(18 marzo) – La siccità in questo ventunesimo secolo (a partire dall’anno 2000 l’umidità della superficie del pianeta è calata di più dell’1 per cento)
(18 marzo) – Il caso di una delle più grandi riserve idriche degli Stati Uniti – il Lago Mead – al punto più basso dal livello del mare dagli anni ’30
(20 marzo) – La crescita della domanda di energia è costante, ma è radicalmente cambiata. Nel 1965 la domanda dei paesi più ricchi (OCSE) era al picco (71 per cento del totale), nel 2021 era diventata il 39 per cento del totale, mentre il peso dei paesi non-OCSE era salito al 61%.
(21 marzo) – Attorno al 2020 l’eolico ed il solare hanno generato per la prima volta più energia del nucleare. E questo è avvenuto prima che, nel 2022, le fonti eolica e solare raggiungessero il picco record.
(21 marzo) – Nel frattempo le energie rinnovabili prodotte in Cina hanno superato quelle degli Stati Uniti (nel 2016) e quelle dell’Europa (nel 2021)
(23 marzo) – Negli ultimi dodici anni, la quota delle produzioni cinesi nei vari stadi della catena dell’offerta dell’energia solare si è grandemente espansa. La Tabella mostra i rilevamenti nel 2010, 2015 e 2022 delle produzioni di polisilicio, delle fette di silicio, delle cellule fotovoltaiche e dei moduli fotovoltaici. I segmenti blu scuri mostrano le produzioni cinesi, quelli celesti le produzioni europee, quelli azzurri le produzioni statunitensi e quelli rossi le produzioni del resto del mondo.
(20 marzo) – Infine una interessante tabella che mostra le diverse sensibilità dei cittadini europei sul tema sempre più cruciale della possibile conclusione della guerra in Ucraina con i mezzi della diplomazia. I segmenti in blu mostrano la parte della popolazione che risponde ai sondaggi dichiarandosi favorevole ad una conclusione prima possibile del conflitto, anche se dovesse comportare il controllo russo di alcune aree; i segmenti celesti indicano, al contrario, la parte della popolazione che sostiene che l’Ucraina dovrebbe mantenere l’intero suo territorio precedente all’invasione, anche a costo di una guerra più lunga. Come forse non è sorprendente, la maggioranza dei tedeschi, degli italiani, dei portoghesi e degli spagnoli sono favorevoli ad una conclusione rapida anche a costo di qualche rinuncia territoriale; opinione nettamente opposta in Polonia, Estonia, Danimarca e Regno Unito. I francesi sono in maggioranza favorevoli al mantenimento del controllo ucraino su tutte le aree. I romeni sono invece nettamente favorevoli ad una soluzione di compromesso.
(suppongo che la quota delle risposte né favorevoli né contrarie ad un compromesso, considerato che queste risposte non raggiungono il 100%, indichi gli incerti)
By mm
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