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Il mistero dei tassi di interesse statunitensi, di J. Bradford DeLong (da Project Syndicate, 14 marzo 2024)

 

Mar 14, 2024

The Mystery of US Interest Rates

BRADFORD DELONG

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BERKELEY – In the United States, the long-term real safe interest rate – the inflation-adjusted return on low-risk investments such as Treasuries – is, in addition to “financial conditions,” the key mechanism influencing both the incentive to build and the balance of net exports (owing to its effect on the exchange rate).

From early March to mid-May 2022, this metric jumped by more than one percentage point as the bond market realized that the US Federal Reserve would soon curtail its efforts to promote a speedy recovery in employment following the pandemic. Then, from late August to early October 2022, it jumped again, this time by an annualized 1.5 percentage points, as bond traders speculated that the Fed might have to tighten monetary policy to avert persistent inflation in an economy that had returned to full employment.

It was these two spikes that created the current interest-rate configuration. Rates today are far higher – around two percentage points – than the level anyone five years ago (before the pandemic) would have estimated the “neutral” rate to be.

The neutral rate, John Maynard Keynes explains in The General Theory of Employment, Interest, and Money, is the level necessary to “bring about an adjustment between the propensity to consume and the inducement to invest.” An interest rate that everyone considers to be above the neutral level therefore reflects markets’ confidence that a recession – or at least a substantial slowdown – is only a matter of time. When that time comes, all will depend on whether the Fed recognizes the approaching weakness in time to cut rates and achieve a “soft landing.” This interest-rate configuration has now held for seven months.

The situation has not been fully static, of course. There was another one-point surge between June and October 2023. But that wave soon receded as speculation shifted to questions of when and how fast the Fed would start cutting rates. The 30-year Treasury rate thus is back to where it was in October 2022.

The landing has indeed been smooth. But the pilot has not dared to shift from reverse into neutral. Apparently, the Fed is concerned that nonfarm payrolls keep rising. On a seasonally adjusted basis, there were 275,000 more jobs in February than in January, which is only slightly higher than the average of 250,000 over the past six months. I suspect that the Fed is profoundly uncomfortable with interest rates substantially above what it confidently believes the neutral rate to be, especially now that inflation is very close to its 2% target. But it will not dare to shift out of reverse until it sees signs of slower job growth.

Three explanations could clarify the current situation. The conclusion that interest rates are in excess of the neutral rate could be based on an erroneous analysis. Or there could be an error in how we measure the state of the economy. Or, third, the Fed may have committed the Wile E. Coyote error.

Taking these explanations in reverse order, if economic weakness is indeed coming, the Fed will soon wish that it had started cutting rates in January 2024. Remember, private-sector decisions to cut back on building, and to re-source purchases to overseas suppliers, were paused in 2022 and delayed until 2023 as people waited to see how much the Fed would tighten. If firms then followed through on those postponed decisions between May and October 2023 – as the ten-year Treasury yield ran up temporarily from 3.53% to 4.93% – the impact on employment patterns should start to hit the economy right about now.

In pursuit of the roadrunner, Wile E. Coyote (a classic Looney Tunes character) always runs off the edge of the cliff but does not begin to fall until he looks down and realizes he’s running in air. I was fairly confident that this was where the Fed stood six months ago. But as time passes without anything happening, I become more torn.

What if the measurements are wrong? The consensus has long been that the US payroll survey is superior to the household survey. But in the past couple of years, a gap has emerged between these two surveys. While the payroll survey records 2.7 million more jobs than a year ago, the household survey records only 700,000 more people working in those jobs than a year ago.

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If the labor market is as weak as the household survey suggests, that weakness should have already shown up in consumer spending. It has not.

That leaves the possibility of a faulty analysis. The near-consensus since the start of the pandemic has been that there are powerful fundamental factors keeping the neutral interest rate very low, and that there have been no major changes to those fundamentals. The neutral rate therefore should still be very low, implying that the high policy rate is inappropriate to an economy at full employment with inflation near its target.

But if there is one lesson that I have learned in more than 40 years of trying to understand the business cycle, it is that there is no empirical regularity in the macroeconomy that can be trusted not to crumble beneath our feet in a remarkably short time.

 

Il mistero dei tassi di interesse statunitensi,

di J. Bradford DeLong

 

BERKELEY – Negli Stati Uniti, il tasso di interesse reale sicuro a lungo termine – il rendimento corretto per l’inflazione sugli investimenti a basso rischio come i Buoni del Tesoro – è, oltre alle “condizioni finanziarie”, il meccanismo chiave che influenza sia l’incentivo a costruire che l’equilibrio nelle esportazioni nette (a seguito del suo effetto sul tasso di cambio).

Dagli inizi di marzo a metà maggio del 2022, questa misura è balzata di più di un punto percentuale allorché il mercato obbligazionario ha compreso che la Federal Reserve statunitense avrebbe presto ridimensionato i suoi sforzi per promuovere una rapida ripresa dell’occupazione a seguito della pandemia. Poi, dalla fine di agosto agli inizi di ottobre del 2022, ha fatto un altro balzo, questa volta per 1,5 punti percentuali su base annua, al momento in cui gli operatori obbligazionari hanno immaginato che la Fed avrebbe potuto dover restringere la politica monetaria per evitare una inflazione persistente in un’economia che era tornata alla piena occupazione.

Sono state queste due impennate che hanno determinato la configurazione dell’attuale tasso di interesse. Oggi i tassi sono più alti – di circa due punti percentuali – rispetto al livello che si sarebbe dovuto considerare il tasso “neutrale” in ciascuno dei cinque anni passati (prima della pandemia).

Il tasso neutrale, spiega John Maynard Keynes ne La Teoria Generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta, è il livello necessario per “determinare una correzione tra la propensione a consumare e l’incentivo a investire”. Un tasso di interesse che ciascuno consideri superiore al livello neutrale, di conseguenza, riflette l’aspettativa dei mercati che una recessione – o almeno un sostanziale rallentamento – sia solo una questione di tempo. Quando il tempo arriva, tutto dipenderà dal fatto che la Fed riconosca per tempo la debolezza che si avvicina per tagliare i tassi e realizzare un “atterraggio morbido”. Questa configurazione del tasso di interesse adesso si è mantenuta per sette mesi.

Naturalmente, la situazione non è stata completamente statica. Tra giugno ed ottobre 2023 c’è stato un altro rialzo di un punto. Ma quella ondata è presto regredita  quando la speculazione si è spostata alle domande su quando e quanto rapidamente la Fed avrebbe iniziato a tagliare i tassi. Il tasso trentennale dei Buoni del Tesoro è quindi tornato dove era nell’ottobre del 2022.

In effetti, l’atterraggio è stato tranquillo. Ma il pilota non ha osato spostarsi dalla retromarcia alla folle. A quanto sembra, la Fed è preoccupata che gli stipendi nei settori non agricoli continuino a crescere. Su una base corretta stagionalmente, ci sono stati 275.000 posti di lavoro in più a febbraio che a gennaio, il che è solo leggermente più alto della media di 250.000 posti di lavoro nei sei mesi passati. Io sospetto che la Fed sia profondamente a disagio con tassi di interesse sostanzialmente superiori a quello che essa in tutta tranquillità crede sia il tasso neutrale, particolarmente adesso che l’inflazione è molto vicina al suo obbiettivo del 2%. Ma essa non oserà spostarsi dalla retromarcia finché non vede segni di una crescita più lenta dei posti di lavoro.

Queste spiegazioni potrebbero far chiarezza sull’attuale situazione. La conclusione che i tassi di interesse siano in eccesso sul tasso neutrale potrebbe essere basata su una analisi erronea. O ci potrebbe essere un errore nel modo in cui misuriamo lo stato dell’economia. Oppure, terza ipotesi, la Fed potrebbe aver commesso l’errore di Willy il Coyote [1].

Considerando queste spiegazioni nell’ordine inverso, se la debolezza economica in effetti sta arrivando, la Fed desidererà ben presto aver cominciato a tagliare i tassi a gennaio del 2024. Si ricordi, le decisioni del settore privato per ridurre gli investimenti sull’edilizia, e per rifinanziare acquisti dai fornitori esteri, sono state sospese nel 2022 e rinviate al 2023 nel mentre le persone aspettavano di vedere quanto la Fed avrebbe ristretto. Se tra maggio e ottobre 2023 – quando il rendimento decennale dei Buoni del Tesoro è salito temporaneamente dal 3,53% el 4,93% – le imprese avessero poi dato seguito a quelle rinviate decisioni, l’impatto sulle conseguenze occupazionali dovrebbe cominciare a colpire l’economia proprio adesso.

A seguito delle sue corse, Willy il Coyote (una classico cartone della Looney Tunes) spesso continua a correre oltre il ciglio di un burrone ma non comincia a cadere finché non guarda in basso e non comprende che sta correndo per aria. Io ero abbastanza fiducioso che questo fosse il punto dove la Fed si trovava sei mesi orsono. Ma con il tempo che passa senza che accada niente, divento più combattuto.

Che dire se le misurazioni fossero sbagliate? C’è da tempo consenso sul fatto che il sondaggio sigli stipendi negli Stati Uniti sia superiore al sondaggio sulle famiglie. Ma nei due anni passati, è emerso un divario tra questi due sondaggi. Mentre il sondaggio sugli stipendi segnala 2,7 milioni di posti di lavoro in più di un anno fa, il sondaggio sulle famiglie segnala soltanto 700.000 persone in più che lavorano in quei posti di lavoro rispetto ad un anno fa.

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[2]

Se il mercato del lavoro fosse così debole come indica il sondaggio sulle famiglie, quella debolezza dovrebbe già essersi manifestata nella spesa per i consumi. E così non è stato.

Ciò lascia la possibilità di una analisi erronea. Il consenso quasi unanime a partire dalla pandemia è stato che ci sono potenti fattori fondamentali che mantengono molto basso il tasso di interesse neutrale, e che non ci sono stati importanti cambiamenti in quei fondamentali. Di conseguenza il tasso neutrale dovrebbe essere ancora molto basso, comportando che il tasso di riferimento molto elevato sarebbe inappropriato per un’economia di piena occupazione e con un’inflazione vicina al suo obbiettivo.

Ma se c’è una lezione che ho appreso in più di quarant’anni nel cercar di capire il ciclo economico, è che non c’è nella macroeconomia alcuna regolarità empirica della quale si possa aver fiducia che non si sgretoli sotto i nostri piedi in un tempo considerevolmente breve.

 

 

 

 

 

 

 

[1] Famoso personaggio dei cartoni americani; l’errore consiste nel correre troppo precipitosamente in prossimità di un burrone, oltrepassare il ciglio ed accorgersi del pericolo in ritardo.

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[2] La linea rossa indica l’occupazione, da gennaio 1994 a febbraio 2024, sulla base del sondaggio sulle famiglie; quella blu l’occupazione corretta stagionalmente sulla base dello stesso sondaggio; quella gialla l’occupazione sulla base del sondaggio sugli stipendi. Quindi, i dati rilevanti in coerenza con l’articolo, sarebbero quelli della linea gialla e della linea blu. La differenza sembra minima, ma i fati sono espressi in migliaia di unità (ovvero, i dati finali nel 2024 sono attorno ai 140 milioni e 150 milioni di occupati).

 

 

 

 

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