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I repubblicani dicono: “Fategli mangiare odio”, di Paul Krugman (New York Times, 18 aprile 2022)

 

April 18, 2022

Republicans Say, ‘Let Them Eat Hate’

By Paul Krugman

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So Donald Trump has endorsed J.D. Vance in the race for Ohio’s Republican Senate nomination. Will Trump’s nod tip the balance? I have no idea, and frankly I don’t care.

Ohio’s G.O.P. primary has, after all, been a race to the bottom, with candidates seemingly competing to see who can be crasser, who can do the most to dumb down the debate. Vance insists that “what’s happening in Ukraine has nothing to do with our national security” and that we should focus instead on the threat from immigrants crossing our southern border. Josh Mandel, who has been leading in the pollssays that Ohio should be a “pro-God, pro-family, pro-Bitcoin state.” And so on. Any of these candidates would be a terrible senator, and it’s anyone’s guess who’d be worst.

But the thing about Vance is that while these days he gives cynical opportunism a bad name, he didn’t always seem that way. In fact, not that long ago he seemed to offer some intellectual and maybe even moral heft. His 2016 memoir, “Hillbilly Elegy,” drew widespread and respectful attention, because it offered a personal take on a real and important problem: the unraveling of society in Appalachia and more broadly for a significant segment of the white working class.

Yet neither Vance nor, as far as I can tell, any other notable figure in the Republican Party is advocating any real policies to address this problem. They’re happy to exploit white working-class resentment, but when it comes to doing anything to improve their supporters’ lives, their implicit slogan is, “Let them eat hate.”

Let’s talk for a minute about the reality Vance was writing about back when many took him seriously.

I still encounter people who imagine that social dysfunction is mainly a problem involving nonwhite residents of big cities. But that picture is decades out of date. The social problems that have festered in 21st-century America — notably large numbers of prime-age males not working and widespread “deaths of despair” from drugs, suicide and alcohol — have if anything fallen most heavily on rural and small-town whites, especially in parts of the heartland that have been left behind as a knowledge-centered economy increasingly favors high-education metropolitan areas.

What can be done? Progressives want to see more social spending, especially on families with children; this would do a lot to improve people’s lives, although it’s less clear whether it would help revive declining communities.

Back in 2016 Trump offered a different answer: protectionist trade policies that, he claimed, would revive industrial employment. The arithmetic on this claim never worked, and in practice Trump’s trade wars appear to have reduced the number of U.S. manufacturing jobs. But back then Trump was at least pretending to address a real issue.

At this point, however, neither Trump nor any other important Republican is willing to go even that far. I’d say that G.O.P. campaigning in 2022 is all culture war, all the time, except that this would be giving Republicans too much credit. They aren’t fighting a real culture war, a conflict between rival views of what our society should look like; they’re riling up the base against phantasms, threats that don’t even exist.

This isn’t hyperbole. I’m not just talking about things like the panic over critical race theory, although this has come to mean just about any mention of the role that slavery and discrimination have played in U.S. history. Florida is even rejecting many math textbooks, claiming that they include prohibited topics.

That’s bad. But we’re seeing a growing focus on even more bizarre conspiracy theories, with frantic attacks on woke Disney, etc. And roughly half of self-identified Republicans believe that “top Democrats are involved in elite child sex-trafficking rings.”

What people may not realize is that Vance’s anti-immigrant rhetoric is almost as detached from reality as QAnon-type theories about Democratic pedophiles. I mean, yes, undocumented immigrants do exist. But the idea that they pose a major threat to public order is a fantasy; indeed, the evidence suggests that they’re considerably more law-abiding than native-born Americans.

And making the alleged insecurity of the southern border your signature campaign issue is especially bizarre if you’re running for office in Ohio, where immigrants make up only 4.8 percent of the population — around a third of the national average. (Almost 38 percent of the population of New York City, and 45 percent of its work force, is immigrant. It’s not exactly a dystopian hellhole.)

But look, none of this is a mystery. Republicans are following an old playbook, one that would have been completely familiar to, say, czarist-era instigators of pogroms. When the people are suffering, you don’t try to solve their problems; instead, you distract them by giving them someone to hate.

And history tells us that this tactic often works.

As I said, I have no idea whether Trump’s endorsement of Vance will matter. What I do know is that the G.O.P. as a whole has turned to hate-based politics. And if you aren’t afraid, you aren’t paying attention.

 

I repubblicani dicono: “Fategli mangiare odio”,

di Paul Krugman

 

E così Donald Trump ha appoggiato J.D. Vance nella competizione per la candidatura repubblicana al Senato nell’Ohio. Il gesto di Trump farà pendere l’ago della bilancia? Non ne ho idea e francamente non mi interessa.

Le primarie repubblicane nell’Ohio, dopo tutto, sono state una competizione al ribasso, con i candidati che sembrano competere per mostrare chi può essere più rozzo, chi può fare il massimo per banalizzare il dibattito. Vance insiste che “quello che sta accadendo in Ucraina non ha niente a che fare con la nostra sicurezza nazionale” e che dovremmo invece concentrarci sulla minaccia degli emigranti che attraversano il nostro confine meridionale. Josh Mandel, che è in testa nei sondaggi, dice che l’Ohio dovrebbe essere “uno Stato dalla parte di Dio, della famiglia e dei bitcoin”. E così via. Ognuno di questi candidati sarebbe un terribile Senatore, e lascio a voi indovinare chi sarebbe il peggiore.

Ma il punto su Vance è che mentre di questi giorni egli manifesta una reputazione da cinico opportunista, non è sempre stato in quel modo. Infatti, non molto tempo fa sembrava offrire un qualche spessore intellettuale e persino morale. La sua autobiografia del 2016, “Elegia di un montanaro”, ottenne una attenzione generale e rispettosa, perché offriva una presa di posizione personale su un tema reale e importante: il disfarsi della società negli Appalachi e più in generale di un segmento significativo della classe lavoratrice bianca.

Tuttavia né Vance né, per quanto posso dire, nessun altro importante  personaggio del Partito Repubblicano sta sostenendo alcuna reale politica per affrontare questo problema. Sono felici di sfruttare i risentimenti della classe lavoratrice bianca, ma quando si passa a fare qualcosa per migliorare le esistenze dei loro sostenitori, la loro parola d’ordine implicita è: “Fategli mangiare odio”.

Parliamo per un attimo della realtà della quale Vance scriveva quando nel passato molti lo prendevano sul serio.

Incontro ancora persone che si immaginano che il disordine sociale sia principalmente un problema che riguarda i residenti non bianchi delle grandi città. I problemi sociali che hanno guastato l’America nel 21° secolo – in particolare, un gran numero di maschi nella prima età lavorativa che non lavorano e diffuse “morti per disperazione” da farmaci, suicidi ed alcol – sono semmai ricaduti pesantemente sui bianchi della popolazione rurale e delle piccole città, particolarmente in quelle parti del centro della nazione che sono state lasciate indietro, mentre una economia sempre più basata sulla conoscenza favorisce una elevata istruzione nelle aree metropolitane.

Cosa si può fare? I progressisti vogliono vedere più spesa sociale, particolarmente per le famiglie con figli; questo farebbe molto per migliorare le vita delle persone, sebbene sia meno chiaro se contribuirebbe a rivitalizzare le comunità in declino.

Nel passato 2016 Trump offriva una risposta diversa: politiche commerciali protezionistiche che, sosteneva, avrebbero rivitalizzato l’occupazione industriale. Questa pretesa non ha mai funzionato nei numeri reali, e in pratica le guerre commerciali di Trump sembrano aver ridotto il numero dei posti di lavoro manifatturieri. Ma allora Trump stava almeno fingendo di misurarsi con un problema reale.

A questo punto, tuttavia, né Trump né nessun altro eminente repubblicano sono neanche disponibili a spingersi così lontano. Direi che la campagna elettorale repubblicana nel 2022 riguardi interamente una guerra ideologica senza soste, a parte che anche definirla in questo modo darebbe troppo credito ai repubblicani. Essi non stanno combattendo una vera guerra ideologica, un conflitto tra punti di vista rivali su quello a cui la nostra società dovrebbe assomigliare; stanno eccitando la base contro fantasmi, contro minacce che neppure esistono.

Questa non è una esagerazione. Non sto solo parlando di cose come il panico per la ‘teoria critica della razza’ [1], per quanto questo panico abbia finito col riguardare ogni riferimento al ruolo che la schiavitù e la discriminazione hanno avuto nella storia americana. La Florida sta persino rigettando molti libri di testo di matematica, sostenendo che essi includono tematiche proibite.

Questa è una pessima cosa. Ma stiamo persino assistendo ad un crescente concentrarsi su teorie cospirative più bizzarre, quali i forsennati attacchi su un presunto radicalismo antidisneyano [2] , etc. E circa le metà di coloro che si dichiarano repubblicani credono che “i massimi esponenti democratici siano coinvolti in traffici di pedofilia dei circoli di elite”.

Quello che molti possono non comprendere è che l retorica contro gli emigranti di Vance è scissa dalla realtà nello stesso modo in cui lo sono le teorie dei personaggi di QAnon [3] sui democratici pedofili. Voglio dire, è vero, immigrati senza documenti esistono. Ma l’idea che costituiscano una importante minaccia all’ordine pubblico è una fantasia; infatti, le prove indicano che essi sono considerevolmente più rispettosi delle leggi degli americani nativi.

E facendo della pretese insicurezza del confine meridionale il tema distintivo della campagna elettorale è particolarmente bizzarro nel mentre si compete per una carica pubblica nell’Ohio, dove gli immigranti totalizzano soltanto il 4,8 er cento della popolazione – circa un terzo della media nazionale (quasi il 38 per cento della popolazione di New York ed il 45 per cento della sua forza lavoro, sono immigranti. L’Ohio non è esattamente un inferno distopico).

Ma si noti che questo non è affatto un mistero. I repubblicani stanno seguendo un vecchio spartito, uno di quelli che sarebbe stato del tutto familiare, ad esempio, agli istigatori di pogrom dell’epoca zarista. Quando le persone stanno soffrendo, non si cerca di risolvere i loro problemi; piuttosto, li si distraggono dando loro qualcuno da odiare.

E la storia ci dice che questa tattica spesso funziona.

Come ho detto, non ho idea se il sostegno di Trump a Vance sarà importante. Quello che so è che il Partito Repubblicano nel suo complesso sta ricorrendo ad una politica basata sull’odio. E se la cosa non vi spaventa, vuol dire che non state prestando attenzione.

 

 

 

 

 

 

[1] La Teoria Critica della razza è un corpo di studi legali e un movimento di attivisti e di studiosi dei diritti civili che cercano di esaminare le relazioni tra razza e legge negli Stati Uniti. Un cardine della Teoria Critica è l’idea che il razzismo e disparati risultati razzistici siano spesso la conseguenza di complesse, sottili dinamiche istituzionali, più ancora che espliciti e intenzionali pregiudizi di singoli. Nei suoi fondamenti teorici essa ragiona di come, nella storia statunitense, il razzismo possa essere stato incorporato in regole, comportamenti e leggi, sino a costituire una sorta di potente e non sempre visibile paradigma della vita nazionale. Quindi, culturalmente e politicamente, è un fenomeno radicale che si oppone a tutte le forme di razzismo. Il che comporta che spesso assume forme aggressive, come spesso accade nei movimenti americani di progresso che vanno all’attacco di culture e di assetti sociali granitici e complessi di segregazione e di ineguaglianza. Fatto sta che è diventato un fenomeno politico del tutto rilevante nella politica statunitense, al punto che il contrattacco reazionario per la messa al bando dell’insegnamento al pari di una disciplina nelle scuole di tale teoria critica– insegnamento che in realtà non avviene, se non, suppongo, nella forma della conoscenza di idee diffuse e fondate – sembra avere avuto effetti anche nelle recenti elezioni amministrative americane.

[2] WOKE è diventato un aggettivo in lingua inglese che sta a significare una sorta di “allarme” contro ogni forma di pregiudizio e di discriminazione razziale. Letteralmente significa lo “stare svegli, vigili” contro le ingiustizie sociali, e in quel modo la frase si affermò sino dagli anni ’30 nei movimenti degli afroamericani. La destra americana odierna lo utilizza per indicare in generale la mentalità antidiscriminatoria delle minoranze etniche e dei progressisti. La cultura “WOKE” è quella di tutti costoro, ad esempio del movimento del “Black Lives Matter”.

“Woke Disney” – secondo la destra americana – sarebbe in conclusione una sacrilega applicazione di questo radicalismo addirittura sui personaggi disneyani, minacciati prima o poi di messa al bando dalla sinistra radicale antiamericana.

[3] Da una nota su Fataturchina dell’agosto del 2020: “QAnonè una teoria del complotto di estrema destra secondo la quale esisterebbe un’ipotetica trama segreta organizzata da un presunto Deep State (Stato profondo, l’insieme dei cosiddetti “poteri forti“) contro il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e i suoi sostenitori, i quali avrebbero all’opposto assunto il potere con l’obiettivo di scardinare il Nuovo ordine mondiale, considerato colluso con reti di pedofilia a livello globale, pratiche sataniste, oscure cabale occulte, e in generale avente per obiettivo il dominio mondiale. Nessuna delle accuse che sono state diffuse dai sostenitori di QAnon si è dimostrata fondata su fatti.” (Wikipedia) Il termine Anon è uno slang per riferirsi a un utente anonimo di Internet che posta su forum online. I seguaci di QAnon si definiscono Anons e si pongono l’obiettivo di “fare ricerche” a partire dagli indizi (drop) rivelati da ‘Q’, divulgare informazioni considerate classificate, “risvegliare” altre persone.”

 

 

 

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