto l’esperienza, di grandi riduzioni nei prezzi dei componenti quando cose come le pale delle turbine sono passate a una produzione di massa, e così via. Le rinnovabili, come mette in evidenza Roser, sembrano essere soggette alle curve di apprendimento, nelle quali i costi cadono con la produzione cumulativa.

E il punto è lì: quando un’industria ha un curva di apprendimento ripida, il sostegno del Governo può avere un vasto effetto positivo. Dare sussidi ad una industria del genere comporta che i costi cadranno con l’esperienza, e alla fine essa raggiungerà un punto critico nel quale la sua crescita si auto sostiene e i sussidi non sono più necessari.

Questo è probabilmente quello che è accaduto, o è prossimo ad accadere, con le energie rinnovabili.

La Legge Americana per la Ripresa e il Reinvestimento del 2009 – lo stimolo di Obama – fu principalmente rivolta ad affrontare il collasso nella domanda che era seguito alla crisi finanziaria del 2008. Fu un grande aiuto ma ottenne comunque una cattiva reputazione perché era sottodimensionata e di conseguenza non riuscì a produrre una ripresa rapida (e non lo dico certo col senno di poi. A quel tempo lo gridai in tutti i modi). Ma essa includeva anche un significativo finanziamento per l’energia verde; sgravi fiscali, sussidi, prestiti governativi e garanzie sui prestiti.

Alcuni dei progetti che il Governo sostenne non andarono bene, e i repubblicani sfruttarono l’occasione politica delle perdite. Ma gli investitori dei capitali di rischio si aspettano che alcune delle imprese che sostengono falliscano; se ciò non avvenisse mai, significherebbe che non si prendono rischi adeguati. In modo simile, un programma di governo rivolto allo sviluppo della tecnologia è destinato a finire con qualche bidone; se non succede, significa che il confine non si sta ampliando.

E retrospettivamente, sembra proprio che quelle iniziative di Obama ampliarono il confine, spingendo in particolare l’energia solare da una tecnologia ad alto costo sino al punto che essa è spesso più conveniente delle fonti di energia tradizionali.

Le politiche di Obama aiutarono anche per l’eolico, ma è lì che io sospetto che molto del merito vada ai Governi europei, che diedero importanti sussidi ai progetti eolici in mare agli inizi del decenni passato.

In poche parole, c’è davvero  un buon argomento da avanzare secondo il quale il sostegno del Governo per le energie rinnovabili determinò un miracolo nei costi che non sarebbe accaduto altrimenti – e questo miracolo nei costi può essere la chiave per salvarci da una completa catastrofe del clima.

 

 

 

 

 

[1] La linea blu si riferisce al costo dei pannelli solari; quella rossa al costo del solare termico; quella grigia al costo del carbone; quella gialla al costo dell’eolico vicino alla riva.

 

 

 

 

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