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Al buio, nelle pieghe di un Indice dei prezzi, di Paul Krugman (da blog di Krugman, 7 gennaio 2022)

 

Jan. 7, 2022

Through A Price Index, Darkly

By Paul Krugman

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The economy of 2021 had its good points (high job growth) and its bad points (high inflation). I argued in yesterday’s column that we couldn’t have had the good without the bad, that trying to keep inflation down would have meant sacrificing much of the good employment performance. And how we evaluate last year will depend a lot on what happens next. It will look like a good bargain if, but only if, inflation fades away.

So when will we know enough to make that judgment? Ah, that’s the problem.

Economic developments since the pandemic began have taken place in Covid time — that is, they’ve moved at a pace that makes past ups and downs look as if they were filmed in slow motion. For example, we used to think that monthly data gave us a quick read on the state of the economy; these days, when you see numbers for, say, December, you now have to ask, “Exactly when in December?” because that can matter a lot for your interpretation. Employment numbers, for example, are for “the pay period including the 12th, which may or may not correspond directly to the calendar week.”

And the speed of events creates problems for some of the ways we normally look at economic data — problems that will create a lot of fog around the inflation picture in the months ahead.

First, when people talk about the rate of inflation, they often mean the percentage rise in prices over the past year. There are good reasons for that convention: By looking at annual rates of change, we both smooth out meaningless wiggles and bypass the problem of seasonal variation (official numbers are “seasonally adjusted” in smart ways, but there are always debates among economists about whether the seasonal adjustments are getting it right).

Right now, however, the one-year rate of change is more or less guaranteed to show continuing high inflation for a while even if actual price pressures are quickly fading away. Look, for example, at the price of gasoline:

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A bit less pricey at the pump.Credit…FRED

Prices at the pump rose steeply for much of 2021 but have recently leveled off and even come down a bit. That leveling off, however, isn’t reflected in the one-year rate of change, which is still extremely high and will remain so for months to come:

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But you’d never know that from the one-year number.Credit…FRED

A second problem involves prices of things people tend to pay for under long-term contracts — which for consumers especially means housing. The Bureau of Labor Statistics, which produces the Consumer Price Index, measures housing prices using rents — actual rents on apartments and an estimate of what homeowners would be paying if they were renting their residences. These measures have risen only moderately so far:

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Bringing up the house(s).Credit…FRED

But if you look at the rental numbers from companies like Zumper that match renters with landlords, they show much bigger increases:

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But new rentals have really soared.Credit…Zumper

This doesn’t mean that the B.L.S. is getting it wrong: It’s measuring what people are currently paying on average, while companies like Zumper are reporting rates on new rentals. And since many housing units are on long-term leases, you expect average rents to lag behind a surge in new-rental prices.

But what this tells us is that there’s a lot of measured housing inflation still in the pipeline, inflation that will show up in the official numbers even if new-rental prices level off. Which they seem to be doing:

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Although things may be slowing.Credit…Zumper

The implication of these and other measurement issues is that reported inflation is more or less fated to be high for much of this year, no matter what. In particular, even if true inflation pressures recede, which is what many of us expect and hope, that probably won’t be obvious in news reports.

Looking at the inflation measurement issue, I was reminded of a line from my former teacher Charles Kindleberger about the balance of payments (a subject nobody discusses anymore, but that’s a story for another day): “The existence of a variety of balance-of-payments definitions makes it possible for an observer always to be grave, or optimistic, according to his temperament.” Well, for the next few months inflation will be like that — and I, at least, will try to keep reminding myself not to emphasize only the numbers I like.

 

Al buio, nelle pieghe di un Indice dei prezzi,

di Paul Krugman

 

L’economia del 2021 ha avuto i suoi aspetti positivi (alta crescita dei posti di lavoro) e i suoi aspetti negativi (alta inflazione). Ho sostenuto nell’articolo di ieri che non avremmo potuto avere il buono senza il cattivo, che cercare di tenere bassa l’inflazione avrebbe comportato sacrificare buone parte della buona prestazione dell’occupazione. E che il modo in cui valuteremo l’anno passato dipenderà molto da ciò che accade prossimamente. Sembrerà essere stato un buon affare se, ma solo se, l’inflazione se ne va.

Dunque quando ne sapremo abbastanza per emettere tale giudizio? Ebbene, quello è il problema.

Gli sviluppi economici dal momento che è iniziata la pandemia hanno avuto luogo nell’epoca del Covid – ovvero si sono mossi con un ritmo che ha fatto sembrare i passati alti e bassi come se fossero filmati al rallentatore. Ad esempio, eravamo soliti pensare che i dati mensili ci fornivano una lettura rapida dello stato dell’economia; di questi tempi quando si osservano i dati, diciamo, di dicembre, ci si deve chiedere: “Esattamente quando a dicembre?”, perché ciò può essere molto importante per la nostra interpretazione. I dati sull’occupazione, ad esempio, riguardano “il periodo di pagamenti che comprende il dodicesimo mese, il che può o non può corrispondere direttamente alla settimana del calendario”.

E la velocità degli eventi crea problemi ad alcuni dei modi nei quali normalmente si osservano i dati economici – problemi che creeranno molta incertezza sul quadro dell’inflazione nei prossimi mesi.

Anzitutto, quando le persone parlano del tasso di inflazione, spesso intendono la crescita percentuale dei prezzi nel corso dell’anno passato. Ci sono buoni motivi per quella convenzione: osservando i tassi delle variazioni annuali, possiamo sia spalmare le oscillazione insignificanti che aggirare il problema delle variazioni stagionali (i dati ufficiali sono “corretti per la loro stagionalità” in modi intelligenti, ma ci sono sempre discussioni tra gli economisti sul fatto che le correzioni stagionali li esprimano in modo giusto).

In questo momento, tuttavia, il tasso di un anno del cambiamento è più o meno sicuro che mostri una prosecuzione per un po’ dell’alta inflazione, anche se la effettiva spinta dei prezzi sta recedendo. Si osservi, ad esempio, il prezzo della benzina:

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Un po’ meno costosa al distributore. Fonte: FRED

I prezzi al distributore sono cresciuti rapidamente per buona patte del 2021, ma di recente si sono livellati e sono persino scesi un po’. Quel livellamento, tuttavia, non si riflette del tasso di cambiamento su base annuale, che è ancora estremamente elevato e resterà tale nei mesi avvenire:

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Ma non lo capireste mai dal dato su base annuale. Fonte: FRED [1]

Un secondo problema riguarda gli oggetti che le persone tendono ad acquistare con contratti a lungo termine – che per i consumatori significa particolarmente le abitazioni. L’Ufficio delle Statistiche del Lavoro (BLS), che elabora l’Indice dei Prezzi al Consumo, misura i prezzi delle abitazioni usando gli affitti – gli affitti effettivi sugli appartamenti e una stima di quello che i possessori di abitazioni pagherebbero se stessero affittando le loro residenze. Sinora questi dati sono cresciuti solo moderatamente:

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La crescita degli alloggi. Fonte: FRED

Ma se osservate i dati delle locazioni da parte delle società come Zumper che mettono assieme gli affittuari ed i proprietari, essi mostrano incrementi molto maggiori:

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Ma i nuovi affitti sono davvero saliti. Fonte: Zumper

Questo non significa che il BLS stia sbagliando: sta misurando quello che le persone stanno effettivamente pagando in media, mentre le società come Zumper stanno riportando i tassi sui nuovi affitti. E dal momento che molte unità abitative sono in locazione a lungo termine, vi aspettate che gli affitti medi crescano in ritardo rispetto alla crescita dei prezzi dei nuovi affitti.

Ma quello che questo ci dice è che c’è ancora molta inflazione in fase di sviluppo che riguarda gli alloggi misurati, inflazione che si mostrerà nei dati ufficiali persino se i prezzi delle nuove locazioni si livellassero. Che sembra è quanto stiano facendo:

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Sebbene la situazione sembra stia rallentando. Fonte: Zumper  [2]

L’implicazione di queste e di altre tematiche di misurazione è che l’inflazione riferita è più o meno destinata ad essere elevata per buona parte di quest’anno, a prescindere dal resto. In particolare, persino se le spinte effettive all’inflazione calassero, che è quello che molti di noi si aspettano e sperano, quello probabilmente non risulterà evidente nei resoconti sulle notizie.

Osservando il tema della misurazione dell’inflazione, mi sono ricordato di una frase del mio passato insegnante Charles Kindleberger sulla bilancia dei pagamenti (che è un tema che nessuno discute più, ma questo racconto lo rinvio ad un altro giorno): “L’esistenza di una varietà di definizioni della bilancia dei pagamenti rende sempre possibile per un osservatore essere funereo, oppure ottimista, a seconda del suo temperamento”. Ebbene, nei prossimi mesi l’inflazione sarà una cosa del genere – e almeno io cercherò di continuare a tenere a mente di non enfatizzare soltanto i dati che mi piacciono.

 

 

 

 

 

[1] La differenze tra le due tabelle è che, se capisco bene, la prima mostra l’andamento del prezzo in valori assoluti, fissando il gennaio del 2020 al valore 100. La seconda mostra invece, per ogni periodo, la variazione percentuale rispetto all’anno precedente. Nel secondo caso, dunque, quello che conta non è solo la variazione effettiva, ma la variazione rispetto ai diversi valori dell’anno passato.

[2] La Tabella mostra – secondo i dati della società Zumper, che è una società americana che aiuta milioni di persone che cercano negli Usa e in Canada case e stanze in affitto – i dati relativi agli andamenti mese per mese dei prezzi degli affitti nel 2019 (linea celeste), nel 2020 (linea nera) e nel 2021 (linea grigia).

 

 

 

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