Aug. 12, 2021
By Paul Krugman
The lesson from Wednesday’s consumer price report was, to a large extent, in the eyes of the beholder.
Team Transitory — a term I’m stealing from the economic analyst George Pearkes — was encouraged by the fact that July’s inflation was substantially lower than June’s. That is, those arguing that recent price increases reflect temporary disruptions as we recover from the pandemic rather than an underlying inflation problem — a group that includes White House economists, many progressives and yours truly — found the report reassuring.
Other reasonable economists were not as sanguine, pointing out that inflation is still running hot and warning that we may soon see substantial increases in rent, which is a big part of the Consumer Price Index. And I’ll concede the possibility that above-normal inflation may prove persistent enough that the Federal Reserve will want to tighten monetary policy sooner than it now expects. I don’t think that’s going to happen, but I’m not confident enough in that judgment to rule out the possibility.
Even if inflation is a bigger problem than the Biden administration or like-minded economists think it is, however, what are the implications beyond monetary policy? In particular, is the risk of inflation a reason for Democrats to scale back their plans to invest in America’s future?
No, no, 3.5 trillion times no.
Much of the media coverage of the budget resolution just approved by the Senate on a party-line vote — a resolution that lays the foundation for $3.5 trillion in new spending — suffers from two common problems in fiscal reporting: lack of quantitative context and failure to distinguish clearly between spending increases and fiscal stimulus, which aren’t necessarily the same thing.
On the first point, yes, $3.5 trillion is a lot of money. But this is spending intended to help rebuild the U.S. economy — and the U.S. economy is enormous. Bear in mind that we’re talking about a long-term spending plan, under which the money would be gradually disbursed over a decade. And America’s G.D.P. over that decade is likely to be in the vicinity of $300 trillion — the Congressional Budget Office says $287.7 trillion.
So ignore headlines that describe the plan as “massive” or “enormous.” It’s a plan that could make a big difference to many Americans’ lives and help build a better future. But it’s only a bit over 1 percent of G.D.P. That wouldn’t be enough to cause serious inflation problems even if all of the spending were paid for with borrowed money.
And the budget resolution doesn’t envision pure deficit spending. That is, it isn’t like the American Rescue Plan, earlier this year, which was financed entirely with debt.
On the contrary, Democrats are proposing to pay for most of the new spending with new taxes on the wealthy (plus collecting the taxes the wealthy owe but haven’t been paying). And this means that higher spending on roads and child care would be offset by lower spending on superyachts and helicopters to the Hamptons. In other words, if you’re worried that the Democratic plan would overstimulate the economy, bear in mind that it would provide less stimulus than the headline spending numbers might suggest.
But if the plan isn’t about stimulus, what is it about? Mainly investment — and that reduces the inflationary risks even further. Spending on physical infrastructure, both in the bipartisan bill the Senate has already passed and in the likely future Democrats-only bill, would alleviate the supply bottlenecks that have played a big role in recent inflation, while making workers more productive.
What about spending on “human infrastructure”? There’s strong evidence that aiding families with children will make America richer and more productive in the long run, but to be fair, those benefits would take a long time to materialize. Federal support for child care and universal pre-K would, however, also yield much quicker results, in particular helping more women enter the paid work force. This would expand the economy’s capacity, which is exactly how you want to fight inflation if you can manage it.
So what’s all this about? I don’t know whether people like Joe Manchin expressing anxiety about inflation are truly misinformed or are just trying to signal that they’re to the right of their colleagues.
If they’re sincerely worried about inflation, I’d urge them to have their staffs do the math. Anxiety about the inflationary impact of public investment just doesn’t make sense if you work through the numbers.
If it’s just signaling, well, OK, politics is what it is. But I’d urge them to find a way to send their signals without undermining their party — and their country.
For the fact is that America desperately needs to invest in its future — both in hard assets like roads and bridges and in its people, especially its children. And there are no good economic reasons not to make those investments. Debt isn’t a problem given low interest rates; inflation wouldn’t be a problem given the economy’s ability to absorb higher government spending.
Build we can, and build we must.
Non lasciamo che l’ansietà per l’inflazione metta a repentaglio il nostro futuro,
di Paul Krugman
La lezione dal rapporto sui prezzi al consumo di mercoledì è dipesa, in larga misura, dalla sensibilità degli osservatori.
Il “gruppo della transitorietà” [1] – un termine che rubo all’analista economico George Pearkes – è stato incoraggiato dal fatto che l’inflazione di luglio è stata sostanzialmente più bassa di quella di giugno. Ovvero, coloro che sostengono che i recenti aumenti dei prezzi riflettono turbamenti temporanei nel mentre ci riprendiamo dalla pandemia, anziché un problema di fondo di inflazione – un gruppo che include gli economisti della Casa Bianca, molti progressisti e il sottoscritto – hanno trovato il rapporto rassicurante.
Altri economisti ragionevoli non sono stati altrettanto ottimistici, mettendo in evidenza che l’inflazione sta ancora correndo forte e ammonendo che potremmo presto vedere aumenti sostanziali negli affitti, che sono una gran parte dell’Indice dei Prezzi al Consumo. E sono disposto ad ammettere la possibilità che una inflazione sopra la norma si dimostri persistente al punto che la Federal Reserve voglia restringere la politica monetaria prima di quanto adesso si aspetti. Non penso che accadrà, ma non sono abbastanza fermo in tale giudizio da escludere la possibilità.
Anche se l’inflazione fosse un problema maggiore di quello che l’Amministrazione Biden o gli economisti che la pensano nello stesso modo pensano sia, tuttavia, quali sarebbero le implicazioni oltre la politica monetaria? In particolare, il rischio di inflazione è una ragione per i democratici per tornare indietro dai loro propositi di investire sul futuro dell’America?
Niente affatto, 3.500 miliardi di volte [2] niente affatto.
Buona parte dei resoconti dei media sulla risoluzione sul bilancio approvata dal Senato con il voto dei soli democratici – una risoluzione che pone la basi per una nuova spesa di 3.500 miliardi di dollari – mostra due problemi comuni nella descrizione finanziaria: la mancanza di un contesto quantitativo e l’incapacità di distinguere tra incrementi di spesa e stimolo finanziario, che non sono necessariamente la stessa cosa.
Sul primo aspetto, è vero, 3.500 miliardi di dollari sono molti soldi. Ma questa spesa è rivolta a contribuire a ricostruire l’economia statunitense – e l’economia degli Stati Uniti è enorme. Si tenga a mente che stiamo parlando di un piano di spesa a lungo termine, per effetto del quale i soldi verrebbero gradualmente sborsati nel corso di un decennio. E il PIL americano nel corso di quel decennio è probabile si avvicini a 300 mila miliardi di dollari – l’Ufficio Congressuale del Bilancio dice 287 mila e 700 miliardi di dollari.
Dunque, trascurate i titoli che descrivono il piano come “massiccio” o “enorme”. È un piano che potrebbe fare una grande differenza nelle vite di molti americani e contribuire a costruire un futuro migliore. Ma è solo un po’ superiore all’1 per cento del PIL. Non sarebbe abbastanza da provocare seri problemi di inflazione neanche se tutta la spesa fosse coperta con soldi presi a prestito.
E la risoluzione sul bilancio non configura una spesa puramente in deficit. Ovvero, non è come il Programma Americano di Salvataggio, agli inizi di quest’anno, che era interamente finanziato col debito.
Al contrario, i democratici stanno proponendo di coprire gran parte delle nuove spese con nuove tasse sui ricchi (in aggiunta a raccogliere le tasse che i ricchi debbono ma non stanno versando). E questo comporta che la spesa maggiore sulle strade e sulla assistenza all’infanzia sarebbe bilanciata da una spesa minore sui superyacht e sugli elicotteri nella direzione degli Hamptons [3]. In altre parole, se siete preoccupati che il piano dei democratici potrebbe eccessivamente stimolare l’economia, tenete a mente che esso fornirebbe meno stimolo che i titoli con i numeri della spesa possono suggerire.
Ma se il piano non riguarda lo stimolo, cosa riguarda? Principalmente gli investimenti – il che riduce persino ulteriormente i rischi inflazionistici. La spesa sulla infrastrutture materiali, sia nella proposta di legge bipartisan già approvata dal Senato che nella probabile futura proposta dei soli democratici, allevierebbe i colli di bottiglia nell’offerta che hanno avuto un ruolo grande nella recente inflazione, e renderebbe i lavoratori più produttivi.
Che dire della spesa sulle “infrastrutture umane”? Ci sono forti prove che aiutare le famiglie con figli renderà nel lungo termine l’America più ricca e più produttiva, ma onestamente quei vantaggi richiederebbero un tempo lungo per concretizzarsi. Il sostegno federale nell’assistenza all’infanzia e negli asili nido generalizzati, tuttavia, genererà anche risultati molto più veloci, in particolare aiutando molte donne a entrare a far parte della forza lavoro retribuita. Questo espanderebbe le potenzialità dell’economia, che è esattamente il modo in cui si dovrebbe combattere l’inflazione se se ne è capaci.
Dunque, di cosa si sta parlando? Io non so se persone come Joe Manchin [4] che esprimono ansietà sull’inflazione siano effettivamente male informati o stiano soltanto cercando di segnalare che si collocano alla destra dei loro colleghi.
Se sono sinceramente preoccupati sull’inflazione, suggerirei loro di dotarsi di collaboratori che sappiano la matematica. Se si lavora con i numeri, l’ansietà per gli impatti inflazionistici degli investimenti pubblici non ha senso.
Se invece si intende solo mettersi in mostra, ebbene, la politica è quel che è. Ma suggerirei loro di trovare un modo per mettersi in evidenza senza mettere a repentaglio il loro partito – e il loro paese.
Perché il fatto è che l’America ha disperatamente bisogno di investire nel suo futuro – sia in oggetti materiali come strade e ponti che nelle sue persone, specialmente nei suoi bambini. E non ci sono buone ragioni economiche per non fare questi investimenti. Dati i bassi tassi di interesse, il debito non è un problema; l’inflazione non sarebbe un problema, data la capacità della nostra economia di assorbire una maggiore spesa pubblica.
Possiamo costruire, e dobbiamo farlo.
[1] Il termine, suggerito dall’analista George Pearkes tu Twitter, si riferisce a tutti coloro che propendono per una interpretazione dei fenomeni inflazionistici di questi mesi come fenomeni transitori, ovvero in grande misura provocati dai sobbalzi dei prezzi in alcuni settori per effetto della pandemia (auto usate etc.).
[2] È la somma complessiva degli investimenti previsti da Biden e dai democratici.
[3] L’espressione geografica Hamptons si riferisce specificamente alle towns di Southampton e East Hampton che si trovano all’estremità orientale di Long Island, sulla penisola nota come South Fork. Southampton e East Hampton fanno parte della Contea di Suffolk. Gli Hamptons sono famosi per ospitare le residenze in cui molti benestanti di New York trascorrono le vacanze estive e i fine settimana.
[4] Il Joe Manchin in questione è il Senatore democratico Joe Manchin III, della Virginia Occidentale.
By mm
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