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La guerra del Partito Repubblicano sulle virtù civiche, di Paul Krugman (New York Times, 26 maggio 2022)

 

May 26, 2022

The G.O.P. War on Civil Virtue

By Paul Krugman

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It’s hard to say which of the Republican responses to the latest mass shooting was most reprehensible. The reliably awful Senator Ted Cruz attracted considerable attention by insisting that the answer is to put armed guards in schools, never mind that Uvalde’s school system has its own police force and officers seem to have been on the scene soon after the shooter arrived.

And the Buffalo supermarket that was the location of a mass shooting just 10 days earlier also had an armed security guard, who was killed because his gun was no match for the shooter’s body armor.

But if you ask me, the worst and also most chilling response came from Dan Patrick, the lieutenant governor of Texas. What we need to do, declared Patrick, is “harden these targets so no one can get in, ever, except maybe through one entrance.”

That restriction would have interesting consequences in the event of a fire. But in any case, think about Patrick’s language: In a nation that’s supposedly at peace, we should treat schools as “targets” that need to be “hardened.” What would that do to public education, which has for many generations been one of the defining experiences of growing up in America? Don’t worry, says a writer for The Federalist: Families can keep their kids safe by resorting to home-schooling.

Actually, if you take the proposals by Cruz, Patrick and others literally, they amount to a call for turning the land of the free into a giant armed camp. There are around 130,000 K-12 schools in America; there are close to 40,000 supermarkets; there are many other venues that might offer prey for mass killers. So protecting all these public spaces Republican-style would require creating a heavily armed, effectively military domestic defense force — heavily armed because it would face attackers with body armor and semiautomatic weapons — that would be at least as big as the Marine Corps.

Why would such a thing be necessary? Mass shootings are very rare outside the United States. Why are they so common here? Not, according to the U.S. right, because we’re a nation where a disturbed 18-year-old can easily buy military-grade weapons and body armor. No, says Patrick, it’s because “We’re a coarse society.”

I know it’s a hopeless effort to say this, but imagine the reaction if a prominent liberal politician were to declare that the reason the United States has a severe social problem that doesn’t exist elsewhere is that Americans are bad people. We’d never hear the end of it. But when a Republican says it, it barely makes a ripple.

And I guess I should say for the record that I personally don’t believe that Americans, as individuals, are worse than anyone else. If anything, what has always struck me when returning from trips abroad is that Americans are (or were) on average exceptionally nice and pleasant to interact with.

What distinguishes us is that it’s so easy for people who aren’t nice to arm themselves to the teeth.

OK, I think everyone realizes that none of what Republicans are saying about how to respond to mass shootings will translate into actual policy proposals. They’re barely even trying to make sense. Instead, they’re just making noise to drown out rational discussion until the latest atrocity fades from the news cycle. The truth is that conservatives consider mass shootings, and for that matter America’s astonishingly high overall rate of gun deaths, as an acceptable price for pursuing their ideology.

But what is that ideology? I’d argue that while talk about America’s unique gun culture isn’t exactly wrong, it’s too narrow. What we’re really looking at here is a broad assault on the very idea of civic duty — on the idea that people should follow certain rules, accept some restrictions on their behavior, to protect the lives of their fellow citizens.

In other words, we should think of vehement opposition to gun regulations as a phenomenon closely linked to vehement (and highly partisan) opposition to mask mandates and vaccination in the face of a deadly pandemic, vehement opposition to environmental rules like the ban on phosphates in detergent, and more.

Where does this hatred of the idea of civic duty come from? No doubt some of it, like almost everything in U.S. politics, is related to race.

One thing it doesn’t reflect, however, is our national tradition. When you hear talk of home-schooling, remember that the United States basically invented universal public education. Environmental protection used to be a nonpartisan issue: The Clean Air Act of 1970 passed the Senate without a single nay. And Hollywood mythology aside, most towns in the Old West had stricter limits on the carrying of firearms than Gov. Greg Abbott’s Texas.

As I suggested, I don’t fully understand where this aversion to the basic rules of a civilized society is coming from. What’s clear, however, is that the very people who shout most about “freedom” are doing their best to turn America into a “Hunger Games”-type dystopian nightmare, with checkpoints everywhere, loomed over by men with guns.

 

La guerra del Partito Repubblicano sulle virtù civiche,

di Paul Krugman

 

E’ difficile dire quale, delle reazioni repubblicane all’ultimo assassinio di massa, sia stata più deprecabile. Il solitamente terribile Senatore Ted Cruz ha provocato molta attenzione insistendo che la risposta è mettere nelle scuole guardiani armati, a prescindere dal fatto che il sistema scolastico di Uvalde [1] ha una sua forza di polizia e che gli ufficiali sembra fossero sulla scena subito dopo che era arrivato l’omicida.

Ed anche il supermercato di Buffalo, che era stato il luogo di un omicidio di massa solo 10 giorni prima, aveva una guardia armata di sicurezza, che è stata uccisa perché il suo fucile non era sufficiente per il giubbotto antiproiettile dell’assassino.

Ma se volete la mia opinione, la risposta peggiore ed anche più agghiacciante è venuta da Dan Patrick, il vice Governatore del Texas. Quello che dobbiamo fare, ha detto Patrick, è “irrigidire questi obbiettivi in modo che nessuno possa esservi ammesso, mai, se non forse attraverso il solo ingresso”.

Nel caso di una sparatoria, quella restrizione avrebbe conseguenze interessanti. Ma in ogni caso, si rifletta al linguaggio di Patrick: in una nazione che si suppone sia in pace, dovremmo trattare le scuole come “obbiettivi” che devono essere “irrigiditi”. Quali sarebbero le conseguenze per l’istruzione pubblica, che è stata per molte generazioni una delle esperienze distintive del formare le persone in America? Non preoccupatevi, dice uno scrittore su The Federalist: le famiglie possono tenere al sicuro i loro ragazzi ricorrendo all’insegnamento da casa.

In effetti, se prendete le proposte di Cruz, di Patrick e di altri alla lettera, esse corrispondono ad un richiesta di trasformare il territorio della libertà in un gigantesco campo armato. In America ci sono circa 130.000 scuole primarie o secondarie; ci sono quasi 40.000 supermercati; ci sono molti altri luoghi di incontro che possono costituire  prede per omicidi di massa. Dunque, proteggere tutti questi luoghi pubblici sul modello repubblicano richiederebbe la creazione di un corpo di difesa nazionale pesantemente armato, effettivamente militare – pesantemente armato perché farebbe fronte ad assalitori con giubbotti antiproiettile ed armi semiautomatiche – che sarebbe almeno altrettanto grande del corpo dei Marine.

Perché una cosa del genere sarebbe necessaria? Fuori dagli Stati Uniti, gli omicidi di massa sono molto rari. Perché sono così comuni da noi? Secondo la destra americana, non perché siamo una nazione nella quale un diciottenne disturbato può comprarsi armi di livello militare e giubbotti antiproiettile. No, dice Patrick, dipende dal fatto che “siamo una società rude”.

So che è uno sforzo inutile dirlo, ma immaginate la reazione se un eminente politico progressista affermasse che la ragione per la quale gli Stati Uniti hanno un grave problema sociale che non esiste altrove è che gli americani sono cattiva gente. Ne sentiremmo parlare all’infinito. Ma quando lo dice un repubblicano, provoca appena un mormorio.

E suppongo che per la precisione dovrei dire che personalmente non credo che gli americani, come individui, siano peggiori di chiunque altro. Semmai, quello che mi ha sempre stupito quando torno da viaggi all’estero è che gli americani sono (o erano) in media eccezionalmente gentili e piacevoli nelle loro relazioni.

Quello che ci distingue è che è così facile, per le persone che non sono gentili, armarsi sino ai denti.

È vero, penso che tutti capiscano che niente di quello che stanno dicendo i repubblicani per rispondere agli omicidi di massa si tradurrà in effettive proposte politiche. Esse faticano persino ad avere senso. Piuttosto, stanno solo cercando di far chiasso per sovrastare un dibattito razionale, sinché le ultime atrocità svaniscano dal ciclo delle notizie. La verità è che la cultura speciale delle armi dell’America dei conservatori non è propriamente sbagliata, è troppo ristretta. Ciò a cui stiamo assistendo è un assalto generale propria all’idea del dovere civico – all’idea che le persone dovrebbero seguire regole certe, accettare alcune restrizioni nelle loro condotte, proteggere le vite dei loro concittadini.

In altre parole, dovremmo pensare alla violenta opposizione ai regolamenti sulle armi come un fenomeno strettamente collegato alla violenta (e altamente faziosa) opposizione all’obbligo delle mascherine e della vaccinazione a fronte di una pandemia letale, alla violenta opposizione alle regole ambientali come la messa al bando dei fosfati nei detergenti, e ad altro ancora.

Da dove deriva questo odio all’idea del dovere civico? Non c’è dubbio che una parte di esso, come quasi tutto nella politica americana, è connesso alla razza.

Una cosa che esso non riflette, tuttavia, è la nostra tradizione nazionale. Quando si sente parlare dell’istruzione da casa, si ricordi che gli Stati Uniti fondamentalmente inventarono l’istruzione pubblica universale. La protezione dell’ambiente solitamente non era un tema di parte: la Legge sull’Aria Pulita del 1970 venne approvata al Senato senza neanche un voto contrario. E a parte la mitologia di Hollywood, la maggior parte delle città nel Vecchio West hanno limitazioni più strette nel portare armi da fuoco che quelle del Texas del Governatore Greg Abbott.

Come ho ammesso, io non intendo pienamente da dove questa avversione alle regole di base di una società civile stia provenendo. Quello che è chiaro, tuttavia, è che proprio le persone che urlano di più sulla “libertà” stanno facendo il possibile per trasformare l’America in un incubo distopico del genere dei “Giochi della fame” [2], con punti di controllo disseminati dappertutto, che incombono su uomini armati.

 

 

 

 

 

[1] Uvalde è una città e il capoluogo della contea di Uvalde nello Stato del Texas, negli Stati Uniti. La popolazione era di 15 217 abitanti al censimento del 2020. Come è noto, è la località nella quale è avvenuto l’ultima strage in una scuola elementare.

[2] È il titolo di un romanzo dell’autrice americana Suzanne Collins, ambientato in un paese dell’America del Nord, Panem, caratterizzato da una capitale ricca e una decina di distretti estremamente poveri. Una volta all’anno un certo numero di ragazzi dei distretti poveri sono selezionati con una lotteria per partecipare ad un confronto televisivo mortale chiamato “I giochi della fame”.

 

 

 

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