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Come Liz Truss ha fatto tanto danno in così pochi giorni, di Paul Krugman (New York Times, 3 ottobre 2022)

 

Oct. 3, 2022

How Liz Truss Did So Much Damage in So Few Days

By Paul Krugman

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Liz Truss, who became Britain’s prime minister less than a month ago, may have set a political speed record. She certainly isn’t the first leader who has been forced to make a policy U-turn in the face of adverse market reactions. But announcing an economic program and then abandoning its central plank just 10 days later is something special.

And those of us on the center-left can, I think, be forgiven for feeling a bit of schadenfreude. Conservatives constantly warn that progressive policies will be punished by the “bond vigilantes,” who, they claim, will drive up interest rates at the prospect of any increase in public spending. Such warnings usually are proved wrong. In Britain, however, the bond vigilantes actually did make an appearance: Interest rates shot up after the Truss government announced its economic plans. But the market wasn’t reacting to excessive spending; it was reacting to irresponsible tax cuts.

That said, the simple story — Truss proposed policies that would increase the budget deficit and feed inflation, and markets reacted by pushing interest rates up and the pound down — misses much of what really happened. This was both more and less than a matter of dollars and cents (or, I guess, pounds and pence). It was instead largely about a government squandering its intellectual and moral credibility.

How big a tax cut did Truss propose? She and her officials announced their policy without a budget score, which contributed to the market’s loss of confidence. However, there are independent estimates; for example, the Resolution Foundation, a British think tank, estimated the Truss tax cuts at 146 billion pounds over the next five years, which would be around 1 percent of projected G.D.P. over the same period. That’s not trivial, but it’s also not huge. And the particular tax cut that was just abandoned, a reduction in the top tax rate, was only part of that total.

So why was the market reaction so fierce? Partly because Truss and Kwasi Kwarteng, the chancellor of the Exchequer, justified their moves with the much discredited claim that reducing top tax rates would provide a huge boost to economic growth. This raised doubts about their competence and, indeed, their connection to reality; it’s never good when economists at major banks declare that a country’s ruling party has become a doomsday cult.

Questions about Truss’s judgment were reinforced by the cluelessness of her timing. Right now ordinary Europeans, including Britons, are facing hard times, largely as an indirect consequence of Russia’s invasion of Ukraine. The Ukrainians, incredibly, seem to be winning the war; it doesn’t detract from their valor to say that Western weapons have played an important role in their success. So Vladimir Putin has tried to place pressure on the West by cutting off natural gas flows.

This is a huge adverse economic shock to Europe, probably bigger than the oil shocks of the 1970s. Governments are trying to limit the pain caused by soaring energy bills. But all of Europe — again, including Britain — is facing something like the economic equivalent of war. (America is much less affected, although natural gas prices have risen here too.) And as in wartime, government policies need to promote a sense that people are all in this together.

At such a time, slashing taxes for the rich, who are already less affected by higher energy prices than people with lower incomes are, instead sends the message that only the little people will face hardship. This message is especially toxic given that the British public is already in an uproar over cuts to public services, especially health care, and wants to see taxes go up, not down, to pay for more. And it’s hard to govern effectively when you’ve angered most of your nation.

There was one more factor in the market turmoil created by the Truss proposals, which amplified the effects of lost credibility. It turns out that British pension funds, which own a lot of British government bonds, have tried to reduce risks with complex financial strategies that require that they put up extra cash when interest rates rise and bond prices fall. When interest rates suddenly jumped, pension funds couldn’t raise enough cash on short notice — and this threatened to force fire sales of bonds that would have pushed rates even higher. Emergency intervention by the Bank of England limited the damage, but the episode added even more anxiety.

And yes, with interest rates rising almost everywhere, one has to wonder whether there are other financial crises waiting to happen. The British bond meltdown was probably exceptional, but nobody who remembers 2008 can avoid feeling some anxiety.

But back to the Truss debacle. As I said, the savage market reaction to the new prime minister’s plans was about more than money. In tough times, leaders need to be perceived as being both realistic and fair. What Britain got instead was a leader who seems to live in a fantasy world and is oblivious to concerns about social solidarity. And it’s going to be very hard to make up for the damage she did in just a few days.

 

Come Liz Truss ha fatto tanto danno in così pochi giorni,

di Paul Krugman

 

Liz Truss, che è diventata Primo Ministro dell’Inghilterra meno di un mese fa, potrebbe aver stabilito un record di velocità politica. Ella non è certamente il primo leader che è stato costretto ad un voltafaccia politico di fronte alle reazioni negative del mercato. Ma annunciare un programma politico e poi abbandonare il suo aspetto centrale solo dopo pochi giorni è qualcosa di speciale.

E coloro tra noi di centro sinistra possono, penso, essere perdonati se provano un sentimento di un po’ di appagamento per le disgrazie altrui. I conservatori mettono costantemente il guardia che le politiche progressiste verranno punite dai “vigilanti dei bond” che, sostengono, spingeranno in alto i tassi di interesse alla prospettiva di un qualche aumento della spesa pubblica. Di solito, tali ammonimenti si sono mostrati infondati. In Inghilterra, tuttavia, i vigilanti dei bond hanno effettivamente fatto una comparsa: i tassi di interesse sono schizzati in alto dopo che il Governo Truss ha annunciato i suoi piani economici. Ma il mercato non stava reagendo ad una spesa eccessiva; stava reagendo ad un irresponsabile taglio delle tasse.

Ciò detto, il semplice racconto – la Truss ha proposto politiche che avrebbero aumentato il deficit di bilancio e alimentato l’inflazione, e i mercati hanno reagito spingendo in alto i tassi di interesse e in basso la sterlina – perde buona parte di quello che è realmente accaduto. Che ha in gran parte riguardato un Governo che sperperava la sua credibilità intellettuale e morale.

Quanto era grande il taglio delle tasse che Truss aveva proposto? Ella e i suoi dirigenti hanno annunciato la loro politica senza una valutazione in termini di bilancio, il che ha contribuito ad una perdita di fiducia del mercato. Tuttavia, esistono stime indipendenti; ad esempio, la Resolution Foundation, un gruppo di ricerche britannico, ha stimato gli sgravi fiscali della Truss a 146 miliardi di sterline nei prossimi cinque anni, che sarebbe circa l’1 per cento del PIL previsto per lo stesso periodo. Questo non è banale, ma non è neppure enorme. E il taglio fiscale particolare che è stato appena abbandonato, una riduzione della aliquota fiscale per i più ricchi, era solo una parte del totale.

Perché dunque una reazione così feroce? In parte perché la Truss e Kwasi Kwarteng, il Cancelliere dello Scacchiere, hanno giustificato le loro mosse con l’argomento molto screditato che la riduzione delle aliquote fiscali dei più ricchi avrebbero fornito un vasto incoraggiamento alla crescita dell’economia. Questo ha sollevato dubbi sulla loro competenza e, in effetti, sulla loro connessione con la realtà; non è mai positivo quando economisti presso le banche principali dichiarano che il partito di Governo di un paese è diventato una sorta di setta da giorno del giudizio.

Le domande sul senno della Truss sono state rafforzate dalla completa inettitudine della tempistica. In questo momento i comuni europei, compresi i britannici, stanno fronteggiando tempi difficili in gran parte come conseguenza indiretta dell’invasione russa dell’Ucraina. Incredibilmente, gli ucraini sembra stiano vincendo la guerra; non riduce il loro valore affermare che le armi occidentali hanno giocato un ruolo importante nel loro successo. Dunque, Vladimir Putin ha cercato di mettere pressione sull’Occidente tagliando i flussi di gas naturale.

Questo costituisce uno shock economico negativo per l’Europa,  probabilmente superiore allo shock petrolifero degli anni ’70. I Governi stanno cercando di limitare le sofferenze provocate dalle bollette energetiche schizzate in alto. Ma tutta l’Europa – ancora, compresa l’Inghilterra –  è di fronte a qualcosa come l’equivalente economico di una guerra (l’America ne è colpita molto meno, sebbene i prezzi del gas naturale siano saliti anche qua).   E come nei tempi di guerra, le politiche dei Governi devono promuovere una sensazione che che in questo frangente le persone sono tutte sulla stessa barca.

In un momento del genere, tagliare le tasse ai ricchi, che sono già meno colpiti dai prezzi più alti dell’energia di quanto non lo siano quelli con redditi più bassi, invia invece il messaggio che solo i più poveri avranno difficoltà. Questo messaggio è particolarmente velenoso dato che l’opinione pubblica britannica è già in rivolta per i tagli ai servizi pubblici, in particolare all’assistenza sanitaria, e vogliono veder salire le tasse, non scendere, per garantirsi più servizi. Ed è difficile governare in modo efficace quando si è indispettita la maggior parte della nazione.

C’è stato un altro fattore nel subbuglio del mercato creato dalle proposte della Truss, che ha amplificato gli effetti della credibilità perduta. Si è scoperto che i fondi pensionistici britannici, che possiedono buona parte dei bond pubblici inglesi, hanno cercato di ridurre i rischi con complicate strategie finanziarie che comportano che essi aumentino il contante aggiuntivo quando salgono i tassi di interesse e cadono i prezzi dei bond. Quando i tassi di interesse sono all’improvviso saliti, i fondi pensionistici non potevano raccogliere sufficiente contante con scarso preavviso – e questo ha minacciato di costringere alla svendita di bond che avrebbero spinto i tassi persino più in alto. L’intervento di emergenza da parte della Banca di Inghilterra ha limitato il danno, ma l’episodio ha comportato una ansietà persino maggiore.

E in effetti, con i tassi di interesse che crescono quasi dappertutto, c’è da chiedersi se non ci si debbano attendere altre crisi finanziarie. Il collasso dei bond inglesi è stato probabilmente eccezionale, ma nessuno che ricordi il 2008 può evitare di provare la stessa ansietà.

Ma torniamo alla debacle della Truss. Come ho detto, la reazione selvaggia ai piani del nuovo Primo Ministro ha riguardato ben più che i soli soldi. In tempi duri, i leader debbono essere percepiti sia realistici che giusti. Quello che l’Inghilterra ha percepito è stato invece una leader che sembra vivere in un mondo di fantasia e che è inconsapevole delle preoccupazioni sulla solidarietà sociale. E sarà molto difficile rimediare al danno che ella ha fatto solo in pochi giorni.

 

 

 

 

 

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