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La disinformazione ha deciso le elezioni statunitensi, di J. Bradford DeLong (da Project Syndicate, 11 novembre 2024)

 

Nov 11, 2024

Misinformation Decided the US Election

Bradford DeLong

Brad

BERKELEY – Three days after Donald Trump’s victory in this year’s US presidential election, my friend Dean Baker of the Center for Economic and Policy Research tweeted: “I hate to put a lot of highly paid pundits out of business, but look at this f**king graph.” The accompanying image was an Ipsos infographic headlined: “Misinformed views on immigration, crime, the economy correlated with ballot choice.”

In a Reuters/Ipsos poll taken in early October, potential voters who knew or assumed that violent crime was not at or near all-time highs favored Kamala Harris by a 65-percentage-point margin, whereas those who were misinformed broke for Donald Trump by a 26-point margin. Likewise, among those who understood that inflation had declined over the past year, Harris was up by 53 points, whereas Trump was up by 19 points among the misinformed. Among those who knew that the stock market was at an all-time high, Harris was up by 20; and among those who knew that southern border crossings had declined, Harris was up by 59.

What are we dealing with here? Do Trump voters express misinformed beliefs about violent crime rates, the inflation rate, the stock market, and border crossings because they are Trump voters, or are they Trump voters because they truly believe these falsehoods and are genuinely fearful for their country’s future? If it is the latter, one must ask how they came to hold these false beliefs. And once we understand that, we need to figure out what to do about an information ecosystem that hoodwinked millions of people and turned our politics into a clown show.

At this point, the people who want to misinform you will show up and cry: “But there were lots of border crossings! There was a violent crime wave!” (Never mind that it started under Trump). “Inflation was high!” (Actually, it was moderate: the peak annual rate was 9% in the year ending June 2022, but 3% in the year ending June 2023, and 2.4% in the year ending September 2024.) “Okay, but people get confused when asked about complex economic matters! What they really meant was that prices had risen and had not come down!” (As if deflation would help anyone.)

Of course, the same people will be quiet about the stock market, because everybody knows that it is at or near record highs. Equities indices are how the mainstream media keep score when it comes to reporting on the economy. News bites about new record highs are frequent and ubiquitous.

The same people also will be quiet if you probe their beliefs. I will grant that people might not know how fast things have changed or know the difference between high inflation and higher prices. But everyone knows that you can always pan a camera to find a few examples of just about anything in the world, depending on what you are looking for. At the same time, most Americans who look around their own neighborhoods or check their retirement accounts will know that they and their real-world friends and colleagues are doing just fine. Their 401(k)s are way up, and no Haitians are barbecuing cats.

This brings us back to the question of whether people are misinformed because they want to be. If Trump asks his supporters whether they are going to believe him or their lying eyes, will they choose him? Or are we dealing with the work of some bad actors who have devoted considerable effort to bringing about this state of affairs?

If the answer is that more than half of the electorate wants to be misinformed, America – and indeed human civilization – is in serious trouble. This would imply that what tens of millions of Americans really want is a greenlight to hate their fellow citizens. But if we are confronting the work of cynical bad actors, that at least gives us some hope for the future. It would mean that the bulk of Trump supporters are good-hearted, well-meaning people who worry that the country is heading in the wrong direction, even if they themselves are doing fine. They voted for Trump more out of love than hate.

In that case, the task for Americans who want a healthier politics and a better society is clear. Unfortunately for Democrats, though, it is a task that must carried out by Republicans. In our broken information ecosystem, nothing that Democrats say will be believed by those who need to hear it. Well-meaning, patriotic Republicans need to look at themselves and adopt the project that Viscount Sherbrooke articulated after the 1867 extension of the franchise in Britain: “We – or, rather, you – must educate our masters”.

 

La disinformazione ha deciso le elezioni statunitensi,

di J. Bradford DeLong [1]

 

BERKELEY – Tre giorni dopo la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali di quest’anno, il mio amico Dean Baker del Centro di ricerca economica e politica scriveva questo messaggio: “Detesterei far fallire una gran quantità di commentatori altamente pagati, ma guardate questa fottuta tabella”. L’immagine che lo accompagnava era una infografica Ipsos dal titolo: “Opinioni disinformate su immigrazione, crimine ed economia sono correlate con la scelta di voto”.

In un sondaggio eseguito agli inizi di ottobre da Reuters/Ipsos, gli elettori potenziali che sapevano o consideravano che i crimini violenti non erano al punto più alto di tutti i tempi, e neppure si avvicinavano ad esso, favorivano Kamala Harris di un  margine di 65 punti di percentuale, mentre coloro che erano disinformati puntavano per Donald Trump con un margine di 26 punti. Analogamente, tra coloro che comprendevano che nell’anno passato l’inflazione era calata, la Harris saliva a 53 punti percentuali, mentre Trump si collocava a 19 punti tra i disinformati. Tra coloro che sapevano che il mercato azionario era ad un picco di tutti i tempi, la Harris era avanti di 20 punti; e tra coloro che sapevano che gli attraversamenti al confine meridionale erano calati, la Harris si collocava al 59%.  

Quale problema si evidenzia, in questo caso? Gli elettori di Trump manifestano convinzioni disinformate sui tassi dei crimini violenti, sul tasso di inflazione, sul mercato azionario e sugli attraversamenti ai confini perché sono elettori di Trump, oppure essi sono elettori di Trump perché credono effettivamente in queste falsità e sono davvero spaventati per il futuro del loro paese? Ed una volta che comprendessimo tutto questo, avremmo bisogno di immaginarci cosa fare su un ecosistema dell’informazione che ha raggirato milioni  di persone ed ha trasformato la nostra politica in uno spettacolo da clown.

A questo punto, le persone che vogliono disinformarvi si faranno avanti e strilleranno: “Ma c’erano tantissimi attraversamenti del confine! C’era un’ondata di crimini violenti!” (non conta che essa sia cominciata sotto Trump). “L’inflazione era alta!” (di fatto, era moderata: il tasso più alto annuale è stato del 9% nell’anno che terminava a giugno del 2022, ma del 3% nell’anno terminato a giugno del 2023 e del 2,4% nell’anno che si è concluso a settembre del 2024). “Va bene, ma le persone si confondono quando gli vengono sottoposte complicate questioni economiche. Quello che esse realmente intendono è che i prezzi erano cresciuti e non erano calati!” (come se la deflazione aiutasse qualcuno).

Ovviamente, le stesse persone resteranno tranquille sul mercato azionario, perché lo sanno tutti che esso è al suo massimo picco o ci si avvicina. Gli indici delle azioni, come i media principali, tengono i punti quando si passa ai resoconti sull’economia. Certe notizie sui nuovi picchi record sono frequenti e diffuse.

Le stesse persone saranno anche tranquille se voi saggiate le loro convinzioni. Ammetterò che le persone possono non sapere  con quanta rapidità le cose sono cambiate, né sanno la differenza tra alta inflazione e prezzi più elevati. Ma tutti sanno che si può sempre fare una panoramica per scoprire un po’ di esempi praticamente su ogni cosa al mondo,  a seconda di quello che stanno cercando. Nello stesso tempo, la maggioranza degli americani che danno un’occhiata sui loro vicini o controllano i conti della loro pensione sapranno che essi stessi ed i loro amici e colleghi se la passano proprio bene. I loro risparmi pensionistici sponsorizzati dai datori di lavoro sono in crescita e nessun haitiano cucina gatti al barbecue.

Questo ci riporta alla domanda se le persone sono disinformate perché vogliono esserlo. Se Trump chiede ai suoi sostenitori se essi sono intenzionati a credere a lui o alle loro impressioni fallaci, essi sceglieranno lui? Oppure stiamo facendo i conti con l’opera di alcuni cattivi soggetti che hanno speso uno sforzo considerevole per determinare questo stato di cose?

Se la risposta è che più della metà dell’elettorato vuole essere disinformata, l’America – e in effetti la civiltà umana – sono in un guaio serio. Questo comporterebbe che quello che decine di milioni di americani vogliono realmente è un via libera nell’odiare i loro concittadini. Ma se ci stiamo misurando con l’opera di cinici cattivi soggetti, ciò almeno ci lascia qualche speranza per il futuro. Significherebbe che il grosso dei sostenitori di Trump sono gente per bene, persone bene intenzionate che si preoccupano per un paese che sta andando nella direzione sbagliata, anche se essi stessi se la cavano bene. Essi avrebbero votato per Trump più per amore che per odio.

In quel caso, il compito per gli americani che vogliono una politica più sana ed una società migliore, sarebbe chiaro. Tuttavia, sfortunatamente per i democratici, questo è un compito che deve essere portato a termine dai repubblicani. Nel nostro guasto ecosistema dell’informazione, niente di quello che dicono i democratici sarà creduto da coloro che hanno bisogno di intenderlo. I repubblicani patriottici e bene intenzionati hanno bisogno di guardare a se stessi ed i adottare il progetto che il visconte di Sherbrooke [2] formulò dopo l’estensione del diritto di voto in Inghilterra nel 1867: “Noi – o, piuttosto, voi – dobbiamo educare i nostri capi”.

 

 

 

 

 

 

 

[1] Nel consueto suo stile in apparenza semplice, spesso divertente e provocatorio, DeLong affronta il tema cruciale del dibattito post elettorale negli Stati Uniti. Perché, se il tema è che più della metà degli elettori hanno creduto a falsità, la questione vera non può essere quella del loro errore ‘tecnico’ (alcuni hanno pubblicato sino alla noia diagrammi su quello che gli americani ‘percepiscono’ e su quello che vivono davvero), ma piuttosto quella di cosa è diventata la democrazia americana. È problematico considerare una società ‘erronea’, in particolare per unico effetto degli ‘errori’ degli avversari degli sconfitti che pretendono di aver ragione. Se il divario tra realtà e propaganda è così vasto, è difficile che il guasto non riguardi tutti i protagonisti.

[2] Robert Lowe, alias  Visconte di Sherbrooke (una contea del Surrey) – nato nel 1811 e morto nel 1892 – fu uno statista conservatore britannico. Su Wikipedia una sintesi delle sua vita, in inglese.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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