Aug. 8, 2022
By Paul Krugman
They really did it. The Inflation Reduction Act, which is mainly a climate change bill with a side helping of health reform, passed the Senate on Sunday; by all accounts, it will easily pass the House, so it’s about to become law.
This is a very big deal. The act isn’t, by itself, enough to avert climate disaster. But it is a huge step in the right direction and sets the stage for more action in the years ahead. It will catalyze progress in green technology; its economic benefits will make passing additional legislation easier; it gives the United States the credibility it needs to lead a global effort to limit greenhouse gas emissions.
There are, of course, cynics eager to denigrate the achievement. Some on the left rushed to dismiss the bill as a giveaway to the fossil fuel industry posing as environmental action. More important, Republicans — who unanimously opposed the legislation — are shouting the usual things they shout: Big spending! Inflation!
But actual experts on energy and the environment are giddy over what has been accomplished, and serious economists aren’t worried about the effect on inflation.
Start with the environmental side. Many people I talk to assume that President Biden’s environmental agenda, as contained in his original Build Back Better proposal, must have been greatly watered down in the legislation we actually got. After all, didn’t Democrats have to make big concessions to win over Senator Joe Manchin? Aren’t there important giveaways to fossil fuel interests, like aid for a controversial natural gas pipeline?
However, energy analysts believe that any adverse climate effect from these concessions will be swamped by the gains from tax credits for clean energy. The REPEAT Project, compiled by Princeton’s ZERO Lab, has produced a side-by-side comparison of emissions cuts under the Inflation Reduction Act and the earlier House version of Build Back Better. By 2035 the I.R.A., they estimate, will have delivered more than 90 percent of the emissions reductions that B.B.B. would have achieved. After all that legislative drama, Biden’s climate policy has emerged essentially intact.
How was this possible? Right at the beginning, the Biden administration decided that its climate policy would be all carrots, no sticks — that it would provide incentives to do the right thing, not penalties for doing the wrong thing. This strategy, it was hoped, would prove politically feasible in a way that, say, a carbon tax wouldn’t. And this hope has been vindicated.
Furthermore, it’s a strategy that seems likely to pay political dividends in the future. One new study, by E. Mark Curtis and Ioana Marinescu, finds that “the growth of renewable energy leads to the creation of relatively high paying jobs, which are more often than not located in areas that stand to lose from a decline in fossil fuel extraction jobs.”
So what did the Biden administration lose? Unfortunately, much of the social spending B.B.B. originally included — child tax credits, universal pre-K and more — was cut. That’s tragic, although enhanced health insurance subsidies — which have helped bring America’s uninsured rate to a record low — have been extended. But Democrats delivered on their climate promises, more or less in full.
What about the critique from the right? Aside from the pathetic attempt to portray the I.R.A. as a big tax hike on the middle class, Republicans like Mitt Romney are trying to lump this legislation in with last year’s American Rescue Plan, which they claim caused inflation to spike.
Never mind whether this claim is true. The key thing is to do the math. The Inflation Reduction Act calls for spending less than $500 billion over a decade, compared with the American Rescue Plan’s $1.9 trillion in a single year — and will actually reduce the deficit. That’s why independent analysts find that it will have little effect on inflation.
But if the spending isn’t very large, how can it have such a big impact? The answer is that right now we’re sitting on a sort of cusp. Renewable energy technology has made revolutionary progress, and renewables are already cheaper in many areas than fossil fuels. A moderate push from public policy is all that it will take to transition to a much greener economy. And the Inflation Reduction Act will provide that push.
Given all this, however, why did every single Republican senator vote against the I.R.A.? They aren’t all ignorant and innumerate; I’m pretty sure that Romney, for example, knows that he’s talking nonsense.
Nor can we easily invoke differences in ideology. The I.R.A.’s climate push mostly relies on tax credits — and Republicans have themselves used tax credits to achieve social goals, like the (much abused) Opportunity Zone credits in Donald Trump’s 2017 tax cut.
Almost surely, what we’re really looking at is the politics of spite. Every Republican in the Senate was willing to kill our best chance at avoiding climate disaster, simply to deny the Biden administration a win.
The good news is that the legislation passed in spite of their spite. And the world is a more hopeful place than it was just a few weeks ago.
I democratici hanno davvero salvato la civiltà?
Di Paul Krugman
Ce l’hanno fatta per davvero. La Legge [1] per la Riduzione dell’Inflazione (IRA), che è principalmente una proposta per il cambiamento delle condizioni del clima con un aspetto che contribuisce alla riforma sanitaria, domenica è stata approvata dal Senato; a detta di tutti, essa verrà facilmente approvata dalla Camera, dunque è prossima a diventare legge.
Si tratta davvero di una faccenda importante. La legge non è, di per sé, sufficiente per evitare un disastro climatico. Ma è un grande passo nella direzione giusta e costituisce la premessa per una iniziativa maggiore negli anni avvenire. Essa catalizzerà il progresso nelle tecnologie verdi; i suoi benefici economici renderanno più facile approvare una legislazione aggiuntiva; essa offre agli Stati Uniti la credibilità di cui hanno bisogno per guidare uno sforzo globale per la limitazione delle emissioni di gas serra.
Ci sono, naturalmente, cinici ansiosi di denigrare il risultato. Alcuni a sinistra si sono precipitati a liquidare la proposta di legge come un omaggio all’industria dei combustibili fossili presentato alla stregua di una iniziativa ambientalistica. I repubblicani – che si sono opposti all’unanimità alla legge – in modo più significativo stanno gridando gli stessi slogan che gridano di solito: Grande Spesa! Inflazione!
Ma gli esperti effettivi dell’energia e dell’ambiente sono emozionati per quello che è stato realizzato, e gli economisti seri non sono preoccupati per l’inflazione.
Partiamo dall’aspetto ambientale. Molte persone con le quali parlo considerano che la agenda ambientale del Presidente Biden, come contenuta nella proposta originaria del Ricostruire Meglio, deve essere stata assai innacquata nella legge attuale. Dopo tutto, i democratici non dovevano fare grandi concessioni per persuadere il Senatore Joe Manchin [2]? Non ci sono stati regali importanti agli interessi dei combustibili fossili, come gli aiuti per una controversa condotta per il gas naturale?
Tuttavia, gli analisti dell’energia ritengono che ogni effetto negativo per il clima derivante da queste concessioni sarà sommerso dai vantaggi dei crediti di imposta per le energie pulite. Il Repeat Project, elaborato dal Laboratorio Zero di Princeton, ha prodotto per ogni aspetto un confronto sui tagli delle emissioni tra la Legge sulla Riduzione dell’Inflazione e la prima versione della Legge del Ricostruire Meglio. Essi stimano che entro il 2035 l’IRA avrà permesso più del 90 per cento della riduzione delle emissioni che l’altra proposta di legge avrebbe realizzato. Dopo tutto quel teatrino legislativo, la politica climatica di Biden ne è uscita sostanzialmente intatta.
Come è stato possibile questo? Sin dall’inizio, l’Amministrazione Biden aveva deciso che la sua politica climatica si sarebbe per intero basata sulle carote, non sui bastoni – che avrebbe fornito incentivi per fare le cose giuste, non penalizzazioni per fare quelle sbagliate. Si sperava che questa strategia si sarebbe mostrata strategicamente fattibile in un modo nel quale, ad esempio, una tassa sul carbonio non sarebbe stata. E questa strategia è stata premiata.
Inoltre, essa è una strategia che sembra probabile offra vantaggi politici nel futuro. Un nuovo studio, a cura di E. Mark Curtis e Ioana Marinescu, scopre che “la crescita delle energie rinnovabili porta alla creazione di posti di lavoro relativamente ben remunerati, che il più delle volte sono collocati in aree che sono candidate ad avere perdite da un declino di posti di lavoro nella estrazione dei combustibili fossili”.
Dunque, cosa ha perso l’Amministrazione Biden? Sfortunatamente, è stata tagliata molta della spesa sociale che originariamente era inclusa nella proposta del Ricostruire Meglio – i crediti di imposta sui figli, le scuole universalistiche per l’infanzia ed altro. Il che è tragico, per quanto i rafforzati sussidi per l’assicurazione sanitaria – che hanno contribuito a portare la percentuale di persone non assicurate in America al punto più basso – siano stati estesi. Ma i democratici hanno mantenuto le loro promesse sul clima, più o meno interamente.
Che dire delle critiche della destra? A parte il tentativo patetico di presentare l’IRA come un grande salasso fiscale sulle classi medie, i repubblicani come Mitt Romney stanno cercando di raggruppare questa legge con il Programma Americano di Salvataggio dell’anno passato, che sostengono abbia provocato il picco di inflazione.
Non è importante se questa pretesa corrisponda al vero. Ciò che conta è fare la matematica. La Legge per la Riduzione dell’Inflazione comporta una spesa inferiore a 500 miliardi di dollari in un decennio, a confronto con i 1.900 miliardi di dollari del Programma Americano di Salvataggio in un solo anno – ed in effetti ridurrà il deficit. Questa è la ragione per la quale analisti indipendenti ritengono che essa avrà poco effetto sull’inflazione.
Ma se la spesa non è tanto ampia, come può avere un impatto talmente forte? La risposta è che in questo momento è come se stessimo seduti su una sorta di punto di discrimine. La tecnologia delle energie rinnovabili ha prodotto effetti rivoluzionari, e in molte aree le rinnovabili sono già più convenienti dei combustibili fossili. Una spinta modesta da parte della politica pubblica è tutto quello che ci vorrà per la transizione ad una economia molto più ambientalista. E la Legge sulla Riduzione dell’Inflazione fornirà quella spinta.
Considerato tutto questo, tuttavia, perché ogni singolo Senatore repubblicano ha votato contro l’IRA? Non sono tutti ignoranti e incapaci di fare i conti; sono sicuro, ad esempio, che Romney sa che sta dicendo cose insensate.
Neppure possono invocare facilmente differenze ideologiche. La spinta sul clima dell’IRA si basa in massima parte sui crediti di imposta – e gli stessi repubblicani hanno usato i crediti di imposta per realizzare obbiettivi sociali, come i crediti (assai abusati) delle Opportunity Zone negli sgravi fiscali di Donald Trump del 2017 [3].
Quasi certamente, ciò a cui stiamo assistendo è la politica della ripicca. Ogni repubblicano del Senato era disponibile a liquidare la nostra migliore possibilità per evitare un disastro climatico, solo per negare alla Amministrazione Biden una vittoria.
La buona notizia è che la legge è stata approvata nonostante la loro ripicca. E il mondo è un luogo di maggiori speranze di quanto non fosse soltanto poche settimane fa.
[1] Nel sistema giuridico e nel linguaggio americano, una “Act” è una legge approvata dal Congresso (Senato e Camera dei Rappresentanti) e firmata dal Presidente, mentre una proposta di legge una semplice “bill”. Immagino che accada di chiamare “Act” un provvedimento che è ancora in corso di approvazione, per consuetudine semplificatoria. O per scaramanzia.
[2] Come si ricorderà, Joe Manchin è un Senatore democratico dello Stato carbonifero della Virginia Occidentale, che mesi orsono impedì il successo della Proposta di legge denominata del “Ricostruire Meglio”. È anche noto che nell’attuale composizione del Senato americano, i democratici hanno sulla carta una prevalenza per un solo voto: quel voto mancò sul provvedimento legislativo precedente, e questa volta la proposta è stata approvata, appunto, con un voto di margine.
[3] Un credito di imposta non è un “finanziamento”, ma piuttosto un diritto ad ottenere a fine anno una riduzione delle tasse, diritto concesso ai titolari di iniziative economiche o di investimenti ritenuti meritevoli.
I crediti di imposta voluti dalla Amministrazione Trump nelle cosiddette “aree di opportunità” erano sgravi fiscali concessi a chi investiva in zone particolarmente arretrate. Il problema fu che furono spesso beneficiati da quei vantaggi gruppi economici che in pratica facevano spesso risultare in modo artificioso investimenti in aree arretrate (o perché gli investimenti ci sarebbero stati comunque, o con altri trucchi).
By mm
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