I partiti della guerra, il candidato della pace e le elezioni di novembre,

di Jeffrey D. Sachs

I democratici ed i repubblicani stanno surclassandosi per dimostrare chi ci può portare alla Terza Guerra Mondiale più velocemente. Joe Biden e i democratici del Congresso stanno presentando un’offerta convincente per prendere la guida dei guerrafondai. I democratici del Congresso hanno appena votato all’unanimità, in una votazione finita 210 a 0, per estendere la guerra in Ucraina con altri 61 miliardi di dollari per ammazzare più russi ed ucraini, e con una maggioranza un po’ asimmetrica di 173 contro 37, per altri 14 miliardi di dollari per estendere la carneficina di massa di Israele sui palestinesi di Gaza. Donald Trump è intervenuto prima della votazione per dire che la sopravvivenza e la forza dell’Ucraina sono “importanti per noi”, e che l’Europa dovrebbe pagare di più. Lo speaker repubblicano Mike Johnson ha recitato la sua parte di guerrafondaio definendo la Russia, la Cina e l’Iran come l’aggiornato asse del male. L’insulto è arrivato giusto in tempo perché il Segretario di Stato Blinken volasse in Cina per minacciare maggiori sanzioni statunitensi se la Cina commercia con la Russia in modi che gli Stati Uniti disapprovano.

Il più forte candidato presidenziale per la pace è Jill Stein del Partito Verde, che è sulla strada di apparire sulle schede elettorali in tutto il paese. Il Partito Verde è assai avanti nell’ottenere un accesso completo su scala nazionale  e sta lavorando molto intensamente per realizzare quell’obbiettivo. Cornel West, un altro fervente candidato per la pace, è sulle schede in alcuni Stati ma come candidato indipendente si misura con spese proibitive per l’accesso alle elezioni a causa di un sistema ingiusto manipolato dai due principali partiti. Purtroppo Robert F. Kennedy Jr. è solo per metà un candidato per la pace, deciso a porre fine alla guerra in Ucraina con la diplomazia, ma stridentemente a sostegno della guerra di Israele a Gaza, piuttosto che della diplomazia che è urgentemente necessaria e capace di porre fine alla guerra.

Su una base bipartisan, la Casa Bianca e il Congresso stanno portando il mondo ad una guerra globale. Washington non ha assolutamente alcuna strategia perché l’Ucraina vinca la guerra, ma è intenzionata ad armare l’Ucraina per uccidere più russi possibile, anche se la guerra uccide assai più ucraini. Dall’inizio dell’operazione militare speciale della Russia in Ucraina, mi sono pronunciato per una pace negoziata, mettendo l’accento sulla neutralità ucraina e sulla fine dell’allargamento della NATO – a cui la Russia si oppone con veemenza, e comprensibilmente, come una minaccia esistenziale. Tuttavia Biden ed il Congresso continuano ad insistere sull’allargamento della NATO e di conseguenza su una guerra maggiore. Il risultato? L’Ucraina ha sofferto centinaia di migliaia di vittime e perduranti perdite territoriali.

Nello stesso tempo, Biden sta adesso armando Israele per commettere incalcolabili crimini di guerra, adesso con un maggiore sostegno in arrivo. La complicità statunitense nella carneficina degli abitanti di Gaza da parte di Israele è respinta con forza dal popolo americano, particolarmente dai giovani, tuttavia Biden e il Congresso non stanno ascoltando quel popolo. Il Governo del Sudafrica, in una richiesta alla Corte Internazionale di Giustizia (ICJ), ha energicamente sostenuto che Israele sta commettendo un genocidio. Eppure, quando gli studenti statunitensi dicono lo stesso, adesso vengono arrestati. Di fatto, l’ICJ ha velocemente giudicato che le azioni di Israele potrebbero ben violare la Convenzione sul Genocidio del 1948, in attesa di una sentenza finale che richiederà più tempo.

Se tutto questo non fosse abbastanza, gli Stati Uniti continuano ad accrescere le loro molteplici provocazioni verso la Cina. Gli Stati Uniti stanno imponendo nuove unilaterali misure commerciali, finanziarie e tecnologiche per ostacolare l’economia cinese. Queste misure sono in violazione degli impegni americani sulle regole commerciali internazionali, tuttavia gli Stati Uniti le impongono sfacciatamente in ogni occasione. Con un’altra iniziativa paranoide e vendicativa, il Congresso oggi ha anche stabilito che TikTok deve essere venduta dai suoi proprietari cinesi ad un acquirente statunitense.

Gli Stati Uniti hanno anche la sfrontatezza di attaccare la Cina per la sua “sovracapacità” nella produzione manifatturiera. Il termine “sovracapacità” in realtà significa soltanto che la Cina produce grandi volumi di prodotti manifatturieri di alta qualità a prezzi molto bassi. I processi produttivi cinesi per i veicoli elettrici, ad esempio, sono sorprendentemente efficienti.

Più recentemente, Biden ha collocato truppe statunitensi sull’Isola Kinmen, un’isola di Taiwan, in violazione della politica di una Cina che sorregge le relazioni statunitensi con la Cina e di conseguenza la pace. Gli Stati Uniti hanno anche gratuitamente elevato la retorica anti cinese assieme ai leader del Giappone e della Corea.

L’antagonismo della Amministrazione Biden contro l’Iran è in modo simile senza pause e ipocrita. Il primo aprile, Israele ha bombardato una sede diplomatica dell’Iran, in una cruda violazione della legge internazionale. Tuttavia, invece di condannare le iniziative di Israele, il giorno successivo gli Stati Uniti hanno bloccato la critica del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Quando l’Iran ha contrattaccato, il 14 aprile, gli Stati Uniti hanno duramente criticato l’Iran e persino messo in atto nuove sanzioni. Nell’asserire tali doppi criteri, Washington esce dai suoi stessi binari.

Dunque, mettiamo tutto assieme a proposito del presunto “asse del male”. Gli Stati Uniti respingono i negoziati con la Russia perché vogliono usare la guerra ucraina per indebolire la Russia, anche le la guerra nel suo svolgimento distrugge l’Ucraina. Gli Stati Uniti rifiutano di assumere alcuna iniziativa per mettere un freno alla carneficina di massa di Israele a Gaza. In modi molteplici, gli Stati Uniti provocano in modo flagrante la Cina. Gli Stati Uniti puniscono l’Iran per una escalation cominciata da Israele. Non c’è alcun asse del male. Sono piuttosto gli Stati Uniti che hanno spinto la Russia, la Cina e l’Iran a stare sempre più strettamente assieme di fronte ad un incessante e improvvido militarismo statunitense.

Gli americani sono profondamente scontenti di questa mentalità guerrafondaia. Soltanto il 33 per cento degli americani approva la politica estera di Biden. Biden è un neoconservatore da lungo tempo, per decenni a sostegno dell’espansione della NATO, delle avventure militari e delle operazioni di cambiamento di regime. Egli è inoltre inadatto a guidare il paese per altri quattro anni e non dovrebbe in ogni caso essere in lizza per la rielezione. Da parte sua, Trump da Presidente ha armato l’Ucraina, ha stracciato l’accordo di Minsk II che avrebbe disinnescato la guerra e ha fatto di tutto per rendersi ostili e abbandonare la diplomazia sia con la Cina che con l’Iran. Il mondo è più vicino che mai ad un Armageddon nucleare, soltanto “90 secondi a mezzanotte” secondo l’Orologio del Giorno del Giudizio del Bollettino degli Scienziati Atomici.

I due principali partiti dell’America non offrono agli americani alcuna voce in capitolo sui temi della vita e della morte dela guerra e della pace. Sono entrambi partiti di guerra. Entrambi continuano ad abbuffarsi di soldi e di munizioni per cercar di nascondere i loro avventati calcoli sbagliati del passato. Inoltre, entrambi i partiti sono al servizio degli stessi ufficiali pagatori: Wall Street, il complesso militare-industriale ed i super ricchi che finanziano i due partiti perché producano sgravi fiscali e tagli ai sussidi sociali a vantaggio dei ricchi, e l’allargamento della NATO e i contratti per gli armamenti per le industrie militari. Di conseguenza, pace e giustizia economica procedono mano nella mano.

La vera speranza per la saggezza della politica estera americana e per una economia giusta è la principale candidata della pace, Jill Stein [1]. Il lavoro più importante per gli attivisti della pace nelle prossime settimane sarà assicurare che la Stein sia a novembre davvero nelle schede elettorali di ogni Stato, nonostante gli sfacciati tentativi di entrambi i principali partiti di tenere il Partito Verde ed i candidati della pace fuori dalle votazioni. Mentre gli americani in numeri mai visti si pronunciano per una scelta politica fuori dai falliti partiti di guerra e per soluzioni diplomatiche alle guerre che infuriano nel mondo, potrebbe ben accadere a novembre una impennata elettorale per la pace. Se la Stein sarà sulle schede elettorali in tutta la nazione, gli elettori potranno avere tale scelta.