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Spendere come se il futuro fosse importante, di Paul Krugman (New York Times, 22 novembre 2021)

 

Nov. 22, 2021

Spending as if the Future Matters

By Paul Krugman

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For centuries, America has invested taxpayer money in its future. Public funds built physical infrastructure, from the Erie Canal to the interstate highway system. We invested in human capital, too: Universal education came to the United States early, and America basically invented modern public secondary education. This public spending laid the foundations for prosperity and helped make us an economic superpower.

With the rise of the modern right, however, America turned its back on that history. Tax breaks — essentially giving wealthy people money and hoping that it would trickle down — became the solution to every problem. “Infrastructure week” became a punchline under Donald Trump partly because the Trump team’s proposals were more about crony capitalism than about investment, partly because Trump never showed the will to override conservatives who opposed any significant new spending.

Now Joe Biden is trying to revive the tradition of public spending oriented toward the future.

The Build Back Better legislation that passed the House last week isn’t a pure investment plan; in particular, it includes substantial health care spending that is more about helping Americans in the near term than about the future. But about two-thirds of the proposed spending is indeed investment in the sense that it should have big payoffs in the future. And if you combine Build Back Better with the already-enacted infrastructure bill, you see an agenda that is about three-fourths investment spending.

Here’s how I read the Biden program as it now stands. Total new spending would be about $2.3 trillion over a decade. This total would include $500 billion to $600 billion of spending on each of three things: traditional infrastructure, restructuring the economy to address climate change, and children, with the last item mainly consisting of pre-K and child care but also involving tax credits that would greatly reduce child poverty.

There’s every reason to believe that all three types of spending would have a high social rate of return.

Snarled supply chains have reminded everyone that old-fashioned physical infrastructure remains hugely important; we are still living in a material world, and getting stuff where it needs to go requires public as well as private investment.

As far as climate investments are concerned, the damage from a warming planet is becoming increasingly obvious — and droughts, fires and extreme weather are only the leading edge of the disasters to come. Build Back Better’s investments wouldn’t come close to ending the danger, but they would mitigate climate change, partly protect us against some its consequences and make it easier for the United States to lead the world toward a more comprehensive solution. So the money would be well spent.

Finally, there is overwhelming evidence that helping families with children is a high-return investment in the nation’s future, because children whose families have adequate resources become healthier, more productive adults.

So what’s not to like about this agenda? No, it wouldn’t be inflationary: Don’t take it from me, listen to credit rating agencies, which are saying the same thing. The approved and proposed spending would be fairly small as a share of gross domestic product — which the Congressional Budget Office projects at $288 trillion over the next decade — and largely paid for with new taxes, so it would have very little inflationary impact.

Oh, and while some of the “pay-fors” are questionable — as it happens, mainly on the traditional infrastructure bill; Build Back Better is more or less paid for — which means that the spending would probably add somewhat to federal debt over the next few years, that debt increase would be small relative to G.D.P. and, given low interest rates, would barely add to debt service costs. Over the longer term, the payoff to public investment might well be enough to reduce the deficit.

Still, Republicans are denouncing the Biden agenda as socialism, because, of course, they are. Hey, by their standards America has been run by socialists for most of its history — people like DeWitt Clinton, the New York governor who built the Erie Canal, and Horace Mann, who led the Common School movement for universal basic education a couple of decades later. And don’t even get me started on Dwight Eisenhower, who presided over huge government investment and a top tax rate of 91 percent.

Admittedly, the Biden plan would reduce economic disparities, both because expanded benefits would matter more to less-affluent families and because its tax changes would be strongly progressive. But public policy that reduces inequality, like public investment, is squarely in our national tradition. America basically invented progressive taxation, and as the economist Claudia Goldin has noted, the high school movement was “rooted in egalitarianism.”

So don’t believe politicians who are trying to portray Biden’s investment agenda as somehow irresponsible and radical. It’s highly responsible, and it’s an attempt to restore the all-American idea that government should help create a better future.

 

Spendere come se il futuro fosse importante,

di Paul Krugman

 

Per secoli l’America ha investito i soldi dei contribuenti nel futuro. Finanziamenti pubblici hanno realizzato le infrastrutture materiali, dal Canale Erie al sistema autostradale tra gli Stati. Abbiamo investito anche nel capitale umano: l’educazione universale arrivò per prima negli Stati Uniti e l’America fondamentalmente inventò la moderna istruzione secondaria pubblica. La spesa pubblica pose le fondamenta per la prosperità e contribuì a fare di noi una superpotenza economica.

Con la crescita della destra moderna, tuttavia, l’America ha voltato le spalle a quella storia. Gli sgravi fiscali – in sostanza, dare soldi alle persone ricche e sperare che essi scendano a cascata – divenne la soluzione per ogni problema. La “settimana delle infrastrutture” diventò con Donald Trump una barzelletta in parte perché le proposte della squadra di Trump riguardavano più un capitalismo clientelare che gli investimenti, in parte perché Trump non mostrò mai la volontà di prevalere sui conservatori che si opponevano ad ogni significativa nuova spesa.

Ora Joe Biden sta cercando di rivitalizzare la tradizione di una spesa pubblica orientata verso il futuro.

La legge del Ricostruire meglio che è stata approvata alla Camera la scorsa settimana non è un semplice programma di investimenti; in particolare, essa include una spesa sostanziale sulla assistenza sanitaria che riguarda più l’aiutare gli americani nell’immediato che nel futuro. Ma circa due terzi della spesa proposta riguarda in effetti gli investimenti, nel senso che dovrebbe comportare grandi vantaggi nel futuro. E se si mette assieme il Ricostruire meglio con la proposta di legge già approvata sulle infrastrutture, si vede un programma che per tre quarti riguarda la spesa per investimenti [1].

Ecco come io leggo il programma di Biden come adesso si presenta. La nuova spesa totale dovrebbe essere di circa 2.300 miliardi di dollari in un decennio. Questo totale includerebbe da 500 a 600 miliardi di dollari di spesa per ciascuna di queste tre materie: infrastrutture tradizionali, ristrutturazione dell’economia per affrontare il cambiamento climatico e i bambini, con la terza voce che consiste principalmente di asili nido e di assistenza all’infanzia, ma riguarda anche i crediti di imposta che ridurrebbero fortemente la povertà infantile.

Ci sono tutte le ragioni per credere che tutti e tre i tipi di spesa avranno un tasso di rendimento sociale elevato.

Le catene dell’offerta aggrovigliate hanno ricordato a tutti che le infrastrutture fisiche dei tempi andati restano grandemente importanti; noi stiamo ancora vivendo in un mondo materiale, e portare le cose dove devono arrivare richiede sia investimenti pubblici che privati.

Per quanto riguarda gli investimenti sul clima, il danno del riscaldamento del pianeta sta diventando sempre più evidente – e le siccità, gli incendi e gli eventi atmosferici estremi sono soltanto la punta più avanzata dei disastri in arrivo. Gli investimenti del Ricostruire meglio non andrebbero vicini a interrompere il pericolo, ma mitigherebbero il cambiamento climatico, proteggendoci in parte contro alcune delle sue conseguenze e rendendo più facile per gli Stati Uniti guidare il mondo verso una soluzione più organica. Dunque sarebbero soldi spesi bene.

Infine, ci sono prove schiaccianti che aiutare le famiglie con figli è un investimento di elevato rendimento per il futuro della nazione, perché i bambini le cui famiglie hanno risorse adeguate diventano più sani e da adulti sono più produttivi.

Dunque, per quale ragione non apprezzare questo programma? Esso non sarebbe neppure inflazionistico: non perché lo dico io, ascoltate le agenzie che studiano la affidabilità del credito [2], che stanno dicendo la stessa cosa. La spesa approvata e proposta sarebbe una quota abbastanza modesta del prodotto interno lordo – che l’Ufficio Congressuale del Bilancio prevede a 288 mila miliardi di dollari nel corso del prossimo decennio – e sarebbero ampiamente ripagate da nuove tasse, dunque avrebbe un effetto inflazionistico molto modesto.

Infine, alcune delle “coperture” sono discutibili [3] – si dà il caso che questo valga principalmente per le legge sulle infrastrutture; il Ricostruire meglio è più o meno coperto – il che significa che la spesa probabilmente aumenterebbe un po’ il debito federale nei prossimi dieci anni, però quell’incremento del debito sarebbe piccolo in relazione al PIL e, dati i bassi tassi di interesse, aumenterebbe appena i costi del servizio del debito. Nel più lungo termine, il vantaggio dell’investimento pubblico potrebbe ben essere sufficiente a ridurre il deficit.

Eppure i repubblicani stanno denunciando i programmi di Biden come se fossero socialismo, perché, ovviamente, lo sono. Sapete, normalmente l’America è stata governata da socialisti per la maggior parte della sua storia – persone come DeWitt Clinton, il Governatore di New York che costruì il Canale Erie, e Horace Mann, che guidò il movimento per l’educazione universale di base un paio di decenni dopo [4]. E non fatemi nemmeno ricominciare con Dwight Eisenhower, che fu Presidente in un periodo di grandi investimenti pubblici e con una aliquota fiscale sui più ricchi del 91 per cento.

Si deve riconoscere che il programma di Biden ridurrebbe le disparità economiche, sia perché i sussidi potenziati sarebbero più importanti per le famiglie meno benestanti, sia perché i cambiamenti nel fisco sarebbero fortemente progressivi. Ma la politica pubblica che riduce le ineguaglianze, come gli investimenti pubblici, sono esattamente nella nostra tradizione nazionale. L’America fondamentalmente inventò la tassazione progressiva, e come ha notato l’economista Claudia Goldin, il movimento per le scuole superiori “ebbe radici nell’egualitarismo”.

Dunque non credete ai politici che stanno cercando di rappresentare il programma di investimenti di Biden come qualcosa di irresponsabile e di radicale. È altamente responsabile, ed è un tentativo di ripristinare l’idea interamente americana seconda la quale il Governo dovrebbe aiutare a creare un futuro migliore.

 

 

 

 

 

 

[1] Ovvero, per comprendere meglio anche il seguito dell’articolo, bisogno tenere a mente che la denominazione del Ricostruire meglio riguarda la legge approvata dalla Camera, che è relativa sia alle infrastrutture materiali che agli investimenti per il clima e alla assistenza ai bambini. La prima legge, invece, relativa soltanto a strade-ponti-canali e ferrovie, non ha avuto quella denominazione.

[2] Un’agenzia di rating o agenzia di valutazione è una società che assegna un giudizio o valutazione (rating) riguardante la solidità e la solvibilità di una società emittente titoli sul mercato finanziario.

[3] Per coloro che utilizzano il testo sia in italiano che in inglese, ricordo che il “while” può avere anche il significato di “però, tuttavia”, ma in italiano la congiunzione finisce in quella che in inglese era la proposizione principale. Un esempio:

“While I‘m glad he has come to stay with us, I do wish he wouldn’t use all the milk”

“Sono contento che sia ospite da noi, però mi piacerebbe che non ci finisse tutto il latte!”

Quindi nella nostra frase, il “però” finisce in fondo (“però quell’incremento del debito …”).

[4] La frase è evidentemente ironica (nel senso che anche Krugman, in fondo, si guarda bene dal fare apparire un qualche apprezzamento verso il socialismo). I due personaggi citati hanno la storia seguente (da Wikipedia):

DeWitt Clinton (Little Britain2 marzo 1769 – Albany11 febbraio 1828) è stato un politico statunitense. Clinton fu un massone del Rito di York. Egli fu iniziato nella loggia “Holland” No. 16 (oggi No 8), NY, il 3 settembre 1790, e, nel 1806, fu eletto Maestro venerabile della Gran Loggia di New York. Clinton fu essenziale nel fondare il Grande Accampamento dei Cavalieri Templari negli Stati Uniti e fu primo, secondo e terzo Gran Maestro dal 1816 al 1828. Egli mantenne il titolo fino alla sua morte che avvenne nel 1828.

Horace Mann (Franklin4 maggio 1796 – Yellow Springs2 agosto 1859) è stato un educatore e politico statunitense, Figlio di un contadino non agiato, si mantiene agli studi lavorando e frequentando saltuariamente l’impegno scolastico. Laureatosi alla Brown University nel 1820, diviene dapprima insegnante di latino e greco, e successivamente bibliotecario. Eletto nel 1827 come rappresentante della sua contea al parlamento dello stato, si dedica con interesse al settore dell’istruzione.

Dwight Eisenhower è invece più noto, e fu Presidente repubblicano nel dopoguerra.

 

 

 

 

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