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Putin e i miti della decadenza occidentale, di Paul Krugman (New Yotk Times, 28 marzo 2022)

 

March 28, 2022

Putin and the Myths of Western Decadence

By Paul Krugman

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Vladimir Putin’s invasion of Ukraine was, first and foremost, a crime — indeed, the war crimes continue as you read this. But it was also a blunder. In less than five weeks Putin has destroyed Russia’s military reputation, battered his nation’s economy and strengthened the democratic alliances he hoped to undermine. How could he have made such a catastrophic mistake?

Part of the answer, surely, is strongman syndrome: Putin has surrounded himself with people who tell him what he wants to hear. All indications are that he went into this debacle believing his own propaganda about both his army’s martial prowess and the eagerness of Ukrainians to submit to Russian rule.

But there’s also reason to think Putin, like many of his admirers in the West, thought modern democracies were too decadent to offer effective resistance.

And here’s the thing: When I look at the United States, I worry that the West is, in fact, being made weaker by decadence — but not the kind that obsesses Putin and those who think like him. Our vulnerability comes not from the decline of traditional family values, but from the decline of traditional democratic values, such as a belief in the rule of law and a willingness to accept the results of elections that don’t go your way.

Of course, the idea that loose morals destroy great powers goes back centuries. In the Hollywood version of history, the Roman Empire fell because its elites were too busy with orgies to attend to the business of defeating barbarians. Actually, the timing is all wrong on that story, but I’ll get back to that in a minute.

Today’s right-wingers seem bothered less by weakness from sexual license than by weakness from gender equality: Tucker Carlson warned that China’s military was becoming “more masculine” while ours was becoming “more feminine, whatever feminine means anymore, since men and women no longer exist.” Senator Ted Cruz retweeted a video comparing a U.S. Army recruiting video with footage of a Russian paratrooper with a shaved head and declared that a “woke, emasculated military” might not be a good idea.

It would be interesting to know what has happened to that paratrooper since Putin invaded Ukraine. In any case, the heavy casualties suffered by Russia’s anti-woke military as it failed to overrun vastly inferior Ukrainian forces have confirmed what anyone who has studied history knows: Modern wars aren’t won with swaggering machismo. Courage and endurance, physical and moral, are as essential as ever; but so are more mundane things like logisticsvehicle maintenance and communications systems that actually work.

By the way, I can’t help mentioning that recent events have also confirmed the truism that many, perhaps most men who pose as tough guys … aren’t. Putin’s response to failure in Ukraine has been extremely Trumpian: insisting that his invasion is all going “according to plan,” refusing to admit having made any mistakes and whining about cancel culture. I’m half expecting him to release battle maps crudely modified with a Sharpie.

But back to the kind of decadence that really matters.

As I said, the Hollywood version of Rome’s decline and fall doesn’t stand up under examination. True, the spoils of empire made it possible for a few people to live in great luxury, possibly including the occasional orgy; the closest modern counterpart to that elite would be … Russian oligarchs. But Rome retained its territorial integrity and military effectiveness for centuries after the emergence of that pampered, libertine elite.

So what did go wrong? Historians have many theories, but surely a big factor was the erosion of norms that had helped establish political legitimacy, and the ever-growing willingness of some Romans, especially after around 180 C.E., to use violence against one another.

Obviously what’s going on in the U.S. today bears no detailed resemblance to the troubles of the ancient world. Yet these days not a month goes by without further revelations that a large part of America’s body politic, very much including members of the political elite, has contempt for democratic principles and will do whatever it takes to win.

It’s incredible how quickly we’ve normalized the fact that the last president tried to retain power despite losing the election and that a mob he incited stormed the Capitol. Many people took part in the effort to overturn the election — among them, we recently learned, the wife of a sitting Supreme Court justice, who hasn’t even recused himself in cases about the attempted coup.

And while Donald Trump’s effort to stay in office failed, most of his party has, in effect, retroactively backed that effort.

Why is that relevant to Ukraine? Putin effectively bet that an effete West would stand by as he carried out his conquest. Instead, President Biden very effectively mobilized a democratic alliance that has rushed aid to Ukraine and helped humiliate the aggressor.

But the next time something like this happens, America might not lead an effective alliance of democracies, because we ourselves will have given up on democratic values.

And that, if you ask me, is what real decadence looks like.

 

Putin e i miti della decadenza occidentale,

di Paul Krugman

 

L’invasione dell’Ucraina di Vladimir Putin è stata, anzitutto e soprattutto, un crimine – in effetti, i crimini di guerra proseguono mentre state leggendo questo articolo. Ma è stata anche un abbaglio. In meno di cinque settimane, Putin ha distrutto la reputazione militare della Russia, ha demolito l’economia della sua nazione ed ha rafforzato le alleanze democratiche che sperava di indebolire. Come ha potuto fare un errore talmente catastrofico?

Certamente, la risposta in parte è la sindrome dell’uomo forte: Putin si è circondato di persone che gli dicono quello che vuol sentirsi dire. Tutte le indicazioni sono che egli è finito in questa debacle credendo alla sua stessa propaganda sia sul valore marziale del suo esercito che sull’entusiasmo degli ucraini a sottomettersi al comando russo.

Ma c’è anche motivo di ritenere che Putin, come molti dei suoi ammiratori in Occidente, pensava che le democrazie moderne fossero troppo decadenti pe offrire una resistenza efficace.

E qua è il punto: quando guardo agli Stati Uniti, mi preoccupo che l’Occidente, in effetti, venga reso più debole dalla decadenza – ma non quel genere di decadenza che ossessiona Putin e quelli che la pensano come lui. La nostra vulnerabilità non deriva dal declino dei valori tradizionali della famiglia, ma dal declino dei tradizionali valori democratici, come la fiducia nello stato di diritto e la disponibilità ad accettare i risultati di elezioni che non vanno come speravamo.

Naturalmente, l’idea che i blandi principi morali distruggano le grandi potenze è vecchia di secoli. Nella versione hollywoodiana della storia, l’Impero Romano crollò perché le sue classi dirigenti erano troppo occupate con le orge per impegnarsi nell’impresa di sconfiggere i barbari. In realtà, in quel racconto la tempistica è tutta sbagliata, ma ci tornerò tra un attimo.

Le persone della destra di oggi sembrano meno preoccupate dalla debolezza che deriva dal permissivismo sessuale che non dalla debolezza che deriva dall’uguaglianza di genere: Tucker Carlson ha messo in guardia che l’esercito della Cina stava diventando “più virile”, mentre i nostri stanno diventando “più femminei, qualsiasi cosa femminile significhi ancora, dato che gli uomini e le donne non esistono più”. Il Senatore Ted Cruz a ritwittato un video che confronta un filmato sul reclutamento nell’esercito statunitense con immagini di un paracadutista russo con la testa rasata e ha dichiarato che un “esercito effeminato e politicamente corretto [1]” potrebbe non essere una buona idea.

Sarebbe interessante sapere cosa è successo a quel paracadutista dal momento in cui Putin ha invaso l’Ucraina. In ogni caso, le pesanti perdite subite dall’esercito non ‘politicamente corretto’ della Russia nel momento in cui non è riuscito a sovrastare le inferiori forze ucraine, ha confermato quello che chiunque abbia studiato la storia sa: le guerre moderne non vengono vinte con un machismo da gradassi. Il coraggio e la resistenza, fisica e morale, sono come sempre essenziali; ma lo sono altrettanto cose materiali come la logistica, la manutenzione degli automezzi e i sistemi di comunicazione effettivamente funzionanti.

Per inciso, non posso fare a meno di notare che gli eventi recenti hanno anche confermato l’ovvietà secondo la quale molti, forse la maggioranza degli uomini che si atteggiano come personaggi duri … non lo sono. La risposta di Putin al fallimento in Ucraina è stata estremamente trumpiana: insistere che l’invasione stava tutta procedendo “secondo i programmi”, rifiutare di ammettere di aver fatto alcun errore e lamentarsi della cosiddetta “cultura della cancellazione” [2]. Mi aspetto quasi che pubblichi mappe delle battaglie rozzamente modificate con un pennarello Sharpie [3].

Ma torniamo al genere di decadenza che è realmente importante.

Come ho detto, la versione hollywoodiana del declino e della caduta di Roma non regge ad una analisi più attenta. È vero, i bottini dell’Impero rendevano possibile per poche persone di vivere in un gran lusso, magari incluse orge occasionali; l’analogia moderna più vicina di quelle classi dirigenti sarebbero … gli oligarchi russi. Ma Roma mantenne la sua integrità territoriale ed efficacia militare per secoli, dopo che emerse quella elite viziata e libertina.

Cosa, dunque, andò storto? Gli storici hanno molte teorie, ma certamente un grande fattore fu l’erosione delle regole che avevano contribuito a fondare la legittimazione politica, e la sempre crescente disponibilità di alcuni romani, specialmente nel periodo successivo a circa il 180 dopo Cristo, ad usare la violenza l’uno contro l’altro.

Ovviamente, quello che sta andando avanti negli Stati Uniti di oggi non presenta alcuna precisa somiglianza con i guai del mondo antico. Tuttavia di questi tempi non passa un mese senza ulteriori rivelazioni che una ampia parte del corpo politico americano, inclusi moltissimi membri della classe dirigente politica, ha disprezzo per i principi democratici e farà tutto quello che serve per vincere.

È incredibile in quanto breve tempo ci siamo assuefatti al tentativo del Presidente passato di mantenere il potere nonostante la sconfitta elettorale e alla folla che egli incitò nell’assalto al Campidoglio. Molte persone presero parte al tentativo di rovesciare le elezioni – tra esse, abbiamo appreso di recente, la moglie di un giudice in carica della Corte Suprema, che non si è neanche astenuto nei procedimenti legali sul tentato golpe.

E mentre il tentativo di restare in carica di Donald Trump non è riuscito, la maggioranza del suo partito, in sostanza, ha retroattivamente sostenuto quello sforzo.

Perché questo è rilevante per l’Ucraina? Putin ha effettivamente scommesso che un Occidente debole sarebbe rimasto inerte mentre egli metteva in pratica la sua conquista. Invece, il Presidente Biden ha mobilitato con molta efficacia una alleanza democratica che si è precipitata ad aiutare l’Ucraina ed ha contribuito ad umiliare l’aggressore.

Ma la prossima volta che accadrà qualcosa del genere, l’America potrebbe non essere alla guida di una efficace alleanza di democrazie, perché noi stessi potremmo aver rinunciato ai valori democratici.

E ciò, se volete il mio parere, è quello a cui la vera decadenza assomiglia.

 

 

 

 

 

 

[1] In realtà “woke” forse non è esattamente tradotto con “politicamente corretto”; più precisamente indica tutta la cultura di ispirazione democratica contro il razzismo, per l’uguaglianza di genere, contro le estreme disparità sociali. Ovvero: soprattutto  “corretto sui diritti e sulle politiche sociali”.

[2] La “cultura della cancellazione” è un altro recente fenomeno americano. Inizialmente si è espresso con le posizioni che sostenevano la rimozione – per questo si parla di ‘cancellazione’ – di ogni forma di deferenza verso uomini ed episodi che ricordavano un passato disonorevole (ad esempio, monumenti o nomi di strade di generali sudisti, di personaggi coinvolti nello schiavismo etc,). In seguito, di “cultura della cancellazione” ha parlato soprattutto la destra, come una reazione a quel revisionismo democratico, considerato ‘non-americano”.

Putin sembra attratto da questa polemica della destra americana contro quella cultura. In un recente discorso è arrivato a lamentare il caso della scrittrice J. K. Rowling, la creatrice di Henry Potter, che di questi tempi sarebbe diventata vittima della “cancel culture” perché aveva espresso sostegno alle posizioni critiche di una ricercatrice  sulle persone transgender.  Come prevedibile, la creatrice di Hanry Potter non ha gradito il suo appoggio.

[3] “Sharpie”, se ben capisco, è una azienda che produce appunto pennarelli, correttori etc. All’epoca di un recente urgano che interessò la costa orientale americana, Trump si esibì in una previsione abbastanza grottesca – con l’aiuto di un pennarello –  sul possibile itinerario di quell’uragano, che poi regolarmente e fortunatamente non si materializzò.

 

 

 

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