Jan. 12, 2023
By Paul Krugman
The Republicans who now control the House will soon try to slash Social Security and Medicare. They plan to achieve this by holding the economy hostage, threatening to create a financial crisis by refusing to raise the federal debt ceiling. The interesting questions are why they want to do this, given that it appears politically suicidal, and how Democrats will respond.
Before I get into the puzzles, let me start by pointing out that the plot against the social safety net isn’t a conspiracy theory. The general shape of the scheme has been widely reported for months. The arithmetic is also clear: It isn’t possible to achieve huge reductions in the budget deficit, while depriving the I.R.S. of the resources it needs to go after tax cheats, without deep cuts in popular social programs.
And beyond all that, we now have it in black and white — well, blue on blue. CNN has obtained a screenshot of a slide presented at a closed-door Republican meeting on Tuesday. The first bullet point calls for balancing the budget within 10 years, which is mathematically impossible without deep cuts to Social Security, Medicare and Medicaid. The second calls for reforms to “mandatory spending” — which is budget-speak for the same programs. And the final point calls for refusing to raise the debt limit unless these demands are met.
So the plan isn’t a mystery. I would add only that if Republicans try to assure currently retired Americans that their benefits wouldn’t be affected, this promise isn’t feasible — not if they’re serious about balancing the budget within a decade.
But where is this determination to gut programs that are crucial to well over 100 million Americans coming from? These programs are, after all, extremely popular, even among Republican voters.
It’s true that self-identified Republicans say that they are vehemently opposed to “socialism.” But when an Economist/YouGov poll asked them which programs they considered socialistic, none of the big-ticket items made the cut. Social Security? Not socialism. Medicare — which is, by the way, a single-payer national health insurance program, which we’re often told Americans would never accept — also isn’t socialism.
Unfortunately, that poll didn’t ask about Medicaid, a program targeted at lower-income Americans that many Republicans consider a form of welfare. Even so, a Kaiser Family Foundation survey found far more Republicans approving of Medicaid than disapproving.
One reason even Republicans support major social programs may be that G.O.P. support comes disproportionately from older voters — and most of America’s social spending goes to seniors. This is obviously true for Social Security and Medicare, which kick in primarily when you reach a minimum age. But it’s even true for Medicaid: Most of Medicaid’s beneficiaries are relatively young, but almost two-thirds of the spending goes to seniors and the disabled, many in nursing homes.
The attitude of the Republican rank and file, then, seems to be that big government is bad — but when we get down to specifics, don’t cut you, don’t cut me, cut that fellow behind the tree. Which means that the priorities of the new House majority are wildly out of line with those of its own voters, let alone those of the electorate as a whole.
And history says that attacks on the safety net come with a heavy political price. George W. Bush’s attempt to privatize Social Security in 2005 surely played a role in the Democratic takeover of Congress in 2006; Donald Trump’s attempt to kill Obamacare helped Nancy Pelosi regain the speakership in 2018.
So where is the push to gut Social Security and Medicare coming from? Ronald Reagan left the White House 34 years ago. The modern G.O.P. seems much less animated by small-government ideology than by the desire to wage culture war. And there’s no necessary connection between culture war and right-wing economics. For example, France’s anti-immigrant National Rally has, in effect, staked out an economic position somewhat to the left of the Macron government.
Put it this way: Advocating a welfare state for white people might well be politically effective. But in America, it’s a road not taken.
Here’s what I think is going on: Even now, many — perhaps most — Republicans in Congress aren’t culture-war zealots. Instead, they’re careerists who depend, both for campaign contributions and for post-Congress career prospects, on the same billionaires who have supported right-wing economic ideology for decades. They won’t stand up to the crazies and conspiracy theorists, but their own agenda is still tax cuts for the rich and benefit cuts for the poor and middle class.
And the culture warriors go along because they basically aren’t interested in policy substance.
I’m not completely sure that this analysis is right. But all indications are that at some point this year, the Biden administration will have to deal with a full-scale effort at economic blackmail, a threat to blow up the economy unless the safety net is shredded. And I worry that Democrats still aren’t taking that threat seriously enough.
Perché i repubblicani odiano ancora Medicare,
di Paul Krugman
I repubblicani che hanno il controllo della Camera cercheranno presto di tagliare la Previdenza Sociale e Medicare. Essi programmano di farlo tenendo in ostaggio l’economia, minacciando di creare una crisi finanziaria rifiutando di elevare il tetto del debito federale. Le domande interessanti sono perché intendono fare questo, considerando che ciò appare politicamente suicida, e come risponderanno i democratici.
Prima di entrare nei rompicapo, permettetemi di iniziare mettendo in evidenza come il complotto contro la sicurezza sociale non sia una teoria cospirativa. È da mesi che la forma generale di quella trama viene ampiamente riferita. Anche l’aritmetica è chiara: nel mentre si priva il Servizio delle Entrate Interne (IRS) delle risorse di cui ha bisogno per perseguire gli imbrogli fiscali, non è possibile ottenere ampie riduzioni nel deficit del bilancio senza tagli profondi nei programmi sociali popolari.
E oltre a tutto ciò, adesso l’abbiamo nero su bianco – o meglio, blu su blu. La CNN ha ottenuto una schermata di una diapositiva presentata mercoledì ad una riunione repubblicana a porte chiuse. Il primo punto dell’elenco chiede l’equilibrio del bilancio entro 10 anni, il che è matematicamente impossibile senza tagli profondi alla Previdenza Sociale, a Medicare ed a Medicaid. Il secondo chiede riforme alle “spese obbligatorie” – che nel linguaggio del bilancio sono quegli stessi programmi. E il punto finale prevede il rifiuto di elevare il limite del tetto se queste richieste non sono soddisfatte.
Dunque, il piano non è un mistero. Aggiungerei soltanto che se i repubblicani provassero ad assicurare gli americani attualmente in pensione che i loro sussidi non sarebbero colpiti, questa promessa non è fattibile – non se sono seri a proposito di un equilibrio nel bilancio in un decennio.
Ma da dove viene questa determinazione a sventrare programmi che sono fondamentali per ben oltre 100 milioni di americani? Dopo tutto, questi programmi sono estremamente popolari, persino tra gli elettori repubblicani.
È vero che coloro che si definiscono repubblicani dicono di essere veementemente contrari al “socialismo”. Ma quando un sondaggio di Economist/YouGov ha chiesto loro quali programmi consideravano socialisti, nessuno dei temi della grande lista ha superato la prova. La Previdenza Sociale? Non è socialismo. Neanche Medicare – che per inciso è un programma di assistenza sanitaria nazionale con un unico centro di spesa, che spesso ci è stato detto che gli americani non avrebbero mai accettato – è socialismo.
Sfortunatamente, quel sondaggio non faceva domande su Medicaid, un programma destinato agli americani con redditi più bassi che molti repubblicani considerano una forma di assistenza. Anche così, un sondaggio della Fondazione Kaiser Family ha scoperto che sono molti più i repubblicani che lo approvano di quelli che non lo approvano.
Una ragione per la quale anche i repubblicani sostengono i principali programmi sociali può essere che il sostegno al Partito Repubblicano arriva in modo sproporzionato dagli elettori più anziani – e la maggioranza della spesa sociale dell’America va agli anziani. Questo è ovviamente vero per la Previdenza Sociale e per Medicare, che contribuiscono principalmente quando si raggiunge un’età minima. Ma è anche vero per Medicaid: la maggior parte dei beneficiari di Medicaid sono relativamente giovani, ma quasi due terzi della spesa vanno agli anziani e ai disabili, molti in case di riposo.
La tendenza degli ordinari componenti del Partito Repubblicano, dunque, sembra essere che il ‘grande Governo’ è negativo – ma quando si scende agli aspetti specifici, non si fanno tagli su di te, non si fanno tagli su di me, si taglia su quel tizio dietro l’albero. Il che comporta che le priorità della nuova maggioranza della Camera sono estremamente disallineate da quelle dei suoi stessi elettori, per non dire da quelli dell’elettorato nel suo complesso.
E la storia dice che gli attacchi alla rete della sicurezza sociale comportano un pesante prezzo politico. Il tentativo di George W. Bush di privatizzare la Previdenza Sociale nel 2005 giocò sicuramente un ruolo nella conquista democratica del Congresso nel 2006; il tentativo di Donald Trump di liquidare le riforma sanitaria di Obama aiutò Nancy Pelosi a riguadagnare la Presidenza nel 2018.
Dunque, da dove deriva la spinta a svuotare la Previdenza Sociale e Medicare? Ronald Reagan lasciò la Casa Bianca 34 anni orsono. Il moderno Partito Repubblicano sembra molto meno animato dall’ideologia del piccolo Governo che non dal desiderio di lanciare guerre ideologiche. E non c’è alcuna necessaria connessione tra la guerra ideologica e l’economia della destra. Ad esempio, il Raggruppamento Nazionale francese contro gli immigrati ha, in effetti, rivendicato una posizione economica in qualche modo a sinistra del Governo Macron.
Diciamo così: sostenere uno stato assistenziale per le persone bianche potrebbe ben essere politicamente efficace. Ma in America, è una strada che non si è presa.
Ecco quello che io penso stia accadendo: anche adesso, molti – forse la maggioranza – dei repubblicani nel Congresso non sono fanatici della guerra ideologica. Sono piuttosto carrieristi che dipendono, sia per i contributi elettorali che per le prospettive di carriera dopo il Congresso, da quegli stessi miliardari che hanno sostenuto per decenni l’ideologia economica della destra. Essi non affrontano apertamente i folli ed i teorici della cospirazione, ma lo stesso loro programma è ancora quello dei tagli delle tasse ai ricchi e dei tagli ai sussidi ai poveri ed alla classe media.
E i combattenti delle guerre ideologiche stanno al loro fianco perché fondamentalmente non sono interessati alla sostanza politica.
Non sono del tutto sicuro che questa analisi sia giusta. Ma tutto indica che in qualche momento di quest’anno l’Amministrazione Biden dovrà misurarsi con uno sforzo su vasta scala di ricatto economico, una minaccia di far saltare l’economia se la rete della sicurezza sociale non viene fatta a brandelli. Ed io temo che quella minaccia non venga ancora presa sufficientemente sul serio dai democratici.
By mm
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