Dec. 13, 2021
By Paul Krugman
Build Back Better — the Biden administration’s effort to create a better future for America — is resting on a political knife edge. It’s anyone’s guess whether it will become law. What we do know is that to make it through Congress it will have to weather a perfect storm of bad faith, bad logic and bad arithmetic.
First things first: Build Back Better is primarily a plan to invest in America’s future. Roughly a third of the proposed spending is on children: pre-K, child care and tax credits that would greatly reduce child poverty. Another third is spending to help restructure the economy to limit climate change. If you include the already enacted infrastructure bill, the Biden agenda is overwhelmingly future-oriented.
And there’s every reason to believe that these investments would be highly productive. This is clearly true of aid to children. There’s overwhelming evidence that helping disadvantaged children makes them much healthier and more productive when they reach adulthood; the benefits are so large that even in a narrowly fiscal sense, aid to children may well pay for itself over the long run.
The same is true for environmental investment. Most discussion of such investment focuses on the long-run mitigation of climate change, and rightly so: The prospect of civilizational collapse does tend to focus the mind.
It’s important to note, however, that reducing our dependence on fossil fuels wouldn’t just reduce emissions of greenhouse gases. It would also reduce other forms of pollution, notably nitrogen oxides and sulfur, that have negative effects on death rates, illness and crop yields. And the benefits of reduced pollution would arrive quickly. One recent NASA study suggested that the health gains from climate mitigation policy would not only be worth trillions of dollars but would also materialize fast enough to outweigh any costs of energy transition in a decade or less.
So how can anyone be opposed to making these investments?
I guess reporting conventions require that journalists pretend to believe that Republicans have good-faith objections to the Biden plan — that they’re worried about deficits, or the effect on incentives, or something. But we all know that their main objection is simply the fact that it’s a Democratic initiative, which means that it must fail.
Also, it would tax the rich and help the poor.
Actually, can anyone even remember the last time leading figures in the G.O.P. seriously engaged with real policy concerns? The most recent important example I can think of is the enactment of the Children’s Health Insurance Program in 1997. It has been bad faith ever since.
While the most important source of opposition to Build Back Better is simply the desire to see Biden fail while keeping the rich as rich as possible, there may be some sincere concern that the bill would increase budget deficits. Actually, it wouldn’t have a significant deficit impact — the Congressional Budget Office says that the spending is almost completely paid for, and attempts to claim otherwise aren’t credible. But even if the deficit did rise, why would that be such a bad thing?
I was struck the other day by Elon Musk’s declaration that Build Back Better shouldn’t pass because it would increase the budget deficit. Interesting fact: Tesla was founded in 2003 and had its first profitable year in 2020. That is, it spent 17 years spending more money than it was taking in, because it was investing in the future. If, as many executives like to say, the government should be run like a business, why shouldn’t it be willing to do the same thing?
Again, most of the proposed spending would consist of highly productive investments.
Finally, there’s a lot of talk about how Build Back Better might worsen inflation — talk that mainly seems to involve failure to do the math, for example, by confusing decades with single years and failing to divide by gross domestic product.
It’s true that the bill’s $1.75 trillion price tag is, on the surface, a lot of money. But that’s spending over 10 years, which means that annual outlays would be far smaller than the $1.9 trillion rescue plan passed this year or, for that matter, the $768 billion annual defense bill the House passed last week.
Also, much of the spending would be paid for with new taxes. Furthermore, you should never cite a big-sounding budget number without putting it in context. Remember, the U.S. economy is enormous. The budget office estimates that in its first year Build Back Better would expand the deficit by 0.6 percent of gross domestic product, a number that would shrink over time.
I’m not aware of any economic model suggesting that spending on that scale would make much of a difference to inflation. And because much of the spending would expand the economy’s productive capacity, it would probably reduce inflation over time.
Is Build Back Better perfect? Of course not. But it’s the best legislation we’re likely to get for years to come. And claims that we should let this opportunity pass out of concern over fiscal responsibility or inflation are uninformed at best, dishonest at worst.
L’assalto fasullo al Ricostruire meglio,
di Paul Krugman
Il Ricostruire meglio – lo sforzo dell’Amministrazione Biden per creare un miglior futuro all’America – resta sul filo del rasoio della politica. Se diventerà legge, è per tutti come un tirare ad indovinare. Quello che sappiamo che per farlo approvare dal Congresso si dovrà superare una tempesta perfetta di mala fede, di pessima logica e di pessima matematica.
Partiamo dall’inizio: il Ricostruire meglio è principalmente un programma per investire sul futuro dell’America. All’incirca un terzo della spesa proposta è sui bambini: asili nido, assistenza all’infanzia e crediti di imposta che ridurrebbero grandemente la povertà infantile. Un altro terzo è la spesa per contribuire a riformare l’economia per limitare il cambiamento climatico. Se si include la già approvata proposta di legge sulle infrastrutture, l’agenda di Biden è in modo schiacciante orientata al futuro.
E ci sono tutte le ragioni per credere che questi investimenti sarebbero altamente produttivi. Questo è chiaramente il caso degli aiuti all’infanzia. Ci sono prove schiaccianti che aiutare i bambini svantaggiati li rende molto più sani e molto più produttivi quando raggiungono l’età adulta; i benefici sono così grandi che persino dallo stretto punto di vita della finanza pubblica, aiutare i bambini nel lungo periodo si può ben ripagare da sé.
Lo stesso è vero per gli investimenti ambientali. La maggior parte del dibattito si concentra su una attenuazione nel lungo periodo del riscaldamento climatico, ed è comprensibile: la prospettiva di un collasso della civiltà tende inevitabilmente a concentrare l’attenzione.
Tuttavia, è importante notare che a riduzione della nostra dipendenza dai combustibili fossili non ridurrebbe soltanto le emissioni dei gas serra. Ridurrebbe anche altre forme di inquinamento, in particolare gli ossidi d’azoto e i solfuri, che hanno effetti negativi sui tassi di mortalità, sulle malattie e sul rendimento dei raccolti. E i benefici del ridotto inquinamento arriverebbero rapidamente. Un recente studio della NASA ha indicato che i vantaggi sanitari di una politica di mitigazione del clima non solo varrebbero migliaia di miliardi di dollari ma si materializzerebbero anche abbastanza velocemente da compensare, in un decennio o meno, tutti i costi della transizione energetica.
Dunque, come si può opporsi a fare questi investimenti?
Suppongo che le convenzioni dell’informazione richiedano che i giornalisti fingano di credere che i repubblicani abbiano obiezioni in buona fede al programma di Biden – che siano preoccupati dei deficit, oppure degli effetti sugli incentivi, o cose del genere. Ma sappiamo tutti che la loro principale obiezione consiste semplicemente nel fatto che è una iniziativa dei democratici, il che comporta che deve fallire.
Inoltre, essa tasserebbe i ricchi e aiuterebbe i poveri.
In effetti, qualcuno riesce persino a rammentare l’ultima volta nella quale principali personaggi nel Partito Repubblicano si siano seriamente impegnati in preoccupazioni di politica reale? Il più recente esempio importante che mi viene in mente è l’adozione del Programma per l’assicurazione sanitaria dei bambini del 1997. Da allora è stata tutta mala fede.
Mentre la fonte più importante di opposizione al Ricostruire meglio è semplicemente i desiderio di veder Biden fallire mentre si mantengono i ricchi più ricchi possibile, ci può essere qualche sincera preoccupazione che la proposta di legge accrescerà i deficit del bilancio. Effettivamente, essa non avrebbe un impatto significativo sul deficit – l’Ufficio Congressuale del Bilancio afferma che la spesa sarebbe quasi per intero ripagata, e i tentativi di sostenere l’opposto non sono credibili. Ma persino se il deficit crescesse, sarebbe poi una cosa così negativa?
L’altro giorno sono rimasto sbigottito dalla dichiarazione di Elon Musk secondo la quale il Ricostruire meglio non dovrebbe essere approvato perché aumenterebbe il deficit di bilancio. Tesla venne fondata nel 2003 ed ha avuto il suo anno più redditizio nel 2020. Ovvero, ci sono voluti 17 anni per spendere più soldi di quelli che ha incassato, dato che stava investendo nel futuro. Se, come piace dire agli amministratori delegati, il Governo dovrebbe essere gestito come un’impresa, perché non dovrebbe essere disposto a fare lo stesso?
Per di più, la maggior parte della spesa proposta consisterebbe in investimenti altamente produttivi.
Infine, c’è un gran parlare su come il Ricostruire meglio peggiorerebbe l’inflazione – chiacchiere che principalmente sembrano riguardare l’incapacità a fare i conti, ad esempio confondendo i decenni con gli anni singoli e non riuscendo a fare la divisione col prodotto interno lordo.
È vero che il prezzo della proposta di legge di 1.750 miliardi di dollari sono, in apparenza, una gran quantità di soldi. Ma quella è una spesa nel corso di dieci anni, il che comporta che l’esborso annuale sarebbe assai più piccolo dei 1.900 miliardi del programma di salvataggio approvato quest’anno, o anche, del resto, dei 768 miliardi della proposta di legge annuale sulla difesa che la Camera ha approvato la settimana scorsa.
Gran parte della spesa sarebbe, peraltro, ripagata da nuove tasse. Inoltre, non si dovrebbero mai citare numeri di bilancio altisonanti senza inserirli in un contesto. Si ricordi, l’economia statunitense è enorme. Le stime dell’Ufficio del Bilancio sono che nel suo primo anno il Ricostruire meglio aumenterebbe il deficit dello 0,6 per cento del prodotto interno lordo, un dato che col tempo si restringerebbe.
Non sono a conoscenza di nessun modello economico che indichi che una spesa di quelle dimensioni provocherebbe molta differenza nell’inflazione. E dato che gran parte della spesa accrescerebbe la capacità produttiva dell’economia, nel corso del tempo essa probabilmente ridurrebbe l’inflazione.
Il Ricostruire meglio è perfetto? Ovviamente, non lo è. Ma è la migliore legislazione che è probabile si possa avere negli anni a venire. E gli argomenti secondo i quali dovremmo lasciar passare questa opportunità per preoccupazioni di finanza pubblica o per l’inflazione sono, nella migliore delle ipotesi, frutto di ignoranza, nella peggiore disoneste.
By mm
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